ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12139

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 571 del 17/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALATI GIUSEPPE
Gruppo: MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Data firma: 17/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PARISI MASSIMO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO 17/02/2016
ABRIGNANI IGNAZIO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO 17/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 17/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12139
presentato da
GALATI Giuseppe
testo di
Mercoledì 17 febbraio 2016, seduta n. 571

   GALATI, PARISI e ABRIGNANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   è del dicembre 2015, la tragica notizia del decesso, all'età di 43 anni ed a seguito di grave patologia tumorale, del primo maresciallo incursore dell'Aeronautica militare, Gianluca Danise, veterano di numerose missioni all'estero, tra le quali Kosovo, Albania, Eritrea, Afghanistan, Iraq e Gibuti. Secondo quanto riportato dalla stampa, a seguito dell'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003 e con l'intento di restituire i resti alle famiglie, il giovane militare Gianluca Danise, si impegnò direttamente e senza indugio, nel tragico compito della ricomposizione dei resti dei corpi dilaniati dei colleghi, che perirono in quel tragico attacco;
   secondo l'osservatorio permanente e centro studi per il personale delle forze armate, forze di polizia e società civile (denominato brevemente «Osservatorio Militare»), Gianluca Danise sarebbe la 321a vittima dell'esposizione ad uranio impoverito. Il 4 gennaio 2016, si registra un nuovo decesso per cause analoghe. La 322a vittima, tra militari, per malattie da uranio impoverito, è un quarantunenne di Salerno, rientrato 4 anni fa da una missione militare all'estero;
   nel maggio del 2015, la corte d'appello di Roma ha decretato la «inequivocabile certezza» del nesso causale tra esposizione ad uranio impoverito e insorgenza di malattie tumorali, riconoscendo il diritto al risarcimento del danno in favore dei familiari di un militare deceduto per cancro, in seguito al servizio ricoperto nella missione internazionale in Kosovo tra il 2002 ed il 2003;
   ad oggi, secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbero 30 le sentenze a carico del Ministero della difesa, di cui la maggior parte definitive, che danno ragione ai militari ammalatisi o a familiari di militari deceduti;
   i profili di responsabilità accertati sarebbero connessi, secondo quanto emerge dalle indagini e dalle inchieste giudiziarie, oltre che dalla documentazione raccolta anche nell'ambito delle inchieste parlamentari, alla mancata adozione, da parte degli organi dell'amministrazione militare e della difesa, delle necessarie misure precauzionali che avrebbero dovuto far seguito alla emanazione di una informativa, divulgata nel 1999 dall'US Army, rivolta ai vertici militari di tutti i Paesi presenti in missioni nella ex Jugoslavia, recante informazioni chiare e dettagliate sulla pericolosità delle cosiddetto «neoparticelle» di uranio impoverito, con illustrazione delle modalità di prevenzione dei rischi per i militari coinvolti in operazioni su territori soggetti a bombardamento da armi di uranio impoverito;
   provvedimenti mai adottati dall'amministrazione militare italiana; una circostanza che determinò l'esposizione dei connazionali militari impegnati all'estero agli effetti deleterei derivanti dalla contaminazione da questo pericoloso materiale, altamente dannoso per la salute in specie se inalato, ingerito o posto a contatto di ferite;
   nel caso specifico di Gianluca Danise, secondo quanto riportato dai giornali, la situazione della famiglia risulta ancora più aggravata per la sopravvenienza di una serie di ritardi ed imprecisioni nel calcolo nell'assegno pensionistico da parte dell'Inps. Una situazione ingiusta e assolutamente non conforme a quello spirito democratico della Repubblica, al quale dovrebbe informarsi l'ordinamento delle Forze armate, secondo l'articolo 52 della Costituzione e che, al contempo, impone l'assunzione di specifiche responsabilità in capo alla pubblica amministrazione e delle istituzioni dello Stato per la tutela dei diritti primari dei cittadini ed in particolar modo, per quei cittadini che hanno concorso e contribuito personalmente all'espletamento delle missioni militari italiane all'estero, pagandone il prezzo con la loro vita;
   l'interrogante evidenza la necessità di avviare una riflessione effettiva, concreta e coerente, sull'opportunità, al fine di favorire la ricomposizione di una frattura tra cittadini e istituzioni statali che rischia di divenire insanabile, di istituzionalizzare i procedimenti risarcitori in favore dei militari italiani (e delle loro famiglie), vittime di malattie connesse all'esposizione ad uranio impoverito durante le missioni militari all'estero, di introdurre forme e procedimenti legali per il risarcimento in sede amministrativa degli stessi attraverso adeguate forme di indennizzo, spostando dunque il momento del risarcimento, dalla sede giudiziaria (spesso tortuosa e non sempre praticabile dai familiari delle vittime) a quelle extragiudiziaria e a quelle amministrativa;
   un provvedimento di questo tipo, anche attraverso l'istituzione di una apposita commissione ministeriale per la valutazione dei singoli casi e per l'accertamento dei presupposti che darebbero diritto all'indennizzo, a parere dell'interrogante, consentirebbe, in primo luogo, di impedire un ulteriore deterioramento delle condizioni personali e materiali delle persone e delle famiglie coinvolte in queste tragiche e drammatiche vicende, e in secondo luogo, di eliminare una contrapposizione drastica ed insensata, nelle sedi giudiziali, tra cittadini ed istituzioni democratiche dello Stato –:
   se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ritenga, conformemente ai propri poteri di verifica e controllo, di poter assumere iniziative volte a promuovere la giusta determinazione della misura della prestazione previdenziale di reversibilità dovuta alla famiglia del primo maresciallo incursore dell'Aeronautica militare, Gianluca Danise, da poco deceduto per effetto di patologia legata all'esposizione ad uranio impoverito;
   se ed in quali termini, il Ministro della difesa ritenga di poter adottare iniziative idonee ad assicurare il riconoscimento di indennizzi in favore dei militari italiani, vittime di patologie connesse all'esposizione ad uranio impoverito in zone di guerra. (4-12139)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

uranio

personale militare

vittima