ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12084

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 568 del 12/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: COLONNESE VEGA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 12/02/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 12/02/2016
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 12/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 12/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12084
presentato da
COLONNESE Vega
testo di
Venerdì 12 febbraio 2016, seduta n. 568

   COLONNESE, LUIGI GALLO, SIBILIA e PETRAROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   nell'ottobre 2015 sono stati pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale i bandi di gara per la concessione da 6 a 50 anni di 11 fari di proprietà della Stato, 7 gestiti dall'Agenzia del demanio e 4 dal Ministero della difesa;
   l'articolo 3-ter del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 410 del 2001; l'articolo 5-quinquies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005; l'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008; l'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, l'articolo 9, comma 5, del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85 (legge sul federalismo demaniale); l'articolo 33 e il 33-bis del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni dalla legge n. 111 del 2011, l'articolo 66 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27 del 2012; l'articolo 1, comma 443, della legge 24 dicembre 2012, n. 228; l'articolo 55-bis, commi 10 e 11, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98, del 2013; l'articolo 26 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014, sono volti ad assicurare gli strumenti di coordinamento tra i vari soggetti pubblici e privati al fine di facilitare le operazioni di valorizzazione e successiva vendita del patrimonio immobiliare;
   all'Agenzia del demanio sono attribuite le competenze istituzionali in materia di gestione, valorizzazione, anche a fini economici, e dismissione dei beni immobili di proprietà dello Stato. In attuazione di tale compito, l'Agenzia, congiuntamente a Invitalia e ANCI-FPC e con la partecipazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e dei turismo, del Ministero dello sviluppo economico e di altri soggetti pubblici interessati – CDP, Istituto per il credito sportivo, Confindustria, AICA, ANCE, Assoimmobiliare, e altri – ha avviato «Valore Paese – DIMORE»: iniziativa diffusa a scala nazionale e finalizzato alla valorizzazione del patrimonio pubblico di pregio storico, artistico, paesaggistico a fini turistico-culturali, con l'obiettivo di potenziare lo sviluppo dei territori e di promuovere l'eccellenza italiana (paesaggio, arte, storia, musica, moda, design, industria creativa, innovazione, enogastronomia);
   l'Agenzia del demanio pubblicava sul proprio sito dal 12 febbraio al 31 maggio 2013, un invito a manifestare interesse per la partecipazione al progetto «Valore Paese – DIMORE», rivolto agli enti territoriali e ad altri enti pubblici proprietari di immobili non strumentali e suscettibili di valorizzazione, nell'obiettivo di ampliare il portafoglio inizialmente selezionato per l'avvio del progetto e composto da soli immobili di proprietà dello Stato, attraverso l'individuazione di ulteriori immobili pubblici, in modo tale da ottenere un portafoglio misto costituito da beni di proprietà dello Stato, degli enti territoriali e di altri enti pubblici, anche acquisiti dagli enti territoriali ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, (cosiddetto «federalismo demaniale culturale»), nonché da beni pubblici affidati in concessione a privati (ad esempio, Villa Tolomei a Firenze, Faro di Capo Spartivento, Dogana Vecchia a Molfetta, e altri);
   l'invito ha avuto un riscontro positivo e a dicembre 2013, il portafoglio era costituito complessivamente da 225 beni;
   dal 31 dicembre 2013, in seguito al conferimento di 18 beni (di cui le 2 best practices, Villa Tolomei a Firenze e Dogana Vecchia a Molfetta) al fondo immobiliare FIV-Comparto Extra di CDP Investimenti SGR, il portafoglio conosce oggi un aggiornamento, risultando complessivamente composto da 208 beni;
   nell'ambito di DIMORE, si inserisce il progetto «Valore Paese – FARI», promosso dall'Agenzia e dal Ministero della difesa. Il progetto interessa una rete di fari da valorizzare secondo un modello di lighthouse accommodotion secondo cui i fari potranno accogliere attività turistiche, ricettive, ristorative, ricreative, didattiche, promozionali, insieme ad iniziative ed eventi di tipo culturale, sociale, sportivo e per la scoperta del territorio;
   sono state costituite ad hoc due Commissioni, una per l'Agenzia del demanio e l'altra per il Ministero della difesa, per verificare la correttezza formale della documentazione presentata dai partecipanti. Le proposte idonee saranno valutate secondo il criterio dell'offerta «economicamente più vantaggiosa», data dalla proposta progettuale valutata con punteggio pari al 60 per cento e dalla proposta economica, a cui può essere assegnato un punteggio massimo pari al 40 per cento. La valutazione della proposta progettuale terrà conto di elementi qualitativi quali: soluzioni di recupero del faro, manutenzione, fruibilità pubblica, contributo allo sviluppo locale sostenibile e la possibilità di creare un network tra più strutture, attraverso una rete di servizi e attività condivise. Alla scadenza del 12 gennaio 2016, termine ultimo di presentazione delle offerte, sono arrivate 39 proposte per il recupero e il riuso di un primo portafoglio di fari di pregio storico e paesaggistico lungo le coste italiane;
   i beni inseriti nel progetto Valore Paese – FARI si trovano in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana. All'interno dell'elenco sono presenti il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), il Faro di Capo Grosso nell'Isola di Levanzo – Favignana (TP), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), il Faro di Capo d'Orso a Maiori (SA), il Faro di Punta Imperatore a Forio d'Ischia (NA), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG) e dei quattro proposti dal Ministero della difesa: Faro Punta del Fenaio e Faro di Capel Rosso sull'Isola del Giglio (GR), Faro Formiche di Grosseto e Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR);
   fonti on-line fanno riferimento alla possibilità di cedere in sub-concessione le attività e al possibile riconoscimento ai concessionari del diritto di prelazione per l'acquisto dei beni al prezzo di mercato a conclusione delle relative concessioni;
   linea con il «Piano strategico turismo 2020» e con la programmazione comunitaria 2014-2020, obiettivo del progetto «Valore Paese – DIMORE» è dar vita ad un nuovo sistema di ricettività alberghiera che si propone come nodo di accoglienza dei flussi di domanda più sensibili alla fruizione dei beni culturali, mettendo a punto un programma imprenditoriale per la realizzazione di un network di strutture ricettive, ubicate in edifici storici (innanzitutto di proprietà pubblica), integrati nei contesti locali e rispondenti a precisi standard di qualità. L'elemento distintivo della rete consiste nella specifica forma di ospitalità che, accanto ai tradizionali servizi alberghieri, presuppone l'offerta di veri e propri servizi culturali, rappresentativi dello stesso brand, secondo standard predefiniti;
   nel 2006 fu messo in vendita su e-bay l'antico faro delle Vaccarecce sull'isola del Giglio con un prezzo base d'asta di euro 2.500.000,00 oggetto interrogazione a prima firma del senatore Francesco Ferrante, allora direttore di Legambiente che chiedeva tutela per il valore culturale del bene e alla quale il Ministro dei beni e delle attività culturali pro tempore Francesco Rutelli, rispose che sarebbe stato salvaguardato qualunque fosse stato il suo destino. Di fatto, poi, anche se in realtà apparteneva a privati e non allo Stato, la vendita non si concluse. La notizia evidenziò, inoltre, contrarietà di quanti cittadini non avrebbero voluto che il faro rimanesse in mani private al punto che nei giorni dell'asta elettronica un cittadino propose una maxicolletta per restituire il faro alla collettività;
   i fari interessati dal progetto sono compresi in riserve e parchi naturali e dichiarati di interesse storico particolarmente importante e perciò per anni tutelati dallo Stato mediante vincoli urbanistici, paesaggistici, ambientali. Un chiaro esempio è il faro di Capo d'Orso (Sa) sito all'interno di un parco naturale di circa 3.000 ettari in Costiera amalfitana (dal 1997 patrimonio dell'umanità dell'Unesco, riconoscimento che è la testimonianza più significativa del valore storico e culturale dei luoghi);
   il progetto Valore Paese – FARI finalizzato al recupero di siti di inestimabile fascino, annoverati fra i beni immobili del patrimonio architettonico italiano, pur considerando l'elevato potenziale dei territori interessati, rimette l'incombenza di rimediare al loro degrado ad operatori privati e alla loro capacità d'investimento in una logica di partenariato pubblico-privato, rischiando però di non restituire sempre ai cittadini la possibilità di fruire di servizi alla portata di tutti. Una sperimentazione simile, infatti, è stata fatta nel caso della ristrutturazione avvenuta del magnifico faro di Capo Spartivento, promontorio della costa sud-occidentale della Sardegna, uno dei punti più suggestivi dell'isola. Difatti, considerato che la legge sul federalismo demaniale legge n. 85 del 2010, ha stabilito il passaggio di immobili dal Demanio agli enti locali (i canoni delle concessioni sono incassate comunque dallo Stato in quanto utilizzati per la riduzione del debito degli enti locali e nazionale) nel 1998 il faro di Capo Spartivento è stato dato in concessione prima per 6 anni più altri 6 alla modica cifra di 3.000 euro al mese e poi per 38 anni (19 più 19), ad un canone di circa 100 mila euro l'anno; in seguito ad un progetto dell'imprenditore Alessio Raggio e all'investimento di euro 3.000.000, è stato adibito nel 2010 a luxury guests house (con prezzi che arrivano a 1.000 euro a notte);
   pur riconoscendo i meriti nel sottrarre al degrado beni come quello descritto, conciliando le esigenze strutturali di un'elegante struttura alberghiera con le bellezze naturali del paesaggio, gli interroganti riterrebbero opportuno che il Governo fosse estremamente attento a non prestare il fianco ad eventuali speculazioni edilizie, evitando di autorizzare l'uso indiscriminato di aree di pregio ambientale. Inoltre, sarebbe auspicabile che dalla concessione o vendita dei beni che appartengono al patrimonio storico-culturale dello Stato, scaturissero servizi utili e fruibili per la collettività piuttosto che attività ricettive rivolte ad un’élite di persone e accessibili solo a chi può permettersi i prezzi proibitivi di un albergo a cinque stelle –:
   se siano al corrente di quanto in premessa;
   se intendano, oltre alla concessione, procedere alla definitiva vendita dei fari;
   se intendano fornire idonee garanzie, anche considerando la possibilità di vendita e di sub-concessione in un imminente futuro, della congrua conciliazione fra gli interventi di ristrutturazione che avranno seguito e il pieno rispetto dei vincoli storico-architettonici, paesaggistici, idrogeologici e di tutela dell'ambiente naturale che, a ragione, vigono oggi in detti luoghi;
   con quali tempistiche e quali modalità si ritenga di intervenire per valorizzare e al contempo salvaguardare i beni di rilevanza internazionale vigilando affinché non si verifichi un'eventuale antropizzazione e cementificazione dei siti, tali da pregiudicare la bellezza del paesaggio, sottraendo aree di pregio ambientale e storico all'uso indiscriminato del suolo;
   se non si ritenga opportuno intervenire immediatamente al fine di favorire fra le diverse proposte i progetti di valorizzazione, coerentemente al piano strategico turismo 2020, finalizzati alla promozione e avviamento di attività didattiche, ricreative, culturali, sociali e turistiche di ampia fruibilità pubblica rispetto ad attività commerciali e turistiche elitarie, ed evitare che detti beni diventino oggetto di speculazione nelle mani di imprenditori senza scrupoli. (4-12084)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

patrimonio architettonico

dispositivo di segnalazione

infrastruttura turistica