ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12377

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 583 del 04/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: MARCON GIULIO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 04/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12377
presentato da
MARCON Giulio
testo di
Venerdì 4 marzo 2016, seduta n. 583

   MARCON. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   il Forte San Felice di Chioggia (VE) è posto all'estremità nord del Lido di Sottomarina, sulla bocca di porto di Chioggia nel sito delicato d'incontro tra mare, laguna e litorale, in fronte al centro storico di Chioggia, dal quale dista poche centinaia di metri in linea d'acqua. Costituisce un'area (isola di 33.000 metri quadri) di inestimabile valore paesaggistico, ambientale, storico ed architettonico, rappresentando l'esito di un sistema di difesa della laguna e di Chioggia creato nel tempo dalla Repubblica di Venezia fin dal Medioevo. Il nucleo centrale è costituito dal Castello della Lupa (torre e mastio), costruito in pietra nel 1385, subito dopo la guerra di Chioggia (1378-1381) in sostituzione di precedente fortificazione lignea distrutta dai Genovesi. A metà del 1500 furono costruiti i bastioni dando alla fortezza la caratteristica forma a stella. La Repubblica di Venezia continuò a intervenire dentro la Fortezza (è del 1704 la costruzione del bellissimo portale monumentale che si affaccia sulla laguna in fronte alla città) e intorno ad essa per salvaguardarlo con dighe e pennelli in pietra dalle erosioni e smottamenti creati dalle correnti marine. Nel 1762 a partire dal Forte si iniziò la costruzione, del tratto più meridionale dello storico Murazzo, allora ciclopica opera a difesa della laguna dalla furia del mare. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, si susseguirono interventi di francesi, austriaci, Regno d'Italia per l'adeguamento alle nuove necessità militari e difensive (anche di controllo della città nei periodi di dominazione straniera), cosicché oggi il Forte San Felice rappresenta la testimonianza della storia secolare di Chioggia. Fino al 1979 è stato sede di numeroso distaccamento della Marina militare (circa 350 persone), ed è tuttora in uso alla Marina militare come sede della Reggenza Fari di Chioggia. Sulla storica torretta del Castello per più di 100 anni ha funzionato il faro del porto di Chioggia, spostato nel 1993 su un traliccio in vicinanza della spiaggia. Con l'abbandono del contingente militare le storiche strutture hanno subito un inevitabile progressivo degrado, cui non poteva certamente far fronte l'addetto ai Fari, se non per quanto riguarda la funzionalità del suo ufficio;
   nel 1999 si manifestò un forte interesse della comunità di Chioggia per il recupero e la valorizzazione del Forte San Felice, individuandolo come patrimonio da salvaguardare per la crescita culturale e la riqualificazione civile, oltre che come volano per lo sviluppo di un turismo legato all'ambiente e alla cultura. Si costituì un'associazione di cittadini (Comitato per il Forte San Felice) che in collaborazione col Comune di Chioggia ottenne l'autorizzazione dalla Marina a visite guidate periodiche al Forte: ben 1500 furono i visitatori nell'arco di due anni. Contemporaneamente il Comune di Chioggia chiese l'acquisizione del Forte, accantonando il relativo finanziamento nell'ambito dei fondi della legge speciale per Venezia. Mentre tale richiesta non procedeva, a causa soprattutto delle difficoltà dovute all'allora restrittiva legislazione in tema di dismissione di bei militari, il degrado degli edifici del Forte procedeva inesorabilmente, sicché la Marina per ragioni di sicurezza non autorizzò più visite. Negli anni seguenti il comune destinò ad altri interventi i fondi accantonati;
   nel 2007 la giunta regionale del Veneto approvò un progetto preliminare, curato da un qualificato gruppo di professionisti, per il recupero con finalità turistiche del sistema fortilizio della laguna veneziana riferito ai forti di Sant'Andrea a Venezia e di San Felice a Chioggia, trasmettendone la documentazione progettuale agli enti competenti e interessati (Agenzia del demanio comuni di Venezia e Chioggia) come spinta alla loro valorizzazione. Per il Forte San Felice la proposta non ebbe nessun seguito;
   nel 2013 il comune di Chioggia riprese una trattativa con la Marina per una permuta (acquisizione del Forte in cambio della sistemazione di un edificio esterno a sede della Reggenza Fari), arenatasi mora per le difficoltà finanziarie del comune e per la mancanza di prospettive di finanziamento necessario per l'ingente opera di recupero di un bene così imponente. Il grande valore storico e ambientale del Forte ha ottenuto un innegabile riconoscimento con l'inserimento, grazie all'azione del comune di Chioggia, ad inizio 2014 nella tentative list di proposta di istituzione di un sito seriale e multinazionale del patrimonio dell'Unesco sulle fortificazioni veneziane (che comprende Bergamo, Peschiera, Venezia, con l'Arsenale e il Forte S. Andrea, e Palmanova in Italia ed altri siti in Croazia e Montenegro). Ma successivamente alla fine del 2014 il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l'ha eliminato dalla lista per i problemi relativi alla proprietà (ancora militare, comportandone l'inaccessibilità) e allo stato di degrado senza certe prospettive di recupero;
   nel corso del 2014 i membri del Comitato per il Forte San Felice si sono impegnati a sostenere il Forte San Felice nel censimento che ogni due anni il FAI- Fondo ambiente italiano indice per la segnalazione dei luoghi del cuore. Pur senza appoggio di organizzazioni, in maniera spontanea sono stati raggiunti 17032 voti certificati (cui si aggiungono altre più di mille firme raccolte) raccogliendo un'unanime e pressante richiesta di intervento per la sua salvaguardia da parte dei cittadini e collocando il Forte al 15o posto a livello nazionale e al 1o posto nella regione Veneto nella classifica dei luoghi del cuore. Altre affollate manifestazioni organizzate dal Comitato nel corso del 2015 hanno confermato questa grande spinta dal basso e quanto il Forte sia caro alla comunità cittadina;
   il recupero del Forte San Felice è già compreso formalmente tra gli interventi previsti dal piano delle misure di compensazione, conservazione e riqualificazione ambientale che lo Stato italiano ha predisposto, ancora nel 2007, a seguito di procedura di infrazione comminata dalla Commissione europea per i danni in materia ambientale provocati dai lavori del. MOSE, e che si è impegnato a garantirne i finanziamenti. Nella relazione di sintesi sul piano delle misure compensative al MOSE resa pubblica nell'estate 2013 da magistrato alle acque e consorzio Venezia Nuova il recupero del Forte rientra negli interventi classificati come «categoria 2» che, pur non direttamente riconducibili alle finalità di compensazione, hanno una spiccata valenza positiva sul miglioramento del sistema lagunare di habitat e specie. Così si parla del Forte San Felice: «... costituisce un sito di inestimabile valore paesaggistico, storico, ambientale ed architettonico, nel quale sono andati stratificandosi nel tempo gli interventi difensivi e militari, e dove si conservano presenze di notevole pregio». Se la relazione si sofferma in particolare sulla vegetazione della vasta area verde (di notevole interesse naturalistico) che si è formata a ridosso del Murazzo nel corso del 1900, è innegabile che il riferimento è all'insieme del sito, nelle sue componenti ambientali e storiche. Il cronoprogramma allegato alla relazione rimanda però a tempi futuri (dopo il 2017) l'intervento previsto, con finanziamento e progettazione ancora da definire. Nella attuale difficile fase del Consorzio Venezia Nuova a seguito dello scandalo scoppiato nell'estate 2014 e al commissariamento dello stesso c’è il rischio che il recupero del Forte, insieme ad altri interventi previsti dal piano, venga escluso dai finanziamenti o fortemente ridimensionato, seppure sulla realizzazione dell'intero piano lo Stato italiano debba rendicontare all'Unione europea secondo un vero e proprio piano di monitoraggio;
   lo stato di degrado del Forte è però decisamente progressivo, a rischio di irrecuperabilità. Negli ultimi tempi si manifestano continui e sempre più frequenti danni alle strutture storiche, cui nessuno pone rimedio anche solo per garantire un minimo di sicurezza agli edifici. Nel 2013 a seguito del crollo del tetto dell'edificio del portale monumentale la Marina è dovuta intervenire, ma solo per l'asporto dei detriti e la posa di un telo impermeabilizzante per ridurre ulteriori danni immediati, che non evita però pericolose infiltrazioni alle strutture stesse del portale. Da più di un anno anche il tetto del vano scale del castello è crollato: i detriti sono ancora là e l'acqua piovana entra dappertutto. Strutture che hanno resistito per secoli rischiano il collasso improvviso;
   all'inizio del mese di novembre 2015 la Sovrintendente alle belle arti per Venezia e laguna ha effettuato su invito del sindaco di Chioggia un sopralluogo al Forte verificando di persona il grande valore storico e ambientale e la suggestione del sito, ma anche lo stato di gravissimo degrado in cui versano le strutture e l'estrema urgenza di intervenire per evitare danni irreparabili di questo patrimonio, anche con interventi parziali ma immediati. La necessità di intervento riguarda anche gli aspetti naturalistici: sui terrapieni dei bastioni est e sud-est è a rischio per l'avanzare dei rovi e di altra vegetazione infestante la preziosa presenza plurisecolare della liquirizia, forte elemento identitario dello stesso Forte;
   in tal senso vanno le richieste del sindaco di Chioggia all'ex magistrato alle acque al Consorzio Venezia Nuova per una riconferma tra le misure compensative del MOSE del recupero del Forte San Felice e dell'area verde contigua, come misura insieme ad altre tesa a limitare ed almeno attenuare i danni che l'opera del MOSE provoca all'ambiente visto come un tutto unitario: naturalistico, paesaggistico, storico, financo sociale per le attività svolte in tale ambiente, oltre che per una definizione più precisa della tempistica d'intervento –:
   quali siano le intenzioni del Governo e riguardo alla conferma dell'inserimento del recupero del Forte San Felice tra le misure compensative del MOSE, sia nei suoi aspetti naturalistici che in quelli storici ed architettonici;
   quale procedura sia stata individuata per risolvere il problema della sede della Reggenza Fari di Chioggia e della susseguente acquisizione del Forte San Felice da parte del comune di Chioggia;
   se siano previsti interventi immediati, anche parziali, per salvaguardare da danni irreparabili un bene di inestimabile valore che è proprietà dello Stato. (4-12377)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

potere di controllo

procedura CE d'infrazione

intervento militare