ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12257

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 577 del 25/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: MANNINO CLAUDIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/02/2016
Stato iter:
23/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/11/2016

CONCLUSO IL 23/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12257
presentato da
MANNINO Claudia
testo di
Giovedì 25 febbraio 2016, seduta n. 577

   MANNINO, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   il personale dipendente dell'assessorato regionale territorio e ambiente (ARTA) della regione siciliana – oggi servizio 3 «Assetto del territorio e difesa del suolo» – dall'inizio dell'attività ha subito una drastica riduzione del personale causata sia dalle difficoltà lavorative dei precari, sia dai numerosi trasferimenti del personale;
   nello specifico, la dotazione organica dell'assessorato regionale territorio e ambiente, da un numero di 70 unità selezionate con bando pubblicato sulla G.U.R.S. n. 4/2001 – alle quali si aggiungono 7 unità della Task Force del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per complessive 77 unità – è stata oggetto, nel tempo, di una progressiva e drammatica riduzione, come rilevabile dall'esame dell'organigramma del 30 aprile 2012, dal quale risultano n. 42 unità PAI (piano per l'assetto idrogeologico) più n. 7 unità task force del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per un totale di 49 unità, fino all'ultimo organigramma del 4 settembre 2015, da cui si rileva un'ulteriore perdita di 28 unità – tenuto conto, inoltre, di alcune unita di personale, indicate in organigramma con il codice PAI (perché con contratto finalizzato al PAI) che risultano dislocate ad altri servizi o unità operative deputate a funzioni che esulano dal PAI;
   ad oggi, la configurazione dell'organico di personale presso il servizio 3 assetto del territorio e difesa del suolo, finalizzato alle fondamentali mansioni di pianificazione e programmazione PAI e agli adempimenti derivanti dall'applicazione dell'articolo 63 del decreto legislativo n. 152 del 2006, si presenta come di seguito sintetizzata: servizio 3 «Assetto del territorio e difesa del Suolo», n. 7 unità, U.O. S3.1 «Pianificazione e programmazione PAI», n. 8 unità, U.O. S3.2 «Attuazione del PAI – Interventi infrastrutturali per la difesa del suolo», n. 6 unità, U.O. S3.4 adempimenti di competenza delle autorità di bacino ex articolo 63 del decreto legislativo n. 152 del 2006», n. 8 unità, per complessive 29 unità;
   la riduzione del personale in forza all'assessorato in parola e preposto a tali funzioni, contribuisce ad acuire i problemi inerenti alla carenza di mezzi e strumenti per procedere agli aggiornamenti del PAI per evitare che nuovamente possano profilarsi condizioni che hanno portato alle drammatiche vicende della alluvione che nel 2009 ha scosso la località di Giampilieri e la società civile tutta;
   a testimonianza di questo disastroso quadro, ai dirigenti responsabili del servizio e delle unità operative non è rimasto che scrivere lettere d'appello ai superiori, per evidenziare il peso della responsabilità conseguente allo svolgimento di tali mansioni con uffici sottodimensionati e non dotati delle competenze e delle risorse umane necessarie;
   nel marzo 2014 trentacinque lavoratori dell'assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, sono stati sospesi dopo essere stati assunti con bando pubblico che prevedeva la stipula di contratti di collaborazione coordinata e continuativa che, nella fattispecie, sono stati prorogati di anno in anno fino alla sospensione definitiva;
   secondo quanto riportato dalla testata Meridionews, la sospensione sarebbe avvenuta «con decreto del Dirigente del dipartimento, Dott. Pirillo, che aveva riscontrato una serie di circostanze poco chiare: oltre a non percepire lo stipendio per oltre un anno, i lavoratori hanno ricevuto la busta paga, restando scoperti persino sul fronte dei versamenti previdenziali, assicurativi e contributivi a INAIL ed INPS»;
   per i co.co.co. sopra richiamati, l'articolo 12 della legge regionale 9 del 2015 pubblicato nella Gazzetta ufficiale della regione siciliana n. 20 del 15 maggio 2015 sotto il titolo «Procedure di conciliazione» ha previsto che l'assessorato regionale della autonomie locali e della funzione pubblica procedesse alla conciliazione ai sensi dell'articolo 410 del codice di procedura civile;
   sempre secondo Meridionews «nonostante i solleciti, le mail inviate all'assessorato al Territorio con gli elenchi dei lavoratori per cui far partire la conciliazione oltre ad alcune lettere di diffida e messa in mora inviate dai lavoratori alla Funzione Pubblica», si è assistito ad un «rimpallo» di competenze tra il dottor Pirillo, dirigente generale del dipartimento ambiente, e la dottoressa Giammanco, dirigente generale del dipartimento della funzione pubblica e del personale;
   il progetto Spin4Life, a causa dei lavoratori Aria sospesi – di cui dodici facevano parte dell'area di lavoro riconducibile al progetto – non potrà rispettare il cronoprogramma descritto e, conseguentemente, raggiungere gli obiettivi previsti; tale situazione ha determinato il rigetto della commissione di valutazione europea e, secondo quanto dichiarato alla testata Meridionews in data 17 novembre dal dirigente generale dottor Pirillo, la perdita delle risorse allocate, per un ammontare complessivo di 150 mila euro;
   il progressivo ridimensionamento del personale non consente di assolvere alle normali funzioni che il Servizio 3 dovrebbe garantire, considerata sia la imminente scadenza del piano di gestione del rischio di alluvioni, sia le difficoltà causate dagli ultimi accadimenti legati al dissesto idrogeologico che hanno, altresì, evidenziato problemi connessi ai mezzi e agli strumenti per procedere agli aggiornamenti del PAI –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza intenda promuovere per garantire l'attuazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico nella Regione Sicilia, in una situazione caratterizzata da una forte carenza di risorse dell'amministrazione regionale. (4-12257)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 708
4-12257
presentata da
MANNINO Claudia

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare è opportuno ricordare che il legislatore è più volte intervenuto in materia prevedendo misure di contenimento della spesa di personale e una disciplina limitativa delle assunzioni anche presso gli enti territoriali. Inoltre, a seguito della legge n. 56 del 7 aprile 2014 recante «disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni» (cosiddetta «riforma Delrio») che ridisegna confini e competenze dell'amministrazione locale, la capacità assunzionale degli enti locali risulta altresì assoggettata ai vincoli finalizzati a garantire il riassorbimento del personale delle province, impattando, la stessa anche sulle amministrazioni centrali dello Stato.
  Ad ogni modo, nel caso di specie, le azioni volte a garantire il contenimento della spesa del personale rientrano nell'ambito dell'attività di programmazione degli stessi enti territoriali che dovranno esercitarla, fermo restando la loro autonomia ordinamentale, nel pieno rispetto dei vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia.
  Su tale tema, occorre innanzitutto evidenziare come la messa in sicurezza del territorio e il superamento delle varie criticità ambientali sia sempre stato un obiettivo prioritario del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In questi ultimi anni, ed in particolare a partire dal 2014, l'azione del Governo è stata tuttavia finalizzata ad affrontare in modo ancor più incisivo il problema della gestione e del superamento delle emergenze in campo ambientale. Ciò ha portato, sul piano legislativo, ad una serie di interventi normativi che hanno fortemente inciso sia sugli aspetti della programmazione degli interventi in materia di rischio idrogeologico che sulle fasi di progettazione ed esecutive degli stessi e di quelli necessari all'adeguamento del servizio idrico integrato.
  Ciò premesso, e per quanto di competenza, si evidenziano le misure, ivi inclusi, le risorse anche strumentali rese disponibili dal legislatore per garantire in ambito regionale l'attuazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.
  Al riguardo, si fa presente che, a decorrere dall'entrata in vigore del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, i Presidenti delle regioni sono subentrati, relativamente al territorio di competenza, nelle funzioni dei commissari straordinari delegati per il sollecito espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico individuati negli accordi di programma sottoscritti tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le regioni ai sensi dell'articolo 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), e nella titolarità delle relative contabilità speciali (articolo 10, comma 1, del citato decreto-legge 91 del 2014).
  In particolare, per le attività di progettazione degli interventi, per le procedure di affidamento dei lavori, per le attività di direzione dei lavori e di collaudo, nonché per ogni altra attività di carattere tecnico-amministrativo connessa alla progettazione, all'affidamento e all'esecuzione dei lavori, ivi inclusi i servizi e le forniture, il presidente della regione può avvalersi, oltre che delle strutture e degli uffici regionali, degli uffici tecnici e amministrativi dei comuni, dei provveditorati interregionali alle opere pubbliche, nonché della società Anas s.p.a., dei consorzi di bonifica e delle autorità di distretto, nonché delle strutture commissariali già esistenti, non oltre il 30 giugno 2015, e delle società a totale capitale pubblico o delle società dalle stesse controllate.
  Tale concetto viene ripreso dal decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, il quale stabilisce che per le attività di progettazione ed esecuzione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico di cui agli accordi di programma stipulati con le regioni ai sensi dell'articolo 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, i presidenti delle regioni, nell'esercizio dei poteri di cui all'articolo 10 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, possono richiedere di avvalersi, sulla base di apposite convenzioni per la disciplina dei relativi rapporti, di tutti i soggetti pubblici e privati, nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica prescritte dal codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, ivi comprese società in house delle amministrazioni centrali dello Stato dotate di specifica competenza tecnica, attraverso i Ministeri competenti che esercitano il controllo analogo sulle rispettive società, ai sensi della disciplina nazionale ed europea (articolo 7, comma 4).
  Con riferimento alle risorse economiche rese disponibili e alle iniziative promosse per garantire l'attuazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico nella regione Sicilia, si evidenzia quanto segue.
  In attuazione a quanto disposto dal Governo con l'articolo 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, inerente la realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Sicilia hanno sottoscritto in data 30 marzo 2010 uno specifico accordo di programma che prevede il finanziamento di n. 173 interventi per un importo complessivo pari ad euro 304.337.176,92.
  A tale accordo di programma hanno fatto seguito tre successivi Atti Integrativi; nell'ambito di tali provvedimenti, l'importo complessivo posto a finanziamento è stato ulteriormente incrementato, come di seguito indicato:
   1o atto integrativo in data 3 maggio 2011:
    euro 21.251.185,84 a favore di ulteriori interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico da realizzare nel territorio della regione Sicilia;
  2o atto integrativo, in data 28 ottobre 2014:
    euro 10.000.000,00, ai sensi dell'articolo 1 lettera b) dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3980 dell'11 novembre 2011, per il superamento dei contesti emergenziali determinatisi a seguito di eccezionali avversità atmosferiche;
   3o Atto Integrativo in data 20 gennaio 2015:
    euro 15.000.000,00 a favore di interventi per contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico nei comuni della provincia di Messina.

  Attualmente, quindi, l'accordo di programma prevede l'attuazione di n. 220 interventi, per un importo complessivo di Euro 350.588.362,76 di cui:
   euro 162.692.572,11 da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la realizzazione di n. 91 interventi;
   euro 12.756.002,61 con delibera Cipe n. 8 del 20 gennaio 2012 per la realizzazione di n. 11 interventi;
   euro 175.139.788,04 da parte della regione Sicilia per la realizzazione di n. 118 interventi.

  Nel corso del 2015, al fine di assicurare l'avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, è stato individuato, nell'ambito del piano operativo nazionale per il dissesto idrogeologico, un Piano Stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione, i cui dati sono stati definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2015.
  Tale Piano, che prevede un investimento complessivo sul territorio nazionale pari ad 1,3 miliardi di euro, attualmente prevede per la regione siciliana la realizzazione di n. 8 interventi di contrasto al rischio alluvione (tabelle C e D), localizzati nelle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, per un importo complessivo pari a euro 95.286.165,19.
  In ultimo, va ricordato che il Governo si è di recente attivato per sottoscrivere i «patti per il sud», tra cui figurano quello con la Regione Siciliana nonché quelli con ognuna delle 3 città metropolitane siciliane (Palermo, Catania e Messina).
  Con essi la Presidenza del Consiglio dei ministri ed i rispettivi enti coinvolti condividono la volontà di attuare una strategia di azioni sinergiche e integrate, volti alla realizzazione degli interventi necessari per la infrastrutturazione del territorio, la realizzazione di nuovi investimenti industriali, la riqualificazione e la reindustrializzazione delle aree industriali, e ogni azione funzionale allo sviluppo economico, produttivo e occupazionale del territorio metropolitano. In questo ambito, tra le linee di sviluppo e le relative aree di intervento previste, figurano anche azioni nel campo delle infrastrutture e dell'ambiente.
  Al momento risultano già firmati, i rispettivi patti per le città metropolitane di Palermo e Catania, in cui si identificano gli interventi prioritari e gli obiettivi da conseguire entro il 2017. Sono invece in avanzata fase di definizione i relativi patti con la regione siciliana e con la città metropolitana di Messina.
  In particolare, il patto con la città metropolitana di Palermo identifica interventi prioritari per un importo complessivo pari ad euro 770.890.807,57. In tale ambito risultano ricompresi anche i seguenti interventi contro il rischio di dissesto idrogeologico:
   interventi volti alla mitigazione del rischio di frana, crollo e smottamento dei rilievi montuosi che circondano la città. Importo complessivo euro 57.502.245,48.

  Analogamente, il patto con la città metropolitana di Catania identifica interventi prioritari per un importo complessivo pari ad euro 739.108.116,20. In tale ambito risultano ricompresi anche i seguenti interventi contro il rischio di dissesto idrogeologico:
   riqualificazione e sistemazione idraulica torrenti Forcile, Nitta, Bummacaro;
   sistemazione idraulica del torrente Carcaci e completamento delle fognature pluviali San Giorgio Basso 1o e 2o lotto. Importo complessivo euro 38.100.000,00.

  Tali interventi, attualmente espressi quale macrovoce, andranno successivamente individuati nello specifico.
  Per quanto concerne gli interventi relativi al settore strategico «ambiente», ed in particolare i progetti per gli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico, le parti si sono impegnate affinché, conformemente a quanto previsto dalla legislazione vigente, questi siano ammessi a finanziamento utilizzando i criteri di scelta e di attribuzione delle risorse che, ai sensi dell'articolo 10, comma 11, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, sono stati approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 recante «individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico».
  Inoltre, ulteriori interventi di contrasto al dissesto idrogeologico si prevede risultino ricompresi all'interno dei patti con la regione Sicilia e con la città metropolitana di Messina, di prossima sottoscrizione.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio, nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri enti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

assetto territoriale

partito politico