ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11521

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 540 del 19/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: TIDEI MARIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
PIRAS MICHELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2015
QUARANTA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2015
RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2015
FARINA DANIELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2015
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
FOSSATI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
MINNUCCI EMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 19/12/2015
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
LAFORGIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2015
BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2015
ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
GALPERTI GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015
ROSSI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 19/12/2015
Stato iter:
19/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/02/2016
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/02/2016

CONCLUSO IL 19/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11521
presentato da
TIDEI Marietta
testo di
Sabato 19 dicembre 2015, seduta n. 540

   TIDEI, PIAZZONI, IACONO, ROSTELLATO, BRUNO BOSSIO, PIRAS, QUARANTA, RICCIATTI, DANIELE FARINA, MANFREDI, MANZI, ARLOTTI, FOSSATI, FRAGOMELI, MINNUCCI, CARELLA, BRIGNONE, CARNEVALI, LAFORGIA, GIUDITTA PINI, NICCHI, FRANCO BORDO, ZAN, PRINA, GALPERTI e PAOLO ROSSI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   con la risoluzione dell'Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo, oltre al regime internazionale speciale per la città di Gerusalemme;
   la suddetta risoluzione, nella parte II, ha definito i confini del futuro Stato arabo. All'interno di essi era presente la città di Hebron, una delle più importanti e grandi della Cisgiordania. Luogo di straordinaria valenza religiosa, essendo una delle quattro città sante del Talmud, la città santa di Hebron, tra le più antiche del mondo con singolari tradizioni storiche e culturali, è un luogo di pellegrinaggio per ebrei, cristiani e musulmani: qui è sepolto Abramo, il padre fondatore delle tre più importanti religioni monoteistiche;
   oltre al grandissimo significato religioso, Hebron ha una vivacità economica di non poco conto. Lo sviluppo delle attività economiche nella città legate al settore dell'agricoltura, della produzione di scarpe e pietre costituisce un elemento fondamentale per lo Stato palestinese, per la sua crescita economica, sociale ed occupazionale. Arrestare le opportunità di sviluppo significa arrestare il percorso politico verso la pace tra i due popoli;
   l'occupazione ebraica, nei territori palestinesi della Cisgiordania, ed in particolare nella città di Hebron ha avuto il suo momento iniziale a seguito del conflitto del 1967, meglio noto come la guerra dei sei giorni. Da allora gli insediamenti ebraici sono cresciuti in misura esponenziale e con essi è aumentata notevolmente la conflittualità tra coloni ebrei e residenti palestinesi;
   l'odio, la violenza e le aggressioni nella città di Hebron sono culminati con il massacro, nel 1994, di 29 cittadini palestinesi e con il ferimento di altri 60 da parte di un colono israeliano davanti alla Tomba dei patriarchi. Temendo operazioni di rappresaglia, il Governo israeliano ha adottato una serie di misure volte a proteggere i coloni, rafforzando così la presenza militare nella città. Intere aree limitrofe alle colonie sono state completamente interdette ai palestinesi. Importanti strade e il mercato ortofrutticolo, i principali centri di incontro e di commerci di Hebron, sono stati chiusi, e centinaia di commercianti palestinesi sono stati sfrattati. Quel massacro ha accentuato la presenza di cotoni all'interno della città vecchia e l'espulsione di palestinesi con l'impossibilità per quest'ultimi di viverci e lavorare rendendo la città vecchia di Herbon una città vuota, spenta;
   il massacro di Hebron ha determinato fratture a continui attriti tra israeliani e palestinesi con preoccupanti interruzioni al processo di pace. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione del 18 marzo 1994, n. 904, oltre a condannare fortemente l'atto di violenza e ad invitare il Governo israeliano, potenza occupante, a continuare ad adottare misure, tra cui il sequestro delle armi per evitare ulteriori atti di violenza sui civili palestinesi, ha chiesto l'adozione di misure necessarie per garantire la sicurezza e la protezione dei civili palestinesi nei territori occupati, tra cui la realizzazione, nella città di Hebron di una presenza temporanea internazionale, nel contesto del processo di pace;
   sulla scorta della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rappresentanti dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e il Governo israeliano hanno sottoscritto un accordo con il quale si stabiliva la realizzazione di una Temporary International Presence in Hebron (TIPH), con il mandato di assistere e promuovere la sicurezza, la stabilità e migliori condizioni di vita nella città di Hebron. L'Italia, la Norvegia e la Danimarca sono stati accettati dalle parti come osservatori. Tuttavia, la missione, iniziata l'8 maggio del 1994, è durata soltanto tre mesi e, a causa di divergenze e contrasti continui, le parti non sono riuscite a trovare un accordo per estendere la durata del mandato della missione. La presenza temporanea internazionale si è così ritirata da Hebron nell'agosto del 1994;
   il 28 settembre del 1995, nell'ambito del processo di pace, è stato firmato un accordo interinale sulla Cisgiordania (West Bank) e sulla Striscia di Gaza (Oslo II). L'Accordo prevede, oltre ad un ridispiegato delle forze militari israeliane nella città di Hebron, la realizzazione di una nuova presenza temporanea internazionale da stabilirsi sempre ad Hebron, come la precedente;
   nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l'accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron». La TIPH 2 è composta, oltre che dall'Italia, dalla Norvegia e dalla Danimarca, Paesi già chiamati a far parte della TIPH, anche dalla Turchia, dalla Svizzera e dalla Svezia;
   relativamente alla copertura di alcune spese, opportunamente individuate nell'Accordo, a carico dello Stato parte della missione, l'Italia, per restare all'anno corrente, con i due decreti-legge di proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni dalla legge 17 aprile 2015 n. 43; e decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 198 del 2015) ha autorizzato la spesa complessiva di 2.495.779 euro per il finanziamento dell'impiego del personale militare in attività di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi;
   il paragrafo 7 dell'accordo con il quale è stata istituita la TIPH 2, tuttora in vigore, prevede, inter alia, che ogni Paese parte della missione elabora relazioni sulla situazione quotidiana, con specifico riferimento al rispetto dei diritti umani. Sintesi delle suddette relazioni possono essere trasmesse ai Governi dei rispettivi Paesi partecipanti;
   ai sensi decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazione, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, riferisce alle Commissioni parlamentari competenti sulla situazione, i risultati e le prospettive delle attività relative agli impegni italiani, militari e civili, nell'ambito delle varie missioni sotto le varie egide: ONU, Unione europea, NATO ed internazionale;
   con riferimento alla missione oggetto del presente atto di sindacato ispettivo nelle relazioni, e segnatamente nella relazione di cui al Doc. LXXXII, n. 2, riferita all'anno 2013 e comunicata alla presidenza del Senato in data 30 gennaio 2015, come in quella di cui al Doc. LXX, n. 4 presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e predisposta congiuntamente con il Ministro della difesa, ai sensi dell'articolo 14, comma 1, della legge n. 231 del 2003, e trasmessa alla Presidenza della Camera in data 29 dicembre 2014 e riferita al periodo tra il 1o gennaio 2014 e il 30 giugno 2014, si procede con una descrizione della missione con riferimento esclusivo alla natura della stessa, agli obiettivi che essa si intende raggiungere, e all'impiego delle risorse nazionali impegnate. Nulla invece si dice circa la situazione nella città di Hebron, precipuamente sotto il profilo dei risultati raggiunti relativamente al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione palestinese residente, al rispetto dei diritti umani e civili, nonché alle prospettive di sviluppo socio-economico –:
   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno fornire dettagliati elementi in ordine alla missione TIPH2, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella città di Hebron.  (4-11521)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 febbraio 2016
nell'allegato B della seduta n. 573
4-11521
presentata da
TIDEI Marietta

  Risposta. — La situazione attuale a Hebron è, come noto, molto complessa e fonte di preoccupazione. La città è stata uno degli epicentri della rivolta palestinese. Da lì provenivano oltre 50 delle vittime della nuova ondata di violenza innescatasi nell'ottobre 2015 in Cisgiordania e nei territori israeliani, il cui bilancio si attesta finora a 178 morti, di cui 155 palestinesi e 23 israeliani. Ad Hebron inoltre sono presenti quattro insediamenti israeliani costituiti all'interno del centro cittadino, che ospitano circa 500 persone (a fronte di una popolazione palestinese che conta circa 160.000 abitanti). Un ulteriore insediamento si trova a Kyriat Arba, a ridosso del centro cittadino, a cui si aggiungono quelli del Blocco di Gush Etzion (circa 20), dove continuano ad avere luogo numerosi tentativi di accoltellamento nei confronti di civili e di militari israeliani.
  In questo quadro le autorità israeliane hanno intensificato i controlli presso i
check-point e adottato delle misure restrittive, limitando l'accesso ai luoghi di culto islamici e le modalità di accesso alle scuole della medina. La situazione è ulteriormente esacerbata dalla persistente crisi economica nella città. Assieme a Gerusalemme est, Hebron infatti presenta il più alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile.
  Anche alla luce della delicata situazione sul terreno, il Governo ha deciso di rinnovare la partecipazione italiana all'interno del contingente della «
Temporary International Presence in Hebron» (TIPH2), unica missione di osservazione internazionale nei Territori Occupati composta da personale proveniente, oltre che dall'Italia, da Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera e Turchia. Come noto, la missione è stata istituita a seguito degli accordi di Oslo tra l'OLP e Israele, che prevedevano il parziale ritiro dell'esercito israeliano da Hebron, divenendo formalmente operativa il 1o febbraio 1997. Il suo mandato è «assicurare la presenza di osservatori per contribuire al consolidamento del processo di pace nella regione mediorientale, infondendo sicurezza nei cittadini palestinesi residenti nella città di Hebron» (dal Memorandum d'Intesa sottoscritto dai Paesi partecipanti alla missione ad Oslo il 30 gennaio 1997) e la TIPH2 può operare indistintamente sia nell'area sotto controllo palestinese che in quella sotto controllo israeliano (l'80 per cento della Città di Hebron è affidata al controllo dell'Autorità Palestinese, il restante 20 per cento è sotto controllo dell'esercito israeliano). Ricordo che, con 13 unità, l'Italia fornisce alla missione il secondo contingente (su un totale di 65 unità) dopo la Norvegia, ed è titolare delle posizioni di vice-capo missione e capo divisione operazioni della forza (a rotazione semestrale con la Danimarca). Merita di essere sottolineato come il personale della missione non abbia compiti militari o di polizia, né possa condurre indagini, ma solo raccogliere informazioni aggiuntive per fornire relazioni più esaustive su quanto osservato. Non può peraltro interferire in caso di dispute o incidenti, ma solo riferire per iscritto in merito a quanto accaduto. I relativi rapporti, che hanno carattere riservato, sono inoltrati ai comitati congiunti israelo-palestinesi previsti dagli accordi del 1997, i quali sono competenti a renderne noto il contenuto e a darne seguito, nel caso fossero riscontrate violazioni degli accordi internazionali o dei diritti umani universalmente riconosciuti.
  Si evidenzia infine che, negli ultimi anni, alla luce del perdurante stallo del processo di pace, la missione ha esteso le proprie attività nel settore del
conflict management, includendo progressivamente iniziative di confidence building tra israeliani e palestinesi, in collaborazione con le espressioni della società civile locale, e piccole attività di cooperazione, volte al miglioramento delle condizioni di vita nella città vecchia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

risoluzione ONU

diritti umani