ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11931

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 561 del 03/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 03/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 03/02/2016
Stato iter:
24/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/10/2016

CONCLUSO IL 24/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11931
presentato da
PILI Mauro
testo di
Mercoledì 3 febbraio 2016, seduta n. 561

   PILI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il procuratore generale presso la Corte d'appello di Cagliari, Roberto Saieva, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ha pronunciato la seguente affermazione: «Nella esecuzione di questi delitti si è trasfuso l'istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione»;
   si tratta di un'affermazione, ad avviso dell'interrogante, intrisa di ignoranza e razzismo;
   le affermazioni pronunciate nella relazione davanti a magistrati e funzionari dell'amministrazione giudiziaria sarda e davanti a un rappresentante del Ministero della giustizia sono, secondo l'interrogante, di una gravità inaudita e necessitano di provvedimenti immediati;
   parlando degli assalti ai portavalori, «organizzati con grande dispiegamento di uomini e mezzi», il procuratore ha detto che «è agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente trasfuso l'istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso»;
   parlando di omicidi, ha affermato che «sono delitti di impeto, talora connessi a situazioni di disagio personale e sociale, o riconducibili a dinamiche di criminalità comune, ovvero sorretti – e più spesso – da moventi che si radicano nella cultura degli ambienti agro-pastorali»;
   è secondo l'interrogante semplicemente inaccettabile parlare di «istinto predatorio tipico della mentalità barbaricina»;
   si tratta di concetti che appaiono all'interrogante dovuti a pregiudizi e vergognosi luoghi comuni, espressi in una occasione e in un luogo ufficiale come l'inaugurazione dell'anno giudiziario –:
   se non intenda valutare l'opportunità di adottare le iniziative di competenza ai fini dell'esercizio dell'azione disciplinare con riferimento a tale esponente della procura;
   se non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per avanzare la richiesta di cui all'articolo 13 del decreto legislativo n. 109 del 2006. (4-11931)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 697
4-11931
presentata da
PILI Mauro

  Risposta. — Attraverso l'interrogazione in esame, l'interrogante riporta talune dichiarazioni, rese dal procuratore generale presso la corte d'appello di Cagliari in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2016.
  Egli, riferendosi ad una serie di delitti di rapina consistiti in assalti a portavalori, ha pronunciato la seguente affermazione: «nella esecuzione di questi delitti si è trasfuso l'istinto predatorio tipico della mentalità barbaricina che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione» ed inoltre, riferendosi ad alcune fattispecie delittuose di omicidio, ha aggiunto come «sono delitti di impeto, talora connessi a situazioni di disagio personale e sociale o riconducibili a dinamiche di criminalità comune, ovvero sorretti da moventi che si radicano nella cultura degli ambienti agro-pastorali».
  Censurando le espressioni utilizzate, in quanto asseritamente esplicative di concetti legati a inaccettabili pregiudizi e luoghi comuni, anche in considerazione dell'ufficialità dell'esternazione, l'interrogante chiede al Ministro della giustizia di valutare l'opportunità di adottare iniziative ai fini dell'esercizio dell'azione disciplinare.

  Attraverso l'attività istruttoria, immediatamente demandata ai competenti uffici ministeriali, è stato anzitutto acquisito il testo dell'intervento svolto dal procuratore generale presso la corte d'appello di Cagliari nel corso della solenne cerimonia inaugurale dell'anno giudiziario 2016.
  Le espressioni in quella sede pronunciate, tuttavia, non sono state ritenute idonee ad integrare profili di rilevanza disciplinare a carico del magistrato.
  Secondo la competente articolazione amministrativa, difatti, attraverso la lettura complessiva del testo si evince che le affermazioni censurate sono legate a significativi dati di carattere oggettivo, asseverati all'esito di indagini preliminari svolte nell'anno precedente in relazione alle citate fattispecie criminose.
  Richiamando, in particolare, alcune complesse investigazioni inerenti gravi fatti di rapina, sostanziatisi in aggressioni armate a portavalori o in danno di istituti di credito, il procuratore generale ha operato una traslazione concettuale delle modalità predatorie che hanno tradizionalmente connotato i sequestri di persona, delitti storicamente maturati negli ambienti criminali della Barbagia, ricollegandole a più recenti fenomeni criminali, aventi sempre di mira il patrimonio delle persone.
  Riferendosi, inoltre, a gravi episodi di omicidio, dopo averne riscontrato un significativo incremento numerico, lo stesso magistrato ha precisato come si tratti di delitti ascrivibili a dinamiche di criminalità comune, sorrette da «moventi che si radicano nella cultura degli ambienti agro-pastorali».
  Nella nota trasmessa alla direzione generale dei magistrati, lo stesso procuratore generale ha, peraltro, chiarito di aver fatto riferimento agli specifici e ricorrenti moventi che avevano caratterizzato quelle fattispecie omicidiarie, sovente originatesi in «delitti di confine, contese per lo sfruttamento dei pascoli, furti di bestiame», richiamando il contesto pastorale del territorio sardo nel cui ambito lo stesso è maturato.

  Dall'analisi complessiva delle dichiarazioni ed alla luce degli approfondimenti svolti, la competente direzione ha ritenuto trattarsi di affermazioni che – lungi dal concretizzarsi in valutazioni di natura antropologica volte a denigrare i valori, la storia e la cultura delle popolazioni della Barbagia – erano solo funzionali a stigmatizzare icasticamente l'efferatezza di condotte, oggettivamente acclarate, anche nelle loro modalità e nei profili prettamente soggettivi, all'esito di molteplici e complesse investigazioni, pertanto prive di concreta idoneità offensiva rispetto a quei valori.
  Sulla base delle considerazioni innanzi esposte, non sono stati ravvisati, pertanto, profili di rilievo disciplinare nelle dichiarazioni rese e nelle valutazioni svolte dal Procuratore generale presso la corte d'appello di Cagliari.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

problema sociale

sequestro di persona

procedura disciplinare