ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12100

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 569 del 15/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12100
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Lunedì 15 febbraio 2016, seduta n. 569

   SCOTTO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Frattamaggiore è chiuso dal mese di ottobre 2015 in seguito a un violento acquazzone che ne allagò il piano terra. Per circa venti giorni successivi nessuno si preoccupò di dare comunicazione della chiusura, nemmeno un manifesto o un avviso e i pazienti sono costretti a fare marcia indietro e allungare la corsa verso gli ospedali più vicini a circa dieci chilometri;
   il reparto non ha subito ingenti danni, i macchinari sono quasi tutti funzionanti. Il personale dell'ospedale evidenzia che i vari box di medicina e chirurgia, sono tutti pronti all'uso. Dalle barelle alle scorte di medicinali al materiale infermieristico è tutto al proprio posto. Ma tutto è abbandonato. Il problema riguarda soprattutto l'impianto elettrico che dopo l'inondazione non è più a norma. E qui inizia il girone dantesco della burocrazia. Il comune interroga l'asl, l'asl si rivolge all'Enel, l'Enel manda i tecnici, ma la relazione per conoscere la profondità delle tubazioni e permettere gli scavi dopo un mese non è pronta. L'altro aspetto critico riguarda la rete fognaria: inadeguata, piccola, sottodimensionata, che già non riesce a drenare le normali piogge, figurarsi un evento meteorologico straordinario;
   una situazione nota da anni, ma di cui sembra che ci si sia accorti solo il 28 ottobre 2015 quando l'acqua invade il piano terra e il seminterrato raggiungendo i sessanta centimetri di altezza. A inizio gennaio 2016 si sarebbero dovuti concludere i lavori di ammodernamento delle fogne che ad oggi sono appena iniziati. Per non lasciare tutto all'incuria l'asl aveva ipotizzato un'assistenza alternativa che consentisse almeno di utilizzare le attrezzature per i codici bianchi, cioè le emergenze meno gravi. I medici di medicina generale si sono opposti, così come pure all'ipotesi di spostare altrove il pronto soccorso, poiché, a detta loro, non c'erano le condizioni per operare in sicurezza, e così è restato tutto chiuso per diversi mesi;
   oggi c’è solo un servizio di primo soccorso che riesce ad accogliere massimo trenta pazienti al giorno. Un niente rispetto ai 180 pazienti prima dell'alluvione. In radiologia, il reparto più colpito, ci sono le macchine per la tac e radiografie. Da organi di stampa si apprende che da settimane ormai non viene più nessuno a fare manutenzione. Le pareti e le controsoffittature sono gonfie di acqua. Nelle stanze è stato lasciato un deumidificatore acceso nella speranza che assorba l'umidità e non danneggi i macchinari;
   l'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, infatti, per anni è stato al centro di un'accesa contesa tra i due comuni per aggiudicarsene la proprietà. Anni di lotte intestine passate attraverso decreti regionali, ricorsi in Cassazione e al Tar. «Non si riesce a organizzare nemmeno un sistema di pulizia dei tombini davanti all'ospedale» commenta Pasquale Costanzo, rappresentante sindacale. In effetti quelli che si trovano sono tutti ostruiti; dicono che l'ultima pulizia sia stata fatta quattro mesi fa. «Siamo fortunati, il meteo ci sta dando una mano ma se venisse a piovere qui si allagherebbe tutto di nuovo, esattamente come due mesi fa»;
   da organi di stampa si apprende che l'11 gennaio 2016 sono partiti i lavori all'impianto fognario e alla rete idrica del pronto soccorso dell'ospedale «San Giovanni di Dio» di Frattamaggiore. Dalla Direzione Sanitaria fanno sapere inoltre che si lavorerà 7 giorni su 7, su tre turni specificando che, se sarà necessario, si lavorerà anche di notte. L'obiettivo è riaprire il pronto soccorso di Frattamaggiore entro la fine di marzo, al massimo ad aprile. Dunque, ci saranno ancora disagi per gli utenti del nosocomio napoletano ribadendo che per aggiudicare i lavori con una procedura d'urgenza non dovrebbero occorrere più di quindici o venti giorni. Ed a Frattamaggiore è attualmente attiva una postazione di 118, priva di ambulanza di soccorso avanzato;
   quanto esposto non rende chiaro l'allarme sanitario se non valutando la gravissima condizione della rete dell'emergenza nell'azienda sanitaria di riferimento, paradossalmente, dopo anni di commissariamento che avrebbero dovuto garantire il risanamento proprio ai fini del mantenimento dei LEA. Basta rilevare ai fini della comprensione della drammaticità del problema che in un'area di 411,43 chilometri quadri con 32 comuni ed un numero di abitanti pari a circa 1.045.790 unità si anno attivi solo 4 sedi di pronto soccorso con un rapporto di 1 a circa 300.000 e più abitanti quando il regolamento sugli standard minimi ne prevede 1 su massimo 150.000 abitanti;
   inoltre, come segnalato da Federconsumatori Campania che si è interessata della questione, l'ASL Napoli 2 Nord, nonostante giudicato amministrativo contrario, non ottemperato, ha da tempo ostinatamente delocalizzato presso gli ospedali sede di pronto soccorso, e quindi eliminato, le postazioni di primo soccorso. Vale a dire che a compensare la mancanza del personale in ospedale a causa del persistente blocco del turn-over, sono state eliminate dal territorio tutte le postazioni di primo soccorso di cui la popolazione aveva diritto; ad aggravare la situazione l'associazione ha anche segnalato alle istituzioni sanitarie regionali ed al Ministero, senza ricevere risposte, che l'azienda ha un numero di ambulanze di soccorso avanzato corrispondente addirittura alla metà di quella prevista dal regolamento sugli standard minimi ospedalieri ed utilizza stabilmente ambulanze di tipo B con infermiere anche nei codici gialli e rossi; inoltre, in Campania con delibera n. 5922 del 2002 vengono utilizzate per il soccorso avanzato ambulanze di tipo B con medico a bordo e non quelle di tipo A, singolarmente in coincidenza col fatto che i privati possono partecipare al STI solo con ambulanze di trasporto (B), e non di soccorso, come previsto dalla legge istitutiva del sistema dell'emergenza sanitaria (legge regionale n. 2 del 1994), ed a fini meramente integrativi, e non sostitutivi del servizio pubblico di 118. E si segnala che la ONLUS PAF, la cooperativa che ha operato in tutti questi anni, vincendo puntualmente tutte le gare d'appalto espletate, è risultata destinataria di interdittiva antimafia nel 2015, proseguendo però nella sua attività sino a qualche giorno fa, probabilmente visto il corposo numero di ambulanze dalla stessa gestito nel servizio d'emergenza. Eppure vi era delibera commissariale regionale, la n. 49 del 2010, che aveva chiaramente previsto l'utilizzo di risorse interne e l'acquisto di nuovi mezzi. Se si considera che presso l'azienda manca pure la chiamata diretta da cellulare per il 118, che a Pozzuoli l'emodinamica è ferma per mancanza di medici, che mancano totalmente stroke unit e trauma center, che addirittura presso l'ospedale di Giugliano e Pozzuoli sono ancora in rifacimento i triage d'ingesso, mancando sostanzialmente qualsiasi filtro degno di questo nome all'accesso al pronto soccorso, risulta evidente che la protratta chiusura del pronto soccorso di Frattamaggiore sia emblematica di una totale negazione dei LEA e della dignità umana, proprio nell'area di Napoli Nord, quella già interessata dal dramma della Terra dei Fuochi. Al riguardo, è di poco tempo fa l'intervento degli ispettori ministeriali in occasione del decesso del giovane Signor Forestiere che si vide soccorso da un infermiere e che trasportato al pronto soccorso di Pozzuoli con un addome acuto non poté neppure effettuare la TAC per il mancato funzionamento, da oltre un mese dell'apparecchio; saranno a questo punto certamente stati già acquisiti significativi riscontri di quanto sin qui esposto –:
   se, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari, non si intenda monitorare il progresso dei lavori di ripristino delle funzionalità del pronto soccorso al fine di evitare qualunque slittamento della prevista fine dei lavori per il mese di marzo o al massimo aprile 2016 come annunciato;
   se sia già stato verificato o se non si intenda verificare, per quanto di competenza, il descritto quadro d'allarme sanitario e di negazione dei LEA presso l'ASL Napoli 2 nord che richiederebbe interventi immediati e drastici, oltre che la verifica delle modalità di conferimento degli appalti alla ONLUS PAF, chiarendo se la stessa fosse o meno dotata di certificazione antimafia. (4-12100)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pronto soccorso

trasporto di malati

aggiudicazione d'appalto