ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12375

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 583 del 04/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 04/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/03/2016
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 05/04/2016

SOLLECITO IL 03/08/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12375
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Venerdì 4 marzo 2016, seduta n. 583

   PRODANI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   un articolo del 1o marzo 2016 de Il Piccolo riporta che il tribunale di Gorizia, già da tempo al centro di polemiche circa la dotazione dell'organico giudicante, si trova in una situazione molto critica che potrebbe portare alla paralisi delle attività: dopo la comunicazione resa il 29 febbraio durante l'assemblea dell'ordine degli avvocati della provincia di Gorizia dal presidente Gaggioli, secondo cui il giudice Ferretti avrebbe ottenuto il trasferimento ad altra sede, l'organico dei giudici, tra civile e penale si ridurrebbe a cinque unità, compreso il presidente Sansone;
   tra incompatibilità e questioni procedurali, secondo quanto riportato dal quotidiano, già oggi sarebbe molto complicato predisporre un collegio giudicante; la situazione potrebbe diventare ancora più complessa in primavera, quando dovrebbe assentarsi per maternità un'altra giudice. Nell'articolo vengono riportate le parole del presidente Gaggioli che, nel tentativo di individuare una soluzione pratica, avrebbe proposto una redistribuzione dei magistrati che coinvolgerebbe i tribunali di Udine e Trieste;
   il 28 febbraio 2016, in un'intervista pubblicata su Il Piccolo, il presidente Giovanni Sansone ha manifestato la preoccupazione per la sopravvivenza, in un'ottica di riorganizzazione del sistema giudiziario, del tribunale di Gorizia. Il foro isontino, che dovrebbe avere in organico 10 giudici, negli ultimi anni è stato interessato da un tasso altissimo di avvicendamenti, oltre che dalla riduzione preventivata. E, nonostante la situazione citata, nel 2015, grazie all'impegno dei giudici e del personale amministrativo ed a scelte organizzative appropriate, si sono ottenuti dei buoni risultati, quali una riduzione del 25 per cento dei pendenti nel penale, realizzate vendite giudiziarie e distribuiti ai creditori quasi 18 milioni di euro, celebrati processi complessi e rilevanti sotto il profilo economico e sociale;
   il 30 gennaio 2016, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario presso la corte d'appello di Trieste, il presidente vicario della corte Alberto Da Rin, nella sua relazione ha evidenziato la situazione del tribunale di Gorizia, sottolineando come la pianta organica del tribunale risulti sottodimensionata rispetto al carico di lavoro complessivo dell'ufficio. La situazione, come riportato, sarebbe ampiamente riconosciuta dal Consiglio superiore della magistratura. Già dal 2009, dall'esito di una cognizione complessiva degli uffici giudiziari di Gorizia nella quale è stato sottolineato «il permanere, nonostante l'elevata produttività dei Giudici, della situazione di sofferenza del tribunale, destinata ad aggravarsi con le nuove delicate sopravvenienze», il Consiglio superiore della magistratura ha ribadito il proprio giudizio sulla gravità del problema delle carenze organiche del tribunale di Gorizia ed ha disposto la trasmissione della deliberazione stessa al Ministro della giustizia, nuovamente «segnalando la necessità di una modifica delle piante organiche del Tribunale di Gorizia». Poi, nel 2010, «il CSM ha ancora una volta rappresentato la grave situazione del Tribunale di Gorizia e nuovamente disposto la trasmissione di copia della delibera al Ministro della Giustizia per quanto di competenza in tema di piante organiche. Le plurime, motivate e giustificate richieste di ampliamento di organico non hanno determinato alcuna utile modifica migliorativa;
   il presidente vicario Da Rin aggiunge che «all'insufficienza della pianta organica si aggiunge l'ulteriore elemento negativo rappresentato dall'ampio e continuo avvicendamento dei giudici: negli ultimi otto anni si è registrato un avvicendamento di 20 giudici su di un organico di 10. Attesi gli scostamenti temporali tra le date di scopertura dei posti e quelle in cui questi vengono effettivamente coperti (Gorizia risulta essere poco attrattiva, sicché i posti di giudice vengono coperti quasi esclusivamente dai MOT che, dovendo completare il periodo di tirocinio, si insediano dopo lungo tempo dall'assegnazione), avviene che annualmente l'Ufficio non può disporre di più giudici per lunghi periodi, il che rende difficile non solo la programmazione del lavoro, ma anche l'attuazione dell'attività programmata»;
   dopo una dettagliata panoramica dei periodi in cui diversi posti di giudici sono risultati scoperti, la relazione segnala che «ampie risultano anche le scoperture di organico del personale amministrativo: a fronte di 36 unità risultano, infatti, scoperti 5 posti di funzionario, 3 di cancelliere, 2 di assistente, 1 ausiliario –:
   se il Ministro interrogato sia al corrente della situazione citata in premessa;
   se il Ministro interrogato sia intenzionato ad assumere iniziative, per quanto di competenza per integrare l'organico dei giudici e dei posti scoperti del personale amministrativo in modo da permettere lo svolgimento delle attività ed evitare il prospettato collasso del tribunale goriziano;
   se il Ministro interrogato per quanto di competenza, intenda chiarire le intenzioni, nell'ottica di un efficientamento del sistema giudiziario, anche in ambito regionale, sul futuro ruolo del tribunale di Gorizia. (4-12375)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-12375
presentata da
PRODANI Aris

  Risposta. — Mediante l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante prospetta criticità del Tribunale di Gorizia, derivanti dall'inadeguata dotazione di personale, di magistratura ed amministrativo.
  Chiede, pertanto, quali iniziative il Ministero intenda assumere per superare le evidenziate carenze.
  Il profondo rinnovamento delle politiche del personale dell'amministrazione della giustizia ha costituito fondamentale obiettivo dell'azione di governo, sin dal mio insediamento, nella consapevolezza dell'importanza che assume l'apporto di adeguate risorse umane per il funzionamento degli uffici giudiziari e per il supporto alle innovazioni organizzative e tecnologiche necessarie alla modernizzazione dei servizi della giustizia.
  Nella prospettiva di ottimizzare le potenzialità offerte dalla riforma della giustizia, ormai avviata, si è perseguita un'azione di continua attenzione al personale amministrativo, muovendo innanzitutto dalla ricerca di strumenti di reclutamento di nuove risorse, senza trascurare il riconoscimento delle competenze maturate e la valorizzazione delle professionalità già presenti nell'amministrazione.
  Il lavoro di questi anni, ispirato a tali finalità, ha consentito di raggiungere importanti risultati e di tracciare nuovi percorsi.
  Gli interventi adottati si sono articolati attraverso:
   a) misure straordinarie per il reclutamento di nuove risorse, avviate con il bando per mobilità volontaria per 1031 posti, pubblicato il 18 febbraio 2015, e procedure di mobilità obbligatoria, promosse in attuazione dell'articolo 1, comma 771, della legge di stabilità 2016;
   b) l'avvio delle procedure di riqualificazione autorizzate dall'articolo 21-quater del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, che consente il passaggio di area, con conseguente progressione professionale, a due fondamentali qualifiche dell'ordinamento professionale dell'amministrazione giudiziaria: cancellieri e ufficiali N.E.P.;
   c) la sottoscrizione, nel novembre 2015, dell'accordo sul fondo unico di amministrazione, con il quale sono state finalmente redistribuite risorse pari a 90.496.445 milioni di euro relative agli anni 2013, 2014 e 2015, destinate a tutto il personale del Ministero e nel cui ambito è stato delineato, per la prima volta, per il personale dell'amministrazione giudiziaria un sistema graduale di introduzione di meccanismi premiali.

  Relativamente all'incentivazione e alla valorizzazione del personale presente, i tempi sono finalmente maturi per avviare una nuova stagione di reclutamento e razionalizzazione delle risorse, combinando le azioni verso obiettivi di riqualificazione ed ottimizzazione dell'apporto professionale.
  Con le fondamentali misure introdotte dal decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, convertito con modificazioni dalla legge 12 agosto 2016, n. 161, si è, infatti, conseguito il mediante procedure di assunzione, che apriranno al processo di ringiovanimento e al passaggio di competenze professionali nell'amministrazione giudiziaria, da molti anni atteso.
  Il decreto-legge citato autorizza il Ministero ad un vero e proprio programma di nuove assunzioni, articolato in più fasi: nell'immediato – il bando per il concorso è stato pubblicato lo scorso 22 novembre – il reclutamento a tempo indeterminato di 1000 nuove unità di personale amministrativo non dirigenziale, cui potranno aggiungersi ulteriori, ancor più significative, risorse una volta completate le procedure di mobilità obbligatoria, impiegando le residue unità destinate a quest'ultime.
  In tal modo, si raggiunge non soltanto il fondamentale obiettivo dell'avvio di nuove assunzioni, dopo anni di sostanziale stagnazione delle fonti di reclutamento concorsuale, ma si delinea un complessivo quadro di disposizioni legislative che consentirà all'amministrazione di avviare in modo maggiormente efficace alcuni degli interventi assolutamente fondamentali per migliorare la qualità dei servizi di giustizia cui i cittadini hanno diritto.
  La legge prevede, infatti, la possibilità di introdurre nuovi profili, anche tecnici, e di rimodulare e rivedere i profili professionali e i relativi contingenti esistenti.
  Lo sviluppo delle tecnologie e la diffusione dell'informatizzazione nelle dinamiche processuali, accompagnato dalla crescente necessità di revisione dei moduli organizzativi e dei processi di lavoro, conduce necessariamente all'apertura di un percorso di riconsiderazione dei profili professionali esistenti, oltre che all'inserimento di nuove figure professionali attualmente non presenti nell'amministrazione della giustizia.
  Tale modifica apre anche la strada a percorsi di maggiore flessibilità nella mobilità interna di tutto il personale del Ministero, attuando in tal modo anche la ratio del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 giugno 2015, n. 84, complessivamente orientata dalla ricerca di fondamentali obiettivi di semplificazione strutturale, integrazione funzionale e massima efficienza operativa dell'amministrazione.
  La revisione dei profili professionali potrà, altresì, consentire, in una seconda fase, di aprire a nuovi percorsi e modalità di valutazione delle professionalità, assicurando una prospettiva di avanzamento professionale ad una platea più ampia rispetto a quella oggi coinvolta nelle procedure selettive di cui all'articolo 21-quater del già richiamato, decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, avviando un ripensamento del sistema di valutazione e dei meccanismi di premialità.
  In considerazione della necessità di dare compiuta attuazione al regolamento di riorganizzazione del Ministero, si dovrà poi procedere ad una revisione complessiva della pianta organica del personale amministrativo, anche in linea con la revisione dei profili professionali, che potrà consentire una distribuzione tra le varie figure professionali sia in sede centrale che sul territorio coerente e adeguata.
  Infine, tale complessivo ripensamento delle politiche di gestione non potrà essere disgiunto dalla prosecuzione delle procedure di contrattazione collettiva in materia di fondo unico di amministrazione, dando continuità al ciclo virtuoso che con la stipula dell'accordo del novembre 2015 si è avviato.
  Unitamente a ciò, nelle politiche del personale andranno introdotti criteri di razionalizzazione delle risorse al fine del recupero di quanto necessario per assicurare i nuovi modelli di formazione e i percorsi di riqualificazione del personale dell'amministrazione giudiziaria, anche per il tramite di interlocuzioni con le organizzazioni sindacali.
  La prospettiva che le misure indicate concorrono a delineare consentirà senz'altro di destinare ulteriori risorse anche agli uffici giudiziari friulani.
  Allo stato, risulta che presso il Tribunale di Gorizia prestano servizio 29 unità di personale amministrativo, a fronte di una pianta organica costituita – secondo il decreto ministeriale 25 aprile 2013 – da 37 risorse umane.
  L'indice di scopertura risulta, pertanto, pari al 21,62 per cento, tendenzialmente in linea con la media nazionale del 21,26 per cento.
  Il computo dei presenti registra l'assetto conseguente alla prima fase di mobilità avviata, ed è destinato a giovarsi delle misure in atto.
  Per fare fronte alle attuali criticità, peraltro, è possibile ricorrere all'applicazione distrettuale di personale da altri uffici del distretto, ai sensi dell'articolo 4 del CCNL del 16 maggio 2001.
  L'istituto, regolato dall'articolo 14 dell'accordo sulla mobilità interna del personale del 27 marzo 2007, resta tuttora il più efficace e rapido strumento di ridistribuzione delle unità lavorative esistenti nell'ambito del territorio ed è rimesso all'attribuzione degli organi di vertice distrettuale, presidente della corte d'appello e procuratore generale, ciascuno per gli ambiti di rispettiva competenza.
  Le iniziative sulla mobilità sono accompagnate da convergenti misure finalizzate anche all'adeguamento delle dotazioni organiche degli uffici.
  Per quanto riguarda il personale di magistratura, è stato recentemente elaborato lo schema di decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici, giudicanti e requirenti, di primo grado, conseguente alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e che recepisce le esigenze degli uffici secondo la loro dislocazione, territoriale.
  La determinazione delle unità aggiuntive è stata effettuata sulla base di specifici parametri statistici – popolazione, flussi, cluster dimensionali – integrati da indicatori qualificativi della domanda di giustizia, quali il numero di imprese presenti sul territorio e la loro concentrazione per circondario, l'incidenza della criminalità organizzata, l'accessibilità del servizio per i cittadini.
  Alla stregua dei predetti criteri, al distretto di Trieste sono stati assegnati quattro posti di giudice, di cui uno al tribunale di Gorizia, in aumento della dotazione prevista.
  Lo schema di decreto è stato sottoposto all'esame del Consiglio superiore della Magistratura per il prescritto parere, reso nella seduta di plenum del 23 novembre 2016.
  All'esito delle conseguenti valutazioni, il Ministero curerà con la necessaria tempestività gli ulteriori adempimenti, a cui seguiranno conformi iniziative anche con riferimento al personale amministrativo, che consentano alla riforma della geografia giudiziaria di dispiegare appieno i suoi effetti, raggiungendo il preordinato obiettivo del miglioramento del servizio giustizia.
  Analogo impegno è riservato ad assicurare il numero delle unità di magistrati in servizio, agevolando anche il processo di ricambio generazionale.
  Sono, difatti, attualmente in corso due procedure di selezione e reclutamento, rispettivamente, di 340 e 350 magistrati ordinari, che consentiranno, tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018, l'entrata in servizio di 690 nuovi magistrati, anche grazie alla riduzione, operata con il decreto-legge n. 168 del 2016, convertito con legge 25 ottobre 2016, n. 197, del tirocinio formativo per i vincitori dei concorsi banditi negli anni 2014 e 2015.
  Lo scorso 20 ottobre è stato, inoltre, bandito un nuovo concorso per la copertura di ulteriori 360 posti e mi preme sottolineare che si procederà, con cadenza annuale, all'espletamento di procedure concorsuali per la selezione di 350 magistrati ordinari, come già avvenuto nell'ultimo triennio.
  Proprio al fine di stabilizzare la permanenza nelle sedi di assegnazione è stato, infine, previsto nel decreto-legge citato – e confermato nella legge di conversione – anche l'innalzamento da tre a quattro anni del termine di legittimazione perché i magistrati possano partecipare alle procedure di trasferimento a domanda, bandite dal Consiglio-Superiore della Magistratura.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

ordine professionale

organizzazione della professione