ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11920

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 561 del 03/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 03/02/2016
Stato iter:
11/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2016
BIANCHI DORINA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2016

CONCLUSO IL 11/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11920
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Mercoledì 3 febbraio 2016, seduta n. 561

   PARENTELA, NESCI e DIENI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   in località, Cofino, nel territorio di Stefanaconi, a ridosso del comune di Vibo Valentia, a quanto consta agli interroganti, vi sono ripetitori posti nelle vicinanze di un'area espropriata diversi anni orsono per la realizzazione del parco archeologico urbano di Hipponion – Vibo Valentia;
   il sito, di rilevante interesse archeologico, era stato indagato in maniera sistematica per la prima volta da Paolo Orsi. Colpito dalla posizione panoramica e preminente del luogo, il celebre archeologo fece effettuare degli scavi tramite trincee in lungo e in largo sull'altura, fino all'individuazione di una struttura sacra: ciò che rimaneva di un tempio ionico costruito sul finire del V sec. a.C., delle dimensioni di m 27,5 x 18,10. Negli anni ’70, in aree ricadenti all'interno dello stesso santuario, sotto la direzione dell'allora ispettore di soprintendenza Claudio Sabbione e del dottor Ermanno Antonio Arslan, furono riportati alla luce a più riprese, con scavi di emergenza, altri edifici di carattere sacro. Poco più est del Tempio si rinvennero un muro di contenimento e una seconda struttura; a breve distanza emerse una statua marmorea a grandezza naturale, oggi esposta presso il Museo archeologico nazionale di Vibo Valentia. Nei pressi delle vicine case popolari, durante i lavori intrapresi dalla Gescal, furono trovate altre strutture di età greca, una delle quali era stata sovrapposta ad un deposito votivo di statuette e vasi di età più antica. Un grosso muro in blocchi calcarei venne identificato nelle vicinanze. Dei numerosi reperti rinvenuti, diversi sono esposti nel locale museo archeologico. Altri siti localizzati nella stessa nella zona restituirono invece strutture e materiali di età romana;
   con i fondi attivati di recente dal comune, le strutture antiche presenti nella zona sono state riportate alla luce. I lavori, effettuati fra settembre e dicembre del 2015, hanno infatti messo a vista una serie di edifici di età greca, alcuni già scoperti nel corso del XX secolo e re-interrati, altri emersi oggi per la prima volta;
   l'edificio templare scavato e poi coperto nuovamente dall'Orsi nel 1921 è stato riportato in luce e, nonostante le pesanti spoliazioni subite in antico, presenta ancora oggi una certa monumentalità, grazie ai possenti blocchi del basamento e ai due rocchi di colonna superstiti. Davanti all'ingresso del tempio è emerso, inoltre, qualche metro più a Sud, un manufatto in blocchi di calcare nel quale, quasi certamente, è possibile riconoscere l'altare. Nei pressi dello stesso, ancora non del tutto scavate sono altre due strutture: una in laterizi e ciottoli, l'altra in blocchi di calcare. In un altro settore, il muro di contenimento e la struttura già rinvenuti negli anni ’70 sul lato est, sono tornati visibili;
   l'articolo 45 del decreto legislativo 42 del 2004 (codice dei beni culturali e del paesaggio) prevede che: «1. Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro. 2. Le prescrizioni di cui al comma 1, adottate e notificate ai sensi degli articoli 46 e 47, sono immediatamente precettive. Gli enti pubblici territoriali interessati recepiscono le prescrizioni medesime nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici.»;
   nel complesso, la località Cofino è un sito di interesse paesaggistico che copre una visuale molto ampia, dall'Etna allo Stromboli, fino alle tutte le Isole Eolie nei giorni più limpidi. La sua rilevanza nel complesso circondariale è notevole, per il controllo visivo esteso sul golfo di Sant'Eufemia, la valle del Mesima, le Serre, da dove le strutture sacre ivi presenti dovevano essere ben riconoscibili;
   i ripetitori esistenti, oltre a deturpare l'ambiente circostante il tempio, sono, altresì, posizionati sul ciglio di un burrone che, in caso di cedimento del suolo, danneggerebbe di certo la struttura di età greca ivi ubicata;
   a giudizio degli interroganti l'importanza dei reperti trovati nel sottosuolo e la persistenza di strutture fisse a carattere monumentale rende necessaria ed urgente l'apposizione, sull'area in esame, del vincolo archeologico –:
   quale sia l'orientamento del Ministro interrogato in merito alla vicenda esposta in premessa con riguardo agli aspetti di competenza e se non ritenga opportuno, da un lato, che venga imposto un vincolo indiretto, per scongiurare l'eventuale futura realizzazione di altre strutture fisse o temporanee che danneggino il decoro del parco archeologico urbano di Hipponion – Vibo Valentia, e dall'altro di consentire la contestuale rimozione e il dislocamento in altra sede dei ripetitori ivi presenti;
   se la Soprintendenza abbia verificato lo stato in cui versa il parco archeologico e se non ritenga che sia in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili e che siano danneggiate la prospettiva e la luce, oltre ad essere alterate le condizioni generali di ambiente e di decoro;
   se il Governo non ritenga opportuno elaborare con urgenza un progetto di recupero di tutta l'area che coinvolga enti locali, soggetti privati e associazioni accomunati dall'impegno per la tutela e la conservazione del patrimonio archeologico. (4-11920)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 11 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 690
4-11920
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. — Con riferimento al parco archeologico urbano di Hipponion, nel comune di Vibo Valentia, e alla presenza di alcuni ripetitori posti nelle vicinanze di un'area espropriata per la realizzazione del parco archeologico, l'interrogante chiede: se la competente Soprintendenza abbia verificato lo stato in cui versa il parco archeologico e se non ritenga che sia in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, siano danneggiate la prospettiva e la luce, oltre che alterate le condizioni generali di ambiente e di decoro; se l'Amministrazione non ritenga opportuno elaborare con urgenza un progetto di recupero dell'area che coinvolga amministrazioni e privati per la tutela e la conservazione del patrimonio archeologico.
  Riguardo alle questioni poste nell'atto ispettivo, la Soprintendenza archeologia della Calabria ha comunicato quanto segue.
  Nel 1921, sotto la direzione dell'archeologo Paolo Orsi, come ricordato dall'interrogante, furono rinvenuti i resti di un grande santuario di età greca costituito da un monumentale tempio di ordine ionico, da una favissa (deposito ipogeo di oggetti cultuali) riempita di ex-voto e da un pozzo di probabile utilizzo cultuale.
  Tra il 1971 e il 1975, in seguito alla costruzione di case popolari, la allora Soprintendenza archeologica della Calabria, in uno spazio ristretto tra le costruzioni, mise in luce una serie di importanti evidenze attribuibili allo stesso santuario: un poderoso muro costituito da una fondazione di grandi massi e scheggioni e un alzato in blocchi quadrati, con probabile funzione di terrazzamento o di delimitazione del santuario, un piccolo edificio quadrangolare e piccoli basamenti; diverse fosse allungate piene di ex-voto e altri scarichi di materiali votivi, che attestano una frequentazione sacra dell'area tra il VI e il IV sec. a.C.
  Nel 1974, durante alcuni sbancamenti per l'ampliamento e la sistemazione della strada Croce Nivera lungo il ciglio dell'altura, a strapiombo sulla valle del Mesima, furono rinvenute una statua femminile acefala in marmo e una favissa con materiali coroplastici rappresentanti divinità femminili con porcellino e fiaccola, databili al IV sec. a.C.
  Nel 1975 la Soprintendenza effettuò alcuni saggi lungo la strada di cui sopra, mettendo in luce un avanzo di struttura in blocchi di arenaria e l'angolo di un edificio costruito in laterizi e blocchi di arenaria, testimoniando la continuità di frequentazione dell'area almeno fino agli inizi dell'età romana imperiale.
  Con decreto ministeriale 28 novembre 1977 l'area delle particelle catastali 42 e 57 del foglio di mappa n. 34 del comune di Vibo Valentia, in cui erano state rinvenute le strutture e le stratigrafie di cui sopra, venne dichiarata di importante interesse archeologico ai sensi della legge 1o giugno 1939, n. 1089 e, quindi, sottoposta a tutte le disposizioni di tutela contenute in tale legge.
  Con successivo decreto ministeriale 20 novembre 1996 anche l'area del Còfino ricadente nel territorio comunale di Vibo Valentia fa dichiarata di interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1089 del 1939 e quindi sottoposta a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge stessa.
  Il Soprintendente regionale per i beni culturali e ambientali della Calabria, con proprio decreto n. 8 del 28 giugno 2002, dichiarò la pubblica utilità della stragrande maggioranza degli immobili di località Calino, al fine dell'espropriazione in vista della realizzazione del parco archeologico di Hipponion-Valentia. Con decreto ministeriale del 21 ottobre 2005, gli stessi immobili sono stati acquisiti al demanio dello Stato per la realizzazione del parco archeologico di cui sopra.
  Nel mese di settembre 2015 sono iniziati e sono tuttora in corso i lavori per la realizzazione del «Parco archeologico urbano della città Hipponion-Valentia», finanziati con 3.000.000,00 di euro nell'ambito del PAC/POIn, Programma operativo interregionale Fesr 2007/2013 «Attrattori culturali, naturali e turismo», a favore del Comune di Vibo Valentia.
  Nel corso di tali lavori, tra settembre e dicembre 2015, gli scavi archeologici hanno consentito di rimettere in luce il tempio già scoperto da Paolo Orsi e di individuare altre strutture e stratigrafie utili alla ricostruzione storica dell'area del santuario dall'età greca a quella romana.
  I lavori scavo, finalizzati alla fruizione e alla valorizzazione dell'area del Còfino sono in via di conclusione. Il cancello di accesso al parco ricadrà sulla via sulla quale sono poste i ripetitori cui si fa riferimento nell'interrogazione.
  La Soprintendenza archeologia della Calabria, pur ritenendo che la presenza dei ripetitori difficilmente possa interferire con la prospettiva e la luce dell'area archeologica, sta valutando se sussistano le condizioni per avviare il procedimento per l'apposizione di un vincolo indiretto al fine di evitare ulteriori elementi di disturbo del decoro del parco.
  Lo stesso istituto ritiene, anche, considerate l'altezza e la distanza dei ripetitori in questione dalle strutture archeologiche emerse e considerata la conformazione topografica degli ripetitori, posti sul ciglio del versante degradante a valle, mentre il parco si trova sulla sommità dell'altura, che l'integrità dei resti non possa essere danneggiata da eventuali cedimenti.
  Per quanto riguarda, infine, la tutela paesaggistica, la Soprintendenza belle arti e paesaggio della Calabria ha comunicato che la località Còfino non è sottoposta ad alcun vincolo di natura paesaggistica.
La Sottosegretaria di Stato dei beni e delle attività culturali e del turismoDorina Bianchi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

archeologia

ente pubblico territoriale

protezione del patrimonio