ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12433

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 586 del 09/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: SBROLLINI DANIELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 09/03/2016
Stato iter:
22/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2016
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2016

CONCLUSO IL 22/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12433
presentato da
SBROLLINI Daniela
testo di
Mercoledì 9 marzo 2016, seduta n. 586

   SBROLLINI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   l'osservatorio dei minori denuncia un'emergenza rispetto ai casi di maltrattamento negli asili e nelle scuole materne. Quasi quotidianamente sui giornali e sui media di tutta Italia si assiste a denunce di gravi episodi che minacciano la serenità di migliaia di cittadini e delle loro famiglie affidati a realtà sociali, sanitarie ed educative;
   all'ordine del giorno sui media locali si leggono episodi di violenza con parolacce, insulti, bestemmie e umiliazioni, racconti ed immagini di bambini ed anziani strattonati e picchiati, presi per i capelli e per le orecchie;
   il presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori chiede a gran voce da molti anni che venga istituita per legge una visita periodica di «tenuta emotiva» di chi si occupa dell'educazione dei bambini;
   recentemente, l'8 febbraio 2016, i carabinieri del nas di Roma hanno arrestato 10 persone per maltrattamenti nei confronti dei pazienti disabili del centro di riabilitazione neuropsichiatrico di Grottaferrata;
   pochi giorni fa a Parma in una struttura residenziale privata per anziani altre 3 persone sono state arrestate con le accuse di furto aggravato e maltrattamenti nei confronti degli anziani che avevano in custodia e cura;
   sempre recentemente, a Cagliari, 14 operatori impiegati presso l'Aias di Decimomannu (Cagliari), sono stati sospesi per sei mesi dal pubblico servizio con l'accusa di maltrattamenti, percosse, lesioni personali e omissione di referto nei confronti di soggetti portatori di gravi disabilità psicofisiche e perciò incapaci non solo di reagire, ma anche di denunciare;
   sul sito web www.change.org diverse petizioni con migliaia di adesioni richiedono che nelle strutture pubbliche adibite alla cura, al sostegno e all'educazione di minori ed anziani vengano installate delle telecamere per monitorare la qualità dei livelli di assistenza;
   reati di percosse, omissione di referto, maltrattamenti e lesioni personali sembrano essere situazioni non rare in tutta la penisola, e si può ragionevolmente immaginare che molti altri episodi analoghi a quelli emersi non vengano individuati –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti;
   se e quali iniziative di competenza, anche normative, il Governo intenda assumere per evitare che, all'interno di strutture pubbliche o private, destinate a servizi sociali o all'educazione, abbiano luogo altri episodi di violenza;
   se si stia valutando la sussistenza dei presupposti per assumere iniziative volte all'introduzione all'interno delle strutture con finalità sociali ed educative, come per le strutture residenziali, di telecamere a circuito chiuso che riprendano gli ambienti di lavoro al fine di tutelare gli utenti, specialmente quelli più deboli.
(4-12433)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 giugno 2016
nell'allegato B della seduta n. 640
4-12433
presentata da
SBROLLINI Daniela

  Risposta. — In merito alla problematica delineata nell'interrogazione parlamentare in esame, in via preliminare, il Comando carabinieri per la tutela della salute, nel sottolineare di effettuare costantemente le attività di vigilanza nel settore delle strutture socio-assistenziali, riguardo ai casi indicati nell'atto ispettivo, ha inteso precisare quanto segue.
  Per quanto riguarda gli accadimenti occorsi presso un centro di riabilitazione neuropsichiatrica di Grottaferrata, i carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità di Roma, nel febbraio 2016, a conclusione delle attività di indagine avviate nel 2015, hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere e 9 agli arresti domiciliari, nei confronti di operatori socio-assistenziali per percosse, ingiurie e segregazione dei pazienti, mentre altri 6 operatori sono stati denunciati a piede libero.
  Poiché detta struttura risulta accreditata con il servizio sanitario regionale, in data 11 marzo 2016, il Ministero della salute ha inviato alla regione Lazio una richiesta di informazioni, per sapere se la stessa sia dotata «di uno specifico sistema di monitoraggio e verifica dell'attività che si svolge nelle molteplici strutture private accreditate che operano nel settore, al fine di scongiurare il possibile ripetersi di casi analoghi».
  In merito a quanto accaduto a Decimomannu, i carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità di Cagliari, nel febbraio 2016, hanno eseguito 14 misure cautelari di sospensione dal servizio nei confronti dei legali responsabili di un centro di riabilitazione psico-motoria, nonché di operatori socio-assistenziali, per aver assunto, quotidianamente, nei riguardi dei pazienti affetti da patologie psichiatriche, comportamenti offensivi, omissivi e lesivi, tanto da rendere necessario, in taluni casi, il loro ricovero presso strutture ospedaliere, tenendo i familiari degli ospiti all'oscuro degli eventi.
  Quanto al caso avvenuto in una casa famiglia di Parma, la locale prefettura ha precisato che il giorno 10 febbraio 2016 la polizia di Stato, in esecuzione dell'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Parma, ha sottoposto agli arresti domiciliari tre persone indagate per il reato di maltrattamenti nei confronti degli anziani degenti.
  Attualmente la casa famiglia ha cessato le proprie attività.
  Una adeguata ed efficace azione di contrasto agli accadimenti in esame richiede una forte attività di vigilanza e controllo da parte delle strutture assistenziali stesse e delle Asl, nonché da parte delle regioni che, nell'esercizio delle proprie competenze istituzionali, devono intervenire nella definitiva risoluzione delle problematiche evidenziate.
  Infatti, l'accreditamento istituzionale rappresenta il riconoscimento che l'ente regione, ossia l'organismo accreditante, concede alle aziende/strutture sanitarie, già autorizzate a svolgere attività sanitarie, quali potenziali erogatori di prestazioni nell'ambito e per conto del servizio sanitario nazionale.
  La normativa regionale, in accordo con quella nazionale, detta indicazioni precise sui requisiti che tutte le strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali devono possedere per poter operare nel territorio regionale.
  Con le verifiche, ordinariamente condotte dagli organismi regionali preposti, si assicura che l'assistenza sia di elevato livello tecnico-professionale e scientifico, nonché di equità e pari accessibilità a tutti i cittadini, e che sia appropriata rispetto ai reali bisogni di salute, psicologici e relazionali della persona.
  Le attività di programmazione nazionale richiamano, con forza, il dovere di porre particolare riguardo agli aspetti di umanizzazione e, in linea con l'intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome, nel documento recante «Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento», del 20 dicembre 2012, tra i requisiti per l'autorizzazione e l'accreditamento sono compresi quelli che riguardano l'umanizzazione e personalizzazione dell'assistenza: tali requisiti sono volti a orientare le attività assistenziali ed organizzative all'accoglienza dei pazienti, considerando le diverse esigenze relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica.
  Inoltre, nell'ambito delle attività volte alla gestione del rischio clinico e alla promozione della qualità e sicurezza delle cure, il Ministero della salute monitora un pannello di eventi sentinella, tra i quali «violenza su paziente»; ciò nell'intento di richiamare l'attenzione di regioni, aziende e singoli operatori sanitari sulla necessità di vigilare sul verificarsi di tali eventi, nonché sulle condizioni che li determinano e sulle azioni da mettere in atto per prevenire il loro accadimento.
  In relazione alla violenza di genere, le regioni sono state, inoltre, incoraggiate ad attivare percorsi di sensibilizzazione degli operatori di pronto soccorso, di medicina generale, di pediatria di libera scelta e di continuità assistenziale, e ad elaborare specifici progetti inerenti alla prevenzione della violenza secondo le buone pratiche già adottate da alcune regioni, all'individuazione di segni e sintomi ascrivibili alla violenza sessuale, fisica e psicologica, anche mediante schede di rilevazione per valutare l'entità e l'impatto della violenza subita.
  Gli altri indirizzi ai quali le regioni fanno riferimento, nell'elaborazione dei progetti, sono: l'utilizzo nella pratica clinica di protocolli condivisi ed uniformi, in particolare per la definizione di maltrattamento domestico e/o intrafamiliare, l'attivazione di percorsi per l'accoglienza e l'assistenza all'interno delle strutture sanitarie delle vittime di violenza, l'attivazione o l'implementazione di percorsi sanitari e socio sanitari per la presa in carico e la continuità assistenziale alle vittime di violenza, e l'attivazione di programmi per il trattamento degli uomini autori di violenze di genere domestiche e/o intrafamiliari.
  I progetti presentati dalle regioni nel 2012 sono stati 23, e 11 di essi promuovono azioni volte a tutelare le vittime della violenza di genere.
  Si aggiunga che il Ministero della salute per il tramite dei carabinieri dei nuclei antisofisticazioni e sanità, svolge una attività di alta vigilanza per rilevare e deferire, agli organi competenti, inadempienze, comportamenti impropri ed abusi.
  Da ultimo, ricordo che nel disegno di legge di iniziativa del Ministro della salute, AS 1324, recante disposizioni in materia sanitaria, il cui iter è in fase di conclusione in 12a Commissione Senato, all'articolo 6 è prevista una specifica disposizione, volta ad inasprire le sanzioni per i reati contro la persona, commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture socio-sanitarie residenziali o semi residenziali.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

delitto contro la persona

ambiente di lavoro

mass media locali