ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11745

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: L'ABBATE GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11745
presentato da
L'ABBATE Giuseppe
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   L'ABBATE, GAGNARLI, GALLINELLA, PARENTELA, DE ROSA e SCAGLIUSI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   con decreto n. 176 a firma del Ministro dello sviluppo economico, datato 22 dicembre 2015, è stato conferito il permesso B.R 274 EL alla società Petroceltic Italia Srl per le ricerche petrolifere dinanzi le isole Tremiti, in Puglia, nello specchio marino tra Vasto (CH) e l'area marina protetta delle Diomedee. La società irlandese pagherà allo Stato italiano la cifra di euro 5,16 per chilometro quadrato, per un totale di 1.928.292 euro l'anno;
   ai dubbi sull'antieconomicità e mancata convenienza, anche sul piano energetico, di tali permessi per la ricerca di idrocarburi espressi da scienziati e ambientalisti, si somma una situazione economico-patrimoniale che risulta a dir poco preoccupante, se non disastrosa, della società beneficiaria di questo permesso. Preme evidenziare;
   come dichiarato dal fisico Maria Rita D'Orsogna, docente presso la California University e da sempre al fianco della Rete «No Triv», prendendo come fonte testate quali il Financial Times, la «Petroceltic è assolutamente piegata in due, da debiti, azionisti senza scrupoli, accuse di frode e corruzione, crollo dei prezzi del petrolio e non sanno più dove andare a parare. Hanno debiti per 200 milioni di dollari che non sono riusciti a ripagare. Il 23 dicembre 2015, il giorno dopo la firma dei nostri decreti ministeriali, ha iniziato a cercare potenziali acquirenti. La liquidità finirà entro gennaio 2016. Un'impresa sul lastrico che sta quasi per fallire. Perché le abbiamo affidato le isole Tremiti senza neanche indagare che fondi avessero, che o chi fossero?». Le banche che si occupano della messa in vendita della Petroceltic di Dublino sono la Bank of America, la Merrill Lynch e la Davy Corporate Finance, che stanno vagliando tutte le opzioni: la vendita in toto delle varie concessioni al miglior offerente, la fusione con altre ditte, o anche l'infusione di capitale con altri debiti e offerte pubbliche. Il valore delle azioni nel solo 2015 è crollato del 77 per cento;
   il fisico D'Orsogna ha, inoltre, ricostruito la genesi dell'attuale precaria situazione economico-patrimoniale della Petroceltic. Il principale investitore della società irlandese, con il 29 per cento delle azioni, è la Worldview Capital Management che si occupa di hedge funds ed è guidata da Angelo Moskov. A febbraio 2015, la Petroceltic, a causa dei troppi debiti, decide di vendere obbligazioni per 175 milioni di dollari, usando come collaterale Ain Tsila, un campo di gas in Algeria e forse il suo progetto più ambizioso. Moskov si oppose, ritenendo che questa operazione avrebbe lasciato gli azionisti con guadagni irrisori. La Petroceltic, dunque, rinunciò ma ciò portò le azioni ad un ulteriore crollo. La Worldview denunciò la Petroceltic in tribunali d'Irlanda e d'Inghilterra per errori nelle revisioni interne: la causa è tuttora in corso. Il 20 agosto 2015, la Worldview accusa la società irlandese di frode e di corruzione (creazione di schemi per defraudare la compagnia dall'interno, fatture gonfiate a Ain Tsila in Algeria). La Petroceltic risponde accusando il suo principale investitore di una campagna di denigrazione e di sottrarsi al dialogo. Il 17 settembre 2015, poi, la Worldview accusa ancora la Petroceltic di irregolarità in Bulgaria: dirigenti di medio livello avrebbero creato anche qui canali per il trasferimento illegale di fondi della compagnia in mano di terzi, tramite sussidiarie egiziane, bulgare e lussemburghesi. Il 23 dicembre 2015, infine, la Petroceltic a corto di liquidità viene posta in vendita;
   le numerose e seguitissime manifestazioni cittadine anti-trivellazioni degli ultimi anni hanno spinto i rappresentanti dei consigli regionali di dieci regioni costiere italiane (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) a depositare in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa e sul territorio. Nei quesiti si chiede l'abrogazione di un articolo del cosiddetto decreto «Sblocca Italia» e di cinque articoli del cosiddetto «decreto Sviluppo». Viste le modifiche intervenute durante l'approvazione della legge di Stabilità 2016, la Corte costituzionale ha espresso il proprio giudizio definitivo in data 19 gennaio 2016, ammettendo l'unico dei sei quesiti referendari contro le trivelle e le ricerche in mare degli idrocarburi, ammesso dalla Cassazione. L'aver tolto il piano delle aree continua a rimanere, a parere degli interroganti, fatto assai grave in quanto esacerba l'inadempienza da parte dello Stato italiano della mancanza di una valutazione aziendale strategica che sarebbe necessaria secondo la normativa comunitaria per pianificare plurimi interventi su aree così vaste –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
   se i Ministri interrogati ritengano opportuno concedere permessi di ricerca di idrocarburi ad imprese su cui vi siano così tante ombre sia sulla solidità economico-finanziaria, sia sulla serietà societaria, stante il fatto che il requisito della capacità finanziaria è centrale nella valutazione delle istanze secondo le normative in vigore nel diritto minerario;
   se i Ministri interrogati non intendano assumere iniziative normative, per quanto di competenza, per evitare il verificarsi di ulteriori situazioni di questo genere;
   se, una volta verificata la situazione economico-patrimoniale della Petroceltic Italia Srl, i Ministri interrogati non intendano revocare il permesso concesso.
(4-11745)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

fusione d'imprese

debito

abrogazione