ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11474

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 16/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/12/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 31/12/2015
Stato iter:
24/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/07/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/10/2016

CONCLUSO IL 24/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11474
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Mercoledì 16 dicembre 2015, seduta n. 537

   ANDREA MAESTRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il 2 dicembre 2015 Cgil, Cisl, Uil, Libera, Legambiente, Associazione della Stampa e ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna, con una lettera aperta, hanno rivolto un appello al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia affinché vengano assunte le decisioni necessarie e stanziate le risorse per consentire lo svolgimento del processo «Aemilia», nel luogo preposto, la città di Reggio Emilia. Decisione fortemente sostenuta dai firmatari dell'appello;
   la scelta di mantenere la fase preliminare del processo in Emilia Romagna rappresenta uno sforzo straordinario per sostenere i costi previsti per lo svolgimento di un maxi-processo di mafia in questa regione;
   i firmatari dell'appello si sono costituiti come parte civile nel procedimento, insieme a numerose altre associazioni e istituzioni, con l'obiettivo di far emergere con determinazione la volontà di reagire della società emiliana-romagnola contro l'azione perpetrata dall'organizzazione «ndranghetista» che ha provato a mettere radici in questa regione e che ha prodotto effetti devastanti in numerosi settori economici e nella condizione di tantissime persone;
   chiunque abbia in questi anni messo in atto un'azione di contrasto alle mafie è stato in qualche modo colpito duramente;
   oggi però la volontà di reagire alle aggressioni subite da parte di un'intera regione è a rischio. Infatti, nelle scorse settimane, i difensori di diversi imputati hanno tentato di far spostare il processo in Calabria, trovando fortunatamente una ferma risposta di diniego da parte del giudice dell'udienza preliminare;
   è evidente che questa società e questa terra, così duramente aggredite dall'attività messa in atto dal sodalizio criminale, non possono vedere allontanarsi il luogo di svolgimento del processo dai «territori in cui sono state messe in atto le attività criminali di insediamento o di operatività del reato associativo di stampo mafioso»;
   si è di fronte ad «un'organizzazione criminale autonoma che dalla provincia di Reggio Emilia si irradia nel resto del nord-Italia con modalità specifiche e peculiari». Sarebbe paradossale l'allontanamento del processo da questi luoghi a causa di problemi di natura amministrativa;
   nell'aula, dove si celebrerà la giustizia in nome del popolo italiano, oltre agli imputati ed ai loro avvocati, è importate che sia garantita la presenza anche di quella parte di cittadini onesti che reagiscono ai sistemi mafiosi, a cominciare dai giovani delle scuole;
   con il suddetto appello, Cisl, Uil, Libera, Legambiente, Associazione della Stampa, ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna si uniscono alle richieste già avanzate nei giorni precedenti dalle Istituzioni e da tanti altri enti e associazioni affinché il processo «Aemilia» possa svolgersi a Reggio Emilia, e si aspettano, in particolare da parte dei Ministeri competenti e dal Governo nel suo insieme, il sostegno morale, civile e materiale al fine di mettere il tribunale e la città di Reggio Emilia nelle condizioni di esercitare in modo adeguato il diritto a veder svolgere in quel luogo il dibattimento, provvedendo agli allestimenti ed alle dotazioni di organico necessarie –:
   quali siano gli orientamenti del Governo in relazione alle richieste avanzate dagli enti e dalle associazioni di cui in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire il necessario supporto organizzativo, amministrativo e logistico per assicurare che il processo in questione possa svolgersi nella sede del giudice naturale come richiesto da Cisl, Uil, Libera, Legambiente, Associazione della stampa e Ordine dei giornalisti dell'Emilia. (4-11474)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 697
4-11474
presentata da
MAESTRI Andrea

  Risposta. — Mediante l'interrogazione in esame, l'interrogante evidenzia l'imponente impiego di risorse, umane e materiali, necessarie alla celebrazione del processo cosiddetto Aemilia.
  Chiede, pertanto, quali iniziative – sotto diversi e concorrenti profili – il Ministero della giustizia abbia assunto ed intenda assumere per garantire il regolare svolgimento della fase del dibattimento nella città di Reggio Emilia, sede in cui si radica la competenza territoriale.
  Come noto, le indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Bologna hanno ricostruito i tratti di una associazione per delinquere di tipo mafioso, di matrice calabrese ma delocalizzata stabilmente in Emilia Romagna, conducendo alla formalizzazione di oltre duecento contestazioni a carico di circa 240 imputati, molti dei quali sottoposti a misure cautelari.
  I risultati delle investigazioni, compendiati nelle sentenze di condanna già emesse dal giudice dell'udienza preliminare in seguito a richiesta di giudizio abbreviato e indicati nel decreto che dispone il giudizio, testimoniano – allo stato – lo straordinario impegno della magistratura e degli inquirenti nella ricostruzione di consessi qualificati, radicati fuori dei luoghi genetici delle più gravi forme di criminalità organizzata.
  La celebrazione del processo ha, di conseguenza, comportato l'esigenza di verificare dapprima l'utilizzabilità del palazzo di giustizia di Bologna, sede del tribunale distrettuale, per lo svolgimento dell'udienza preliminare e, successivamente, del tribunale di Reggio Emilia, competente per la successiva fase dibattimentale.
  Come noto, le competenze del Ministero della giustizia nell'individuazione di aule per la celebrazione dei processi che richiedano particolari modalità sono delineate dall'articolo 145-bis delle disposizioni di attuazione al codice di procedura penale. La norma prevede che «Nei procedimenti per taluno dei reati indicati nell'articolo 51, comma 3-bis, del codice, quando è necessario, per ragioni di sicurezza, utilizzare aule protette e queste non siano disponibili nella sede giudiziaria territorialmente competente, il Presidente della Corte d'appello, su proposta del Presidente del tribunale, individua l'aula protetta per il dibattimento nell'ambito del distretto. Qualora l'aula protetta non sia disponibile; nell'ambito del distretto, il Ministero della giustizia fornisce al Presidente della Corte d'appello nel cui distretto si trova il giudice competente l'indicazione dell'aula disponibile individuata nel distretto di corte d'appello più vicino».
  Quando ricorrano le condizioni previste dalla legge – celebrazione di processi per reati di cui all'articolo 51, comma 3-bis, codice di procedura penale, e ragioni di sicurezza – compete, pertanto, al presidente della corte d'appello, su proposta del presidente del tribunale, procedere all'individuazione di aule idonee. Solo laddove locali dotati dei necessari requisiti di sicurezza non siano disponibili nel distretto, il Ministero – su richiesta del presidente della corte d'appello – provvede ad indicare aule dotate delle richieste caratteristiche nel distretto viciniore.
  Per la celebrazione del processo Aemilia, nelle sue diverse fasi, non risulta pervenuta richiesta alcuna di esercizio delle prerogative previste dalla legge.
  Nondimeno, la competente articolazione del Ministero della giustizia è intervenuta a supporto degli uffici tanto per la celebrazione dell'udienza preliminare in Bologna, che per la successiva fase dibattimentale, attraverso l'assistenza dei tecnici ministeriali per verificare, di volta in volta, la praticabilità in concreto delle diverse ipotesi formulate dai capi degli uffici coinvolti.
  La celebrazione dell'udienza preliminare ha, difatti, richiesto la individuazione di locali idonei, in considerazione dell'imponente numero delle parti e dei difensori impegnati, nonché della partecipazione al processo a distanza di diversi imputati e delle connesse esigenze organizzative.
  In virtù delle intese raggiunte tra il presidente della regione Emilia Romagna ed i capi degli uffici è stato sperimentato un positivo modulo di interazione tra l'amministrazione centrale ed il territorio, che ha consentito l'adeguamento e l'allestimento di spazi fieristici garantendo, peraltro, l'utile reimpiego dei dispositivi messi a disposizione dal Ministero.
  L'udienza preliminare si è, pertanto, svolta nelle sede naturale di Bologna.
  Anche per quanto attiene alla celebrazione del dibattimento, e facendo seguito alle richieste avanzate dal procuratore della Repubblica e dal presidente del tribunale di Reggio Emilia, il Ministero della giustizia ha prestato attività di supporto per la verifica della idoneità delle aule del tribunale di Reggio Emilia, avviando le opportune interlocuzioni con gli uffici giudiziari e gli enti locali interessati.
  All'esito dei necessari approfondimenti e di incontri tecnici, svoltisi sul posto con l'amministrazione locale ed i capi degli uffici, la competente articolazione di questo Dicastero ha fornito il proprio assenso all'assunzione, da parte del comune di Reggio Emilia e con il contributo della regione Emilia Romagna, degli oneri di allestimento di un'aula speciale, assicurando l'esecuzione da parte dell'amministrazione delle attività riguardanti la multivideoconferenza e la videosorveglianza, in linea con le statuizioni del Procuratore generale presso la Corte d'appello di Bologna per quanto attiene agli aspetti relativi alla sicurezza.
  La direzione generale dei servizi informativi automatizzati ha, inoltre, fornito i dispositivi telematici ed elettronici utili a sostenere nel modo migliore la celebrazione del processo.
  Sono state, in tal modo, realizzate le condizioni perché anche il dibattimento potesse essere celebrato nella sede naturale di Reggio Emilia dove è, effettivamente, iniziato il 23 marzo 2016 ed è tuttora in corso, in locali resi funzionali e rispondenti ai necessari standard di sicurezza, secondo le statuizioni assunte dalla competente Conferenza permanente.
  Il Ministero ha, pertanto, profuso il massimo impegno per assicurare che il processo Aemilia potesse essere celebrato presso il tribunale di Reggio Emilia, nel rispetto tanto delle regole processuali che disciplinano la competenza per territorio, quanto delle esigenze più generali rappresentate dall'interrogante.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sindacato

lotta contro la criminalita'

ordine professionale