ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11578

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 543 del 04/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 04/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/01/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11578
presentato da
PILI Mauro
testo di
Lunedì 4 gennaio 2016, seduta n. 543

   PILI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   le agenzie di stampa hanno riportato nei giorni scorsi l'intenzione del Governo di emanare un decreto relativo all'individuazione di un numero considerevole di nuovo inceneritori/termovalorizzatori da realizzarsi in diverse regioni italiane;
   tali inceneritori verrebbero di fatto imposti alle regioni con un provvedimento che appare all'interrogante pregiudizievole delle stesse competenze in capo alle regioni;
   tra le regioni indicate nel paventato decreto ci sarebbe anche la regione autonoma della Sardegna;
   tale eventualità comporterebbe, a giudizio dell'interrogante, non solo la violazione sostanziale delle prerogative autonomistiche ma anche di quelle ordinarie;
   un nuovo inceneritore in Sardegna potrebbe essere realizzato, secondo l'interrogante, solo con due ipotesi: regione complice o commissariata;
   il piano per gli inceneritori che si starebbe progettando a Palazzo Chigi si può attuare infatti, a giudizio dell'interrogante, solo se la regione è pienamente complice o se viene commissariata;
   le norme sono chiare e le competenze esplicite;
   l'articolo 196 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 «Norme in materia ambientale» assegna alla regione competenze dirette per la predisposizione, l'adozione e l'aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti e l'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, anche pericolosi, e l'autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti;
   se il Governo dovesse adottare un piano comprendente la Sardegna lo farebbe, secondo l'interrogante, in dispregio di tali norme e comunque con la palese complicità del governo regionale;
   in entrambi i casi si tratterebbe, per l'interrogante, di una gravissima lesione delle competenze regionali e soprattutto della presa d'atto di una giunta regionale incapace di difendere e gestire la propria autonomia regionale;
   è fin troppo evidente che in una simile decisione si innescano, secondo l'interrogante, profili di dubbia legittimità costituzionale sia per quanto riguarda la competenza delle regioni, sia per quanto riguarda quella esclusiva delle regioni a statuto speciale;
   è fin troppo evidente che il richiamo all'interesse nazionale, secondo l'interrogante, che il Presidente del Consiglio dei ministri vorrebbe anteporre, a giudizio dell'interrogante, anche sulla scelta di un inceneritore è solo l'anticamera di quella che appare all'interrogante una svolta autoritaria che mira a cancellare le regioni, e soprattutto quelle speciali, per accentrare il tutto sul livello statale, partendo dai rifiuti, passando per le ricerche petrolifere e arrivando allo stoccaggio dei rifiuti nucleari;
   quello preannunciato è un piano fin troppo chiaro a chi ha una visione complessiva dell'agire del Governo che, secondo l'interrogante, norma dopo norma, sta introducendo il principio della supremazia statale su ogni genere di scelta, imponendo un richiamo, che per l'interrogante risulta infondato e autoritario, al supremo interesse nazionale;
   con questo approccio si sta creando un vulnus devastante per la già flebile autonomia speciale della Sardegna;
   respingere questo progetto di nuovo inceneritore è un atto dovuto, secondo l'interrogante, per tre ragioni: per la competenza ambientale della regione, per l'impatto ambientale di un nuovo inceneritore nell'isola, per l'aggressione all'autonomia regionale attraverso la clausola dell'interesse preminente nazionale;
   se il Governo andrà avanti in questo piano, che a giudizio dell'interrogante appare scellerato e se la regione asseconderà tale deriva, occorrerà mettere in campo, secondo l'interrogante, un'opposizione dura e serrata senza mezzi termini per bloccare un inceneritore che appare all'interrogante una violazione del principio autonomistico senza precedenti;
   si tratterebbe, secondo l'interrogante, di un'operazione legata al circuito dei produttori di inceneritori e alla vasta lobby politica che sostiene tale processo;
   il popolo sardo non consentirà a nessuno una decisione di questa gravità;
   è inaccettabile, per l'interrogante, che si crei ad arte un interesse, l'ennesimo, di valenza nazionale da imporre sulla Sardegna –:
   se il Governo intenda realmente approvare un tale decreto;
   se abbia condiviso con la regione Sardegna tale ipotesi;
   su quali basi tecniche e giuridiche il Governo si accingerebbe di assumere iniziative normative in materia;
   se non intenda soprassedere al fine di rispettare il potere delle regioni di pianificare la gestione dei rifiuti e il loro smaltimento. (4-11578)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-11578
presentata da
PILI Mauro

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  L'articolo 35, comma 1 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, prevede che «Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con proprio decreto, individua a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale, con l'indicazione espressa della capacità di ciascun impianto, e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale. Gli impianti così individuati costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell'autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica».
  Sulla base di quanto sopra, lo schema di decreto, che verrà adottato in esito alla conclusione del procedimento di verifica di assoggettabilità a VAS ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 152 del 2006, rappresenta la concreta attuazione della normativa comunitaria in tema di gestione dei rifiuti, secondo i criteri sanciti dall'articolo 4 della direttiva quadro (2008/98/CE), con il principale obiettivo di ridurre al minimo le forme di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e assimilati.
  L'obiettivo del legislatore è quello di individuare a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati ed, al contempo, fissare il fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di impianti di incenerimento con recupero di rifiuti urbani e assimilati.
  Il procedimento di individuazione del fabbisogno residuo di incenerimento è stato condotto tenendo in specifica considerazione ogni singola pianificazione regionale vigente, nonché tutti i dati aggiornati specificamente forniti dalle regioni nel corso delle riunioni a livello tecnico e politico della Conferenza Stato-regioni, in ordine agli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti in termini quantitativi e sull'ipotesi di raggiungimento dell'obiettivo minimo di raccolta differenziata, pari al 65 per cento in tutte le regioni. Gli impianti, costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale e realizzano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantendo la sicurezza nazionale nell'autosufficienza del ciclo di gestione integrato dei rifiuti, così come richiesto dall'articolo 16 della direttiva 2008/98/CE.
  Per quanto attiene il criterio del riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale, l'individuazione delle regioni all'interno delle quali localizzare gli impianti è effettuata sul presupposto che ciascuna macroarea (Nord, Centro, Sud, Sicilia, Sardegna) debba rendersi tendenzialmente autosufficiente nel complessivo ciclo di produzione e gestione dei rifiuti, ivi compresa, naturalmente, l'attività di incenerimento dei rifiuti stessi. L'individuazione del fabbisogno è stata formulata in totale aderenza con i principi della normativa nazionale ed europea, con l'obiettivo inderogabile di creare una rete integrata di impianti che assumono valore strategico ambientale.
  Si fa presente, inoltre, che l'individuazione della capacità attuale di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati in esercizio o autorizzati è stata effettuata sulla scorta dei dati forniti dall'Istituto superiore per la protezione dell'ambiente (ISPRA) e da FederAmbiente. I dati sono stati successivamente aggiornati sulla base delle indicazioni fornite dalle regioni e dalle province autonome e dai gestori degli impianti all'esito delle riunioni tecniche tenutesi presso la segreteria della Conferenza Stato-regioni il 20 marzo 2015 ed il 9 settembre 2015.
  La Conferenza Stato-regioni nella seduta del 20 gennaio 2016 ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto ai sensi del citato articolo 35, comma 1 del decreto-legge n. 133 del 2014.
  La regione Sardegna, come già evidenziato, è stata considerata come macroarea a sé stante per le proprie caratteristiche insulari, pertanto, la stessa regione deve raggiungere l'autosufficienza nella gestione e trattamento dei propri rifiuti urbani e assimilati compreso l'incenerimento.
  Inoltre si evidenzia che, a norma dell'articolo 196 del decreto legislativo n. 152 del 2006, rimane incardinato in capo alle regioni il compito di declinare ulteriormente a livello territoriale le scelte strategiche che il Legislatore nazionale ha effettuato.
  La concreta realizzazione delle nuove infrastrutture di incenerimento sarà, pertanto, il risultato delle attività di verifica e di coordinamento a livello regionale, provinciale e locale svolte dalle regioni competenti in sede di aggiornamento degli strumenti di pianificazione esistenti.
  Alla luce delle informazioni esposte, questo Ministero continuerà a svolgere le valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione, nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri Enti istituzionali competenti.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

autonomia

incenerimento dei rifiuti

gestione dei rifiuti