ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11779

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 554 del 25/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 25/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11779
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Lunedì 25 gennaio 2016, seduta n. 554

   SEGONI, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI, PASTORINO e TURCO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   da fonti stampa si apprende che «Tra i 28 Paesi dell'Unione europea l'Italia è quello con il più alto numero di morti premature rispetto alla normale aspettativa di vita a causa dell'inquinamento dell'aria». Un rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea) attesta che la Penisola nel solo 2012 ha registrato 84.400 decessi causati dall'inquinamento atmosferico, su un totale di 491 mila a livello dell'Unione europea. Secondo l'Aea, è questo tipo di inquinamento ad essere il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa;
   il decreto legislativo n. 152 del 2006 (meglio noto come «codice ambientale») entrato in vigore dieci anni fa, all'articolo 273 – recependo una direttiva europea – pone dei limiti precisi alle emissioni dei «grandi impianti di combustione» (centrali di produzione dell'energia con una capacità superiore ai 50 megawatt), responsabili principali delle emissioni degli agenti inquinanti dell'atmosfera. In base alla norma tali impianti entro il 1o gennaio del 2016 avrebbero dovuto adeguare gli impianti alle prescrizioni imposte dal codice ambientale rispettando i limiti di emissione;
   il 23 dicembre 2015, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge n. 210 (Milleproroghe 2016), che tra le altre cose, di fatto ha prorogato fino al 1o gennaio 2017 il termine per l'adeguamento dei livelli emissivi, per i grandi impianti di combustibili. La norma recita «Il termine del 1o gennaio 2016, di cui al comma 3, è prorogato al 1o gennaio 2017 per i grandi impianti di combustione per i quali sono state regolarmente presentate istanze di deroga ai sensi dei commi 4 o 5. Sino alla definitiva pronuncia dell'Autorità Competente in merito all'istanza, e comunque non oltre il 1o gennaio 2017, le relative autorizzazioni continuano a costituire titolo all'esercizio a condizione che il gestore rispetti anche le condizioni aggiuntive indicate nelle istanze di deroga». Il «codice dell'ambiente» pur concedendo alle grandi centrali un paio d'anni per mettersi in regola, individuava una serie di deroghe, che andavano concertate con «l'autorità competente», ossia l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Nello specifico il decreto «Milleproroghe», in attesa che Ispra decida sui livelli di emissioni di queste grandi centrali – vuoi per ritardi suoi, vuoi per incompletezza della documentazione allegata – concede la deroga di un anno a tutti gli impianti che ne hanno fatto richiesta entro il 31 dicembre, cioè un giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto e addirittura otto giorni dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri;
   da fonti stampa (Askanews, 30 dicembre 2015) si apprende che «Per la mancata riduzione dello smog, e in particolare delle polveri sottili nelle maggiori città italiane, la Commissione europea è pronta a passare alla seconda fase della procedura d'infrazione comunitaria (il «parere motivato»), che potrebbe portare poi a un ricorso alla Corte europea di Giustizia, con la richiesta di condannare l'Italia a pagare una sanzione forfettaria da 1 miliardo di euro, più sanzioni pecuniarie aggiuntive proporzionali alla durata ulteriore delle violazioni alla direttiva sulla qualità dell'aria» –:
   se il Ministro interrogato, in quanto soggetto vigilante e responsabile dell'attività dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), non reputi doveroso attivarsi affinché l'ente delinei in maniera puntuale e dettagliata tali livelli di emissioni per le grandi centrali, e per tanto se sia in grado di stabilire entro quale data l'Istituto redigerà tali parametri;
   se il Ministro interrogato, in quanto soggetto istituzionale preposto alla salvaguardia e alla tutela ambientale, a fronte di quanto riportato in premessa, non reputi doveroso attivare le iniziative di competenza per garantire il rispetto dei limiti emissivi previsti dalla norma europea e nazionale, evitando il ricorso a pericolose deroghe;
   cosa intenda fare il Ministro interrogato, per quanto di competenza, alla luce di una possibile duplice messa in mora dell'Italia in relazione alle procedure di infrazione relative al mancato rispetto della direttiva 2008/50/CE. (4-11779)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violazione del diritto comunitario

inquinamento

agente inquinante dell'atmosfera