ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11887

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 559 del 01/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: LOMBARDI ROBERTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2016
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 01/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11887
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Lunedì 1 febbraio 2016, seduta n. 559

   LOMBARDI, CHIMIENTI, CIPRINI, COMINARDI e TRIPIEDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la Mercedes-Benz Italia s.p.a. (MBI) ha avviato, per la terza volta nel settembre 2013 (2009 e 2010 le precedenti), una procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge n. 223 del 1991 e della legge n. 236 del 1993 ed effettuato a fine settembre 2014 tre licenziamenti individuali («riforma Fornero»);
   tra le motivazioni a base di avvio delle procedure di mobilità e del successivo licenziamento individuale, l'azienda in parola ha addotto la situazione di crisi economico finanziaria della stessa e del contesto del mercato in cui opera, sostenendo la necessità di dare al complesso aziendale un assetto più competitivo, nonché sollevando la necessità di attuare «improrogabili interventi di riorganizzazione aziendale e di revisione di alcuni assetti istituzionali»;
   in particolare, nella procedura di mobilità del 2013, la Mercedes-Benz Italia avrebbe dichiarato l'opportunità di ridurre i costi a fronte delle reali esigenze produttive e organizzative della società medesima. Tuttavia, dalla lettura dei bilanci 2012-2013-2014 della Mercedes-Benz Italia – resi disponibili solo dopo la chiusura della mobilità avvenuta a dicembre 2013 e dei licenziamenti individuali a settembre 2014, si evincerebbe che i valori e gli indici più importanti per stabilire lo stato di salute dell'azienda, risultano positivi, soprattutto quelli che indicano la capacità di generare ricchezza tramite la gestione caratteristica (core business). In questo caso l'azienda funzionerebbe e non sarebbe in crisi. Infatti, affinché un'azienda si trovi in una situazione economica sfavorevole, a prescindere dalla sua dimensione, deve essere in grado di dimostrare una perdita considerevole del capitale sottoscritto e tale perdita risulta da una alterazione sensibile dell'equilibrio economico-finanziario-patrimoniale;
   infatti, entrando nel merito della lettura dei bilanci 2012-2013, allegati all'esposto che i lavoratori interessati hanno recentemente prodotto contro Mercedes-Benz Italia (ma i valori economici sono ancor più positivi, ovviamente, nel bilancio 2014), contestando «l'utilizzo improprio di ammortizzatori sociali per dichiarazione di crisi economico finanziaria e conseguente licenziamento collettivo inefficace», si evincerebbe quanto segue:
    a) dalla relazione al consiglio di amministrazione di M.B.I. spa sulla gestione dell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 risulterebbe che: «a fronte di un andamento operativo in linea con la difficile situazione del mercato italiano, la perdita di esercizio è riferibile alla complessiva svalutazione, pari ad euro migliaia 58.371, del valore di carico delle partecipazioni in Mercedes-Benz Financial Services, Mercedes-Benz Roma e Mercedes- Benz Milano resasi necessaria a seguito delle significative perdite consuntivate dalle summenzionate società controllate e ritenute non più recuperabili»;
    b) dalla documentazione contabile societaria e dai bilanci 2010/2011/2012/2013 emergerebbe che le chiusure in perdita non sarebbero collegate all'attività di compravendita di autovetture e parti di ricambio bensì a svalutazioni di attività finanziarie, ovvero svalutazioni del valore delle partecipazioni nelle controllate Mercedes-Benz Roma e Mercedes-Benz Milano e che la società ha realizzato un valore aggiunto (fatturato-costo del venduto) sempre positivo, così come il margine operativo lordo M.O.L. (valore aggiunto-costi del personale) e il capitale circolante netto (attivo corrente-passivo corrente);
    c) il margine operativo Lordo (MOL) risulterebbe negli anni sempre positivo ed in crescita nel 2013 rispetto al 2012. In effetti il predetto dato (MOL) è di basilare importanza per qualunque azienda, perché non influenzato da quelle che sono definite politiche di bilancio e rappresenta il risultato operativo in termini finanziari, evidenziando, nel caso di specie, la creazione di ricchezza, e non di perdita. La società Mercedes-Benz Italia avrebbe realizzato un valore aggiunto, indice della ricchezza internamente prodotta, in crescita dal 2012 al 2013. Inoltre, tale valore risulterebbe sempre più del doppio rispetto alla media del settore; ad esempio 13.9 per cento nel 2012 rispetto alla media di settore del 5,9 per cento;
    d) la posizione finanziaria netta della Merceds-Benz Italia risulterebbe positiva al 31 dicembre 2013. Positivi risulterebbero anche gli indicatori di solidità e solvibilità patrimoniale (indice di disponibilità, margine di tesoreria, margine di struttura) che garantiscono l'equilibrio finanziario. Inoltre, come sottolineato dai denuncianti del citato esposto, avendo l'azienda in parola la possibilità di ricorrere senza limiti di importo a finanziamenti passivi erogati dalla casa madre Daimler AG, risulterebbe evidente il vantaggio strategico per la Mercedes-Benz Italia, in termini di garanzia della flessibilità e indipendenza dai mercati bancari;
    e) l'indice ROA (reddito operativo su capitale, investito) indicatore di quanto l'azienda sia in grado di remunerare i mezzi investiti tramite il reddito operativo, risulterebbe per l'azienda in parola sempre positivo dal 2012 al 2013 e di gran lunga più alto delle medie di settore. Tale circostanza indicherebbe un giudizio positivo sull'andamento reddituale della società medesima. Conseguentemente, i valori positivi di ROA «non giustificherebbero i licenziamenti per situazioni economiche»;
    f) l'indice ROS – che misura la redditività delle vendite e la capacità remunerativa del flussi di ricavi tipici dell'impresa, in altre parole qual è il ricavo netto conseguito per ogni euro di fatturato ed il cui valore sarà tanto maggiore quanto maggiore è l'efficienza economica dell'impresa – risulterebbe dal 2012 sempre positivo e superiore a quello medio del Settore;
    g) i dati delle vendite vetture Mercedes 2013, a partire da luglio 2013 segnerebbero una confortante ripresa dei volumi. Per Mercedes-Benz il volume delle immatricolazioni comunicate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sarebbe stato di 45.546, dato in controtendenza rispetto all'andamento del mercato, che ha fatto registrare un incremento rispetto all'anno precedente del 8,2 per cento. In termini di quota di mercato Mercedes-Benz avrebbe raggiunto il valore record di 3,4 per cento (più 0,5 rispetto all'anno 2012). La gestione sarebbe proseguita nei primi mesi del 2014 in un contesto di mercato in ripresa rispetto all'anno precedente, comunque in linea con quanto programmato;
    h) con comunicato stampa del 9 gennaio 2015 la casa madre Daimler AG avrebbe reso noto che l'anno 2014 è stato per le vendite Mercedes il migliore anno nella storia della compagnia con una crescita del 9,4 per cento;
    i) con comunicato stampa del 5 febbraio 2015 sarebbe stato reso noto che nel 2014 Daimler AG avrebbe segnato un nuovo record di immatricolazioni con oltre 2,5 milioni di unità, + 8 per cento sul 2013 grazie in particolare ai risultati di Mercedes-Benz, evidenziando che sarebbe stata «particolarmente brillante la performance del comparto auto»;
    m) nel 2014 l'utile di bilancio si è chiuso con 31,5 milioni di euro di utile, ma l'azienda ha licenziato ugualmente tre persone, per crisi economica aziendale;
    n) a fronte dei 3 licenziamenti del 2014, dai bilanci ufficiali, risulta che il valore della produzione (ovvero il volume di ricavi prodotti nell'anno) è in grado di coprire non solo i costi di struttura (costi della produzione), ma anche tutte le altre componenti che governano il bilancio di MBI (gestione finanziaria, gestione straordinaria, imposte). Infatti il margine operativo lordo di gestione è positivo per euro 70.518, segno che i ricavi maturati nell'esercizio 2014 fronteggiano ampliamenti i costi per gli acquisti di merci e materie, prime, i servizi, il personale, gli ammortamenti e tutti gli altri oneri diversi di gestione necessari al conseguimento dell'oggetto sociale;
    o) sembra ancor più strano constatare, che da gennaio 2014 a dicembre 2015 (dopo una procedura di mobilità che ha visto l'uscita di circa 55 persone a fine 2013) se crisi vera ci fosse stata, l'azienda con i licenziamenti di tre sole persone abbia superato la crisi (misura risolutiva per far fronte come l'azienda dice, allo squilibrio tra fatturato e costo di gestione). Ma fortunatamente il bilancio 2014 afferma categoricamente il contrario, che la crisi non esiste;
    p) si fa inoltre presente che l'azienda ha anche concesso a tutti i collaboratori il premio di produzione del 2014 per gli obiettivi raggiunti;
   nel citato esposto, è stato inoltre evidenziata un'ulteriore importante considerazione:
    a) le normative fiscali prevedono che una società come la Mercedes-Benz Italia (MBI) compri le autovetture dalla casa madre estera a determinati «prezzi di trasferimento», nonché che l'attività di distribuzione produca in Italia un margine di reddito. Quindi, la Mercedes Benz Italia, in quanto società italiana dovrebbe tendenzialmente sempre avere un utile operativo (congruo margine sulle vendite – ROS). Il fisco italiano ritiene infatti che in linea di massima una società che svolga attività di distribuzione all'ingrosso di veicoli nuovi e parti di ricambio non dovrebbe generare una perdita operativa, ma avere un adeguato margine lordo, in linea con i valori di mercato. Da qui l'impegno da parte del gruppo Daimler nei confronti della società italiana Mercedes Benz Italia ad assicurare a quest'ultima un margine minimo di redditività;
   la suddetta circostanza, pertanto, secondo gli interroganti escluderebbe alla radice che la Mercedes-Benz Italia possa restare in balia delle diverse contingenze economiche del mercato;
   secondo i firmatari del citato esposto, l'insussistenza della crisi economica e, quindi, dell'illegittimità della procedura di mobilità aperta nell'anno 2013, sarebbe confermata dai dati seguenti:
    1) il livello di performance dell'azienda Mercedes-Benz Italia – nonostante il valore assoluto degli indicatori sia contenuto – risulterebbe superiore al livello ottenuto dal settore, e ciò sarebbe indice di una buona gestione dell'impresa;
    2) i risultati dell'azienda dal 2012 al 2013 sarebbero da considerare soddisfacenti visto il perdurare della situazione di crisi economica globale. Secondo i denuncianti in parola non si evidenzierebbero nella procedura di mobilità evidenti progressivi cali di prodotto interno lordo, al contrario si evidenzierebbe una ripresa;
    3) gli aspetti sopra citati dimostrerebbero come gli stessi siano elementi di notevole rilevanza, in quanto la MBI di fatto avrebbe indicatori di performance aziendale migliori del settore in cui è inserita e ciò, ad avviso dei denuncianti, non sarebbe considerato normale;
    4) se, in base ai sopra citati dati, si analizza il fatturato e il MOL (margine operativo lordo) di Mercedes-Benz Italia dal 2012 ad oggi con i relativi dati di bilancio 2013 e 2014, non si evincono ovviamente rilevanti risultati economici negativi tali da giustificare una ulteriore riduzione del personale avviata prima con la procedura di mobilità del 2013 e successivamente con i 3 licenziamenti individuali a fine settembre 2014, anno questo in cui si sarebbe verificata un'inversione positiva dell'andamento del mercato automobilistico italiano (già evidenziata nel secondo semestre 2013) e proseguita nel 2015. Inoltre l'azienda non avrebbe mai chiarito, sia per i licenziamenti collettivi che individuali, quale fosse il suo progetto riorganizzativo ipotizzato a fronte di tali licenziamenti, ma ha solo soppresso posizioni che successivamente ha di nuovo ricoperto;
    5) nella procedura di apertura del 2013 Mercedes-Benz Italia dichiarerebbe che sarebbero state adottate le misure per ridurre i costi quali ad esempio, blocco degli straordinari e delle consulenze. Ciò è un'anomalia, poiché la predetta misura avrebbe comportato sicuramente un aumento di utilizzo della banca delle ore; così come sarebbero aumentati, contrariamente a quanto sostiene la Mercedes-Benz Italia nella lettera di accordo mobilità, le spese di consulenza; infatti, come si evince nel bilancio allegato dai denuncianti al citato esposto, i costi della consulenza risultano essere: euro 16.716.000 nel 2013 rispetto agli 11.756.000 euro del 2012;
    6) secondo i firmatari dell'esposto in parola, nella dichiarazione dello stato di crisi effettuata nel 2013, la Mercedes Benz Italia prenderebbe come punto di riferimento il fatturato raggiunto nell'anno 2007; tuttavia – precisano i lavoratori – denuncianti – andrebbe precisato che, «all'interno di questo fatturato l'azienda avrebbe incluso volutamente ma erroneamente i risultati economici raggiunti con la distribuzione del marchio Chrysler (si noti che l'azienda allora si chiamava DaimlerChrysler Italia !)». Il rilievo consisterebbe, ad avviso dei lavoratori in parola, nel fatto che avendo Mercedes Benz Italia già attuato le due procedure di mobilità nel 2009 e nel 2010 e inserendo nuovo ulteriore personale nel corso dei suddetti anni e seguenti, l'azienda medesima non potrebbe e non dovrebbe considerare valido l'anno 2007, come inizio del risultato economico massimo raggiunto;
   a partire da giugno 2009 e poi nel marzo 2010, Mercedes Benz Italia ha avviato due distinte procedure di riduzione del personale, ai sensi della legge n. 223 del 1991 e della legge n. 236 del 1993;
   in forte contraddizione con le criticità economiche e organizzative formalizzate già a partire dal 2009 anno della prima mobilità e per gli anni successivi compreso il 2013, la Mercedes-Benz Italia avrebbe stipulato in tutti questi anni contratti di assunzione di nuove risorse oltre a lavoratori con contratto di somministrazione consolidando l'utilizzo di stager. Ciò, secondo i denuncianti, sarebbe verificabile (chiaramente solo per il personale a libro paga e non per i lavoratori a somministrazione (interinali) o stager) analizzando i soli dati di bilancio di Mercedes-Benz Italia di questi ultimi 5 anni e cioè dal 2009 al 2013; relativamente al personale in organico e ai dati comunicati per avviare le tre procedure di mobilità, si evidenzia che, pur dichiarando in modo ufficiale, una grande quantità di posizioni in esubero per crisi aziendale attraverso le tre mobilità, Mercedes Benz Italia avrebbe continuato ad assumere nuovi lavoratori. Complessivamente, durante il periodo 2009/2013, mentre l'azienda in parola dichiara crisi, secondo i lavoratori firmatari dell'esposto alla procura della Repubblica di Roma, essa scarica sulla collettività il costo dei 130 lavoratori usciti – su 276 richiesti – assumendo (facendo un calcolo) 69 nuovi lavoratori e scaricando di fatto i costi dei lavoratori messi in mobilità sulla collettività. Tale costo complessivo, secondo i calcoli effettuati velocemente dai denuncianti in parola, raggiungerebbe ben oltre 2 milioni di euro in indennità di disoccupazione;
   di seguito il dettaglio riepilogativo degli eventi:
    anno 2009, nel mese di giugno, viene aperta la prima procedura di mobilità volontaria: usciti 43 lavoratori su 110 richiesti;
    anno 2010, nel mese di marzo, viene aperta una seconda procedura di mobilità volontaria: usciti 32 lavoratori su 94 richiesti;
    anno 2009-2013 sono assunti 69 nuovi lavoratori;
    anno 2013, nel mese di settembre, viene aperta una terza procedura di mobilità «definita non volontaria»: sono usciti 55 lavoratori, a fronte di 72 posizioni richieste di cui 5 lavoratori ricollocati volontariamente dalla Mercedes Benz Italia. La «non volontarietà» sarebbe stata determinata dall'individuazione di circa 40 persone titolari della posizione richiesta;
   i firmatari dell'esposto in parola hanno altresì evidenziato che, mentre le prime due mobilità volontarie riferite agli anni 2009 e 2010, non avrebbero creato particolari problemi ai lavoratori usciti in modo volontario, la terza mobilità del 2013, invece, li avrebbe visti coinvolti a sottoscrivere una liberatoria (simile a quella utilizzata per i lavoratori usciti della mobilità 2009 e 2010) ma con la manifesta minaccia di licenziamenti individuali in applicazione della riforma Fornero;
   il personale uscito dalla suddetta ultima mobilità (persone lontane dalla pensione anche se con molti anni di anzianità di servizio e familiari a carico) sarebbe stato condizionato da tale spettro e dal rischio di un successivo licenziamento a seguito di presunta crisi economica e da possibili riorganizzazioni aziendali che avrebbero previsto la soppressione del loro settore di appartenenza e/o della cancellazione della propria posizione, dovuta anche a parcellizzazioni di attività verso altri colleghi e tutto ciò li ha influenzati pesantemente nel firmare la liberatoria. Tale timore si sarebbe concretizzato in pieno quando, a settembre 2014, tre lavoratori della Mercedes-Benz Italia sarebbero stati licenziati per le motivazioni su esposte, in ottemperanza alla «riforma Fornero». Su tale punto si è infatti espressa anche la Filcams CGIL prot. n. 2029 del 13 ottobre 2014 condannando tale comportamento;
   ad avviso dei firmatari dell'esposto in parola, la Mercedes Benz Italia in contraddizione con le criticità economico e organizzative formalizzate, traccerebbe un profilo politico gestionale del datore di lavoro della azienda stessa e del suo diretto management non conforme al rispetto delle leggi vigenti già all'avvio della procedura di mobilità dell'11 settembre 2013 in quanto:
    a) sarebbero stati a conoscenza dei reali dati di mercato e di performance omettendo alle rappresentanze sindacali di partecipare alla trattativa con piena consapevolezza di ogni rilevante dato per una obiettiva insufficienza e/o reticenza di tale iniziale comunicazione, negando alle stesse una adeguata e corretta informazione. Tutta la trattativa sindacale avrebbe sofferto di un iniziale « deficit» informativo in lesione di quella esigenza di oggettiva trasparenza del processo decisionale del datore di lavoro della Mercedes Benz Italia, il quale intimando i licenziamenti avrebbe violato palesemente le norme procedurali di cui alla legge n. 223 del 1991. La comunicazione FILCAMS CGIL e Agenquadri prot. 8107/U del 10 dicembre 2013, evidenzia alcuni fatti davvero incresciosi, di cui sarebbe stato testimone il rappresentante sindacale unitario nonché anche rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, concernenti atti di pressione ed intimidazione effettuati durante tutto il periodo di mobilità dai superiori gerarchici della Mercedes-Benz Italia, sia nei confronti dei lavoratori individuati nella lista di mobilità, sia nei confronti della sua diretta persona, tanto da indurlo a non firmare l'accordo sindacale del 24 ottobre 2013 per poi essere licenziato a dicembre del 2013;
    b) non avrebbe presentato un contenuto conforme e trasparente alle prescrizioni di cui all'articolo 4, comma 3, della legge n. 223 del 1991, secondo cui devono essere indicati i motivi tecnici organizzativi e produttivi per i quali si ritiene di non poter adottare misure idonee a porre rimedio a detta situazione di crisi, ed evitare la dichiarazione di mobilità, le eventuali misure programmate per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale, dell'attuazione del medesimo programma, le comunicazioni di dati completi ed esatti e l'adozione dei criteri previsti dall'articolo 5 della legge sui criteri di scelta dei lavoratori (sentenza n. 7490 del 14 aprile 2005). Inoltre, nel numero fornito dall'azienda di 610 persone inserite nella lista dei profili professionali comparirebbero figure a tempo determinato. In tal caso, appare paradossale che l'azienda nel comunicare le 72 posizioni in esubero rispetto alle 610, non abbia eliminato in primis le posizioni a tempo determinato;
   nel caso di specie, la redazione del verbale di accordo sindacale, non assumerebbe rilievo al fine della completezza della comunicazione preventiva, qualora non fosse sanata dal successivo accordo sindacale intervenuto riguardo al licenziamento collettivo. Tale eventualità trova riscontro nella sentenza n. 5582 del 6 aprile 2012 e successivamente n. 7490 del 14 aprile 2015 della Corte di Cassazione; a tale proposito è stato presentato un ricorso da parte di alcuni dei licenziati contro l'azienda per omissione di dati economici e per mancanza di buona fede e trasparenza durante la trattativa dell'accordo sindacale (iniziativa condivisa con la Filcams CGIL Roma – Lazio);
   secondo le dichiarazioni sottoscritte dai lavoratori, firmatari del citato esposto, nessuna persona facente parte della lista dei mobilitati 2013 sarebbe stata ad oggi contattata dall'ufficio preposto al collocamento e dall'azienda per essere inserito nell'organico aziendale sebbene:
    a) subito dopo la procedura di mobilità e durante tutto l'anno 2014 MBI pare abbia inserito nuovo personale per posizioni vacanti, per attività straordinarie e inserito nuovamente personale in posizioni che avevano dichiarato in esubero;
    b) a fine giugno 2015 MBI abbia pubblicato una inserzione sul sito Lavoro24.it riportante il seguente titolo: «Mercedes-Benz assume nuovo personale anche senza esperienza». L'inserzione sembra rivolgersi per lo più a persone senza alcuna esperienza, ma anche come dice il testo pubblicato «a professionisti esperti» dunque con esperienza pregressa nei ruoli. L'annuncio scadeva il 7 agosto 2015 ma dopo un contatto avuto con uno dei mobilitati, che chiedeva all'azienda spiegazioni in merito a come mai non fosse stato contattato (in quanto appartenente ad una lista di mobilità), l'inserzione – secondo i firmatari dell'esposto in parola – sarebbe stata «inspiegabilmente» ritirata;
    c) per tutti gli anni 2013, 2014, 2015 fossero presenti bandi interni aziendali per ricollocarsi –:
   a fronte dei dati evidenziati dai lavoratori coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo ed individuale e allegati al citato esposto volto a richiedere la verifica di eventuali profili di illiceità se si intendano assumere iniziative per quanto di competenza volte a determinare se la Mercedes-Benz Italia s.p.a. abbia correttamente applicato le norme nazionali vigenti in materia di fiscalità, mobilità e ammortizzatori sociali, anche al fine di escludere che per il loro tramite la Mercedes-Benz Italia abbia cercato di ottenere vantaggi a danno della collettività;
   nel caso, quali iniziative intendano intraprendere per tutelare i lavoratori licenziati, molti dei quali di età superiore ai 55 anni, non iscritti alle liste di mobilità istituite presso i centri per l'impiego, non possono usufruire della nuova e più favorevole prestazione – istituita dall'articolo 1 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, in sostituzione delle precedenti indennità «ASpI», che i predetti soggetti hanno potuto utilizzare solo per la durata di un anno. (4-11887)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento

crisi monetaria

licenziamento collettivo