ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12466

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 587 del 10/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: VILLAROSA ALESSIO MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016 10/03/2016
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/03/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/04/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12466
presentato da
VILLAROSA Alessio Mattia
testo di
Giovedì 10 marzo 2016, seduta n. 587

   VILLAROSA, D'UVA, VIGNAROLI, RIZZO, DI BENEDETTO, CANCELLERI, LUPO, NUTI, DI VITA, GRILLO, DE ROSA, BUSTO, TERZONI, DE LORENZIS, DI BATTISTA, PESCO e ALBERTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il settimanale siciliano di politica «Centonove», nel mese di febbraio 2016 pubblica un interessante articolo su un presunto buco di 46 milioni di euro riguardante i fondi riscossi dal 2003 al 2014 per la sicurezza e la gestione trentennale post mortem della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea; lo stesso articolo indica che, in una nota inviata all'inizio del mese di febbraio, da parte del sindacato che segue la vicenda del licenziamento di 16 dipendenti (su un totale di 30) della Tirrenoambiente s.p.a., viene evidenziata la mancata presentazione del piano industriale e la mancata indicazione delle somme incassate negli anni per la gestione post mortem della discarica. I comuni soci del servizio, nel corso degli anni, hanno infatti pagato 7,05 euro per ogni tonnellata conferita in discarica riuscendo ad accumulare ben 18 milioni di euro per la sicurezza e 27 milioni di euro per la gestione post mortem. La perplessità del sindacato, riportata nell'articolo del settimanale Centonove, corrisponde esattamente con la perplessità degli interroganti, in quanto il bilancio 2014 non risulta ancora approvato e la società lamenta mancanza di liquidità;
   già ad aprile 2015 l'inchiesta del settimanale «Centonove» sulla parentopoli di Tirrenoambiente riportata anche dalla testata online Stampalibera in data 24 aprile 2015; evidenziava la presenza di strani intrecci e di stranissime promozioni che raggiungono l'acme con il conferimento dell'incarico di dirigente a Roberto Carenzo che, come si legge, possiede il titolo di studio della licenza media;
   sconcertante, a parere degli interroganti, il fatto che l'attuale custode giudiziario della discarica di Mazzarrà sia proprio il «titolato» Roberto Carenzo, del quale gli interroganti evidenziano la carenza culturale, ma forse, rappresenta la minore delle caratteristiche, in quanto, lo stesso Carenzo dopo aver ricevuto in «dono» la promozione a dirigente autorizzò l'anomalo abbancamento del materiale come si può leggere nell'articolo del settimanale Centonove in precedenza menzionato;
   la Tirrenoambiente S.p.a. è una società per azioni a partecipazione pubblica locale, con capitale misto pubblico-privato. Il 51 per cento delle azioni è detenuto da 10 comuni, ma nei fatti appartiene quasi totalmente al comune di Mazzarrà che detiene oltre il 45 per cento delle quote totali, mentre dei restanti comuni soci solo uno dei comuni supera lo 0,5 per cento della partecipazione azionaria. L'azionariato privato appartiene a Ederambiente (21 per cento), Ge.Se.Nu (10 per cento), Secit (10 per cento), A2A (3 per cento) più altri azionisti minori;
   un articolo della Gazzetta del Sud del 23 febbraio 2016, riporta la notizia che nella discarica di Mazzarrà è stato costruito un nuovo modulo privo di autorizzazioni inerenti i lavori di sbancamento ricadenti in gran parte nella fascia di rispetto di 150 metri dal torrente Mazzarrà e che «in tale modulo venivano collocati illecitamente oltre un milione di metri cubi di rifiuti [...]. Dalle prime consulenze tecniche redatte dal consulente della Procura, è stato accertato un notevole inquinamento delle acque sotterranee alla discarica ed il concreto rischio di fenomeni gravitativi o franosi, poiché questo nuovo modulo è carente di adeguati presidi di contenimento»;
   il 13 febbraio 2016, fonti di stampa riportano la notizia che il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Vercelli ha contestato «costi da reato» per oltre 4 milioni di euro alla Osmo S.p.a. in quanto ha ottenuto, con affidamento diretto, smaltimento dei liquami di percolato prodotti nella discarica di Mazzarrà;
   l'8 settembre 2015 con l'operazione «Riciclo» vengono arrestati i vertici di Tirrenoambiente S.p.a. ed il sindaco di Mazzarrà Salvatore Bucolo; della vicenda se ne occupa anche la testata giornalistica Dagospia che pubblica il seguente articolo: «Secondo quanto emerso dall'indagine dei finanzieri, il sindaco avrebbe intascato una tangente di 33 mila euro raggirando l'anziano parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie, spinto a chiedere alla Tirrenoambiente contributi per feste patronali che lo stesso Bucolo poi provvedeva ad incassare personalmente. La discarica di Mazzarrà è ritenuta al centro del business dei rifiuti gestito da Cosa nostra messinese. Nel processo sulle ecomafie denominato «Vivaio», poco più di un anno fa, la Corte d'assise d'appello di Messina ha condannato Sebastiano Giambò, l'ex amministratore della Tirrenoambiente a 8 anni per concorso in mafia. E nella scorsa primavera un'altra indagine ha portato all'arresto di 22 persone, tra cui Angelo Bucolo, il fratello del sindaco, considerato il «grimaldello» della mafia per incassare il pizzo dai titolari dell'impianto. Ora l'inchiesta «Riciclo» della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), ha scandagliato i rapporti tra la società che gestisce la discarica ed il comune di Mazzarrà. Gli investigatori si sono concentrati sulle modalità di riscossione della «tariffa per opere di mitigazione ambientale», pagata dai comuni conferitori dei rifiuti alla Tirrenoambiente che avrebbe dovuto girare la somma all'ente pubblico che ospita l'impianto, in questo caso proprio l'amministrazione di Bucolo. Secondo i finanzieri, però, Piccioni, Antonioli e Innocenti avrebbero omesso di versare le somme dovute, facendo lievitare il debito fino a quasi 3 milioni di euro, di cui circa 1 milione e 500 mila oggetto di un'indebita transazione stipulata proprio con il Comune di Mazzarrà. Ma non solo. Dagli accertamenti è emerso anche che nel marzo 2007 la Tirrenoambiente avrebbe illegittimamente ridotto la tariffa dell'eco-indennizzo, quasi dimezzandola sino al novembre 2014, provocando al comune un danno di oltre 12 milioni e mezzo di euro. Le indagini hanno portato a galla anche un giro di sponsorizzazioni ad associazioni sportive con l'obiettivo di ottenere la connivenza di soggetti che avrebbero dovuto vigilare sulla gestione della Tirrenoambiente. Tra questi il finanziamento di 750 mila euro a una società sportiva di Borgo Vercelli in Piemonte, di cui Innocenti è stato rappresentante legale. Quasi 3 milioni e 500 mila euro infine il totale delle somme sequestrate agli arrestati e ad un quinto soggetto, un altro amministratore della Tirrenoambiente, anche lui indagato per peculato e corruzione»;
   riguardo la particolare sensibilità della Tirrenoambiente nei confronti dello sport, del sociale e degli enti morali, effettivamente, negli anni si sono verificati comportamenti per gli interroganti a dir poco bizzarri. Oltre ai 750 mila euro «donati» a una società sportiva Di Borgo Vercelli, la Tirrenoambiente S.p.a., la società ha «donato» come si può evincere dalla relazione ai cittadini di Mazzarrà S. Andrea datata 16 settembre 2013, a firma del presidente della Tirreno Ambiente Spa, signor Crisafulli Antonello:
    1.437.000 euro alla ASD Mazzarà (si rileva al proposito che il Mazzarrà calcio non è mai arrivato a disputare un campionato oltre la categoria «eccellenza» e quella somma è sufficiente per disputare per gli interroganti circa 30 stagioni);
    63.000 euro alla parrocchia Santa Maria delle grazie,
    90.900 euro per la festa del santo patrono,
    32.300 euro per la festa di Sant'Andrea,
    51.000 euro per la compagnia teatrale «I Sautafossa»,
    12.000 euro destinate all'acquisto di piante di agrumi poi donate al Vaticano;
   da una ricerca sugli atti di sindacato ispettivo della XVI legislatura risultano 4 interrogazioni, tutte senza risposta sul tema presentate da parlamentari dell'Italia dei valori;
   l'interrogazione n. 4-00402 del 2003 riporta quanto segue: «un'inchiesta del settimanale l'Espresso e di altri quotidiani quali Repubblica, Centonove ed altri, ha messo in evidenza come il percolato, il liquido che trae prevalentemente origine dall'infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi, sia sparso deliberatamente nei corsi d'acqua e lungo le strade. Dall'inchiesta, partita dalla Procura di Napoli, si evince come i camion non perdessero liquido per errore o fatalità, ma lo scaricassero appositamente nei corsi d'acqua, nelle fogne, o addirittura lungo le strade, nei campi, penetrando nel terreno e nelle acque. Lo smaltimento del percolato infatti necessita di una serie di operazioni di captazione e di trattamento da effettuarsi presso la stessa discarica, o il trasporto presso altri impianti adibiti ad hoc. Anche nella discarica di Mazzarrà Sant'Andrea – Messina, accade quanto già registrato a Napoli, dalla magistratura, lungo la strada che porta dalla discarica alla Strada Statale 113 Messina-Pale o invero, i camion che dovrebbero trasportare parte del percolato dichiarato in siti adibiti allo smaltimento, lo disperdono sul territorio, va infatti tenuto in conto che il terreno su cui sorge la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea è a base sabbiosa. In tali casi la legge prescriverebbe il rivestimento del terreno con speciali guaine o sacche di raccolta al fine di evitare la dispersione del percolato nel suolo sottostante, dato il surplus di rifiuti che occupano attualmente la discarica in questione, pari a circa un milione di metri cubi, a fronte di una capienza massima prevista di quattrocentomila metri cubi, le sacche utilizzate non riescono però a far fronte alla eccessiva quantità di percolato formatasi nel tempo, il risultato è dunque la dispersione del percolato presente nel sito nell'ambiente circostante, attraverso l'infiltrazione nel suolo e, conseguentemente, nelle falde acquifere»;
   l'interrogazione n. 4-09631 del 2010 riporta quanto segue: già con precedenti atti di sindacato ispettivo era stata richiamata l'attenzione delle istituzioni sulle problematiche collegate all'inquinamento atmosferico della zona di Pace Del Mela e su quelle legate alla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, rilevando tra l'altro che la suddetta discarica sorgeva su un terreno a base sabbiosa, ed ancor peggio, si sospettava che la «SMEB-Cantieri Navale» di Messina avesse smaltito i propri scarti, altamente tossici, presso la stessa discarica. Non si vuole destare alcun alla e sociale, ma focalizzare una particolare attenzione sulla tutela della salute dei cittadini. La discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, a stretto confine con il comune di Furnari, altro non è, ad avviso dell'interrogante, che una «bomba» ecologica per la salute delle comunità interessate, ulteriormente amplificata dall'ampliamento disposto dalle autorità competenti. Oltre all'inquinamento ambientale, desta grave e particolare preoccupazione la connivenza tra discarica e ambiente malavitoso scaturente dagli ingenti interessi economici che ruotano intorno ad essa. Si vorrebbe capire meglio quali interessi si celano di fatto dentro la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, visto che si è sciolto un consiglio comunale, quello del comune di Furnari, ed è stato arrestato un ex sindaco, Salvatore Lopes, la cui notizia stupisce perché lo stesso, in passato, si era contraddistinto con numerose denunce alle varie istituzioni competenti e per le numerose proteste contro la discarica, il suo ampliamento e le sue emissioni nell'atmosfera, che inquinano i comuni di Terme Vigliatore, Rodi Milici, Mazzarrà Sant'Andrea, Furnari, tutta la provincia di Messina e zone limitrofe. Tra le proteste, le più eclatanti hanno riguardato il blocco dei mezzi dinnanzi alla discarica e lo sciopero della fame, effettuato per ostacolare l'ampliamento della stessa;
   l'interrogazione n. 4-11731 del 2011 riporta, tra le altre cose, quanto segue : il settimanale Centonove, edito a Messina, nel n. 12 del 25 marzo e nel n. 13 del 1o aprile 2011, usciva in prima pagina rispettivamente con i seguenti titoli: «Pattumiera Sicilia» e «Rifiuti Pericolosi». Secondo il settimanale, più di cinquecento tonnellate di rifiuti vengono trasportate giornalmente in Sicilia e conferite, all'insaputa dei cittadini e senza alcun controllo a tutela della salute e della legge, nella discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (Messina), comune recentemente noto per la scoperta del più grande cimitero di mafia in Sicilia e attiguo ai comuni di Terme e Vigliatore e di Furnari, i cui organi amministrativi sono stati sciolti per condizionamenti della criminalità organizzata, il primo dal mese di gennaio 2006 al giugno 2008, il secondo tutt'oggi retto da una commissione straordinaria. Il trasferimento dei rifiuti cosiddetti speciali nasce da un accordo tra Tirrenoambiente, gestore della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea e la società pubblica Sap. Na. Spa. Ogni giorno, più di cento articolati della ditta fratelli Adiletta di Nocera Inferiore sono diretti in Sicilia provenienti dagli stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti (Stir) di Gugliano e di Tufino (Napoli). I rifiuti solidi urbani, com’è noto, per poter essere trasferiti in altre regioni devono essere classificati come «speciali», cioè resi biostabilizzati. Per stessa ammissione di esponenti del governo regionale, la Sicilia ha una tale carenza di discariche da non escludere la necessità di trasportare i rifiuti fuori dalla regione. per l'emergenza rifiuti, la regione Sicilia è stata dotata di un commissario straordinario nella persona del governatore regionale, Raffaele Lombardo. Gli stessi identici rifiuti sono stati mandati indietro dalla regione Puglia a seguito dei rilievi dell'A.R.P.A. che, a dispetto del codice tranquillizzante (19.12.12), con cui i rifiuti erano classificati, li ha ritenuti chimicamente «non esportabili in altre regioni». La Spagna sembra abbia rinunciato all'affare «per la difficoltà di sapere con certezza cosa contengono i rifiuti che escono dagli impianti di tritovagliatura». Le amministrazioni locali e le associazioni culturali ed ambientaliste del comprensorio hanno sempre contestato l'ubicazione della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, posta al confine dell'omonimo torrente e non molto distante da altri comuni: Tripi, Novara di Sicilia, Rodi Mitici, Furnari, Te e Vigliatore. Sulla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, la commissione Pecorella si pronuncia in questi termini: «negli ultimi due anni uno degli affari più importanti dal punto di vista del settore della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, è stato quello della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, discarica che per una serie di ragioni è stata deputata a servire le esigenze di smaltimento rifiuti della maggior parte dei Comuni della Provincia di Messina. Proprio con riferimento alla discarica di Mazzarrà sarebbe emersa una sorta di gestione non ufficiale da parte della mafia barcellonese»;
   l'interrogazione n. 4-18604 del 2012 tra le altre cose riporta quanto segue: «Persino il libro-inchiesta “La collina della munnizza” di Carmelo Catania (pubblicato nel 2012 da Nicola Calabria editore) – in cui si traccia un quadro piuttosto esauriente sul grado di penetrazione mafiosa nella gestione della discarica comprensoriale dei rifiuti nel vicino comune di Mazzarrà Sant'Andrea (sulla discarica 0-1 Mazzarà la commissione Pecorella si è pronunciata in questi termini: “negli ultimi anni, uno degli affari più importanti dal punto di vista del settore della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, è stato quello della discarica di Mazzarà Sant'Andrea, discarica che per una serie di ragioni è stata deputata a servire le esigenze di smaltimento rifiuti della maggior parte dei comuni della provincia di Messina. Proprio con riferimento alla discarica di Mazzarrà sarebbe emersa una sorta di gestione non ufficiale da parte della mafia barcellonese”) – nel ripercorrere le tappe dell'inchiesta denominata “Vivaio” sulla cosca mafiosa del comprensorio, svela quanto accaduto nei giorni della campagna elettorale presso il comune di Falcone e, attraverso le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Santo Cullo, evidenzia il ruolo di primo piano assunto dal Salvatore Calcò Labruzzo nella organizzazione malavitosa: “Dopo Bisognano, al processo ‘Vivaio‘ fa la comparsa un altro pentito. Santo Cullo, che venne sentito a cominciare dall'udienza del 17 ottobre 2011. La collaborazione di Santo Cullo, 47 anni, insospettabile meccanico di Falcone, ha avuto inizio il 4 aprile 2011 (ovvero a meno di due mesi dal voto) e per tutto il mese di aprile sarebbe andata avanti così: Gullo il giorno prima incontrava il pastore Salvatore Calcò Labruzzo, 59 anni, che curava – in assenza dei capi cosca – i collegamenti tra i vari componenti della famiglia. All'indomani di ogni incontro con il Calcò, Gullo riferiva ai carabinieri del Ros che annotavano e predisponevano le indagini i cui effetti non sono ancora noti. Il pentito raccontava, ad esempio, della raccolta delle tangenti provenienti dalla discarica di Mazzarrà e della suddivisione che ne faceva Salvatore Calcò Labruzzo tra tutti i componenti della cosca a piede libero e tra quanti, boss e gregari, erano in carcere”»;
   ad agosto 2012, molti giornali locali, tra i quali la testata online tempostretto, riportano la notizia inerente «lo strano caso del Consiglio comunale del comune di Mazzarrà Sant'Andra». I consiglieri comunali di maggioranza, infatti, si sono dimessi in massa pochi mesi dopo l'avvenuta elezione per «consentire un'efficace azione della Giunta», avendo come conseguenza la nomina di un commissario in sostituzione dell'organo consiglio comunale, una sorta di autoscioglimento del consiglio comunale così come avviene, di solito, su disposizione del Governo, per fatti che fanno concretamente sospettare un'elevata contaminazione mafiosa;
   il 21 febbraio 2013, sempre la stessa testata ordine tempostretto riporta la notizia delle dimissioni del Commissario Straordinario Vincenzo Lauro, e l'imminente nomina, da parte del Governatore della regione Siciliana, di un nuovo commissario che permetterà al sindaco di «amministrare in serena libertà», come si può leggere testualmente sulle pagine di tempostretto.it;
   la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea è situata all'estrema periferia del comune di Mazzarrà, ma molto vicino al centro abitato di un altro comune, Furnari. L'attuale sindaco di Furnari da tempo denuncia la pericolosità del sito, tanto che la stessa discarica è stata chiusa per ordine della magistratura anche a causa del materiale abbancato oltre ogni limite tanto da raggiungere l'altezza di un palazzo di trenta piani, con un conseguente serio rischio di collasso imminente. Oltre questo è stato più volte denunciato, in varie forme, il rischio di inquinamento della falda acquifera a causa della pessima, se non inesistente, gestione del percolato prodotto dal sito;
   il 13 ottobre 2015 finalmente con decreto del Presidente della Repubblica avviene la nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Mazzarrà Sant'Andrea, a norma dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e solo dopo che sindaco, allora in carica, Salvatore Bucolo, ha rassegnato le dimissioni con nota acquisita al protocollo dell'ente in data 17 settembre 2015, dimissioni avvenute solo dopo che in data 8 settembre 2015 è stata disposta un'ordinanza di custodia cautelare in carcere dell'allora sindaco in carica Bucolo. Il decreto del Presidente della Repubblica in questione contiene alcune parti della relazione d'indagine e alcuni fatti illustrati in questo atto di Sindacato ispettivo che, a parere degli interroganti, dimostrerebbero che questa parte di territorio Italiano sia stata per lungo tempo totalmente abbandonata dallo stato e, contestualmente, e probabilmente scarsamente monitorata dagli organi preposti al controllo ed alla persecuzione di eventuali reati più o meno evidenti;
   a solo titolo informativo e come probabile/possibile dimostrazione di quella che appare agli interroganti una «sincronicità junghiana» (principio di nessi acausali) va riportato che a capo della prefettura di Messina, dal 2007 al 2012, c’è stato il dottor Alecci, protagonista e destinatario, in passato, di uno dei rarissimi casi di provvedimento di arresto nei confronti di un prefetto in carica;
   sempre senza alcun apparente nesso di causalità corre l'obbligo di riportare che in quegli anni, a Barcellona Pozzo di Gotto operava in qualità magistrato il dottor Olindo Canali divenuto, in seguito, protagonista di burrascose e bizzarre vicende giudiziarie. Stessa sorte, forse ancora più sfortunata, ha travolto l'ormai ex Procuratore Generale di Messina, che ha subito una condanna penale per altre vicende giudiziarie;
   la gravità della situazione è testimoniata anche da filmati e documentazione varia che dovrebbe essere già dalla fine del 2015 nella disponibilità della autorità giudiziaria –:
   se il Governo sia a conoscenza di tutti i fatti e di tutti gli atti esposti in premessa;
   se il Governo nell'ambito delle sue competenze, intenda prendere in considerazione l'eventualità di adottare iniziative straordinarie, anche per il tramite della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Mazzarà Sant'Andrea in relazione alla discarica citata a causa dell'elevato grado di pericolosità del sito;
   se, nell'ambito delle competenze, intenda, avviare una seria ed approfondita verifica, per quanto di competenza, sui fatti accaduti nel corso degli anni e sull'attività delle autorità che dovevano rappresentare lo Stato in questa porzione d'Italia definita, da altri e forse anche a ragione, la «Corleone del ventunesimo secolo». (4-12466)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti