ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12388

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 584 del 07/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: NASTRI GAETANO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 07/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 07/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12388
presentato da
NASTRI Gaetano
testo di
Lunedì 7 marzo 2016, seduta n. 584

   NASTRI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto risulta da un articolo pubblicato il 6 marzo 2016, dal quotidiano: la Repubblica, a distanza di un anno dall'introduzione dello strumento finanziario del quantitative easing, da parte della Banca centrale europea, consistente nell'acquisto di titoli di stato e di altro tipo dalle banche per immettere nuovo denaro nell'economia europea, incentivare i prestiti bancari verso le imprese e far crescere l'inflazione al 2 per cento, i risultati in termini di liquidità finanziaria, nei riguardi delle imprese non sembrano essere soddisfacenti;
   il medesimo articolo di stampa, a tal fine, evidenzia un rapporto dell'associazione degli artigiani di Mestre, che rileva come l'inflazione sia attualmente pari allo zero per cento e i prestiti alle imprese sono diminuiti di 15 miliardi di euro, nonostante la stessa Banca centrale europea avesse acquistato 87 miliardi di euro di titoli italiani;
   le aziende maggiormente colpite, secondo l'Associazione nazionale piccole imprese, Cgia di Mestre, risultano essere quelle del Lazio e del Veneto; si rileva fra l'altro come il suesposto strumento non convenzionale di politica monetaria, avviato dalla Banca centrale europea il 9 marzo 2017, attraverso il quale una Banca centrale acquista asset sul mercato secondario (principalmente titoli di Stato, Abs e covered bond) per immettere liquidità nel sistema, (inizialmente pari a 1000 miliardi di euro), al fine di consentire la ripresa dell'economia reale, non ha determinato gli auspicati effetti favorevoli;
   l'acquisto, di titoli del debito pubblico dei Paesi dell'area euro, è evidenziato ancora dall'associazione nazionale degli artigiani veneta, ha contribuito a garantire una certa stabilità finanziaria; tuttavia, è evidente come l'imponente operazione d'iniezione di liquidità monetaria, non stia raggiungendo i risultati sperati, come conferma l'andamento dell'inflazione ancora fermo a livello zero, i prestiti alle imprese che non ripartono e la crescita economica che non trova lo slancio che servirebbe, creando preoccupazione negli operatori e riducendo la fiducia delle imprese;
   il credito alle imprese, pertanto, stenta a ripartire nonostante la domanda di finanziamenti da parte delle aziende, registrata nel 2015, risulti in aumento (+4,5 per cento rispetto al 2014); inoltre, i dati relativi agli impieghi totali alle imprese (società non finanziarie e famiglie produttrici) indicano come, dalla fine del 2014 alla fine del 2015, le consistenze siano scese ancora di quasi 15 miliardi di euro (1,6 per cento) con saggi più negativi in Lazio (-4,6 per cento), in Veneto (-3,4 per cento in Calabria (-3,3 per cento) e in Basilicata (-3,0 per cento);
   in definitiva, secondo la Cgia di Mestre, le imprese italiane sono ancora nella morsa del credit crunch, anche se cominciano ad intravedersi alcuni cambi di tendenza: in Campania (+0,2 per cento), Abruzzo (0,5 per cento), Trentino Alto Adige (+2,1 per cento), Sardegna (+2,9 per cento) e Friuli Venezia Giulia (+3,5 per cento) gli impieghi alle imprese sono cresciuti tra il 2014 e il 2015;
   l'analisi che emerge dal rapporto della Cgia di Mestre, a parere dell'interrogante, risulta condivisibile soprattutto considerando anche gli effetti tangibili legati all'economia reale i cui principali fattori, a giudizio dell'interrogante, sono le circostanze per cui: la crescita della domanda interna e l'aumento del numero di nuove imprese continuano a dimostrarsi estremamente deboli in termini di crescita;
   al riguardo, l'interrogante evidenzia, come il fenomeno legato al credit crunch nel nostro Paese, sia un problema economico e produttivo che persiste da oltre quindici anni e continua a pesare enormemente sul sistema imprenditoriale nazionale, i cui effetti negativi sul tessuto sociale, produttivo ed occupazionale, a livelli generali, contribuiscono ad aggravare l'economia, rallentando ogni timido tentativo di ripresa e fuoriuscita dal tunnel della crisi economica e finanziaria, (probabilmente la più grave del dopo guerra) tutt'altro che terminata;
   l'interrogante evidenzia altresì come sul sistema bancario italiano, vi siano palesi e gravi responsabilità in ordine all'erogazione del necessario credito alle imprese, in particolare quelle di piccola e media dimensione, i cui parametri valutativi di affidabilità previsti, nella fase istruttoria nell'erogazione del prestito, nei riguardi dei clienti, sono troppo spesso a parere dell'interrogante, opinabili, non congrui all'effettive potenzialità di crescita dell'impresa richiedente e a volte addirittura, sommari, in particolare nei confronti delle start up, che invece andrebbero sostenute;
   i sistemi di misurazione del rischio del credito per l'interrogante, necessitano di un più urgente ed indispensabile equilibrio, in favore del sistema delle imprese, soprattutto quelle di piccola, piccolissima e media dimensione, che nonostante il numero di elementi sfavorevoli presenti nell'economia italiana, (elevata pressione fiscale, difficoltà burocratiche, scarsi sistemi infrastrutturali) continua a rimanere all'interno del mercato, nonostante i rischi di espulsione siano sempre evidenti;
   in ambito generale ed europeo, a parere dell'interrogante, occorre altresì vigilare con maggiore attenzione affinché, l'enorme massa monetaria messa a disposizione dal sistema del quantitative easing, nei riguardi dell'economia reale e del sistema delle imprese, possa effettivamente essere canalizzata in favore del sistema produttivo, consentendo, pertanto, un sostegno necessario e indispensabile per la ripresi economica e produttiva delle imprese e miglioramenti diffusi in tutti i settori economici del Paese –:
   quali orientamenti intenda esprimere il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze con riferimento alle osservazioni esposte in premessa;
   se condivida l'analisi della Cgia dei Mestre, secondo la quale gli effetti del quantitative easing nei riguardi del nostro Paese ed in particolare nel sistema economico e finanziario, siano stati nel complesso insoddisfacenti;
   in caso affermativo, quali iniziative urgenti di competenza il Ministro interrogato, intenda intraprendere, al fine di garantire che gli effetti previsti dal quantitative easing possano effettivamente produrre conseguenze favorevoli in termini di crescita e sviluppo delle imprese italiane, con riferimento ai prestiti bancari nei loro confronti, che servono per sostenere la ripresa degli investimenti e, di conseguenza, dare sostegno a produzione e occupazione;
   se non ritenga urgente ed opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, innalzare i livelli di attenzione e monitoraggio, affinché l'impatto del quantitative easing sia effettivamente riscontrabile in relazione alla concessione dei prestiti da parte del sistema bancario a quello delle imprese, in quanto a giudizio della Cgia di Mestre esse risulta essere estremamente modesti. (4-12388)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

credito industriale

erogazione di prestito

zona euro