ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11742

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 20/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/01/2016
Stato iter:
15/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/09/2016
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/09/2016

CONCLUSO IL 15/09/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11742
presentato da
CATANOSO Basilio
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   CATANOSO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   come ha riportato il settimanale Panorama nel numero del 16 dicembre 2015, Don Luigi Ciotti, fondatore dell'Associazione antimafia «Libera», ha espulso dalla stessa Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, dopo ed a causa della denuncia pubblica compiuta dallo stesso La Torre nel corso dell'assemblea dell'associazione svoltasi ad Assisi il 7 novembre;
   nel corso del suo intervento all'assemblea di Assisi, Franco La Torre ha denunciato assenza di democrazia nell'associazione Libera, rendite prodotte dall'antimafia ed abusi nella gestione dei beni confiscati alla mafia;
   le parole di Franco La Torre, come riporta il settimanale Panorama, sono «crepe che segnano la fragilità di un monumento finora inviolabile» e non possono essere sottaciute o minimizzate da coloro che hanno l'obbligo ed il dovere di controllare che gli esiti della lotta alla mafia possano essere usurpati da soggetti a loro volta accusati di condotte illecite o, nella migliore delle ipotesi, dalle dubbie capacità gestionali;
   i numeri dell'Associazione «Libera», almeno quelli riportati da Franco La Torre e dal settimanale Panorama descrivono in maniera eloquente e fuori da ogni dubbio la forza economica, sociale e politica dell'Associazione: 1.600 cooperative associate, 1.400 ettari di terreni confiscati e gestiti dalle varie cooperative/associazioni di riferimento, un fatturato dichiarato di 6 milioni di euro e 126 impiegati;
   questi numeri e gli scandali che hanno da poco coinvolto la procura della Repubblica di Palermo con il giudice Saguto sospeso dal servizio per lo scandalo della gestione dei beni sequestrati alla mafia, gestione che la stessa Saguto ha affidato ad esponenti dell'associazione «Libera», come da lei stessa riferito, devono far riflettere e far puntare i riflettori degli organismi di vigilanza ministeriale su tali soggetti;
   a giudizio dell'interrogante occorre una seria attività di monitoraggio da parte dei Ministeri interrogati nei confronti di questo mondo associativo che, nella propria base animato dalle migliori intenzioni, può nascondere attività illegali e malversazioni come anche solo una cattiva gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata –:
   quali iniziative di competenza intendano adottare i Ministri interrogati in relazione alle problematiche esposte in premessa. (4-11742)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 settembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 673
4-11742
presentata da
CATANOSO Basilio

  Risposta. — Nell'interrogazione in esame l'interrogante onorevole fa riferimento all'associazione antimafia Libera e alla sua forza economica, sociale e politica, legata alla gestione dei beni confiscati alla mafia, chiedendo al Ministero dell'interno di mettere in atto una seria attività di monitoraggio volta ad accertare l'esistenza di eventuali abusi o attività illegali e malversazioni all'interno di questo mondo associativo.
  Al riguardo occorre innanzitutto precisare che, ai sensi dell'articolo 48 del codice antimafia, i beni immobili (edifici e terreni) confiscati alla criminalità organizzata sono destinati esclusivamente agli enti pubblici.
  Lo Stato può utilizzarli quali sedi per uffici e quali strutture ove svolgere, sempre attraverso i suoi uffici, attività di natura pubblica.
  Le regioni, le province e i comuni possono utilizzare i beni loro assegnati sia per avvalersene direttamente come fa lo Stato, sia per darli in uso gratuito ad enti o associazioni del privato sociale sulla base di un'apposita convenzione, sia infine per perseguire finalità di lucro, con l'obbligo – in quest'ultimo caso – di reimpiegare i proventi esclusivamente per scopi sociali.
  Tanto premesso, si rappresenta che l'agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, al pari dei soggetti che in passato hanno gestito la restituzione dei beni confiscati alla società civile (agenzia del demanio, prefetture), non hanno mai trasferito all'associazione Libera, né ad alcuna delle cooperative ad essa collegate, la proprietà di edifici o terreni.
  D'altra parte, secondo quanto risulta alla predetta agenzia nazionale, all'associazione Libera sono stati dati in uso da enti pubblici territoriali in tutto sei beni immobili, tra i quali la sede di Roma in via IV Novembre.
  Quanto ai terreni, si rappresenta che essi sono stati talvolta concessi in uso gratuito – e mai in proprietà – a cooperative costituite con l'assistenza di Libera, d'intesa con gli enti pubblici territoriali assegnatari dei fondi agricoli, e composte soprattutto di giovani locali.
  Naturalmente la decisione di affidare i fondi agricoli a tali cooperative è stata assunta dagli enti proprietari e non dalla menzionata Agenzia.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

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