ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11741

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 551 del 20/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 20/01/2016
Stato iter:
15/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/09/2016
GIANNINI STEFANIA MINISTRO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 26/07/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/09/2016

CONCLUSO IL 15/09/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11741
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Mercoledì 20 gennaio 2016, seduta n. 551

   SORIAL. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 17 gennaio 2016 una bambina di 12 anni si è gettata dalla finestra della sua abitazione a Pordenone lasciando due lettere, una di scuse per il suo gesto rivolta ai genitori e una di accuse indirizzata ai compagni di scuola che avrebbero provocato il suo gesto estremo e ai quali avrebbe infatti rivolto la frase emblematica «Adesso sarete contenti»;
   la ragazzina è sopravvissuta all'impatto grazie alla tapparella aperta al piano di sotto che fortunatamente ha attutito il colpo, ma ha riportato fratture varie e lesioni alla colonna vertebrale che, all'inizio, hanno fatto temere conseguenze gravissime, anche se in serata i medici hanno poi potuto sciogliere la prognosi e confermato che guarirà;
   la gravissima decisione della ragazzina di tentare il suicidio non sarebbe frutto di un moto impulsivo, poiché, secondo la prima ricostruzione dei fatti, le due lettere sarebbero state scritte il 10 gennaio 2016, una settimana prima dell'evento, dopodiché la bambina sarebbe rimasta a casa per uno stato influenzale per tutta la settimana e avrebbe infine messo in atto il tragico gesto solo quando era ormai tempo del rientro a scuola, non sopportando di dover tornare in classe;
   già durante le prime fasi dei soccorsi, la piccola ha denunciato il suo disagio per i difficili rapporti con amici e coetanei della scuola dicendo «a scuola me lo dicevano: perché non ti uccidi ? Ucciditi», raccontando di queste vessazioni tanto al personale del 118, quanto alla mamma e pure agli agenti della polizia;
   gli agenti della polizia di Stato, insieme alla scientifica e alla polizia postale, stanno portando avanti le indagini sull'accaduto, anche attraverso l'analisi della messaggeria del telefono cellulare e del computer della ragazzina e alla sua attività nei social network;
   la procura dei minori di Trieste sentirà con audizioni protette sia lei, sia i suoi compagni di scuola per capire cosa sia realmente accaduto in una scuola dove sembra che nessuno abbia colto nemmeno un minimo segnale di allarme;
   secondo la dirigente della scuola media di Pordenone frequentata dalla ragazzina «Non c'era alcun segnale che lasciasse presagire quanto accaduto. Mai, né durante i consigli di classe, né in situazioni più informali era emerso disagio di alcun tipo, e men che meno episodi di presunto bullismo. I genitori di questa ragazzina e degli altri alunni non hanno mai accennato nulla a me o agli insegnanti. Insomma, un dramma che stava covando e di cui nessuno si era accorto ma non ci sono evidenze alla scuola che ci siano stati episodi particolari»;
   gli studiosi del fenomeno definiscono come bullismo tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente, definito «bullo» (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito come più debole, che diventa la vittima;
   caratteristiche tipiche del fenomeno, il cui nome deriva dalla parola inglese bullying, che significa «usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire», sono l'intenzionalità del comportamento aggressivo, che viene messo in atto volontariamente e consapevolmente, la sistematicità del comportamento che si ripete quindi nel tempo e l'asimmetria di potere tra le parti coinvolte, dovuta alla forza fisica, all'età o alla numerosità quando le aggressioni sono di gruppo;
   il bullismo non è dunque un singolo episodio di angheria tra studenti, ma il vero e proprio instaurarsi di una relazione decisamente asimmetrica nella forza e nella capacità di difesa, che, cronicizzandosi, crea dei ruoli definiti: la vittima e il persecutore;
   l'ultimo rapporto dell'Istat evidenzia che il fenomeno del bullismo, che è un malessere sociale fortemente diffuso, è in costante e preoccupante crescita: in Italia, un ragazzo su tre subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica e il 33 per cento è una vittima ricorrente di abusi –:
   se i Ministri interrogati siano al corrente del grave fatto esposto in premessa, tanto più preoccupante vista la giovane età della ragazzina che ha compiuto un gesto così disperato e radicale;
   se i Ministri interrogati non considerino necessario ed urgente assumere iniziative, per quanto di competenza per approfondire nei dettagli le dinamiche di quanto accaduto, anche nello spazio virtuale dei social network, e contribuire a chiarire, da un lato, per quale ragione nessuno, tra insegnanti, preside e genitori, abbia colto i segnali di questa tragedia in atto e, dall'altro, perché una ragazzina di 12 anni, disperata al punto di compiere un tale gesto, non abbia sentito di avere nessuna figura adulta di riferimento con la quale confidarsi e alla quale chiedere aiuto neppure nell'istituto scolastico che frequentava; 
   in che modo il Governo intenda attivarsi per arginare il fenomeno del bullismo, in decisa espansione e il danno sociale che ne deriva nel più breve tempo possibile;
   se il Governo non intenda attuare azioni e campagne di prevenzione, con particolare attenzione allo sviluppo di sistemi di monitoraggio efficaci, in grado di cogliere i primi segnali dell'instaurarsi di queste relazioni persecutorie. (4-11741)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 settembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 673
4-11741
presentata da
SORIAL Girgis Giorgio

  Risposta. — Con riferimento a quanto prospettato dall'interrogante, si rappresenta che al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dedica costante attenzione e numerose sono le iniziative di prevenzione attivate per contrastarne i possibili effetti.
  Difatti, per riconoscere i segnali precursori di comportamenti a rischio e fronteggiare atteggiamenti che sfociano in forme di discriminazione e di violenza, è necessario attivare strategie di intervento volte a prevenire conseguenze gravi non solo sul piano psicologico ma anche sul piano penale.
  Ne deriva che la formazione del personale scolastico tutto costituisce la leva strategica per implementare la qualità del sistema di istruzione e formazione attraverso l'offerta di strumenti e di metodologie per creare una rete sociale di tutela e di ripristino anche dei diritti lesi.
  Per queste ragioni il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca da quasi un decennio ha avviato iniziative di prevenzione e di contrasto al fenomeno con l'emanazione della decreto ministeriale n. 16 del 5 febbraio 2007 recante le «Linee di indirizzo generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo». Si è definita una serie di strumenti per le istituzioni scolastiche e le famiglie, tra i quali si ricordano:
   gli osservatori regionali permanenti sul bullismo, tesi a promuovere percorsi di educazione alla legalità all'interno delle scuole, tramite attività curricolari ed extracurricolari.
   il sito internet «www.smontailbullo.it», attivo fino al 2012, che ha fornito utili strumenti e suggerimenti per fronteggiare il fenomeno da un punto di vista psico-sociologico e culturale. I contenuti di detto sito sono poi confluiti nel progetto più ampio denominato «www.generazioniconnesse.it», realizzato per gli adolescenti come supporto per navigare in rete con sicurezza;
   il numero verde (800.66.96.96) riservato a genitori e studenti per la segnalazione di offese verbali, prepotenze fisiche e problemi di esclusione e di isolamento:
   l'indirizzo mail bullismo@istruzione.it che offre consulenza alle segnalazioni di casi che pervengono.

  Con le nuove «Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo» emanate il 13 aprile 2015, si è garantita continuità ai compiti precedentemente svolti dagli osservatori regionali e ora attribuiti ai Centri territoriali di supporto (CTS) – istituiti nell'ambito del progetto «Nuove Tecnologie e Disabilità» dagli uffici scolastici regionali in accordo con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e collocati a livello provinciale presso scuole polo – e alle loro ulteriori articolazioni territoriali.
  In particolare, le linee declinano una serie di azioni che forniscono al personale della scuola gli strumenti di tipo pedagogico e giuridico per riconoscere i segnali precursori dei comportamenti a rischio, prevenire e contrastare le nuove forme di prevaricazione e di violenza giovanile. La formazione degli insegnanti prevede un modello innovativo coerente con la normativa vigente in materia di ordinamenti e rispondente all'esigenza di adottare adeguate strategie preventive mirate a proteggere gli studenti da comportamenti devianti perpetrati attraverso il web. I percorsi formativi sono finalizzati all'acquisizione di competenze di natura psico-pedagogica per affrontare i casi di bullismo e di cyberbullismo e la gestione dei conflitti e di competenze connesse con le tecnologie e i mezzi informatici più utilizzati dagli studenti. Tra i diversi laboratori formativi vi è quello centrato sulle problematiche connesse con l'integrazione scolastica dei disabili e con i bisogni educativi speciali.
  Le linee forniscono, inoltre, indicazioni riguardo all'istituzione di un «Nucleo operativo» costituito da uno/due dirigenti tecnici e due/tre docenti referenti, utilizzati presso gli uffici scolastici regionali e gli ambiti territoriali, formati sulle problematiche relative alle nuove forme di devianza giovanile (bullismo, cyberbullismo, stalking e cyberstalking), in possesso delle competenze necessarie per sostenere concretamente le scuole in rete e i docenti attraverso interventi di consulenza e di formazione mirata, assicurando anche la raccolta e la diffusione di buone pratiche. Il nucleo operativo per il contrasto delle nuove forme di devianza giovanile, collabora con specifiche figure professionali già incardinate in altre strutture lavorative ed enti, quali: psicoterapeuti, rappresentanti del tribunale dei minori, neuropsichiatri, Polizia postale.
  Per governarne al meglio la trasformazione necessaria e supportare il nuovo assetto di processi previsti dalle «Linee di orientamento», relativo in particolare agli ulteriori nuovi compiti e funzioni attributi ai CTS, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha previsto per l'anno scolastico in corso l'erogazione di specifiche risorse finanziarie, pari ad un totale di 560.000,00 euro, attribuite ai CTS attraverso la concessione dei fondi previsti dal decreto ministeriale n. 435 del 16 giugno 2015 (articolo 14 commi 1 e 2).
  Anche nell'ambito della regione Friuli-Venezia Giulia, ove si è verificato l'episodio ricordato dall'interrogante, il fenomeno è costantemente seguito. A seguito dell'episodio verificatosi a Pordenone, difatti, la competente direzione generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con l'ufficio scolastico regionale e in collaborazione con Telefono azzurro, con la Polizia postale e con il dipartimento di scienza della formazione e psicologia dell'università di Firenze, ha predisposto un incontro formativo dedicato a tutti i docenti, studenti e genitori della scuola in questione.
  Più in generale, nell'anno 2012 un gruppo di lavoro costituito con rappresentanti degli uffici scolastici regionali per il Friuli-Venezia Giulia e del Veneto, delle università di Padova e di Udine e delle consulte studentesche, ha curato la stesura delle «Raccomandazioni per la prevenzione e la gestione del bullismo nelle scuole», un manuale di orientamento e supporto alle scuole.
  Sono inoltre a disposizione delle scuole e delle famiglie gli esiti di un importante e approfondito studio regionale effettuato sul campo (Il bullismo: dalla teoria alla ricerca, Vannini, 2012), frutto di una ricerca che ha interessato circa 2500 studenti ai quali sono state sottoposte domande sull'argomento.
  È tuttora in fase di svolgimento una particolare esperienza di contrasto al bullismo omofobico, progetto promosso nel 2013 dall'ufficio scolastico regionale e sostenuto dalla regione Friuli Venezia Giulia e dalle università, rivolto sia alla formazione di docenti e di operatori, sia all'intervento presso gli alunni della scuola secondaria di primo grado.
La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricercaStefania Giannini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

intervento militare

relazione

vittima