ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11604

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 545 del 12/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: CAPELLI ROBERTO
Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 12/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/01/2016
Stato iter:
21/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/03/2016
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/03/2016

CONCLUSO IL 21/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11604
presentato da
CAPELLI Roberto
testo di
Martedì 12 gennaio 2016, seduta n. 545

   CAPELLI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   l'11 marzo 2015 nel corso dello svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata n. 3-01347 presentata dal primo firmatario del presente atto il Ministro interrogato rispondeva favorevolmente rispetto alla richiesta di istituzione di un posto d'ispezione frontaliera per la regione Sardegna;
   una nota del direttore generale del Ministero della salute, dottor Silvio Borrello, il 19 novembre 2015 ha confermato l'istituzione di un posto d'ispezione frontaliera presso il porto di Cagliari per i controlli sulle carni provenienti dai Paesi fuori dall'Unione europea;
   i posti di ispezione frontaliera (PIF) sono uffici veterinari periferici del Ministero della salute riconosciuti ed abilitati, secondo procedure comunitarie, ad effettuare i controlli veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale e mangimi provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o in transito verso altri Paesi terzi con le modalità di cui alle direttive del Consiglio n. 97/78/CE e n. 91/496/CEE recepite rispettivamente con decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 80 e decreto legislativo 3 marzo 1993, n. 93, e al regolamento (CE) n. 882/2004;
   è apprezzabile l'impegno del Governo per far sì che anche la regione Sardegna possa finalmente avere gli opportuni controlli su molte merci che provenienti da Paesi lontani vengono spesso immesse nel mercato sardo senza adeguati accertamenti. Tali merci infatti, sia quelle alimentari, sia gli animali destinati alla macellazione o all'allevamento, necessitano infatti di controlli approfonditi e sofisticati. Il Pif, con valenza regionale, si occupa dei controlli sull'importazione ed esportazione dei prodotti di origine animale, e animali vivi destinati al consumo da parte dell'uomo e di prodotti di origine animale non destinati a consumo umano imballati e non;
   le procedure e le tipologie di controlli ai quali sono sottoposte le merci variano a seconda della loro origine e provenienza. Qualora, infatti, si tratti di merci provenienti da Paesi comunitari (o comunque di merci sdoganate), queste sono soggette a controlli a campione da parte dell'Uvac che, in collaborazione con le Asl, vigilano sulle movimentazioni intracomunitarie delle merci di, origine animale e di animali vivi, mentre quelle provenienti da Paesi terzi possono accedere al territorio comunitario attraverso i Pif, punti di accesso al mercato comunitario attraverso i quali avviene lo «sdoganamento» ad oggi i Pif in Italia sono localizzati, principalmente nell'area Nord del nostro Paese;
   nell'ultima edizione delle «Linee guida operative PIF», disponibile sul sito del Ministero della salute, si rileva, con riguardo alle procedure necessarie per il riconoscimento di un nuovo posto d'ispezione frontaliera, che l'istituzione di un nuovo Pif avviene con una procedura comunitaria e si conclude con l'inserimento della nuova struttura nell'elenco dei Pif europei, sottolineando, altresì, che «ai fini di un'opportuna valutazione della richiesta di abilitazione, devono essere fornite dettagliate informazioni riguardo ai presumibili flussi commerciali d'interesse veterinario che rendono necessaria l'apertura di un nuovo Pif e, in base a tali traffici, il tipo di abilitazione che si intende ottenere»;
   si fa presente al riguardo inoltre che, il reperimento delle informazioni relative ai flussi dei prodotti in esame è stato molto difficoltoso: sono state inoltrate dall'interpellante specifiche richieste all'Uvac, al Ministero dello sviluppo economico, al servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell'assessorato all'igiene e sanità della regione Sardegna, all'Agenzia delle dogane, all'Agenzia delle dogane e all'Istat. Tra queste solo l'Istat ha trasmesso le informazioni complete;
   le merci interessate infatti, una volta «sdoganate» (indipendentemente dal Pif attraverso il quale questa procedura avviene, che sia esso italiano o comunitario), possono circolare liberamente in ambito comunitario senza obbligo di ulteriori controlli e registrazioni. Sarebbe dunque da approfondire l'efficacia e l'efficienza dei diversi attori deputati al controllo stabilendo e specificando, nel merito, funzioni e responsabilità;
   si è potuto, quindi, avere un quadro attendibile della situazione, analizzando i dati forniti dall'Istat relativi trasporto marittimo delle merci. Dall'analisi di queste informazioni è emerso che il maggior flusso di merci (prodotti agricoli della caccia e della pesca, prodotti alimentari, animali vivi) si registra prevalentemente nei porti del nord Sardegna, e in particolare nel porto di Olbia; il Ministero della salute come detto in precedenza ha ritenuto di istituire il Pif nel porto di Cagliari;
   considerando che l'attività dei Pif viene svolta, in relazione alle esigenze geografiche e commerciali, presso aeroporti e porti in Italia e in tutto il territorio comunitario, quello istituito dal Ministero della salute a Cagliari sarebbe l'unico Pif per la regione –:
   quali siano stati i criteri che hanno portato alla decisione del Ministero della salute di istituzione del posto di ispezione frontaliera nel porto di Cagliari piuttosto che in altri porti della regione dove i flussi commerciali d'interesse veterinario risultano maggiori. (4-11604)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 21 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 594
4-11604
presentata da
CAPELLI Roberto

  Risposta. — L'attivazione della procedura per il riconoscimento, da parte della Commissione europea, del posto d'ispezione frontaliero (PIF) presso il porto di Cagliari è stata avviata su richiesta dell'autorità portuale di Cagliari.
  Il ruolo del Ministero della salute è stato, pertanto, quello di supportare, dal punto di vista tecnico-sanitario, l’iter per il riconoscimento presso la Commissione europea, assicurando la necessaria assistenza alle competenti autorità territoriali della Sardegna.
  Relativamente alla preoccupazione espressa nell'interrogazione in esame in merito ai controlli su animali e/o prodotti di origine animale importati da Paesi extra U.E. in Sardegna, appare opportuno ribadire che l'assenza (fino all'approvazione del PIF di Cagliari porto) di un PIF in Sardegna non ha in alcun modo determinato carenze nei controlli sulle merci importate da Paesi extra U.E.
  Gli animali e/o i prodotti di origine animale destinati al territorio della Sardegna, infatti, sono stati e sono sottoposti obbligatoriamente ai previsti controlli sanitari presso uno dei PIF di ingresso dell'Unione europea.
  In assenza di tali controlli, gli animali o i prodotti di origine animale non possono essere sdoganati per l'ingresso nel territorio dell'Unione europea.
  Per quanto riguarda il flusso di merci prevalente nei porti al nord della Sardegna (ad esempio Olbia), e la richiesta di indicare i criteri della scelta del Ministero della salute per l'istituzione del PIF nel porto di Cagliari, si fa presente che:
   1. questo Ministero non ha operato alcuna scelta in quanto, come precedentemente indicato, ha esclusivamente supportato una richiesta attivata dall'autorità portuale del porto di Cagliari, che si è fatta carico di tutti gli adempimenti progettuali, degli investimenti economici e delle garanzie sui traffici commerciali (in particolare, i trasbordi/transhipment), che giustificassero il riconoscimento del PIF;
   2. gli eventuali maggiori traffici nei porti del nord della Sardegna devono necessariamente riferirsi, almeno per quanto riguarda gli animali e i prodotti di origine animale, a movimentazioni intra Unione europea, che sono soggette ai controlli dell'ufficio veterinario per gli adempimenti comunitari della Sardegna, con sede a Sassari: è, infatti, vietata l'importazione di tali prodotti, in provenienza da Paesi extra U.E., attraverso un confine non sede di PIF;
  3. presso il porto di Olbia era presente un PIF riconosciuto dall'Unione europea fino al 2011, anno in cui il Ministero della salute ha dovuto comunicare alla Commissione europea la richiesta di chiusura del citato PIF, per assenza di traffici commerciali da Paesi extra U.E. di merci soggette a controllo veterinario; la chiusura del PIF di Olbia è stata sancita con «Decisione di esecuzione della Commissione del 1o luglio 2011 che modifica la decisione 2009/821/CE in relazione all'elenco dei posti d'ispezione frontalieri e delle unità veterinarie del sistema “TRACES”»;
  4. da tale data, nessuna richiesta è pervenuta, da parte della competente autorità portuale del porto di Olbia, o da parte di operatori locali interessati, per attivare nuovamente, presso la Commissione europea, l’iter per il riconoscimento del PIF.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

prodotto animale

ispezione veterinaria