ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11652

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 547 del 14/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 14/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11652
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Giovedì 14 gennaio 2016, seduta n. 547

   PAGLIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   Lyondell Basell è una multinazionale operante nel settore della chimica in 14 Paesi con oltre 130.000 dipendenti, che ha chiuso il 2014 con utili per 8 miliardi di dollari, a fronte di un fatturato di 45 miliardi di dollari;
   in Italia ha attività a Milano, Brindisi e Ferrara;
   nel sito di Ferrara, in particolare, sono occupati 860 dipendenti, di cui il 45 per cento impegnati nello storico centro ricerche «G. Natta», che costituisce il nucleo principale di innovazione di prodotti e tecnologie sulle materie plastiche del gruppo;
   la dimensione e l'attività degli impianti e delle strutture di ricerca applicata presenti a Ferrara sono tali da risultare determinanti nel garantire all'intero insediamento multisocietario una elevata profittabilità per le imprese insediate;
   si sottolinea come lo stabilimento Basell costituisca inoltre uno snodo fondamentale della pipe-line al servizio dell'attività di distillazione della virgin nafta di Porto Marghera (il cosiddetto cracking) di Eni-Versalis, che rifornisce oltre a Ferrara, gli stabilimenti di Mantova e Ravenna;
   il sito di Ferrara vanta inoltre una lunga storia di sperimentazione di innovazioni organizzative e di gestione del mercato del lavoro, grazie ad un contesto di relazioni industriali avanzate e partecipative;
   nel 2013 si è resa possibile una impegnativa ristrutturazione aziendale, che ha portato al ridimensionamento delle attività e alla conseguente soppressione di 105 posizioni lavorative, dopo una dura vertenza conclusa anche grazie alla attiva partecipazione della Regione Emilia Romagna e alla riaffermazione del valore strategico del sito di Ferrara;
   dalla primavera 2015 in azienda è in corso una trattativa per il rinnovo del contratto integrativo di secondo livello, nella quale le organizzazioni sindacali chiedevano di affrontare anche il tema delle garanzie occupazionali per i lavoratori in caso di riorganizzazione aziendale;
   in data 10 dicembre 2015 l'azienda improvvisamente comunicava il licenziamento individuale per motivi economici di 2 lavoratrici, senza alcun preavviso alle organizzazioni sindacali e alla rappresentanza sindacale unitaria di stabilimento con le quali era in corso la trattativa;
   questo determinava un pesantissimo clima di tensione, l'interruzione della trattativa e la immediata proclamazione di sciopero, nonché una pronta presa di posizione molto critica verso la azienda dello stesso sindaco della Città di Ferrara;
   le iniziative di mobilitazione sindacale e la pressione delle istituzioni locali, producevano 5 giorni dopo il ritiro del provvedimento di licenziamento, la sottoscrizione di un verbale di incontro e la ricollocazione al lavoro delle due persone interessate:
   azienda e sindacati si impegnavano inoltre ad affrontare in sede di accordo integrativo il tema della rioccupabilità delle persone in caso di riorganizzazione;
   alla ripresa delle trattative, la direzione aziendale persisteva tuttavia nella indisponibilità a convenire su una clausola che scongiurasse il ripetersi, nelle forme e nei contenuti, dell'episodio delle due lavoratrici, producendo così un arretramento anche rispetto a quanto già previsto dall'integrativo precedente;
   in questo contesto e dopo due giorni di confronto intenso, si verificava in sede di trattativa sindacale un leggero contatto fisico fra un delegato e un rappresentante aziendale;
   Basell avviava quindi immediatamente un procedimento disciplinare a carico del rappresentante sindacale disponendone la sospensione cautelare, nonostante le organizzazioni sindacali nel tentativo di ridurre la tensione rimandassero lo sciopero già proclamato per quello stesso giorno;
   il 3 gennaio, nonostante la fortissima e immediata reazione di solidarietà da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, di tutte le organizzazioni sindacali della cittadinanza ferrarese e di rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali, la società procedeva al licenziamento del delegato;
   a nessuno è sfuggita la sproprozione fra il fatto posto alla base del licenziamento e il suo esito, tanto che nelle ore e giorni successivi si moltiplicavano le richieste a Basell di riconsiderare la sua decisione, chiaramente autoritaria e inedita nel suo rivolgersi a un rappresentante sindacale impegnato in una trattativa per il rinnovo del contratto, tanto da apparire persino intimidatoria;
   nei giorni successivi si indicono scioperi che riscontrano adesione totale da parte dei dipendenti e sono annunciate dalle organizzazioni sindacali ulteriori iniziative di mobilitazione, finalizzate ad ottenere il reintegro del delegato;
   l'azienda reagisce cercando di delegittimare la rappresentanza sindacale rivolgendosi direttamente ai lavoratori, forse dimenticando che le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie risalivano a meno di un anno prima, quando oltre l'80 per cento degli aventi diritto aveva partecipato al voto, facendo avere proprio al delegato licenziato il maggior numero di preferenze;
   non può sfuggire che tale situazione si inserisce in un contesto di ridefinizione della presenza stessa dell'industria chimica nel nostro Paese, attivata da ENI, società controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, con la decisione di cedere Versalis, e quindi dovrebbe essere interesse del Governo garantire continuità di investimenti e relazioni industriali ordinate, fondate sul diritto e non sull'arbitrio;
   sotto questo aspetto, e vista l'importanza di Basell, appare importante e necessaria l'apertura di un canale di dialogo diretto fra il Governo e l'azienda, finalizzato a ottenere il reintegro del delegato, come condizione per la riapertura di un sereno tavolo negoziale;
   si deve inoltre sapere che consentire il licenziamento di un rappresentante sindacale impegnato in una trattativa per un evento verificatosi nel corso della trattativa stessa, da parte di un gruppo industriale di primaria importanza, significherebbe determinare un precedente potenzialmente in grado di cambiare la storia delle relazioni sindacali nel nostro Paese, tanto più se questo avvenisse in assenza di un chiaro e univoco intervento del Governo –:
   se e come intenda intervenire, per quanto di competenza, affinché la direzione di Basell revochi un licenziamento ad avviso dell'interrogante oggettivamente autoritario e intimidatorio;
   se ritenga utile interessarsi, per quanto di competenza, anche alle intenzioni strategiche di presenza della società nel nostro Paese. (4-11652)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento

conservazione del posto di lavoro

sindacato