ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12441

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 586 del 09/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 09/03/2016
Stato iter:
28/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/11/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/11/2016

CONCLUSO IL 28/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12441
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Mercoledì 9 marzo 2016, seduta n. 586

   PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   da notizie a mezzo stampa si apprende che il consigliere di minoranza Giovanni Maiuolo, avrebbe richiesto al sindaco di Borgia (CZ), al responsabile finanziario dell'ente e al comandante della polizia municipale di sapere «in merito ai depuratori di località “Malaidi” e “Spilinga” se gli impianti dismessi da diversi anni, per come confermano gli uffici, vengano bypassati con sistema di auto spurgo o quali misure siano state prese per i fanghi». Maiuolo ha richiesto, inoltre, «la rendicontazione delle eventuali fatture degli interventi dell'auto spurgo e un accertamento dei luoghi in merito ad eventuali inquinamenti dei terreni e magari di qualche falda acquifera, qualora ve ne siano presenti nel sottosuolo»;
   la città di Borgia è sprovvista di impianti funzionanti in grado di garantire la corretta depurazione delle acque reflue di buona parte delle utenze cittadine che scaricano a cielo aperto. L'impianto situato sulla strada provinciale 172 non è in funzione da anni mentre quello che è stato costruito in località «Spilinga» risulta in disuso e privo di manutenzione;
   alla situazione emergenziale in cui versa la città di Borgia si sarebbe dovuto porre rimedio con la costruzione del nuovo depuratore in località «Malaidi», grazie ad un finanziamento regionale di 650 mila euro ottenuto nel 2009; tuttavia, i tempi di costruzione dell'impianto – al quale dovevano allacciarsi anche le utenze del vicino comune di San Floro – si sono rilevati, per tutta una serie di ritardi accumulati in corso d'opera, più lunghi del previsto;
   per anni gli utenti si sono visti addebitare in bolletta un servizio non erogato. Qualche mese fa il comune di Borgia – diffidato al rimborso delle quote non dovute dall'associazione «Borgia civiltà e progresso» – ha predisposto il modello per la restituzione della quota relativa alla depurazione indebitamente richiesta per gli anni 2009/2012;
   in data 16 luglio 2014 con atto di sindacato ispettivo n. 4-05552, ancora senza risposta, l'interrogante ha ricordato al Ministro interrogato che: «al primo gennaio 2016 scatteranno le sanzioni che l'Unione europea ha comminato all'Italia, con sentenza definitiva, per non aver costruito sistemi di depurazione adeguati. I comuni calabresi coinvolti dalle sanzioni sarebbero 90. Le multe saranno salate, una quota una tantum da pagare immediatamente, calcolata sulla base del prodotto interno lordo nazionale e che potrebbe essere di quasi 10 milioni di euro, e una ammenda giornaliera, calcolata sulla base della mora tra la data di messa in regola e la data di esecutività della sentenza, che potrebbe andare da 11 mila a 700 mila euro al giorno» –:
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia posto in essere per affrontare il grave problema per la salute e per l'ambiente messo in evidenza dal ricorso presentato dalla Commissione europea contro l'Italia relativamente al trattamento delle acque reflue urbane;
   se non ritenga opportuno promuovere, per quanto di competenza, diverse e precise ispezioni del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente per controllare la regolarità sullo smaltimento dei fanghi derivanti dai depuratori nel comune di Borgia. (4-12441)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 28 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 710
4-12441
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. — Con riferimento alle interrogazioni in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  I servizi di fognatura e depurazione, unitamente al servizio di acquedotto, costituiscono, nel loro complesso, il servizio idrico integrato (di seguito Sii) così come definito dal Codice dell'Ambiente, secondo il quale esso «è costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue».
  Al riguardo, si evidenzia come la piena realizzazione del sistema di governance del servizio idrico integrato e la realizzazione degli interventi sui sistemi fognari e depurativi, finalizzati (anche) al superamento del contenzioso comunitario, siano processi strettamente interconnessi tra loro.
  La mancata piena attuazione del Sii, in molte regioni interessate dal contenzioso europeo, tra cui la Calabria, ha messo in evidenza le difficoltà delle Amministrazioni locali nell'adeguare la dotazione infrastrutturale; in particolare si è manifestata l'incapacità progettuale, finanziaria e di spesa nella realizzazione degli interventi fognari e depurativi necessari all'adeguamento alla normativa europea di settore (direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane).
  In Calabria, tale mancata attuazione comporta l'esistenza di criticità organizzative, gestionali ed infrastrutturali, con grave pregiudizio al territorio di riferimento e ai cittadini calabresi.
  Particolarmente grave appare la situazione in 13 dei 141 agglomerati interessati dal contenzioso comunitario per mancata conformità dei sistemi fognari e depurativi ai requisiti fissati dalla direttiva 91/271/CEE.
  Al momento, la regione Calabria è sottoposta a monitoraggio continuo da parte degli uffici del Ministero dell'ambiente e dell'autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico, in quanto diffidata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 maggio 2015 poiché, alla data del 31 dicembre 2014, non aveva ancora provveduto ad individuare l'ente di Governo d'ambito. Pertanto, la regione sta provvedendo a dare attuazione agli obblighi di cui alla suddetta diffida: in particolare, con delibera del 12 giugno 2015, ha identificato l'autorità idrica della Calabria (Aic) e, contestualmente, proposto al consiglio regionale il disegno di legge regionale recante «Istituzione dell'ente di governo d'ambito per il servizio idrico integrato “Autorità idrica della Calabria”; con delibera del 27 luglio 2015 ha disciplinato il funzionamento dell'Ente d'ambito e con decreto dirigenziale del 14 ottobre 2015 sono state avviate le azioni propedeutiche all'affidamento del servizio idrico integrato.
  Per accelerare gli interventi di adeguamento degli agglomerati ai requisiti stabiliti dalla direttiva «Acque reflue urbane», il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha adottato una serie di iniziative, di carattere sia economico che legislativo, tra cui la delibera CIPE n. 60 del 30 aprile 2012 con la quale sono stati assegnati oltre un miliardo e 643 milioni di euro per finanziare 183 interventi nel settore idrico e volti a risolvere le situazioni di maggiore criticità nel Sud del Paese. Questi interventi hanno rilevanza strategica anche perché possono consentire all'Italia di uscire dalle procedure di infrazione in materia di trattamento delle acque reflue urbane.
  A tal fine, sono stati sottoscritti accordi di programma quadro rafforzati tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dello sviluppo economico e le diverse regioni interessate, tra cui quello con la regione Calabria sottoscritto in data 5 marzo 2013.
  In particolare, per la regione Calabria sono stati assegnati circa 160 milioni di euro per 16 interventi finalizzati a risolvere le criticità in 15 agglomerati – 13 dei quali interessati dalla citata procedura d'infrazione – e nei comuni della fascia costiera vibonese. Sulla base di quanto recentemente comunicato dalla regione Calabria, i 13 agglomerati oggetto della procedura d'infrazione dovrebbero raggiungere la conformità ai requisiti della direttiva 91/271/CEE entro il 2018/2019.
  È opportuno, inoltre, evidenziare che, al fine di accelerare la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione in ordine all'applicazione della direttiva 91/271/CE, la Presidenza del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dell'ambiente, ha attivato, per la Regione Calabria, la procedura di commissariamento relativamente a 5 interventi a servizio di 11 agglomerati, per un importo pari a euro 27,3 milioni.
  Si segnala, altresì, che la nuova programmazione 2014-2020 dei Fondi sviluppo e coesione (Fsc) destinati all'ambiente, nella sezione programmatica «Risorse idriche e interventi di depurazione» prevede 606 milioni di euro, 434 dei quali al Mezzogiorno, necessari a risolvere il pesante contenzioso comunitario in materia di acque reflue e a colmare i ritardi nel campo della depurazione, partendo da quelle regioni del Centro-Sud dove non vi è ancora un servizio idrico a regime.
  L'attività svolta dal Governo e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per ridurre le infrazioni europee sta ottenendo risultati importanti. Ciò è stato possibile grazie ad un continuo concerto interministeriale, attraverso intensi contatti con i Servizi della Commissione europea e le amministrazioni nazionali, nonché attraverso l'azione di stimolo nei confronti delle amministrazioni locali.
  Sotto il profilo delle attività di prevenzione, si evidenzia che la legge del 22 maggio 2015, n. 68 recante «Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente», ha introdotto nel libro II del codice penale il Titolo VI-bis dedicato interamente ai delitti contro l'ambiente.
  Si segnala, altresì, la recente approvazione della legge 28 giugno 2016 n. 132 che istituisce un sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, finalizzato ad armonizzare da un punto di vista qualitativo e quantitativo le attività delle agenzie sul territorio, nonché a realizzare un sistema integrato di controlli coordinati dall'istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.).
  Inoltre, l'ultima campagna estiva condotta dai carabinieri del comando per la tutela dell'ambiente, in coordinamento con il Ministero, ed incentrata sulla tutela delle acque, si è rivolta alla verifica del corretto funzionamento dei depuratori comunali e degli impianti di trattamento acque reflue industriali, degli stabilimenti balneari, dei villaggi turistici e dei cantieri navali. In questo caso, a fronte di 563 controlli, si sono verificati 105 casi di non conformità, con 188 persone segnalate in ambito penale con 77 sanzioni. Sono stati 26 i sequestri per oltre 26 milioni e 600 mila euro. Le 21 sanzioni amministrative elevate a 14 soggetti sono state invece di un valore complessivo di oltre 174 mila euro.
  Poiché della questione sono interessate anche altre amministrazioni, e si è in attesa di ricevere ulteriori elementi, questo Ministero continuerà a tenersi informato per quanto di competenza, anche al fine di valutare un'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.
  Da ultimo, nel ricordare l'impegno profuso dal Governo nella richiesta all'Europa di maggiore flessibilità, anche per investire nella prevenzione ambientale, si segnala che con l'articolo 1 comma 707 della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) viene stabilito che a decorrere dall'anno 2016 cessano di avere applicazione le disposizioni concernenti la disciplina del patto di stabilità interno degli enti locali, e viene imposto agli enti il pareggio di bilancio nel solo saldo finale di competenza, pertanto, dal 2016, gli enti locali devono conseguire un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali.
  Sulla base delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, a conoscenza delle criticità segnalate, monitora costantemente e con la massima attenzione la situazione ed è impegnato ad intraprendere e portare avanti tutte le azioni di competenza volte alla risoluzione delle problematiche e a sollecitare le Regioni per far sì che le stesse pongano in essere tutto quanto necessario per il superamento delle criticità e per il raggiungimento del pieno rispetto della normativa comunitaria e nazionale.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento del suolo

automobile

trattamento dell'acqua