ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11382

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 535 del 03/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: FRUSONE LUCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/12/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/12/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 14/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11382
presentato da
FRUSONE Luca
testo di
Giovedì 3 dicembre 2015, seduta n. 535

   FRUSONE, MANLIO DI STEFANO, BASILIO, DI BATTISTA, CORDA, SPADONI, RIZZO, SCAGLIUSI, TOFALO, GRANDE, PAOLO BERNINI, DEL GROSSO e SIBILIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   il Ministro della difesa, senatrice Roberta Pinotti, in un'intervista rilasciata a Repubblica Tv del 1o dicembre 2015, ripresa poi da diverse agenzie di stampa, in merito alla vendita all'Arabia Saudita di bombe prodotte in Italia ha affermato «(...)ricordo che quelle bombe non sono italiane», sono di altri con fabbriche in Italia... e che tali ordigni sarebbero solo «transitati» dal nostro Paese;
   inoltre, il Ministro, in merito all'impiego di quelle bombe nella guerra che sta insanguinando lo Yemen, ha anche affermato che «lì c’è una coalizione della Lega Araba autorizzati dall'Onu,(...) non do un giudizio etico(...) ma dico che questo è stato fatto secondo le regole. (...) Non è però decisione dell'Italia, che ha solo autorizzato il transito (...) ed informato il Parlamento»;
   contrariamente a quanto affermato dal Ministro nella citata intervista, la società RWM Italia spa con sede a Ghedi (BS) e stabilimento in Domusnovas (CA) (ex SEI, Sarda Esplosivi Industriali) è di proprietà dell'azienda tedesca Rheinmetall, ma è una società italiana a tutti gli effetti (secondo quanto risulta da visure del registro delle imprese) e produce bombe, proiettili, spolette e mine; come si evince dalla relazione al Parlamento (Doc. LXVII n.2), presentata in base alla legge 185 del 1990 e riferita al 2013, tale società era tra le prime dieci società italiane esportatrici di armamenti con un volume di affari all'esportazione di 72.141.148 di euro pari al 3,36 per cento del totale italiano;
   nel 2013 risultano quattro autorizzazioni all'esportazione verso Paesi non identificati:
    a) 3650 bombe mk. 83 da 1000 libbre per un valore totale di 62.240.750 euro;
    b) 300 bombe mk. 83 inerti per euro 20.000;
    c) 568 bombe da 500 Ib per Paveway IV attive per 3.033.120 euro;
    d) 400 bombe da 500 Ib per Paveway IV vuote per 2.720.006 euro;
   si tratterebbe, dalle informazioni trapelate sulla stampa, dello stesso tipo di bombe che sarebbero partite nelle scorse settimane verso l'Arabia Saudita per cui è ragionevole ritenere che queste autorizzazioni si riferiscano proprio a queste armi. Il fatto che siano Paesi non identificati dimostra, ad avviso degli interroganti, che il Parlamento non è stato informato che quelle armi erano destinate all'Arabia Saudita;
   il Ministro, sempre nell'intervista a Repubblica TV, afferma tra l'altro: «Chi decide se si può vendere o meno ? Ci sono indicazioni dell'Onu oppure dell'Unione europea,» per quanto riguarda l'Arabia Saudita per la vendita di bombe;
   in merito alle indicazioni dell'Onu e dell'Unione europea si fa notare:
    a) dall'inizio del conflitto, l'Unione europea e gli Stati membri hanno stanziato aiuti umanitari per lo Yemen per oltre 200 milioni di euro e appare insensato che, mentre si mandano aiuti umanitari, contestualmente si autorizzi l'invio di bombe e altro armamento destinato ad aumentare le sofferenze di quel popolo;
    b) il 16 novembre 2015 inoltre, il Consiglio europeo ha adottato alcune conclusioni, ribadendo anche quanto già affermato il 20 aprile 2015. In particolare, l'Unione europea è estremamente preoccupata per l'impatto delle ostilità in corso, gli attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili, le strutture sanitarie, le scuole e gli impianti idrici, i porti e gli aeroporti, nonché per l'uso di edifici civili a scopi militari, il presunto uso di munizioni a grappolo, le lotte sul terreno tra fazioni rivali e l'interruzione di servizi essenziali sulla popolazione civile, in particolare i bambini, le donne e altri gruppi vulnerabili;
    c) nel settembre 2013 l'Italia ha ratificato il Trattato sul commercio delle armi (legge n. 118 del 2013), entrato in vigore a dicembre 2014;
    d) in particolare, l'articolo 6, comma 3, del Trattato prevede il divieto di autorizzare il trasferimento di armi convenzionali nel caso in cui, in fase di valutazione della richiesta, vi sia conoscenza che i materiali potrebbero essere utilizzati per commettere crimini contro l'umanità, violazioni delle convenzioni di Ginevra del 1949, attacchi diretti a obiettivi o soggetti civili;
    e) l'articolo 7, d'altronde, stabilisce che le autorità nazionali competenti per l'autorizzazione alle esportazioni devono tenere in considerazione il potenziale impatto di ogni trasferimento di armamenti, quali il rischio che lo stesso contribuisca a mettere in pericolo la pace e la sicurezza o che le armi possano essere usate per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario o dei diritti umani;
    f) l'articolo 1, comma 1, della legge 9 luglio 1990, n. 185, prevede che «l'esportazione, l'importazione e il transito di materiale di armamento, nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»;
   nella risposta del Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni data in Aula il 26 novembre 2015 al question time n. 3-01874 (primo firmatario Manlio Di Stefano) non si fa accenno ad alcuna autorizzazione dell'Onu in merito ai bombardamenti dello Yemen alla coalizione a guida saudita;
   la sola risoluzione n. 2216 (2015) del Consiglio di sicurezza sullo Yemen, peraltro votata in aprile, sebbene richiami genericamente il capitolo VII della Carte delle Nazioni Unite, non autorizza affatto la coalizione sunnita a bombardare lo Yemen ma ribadisce la necessità di una soluzione negoziale della crisi. L'ultimo recente atto ufficiale delle Nazioni Unite riscontrabile (ottobre 2015) è quello dell'incaricato speciale per lo Yemen Ismail Ould Cheikh Ahmed che parla giustamente delle atrocità del conflitto in corso, di 21 milioni di persone prive di accesso all'acqua e della necessità di arrivare al più presto a un immediato cessate il fuoco pena una catastrofe umanitaria;
   di questa drammatica situazione il Governo italiano non può non essere a conoscenza non solo per gli atti espressi in sede internazionale – di segno diametralmente opposti da quelli dichiarati dal Ministro Pinotti – ma anche per la forte polemica con il Governo stesso aperta dal settimanale Famiglia Cristiana proprio sulla vendita di armi all'Arabia Saudita –:
   se il Governo sia in possesso di dati diversi da quello della visura camerale secondo i quali – come affermato dal Ministro Pinotti – la società RWM Italia spa con sede a Ghedi (BS) non è una azienda italiana;
   a quale «autorizzazione dell'Onu» alla coalizione a guida saudita contro lo Yemen e a quali indicazioni dell'Unione europea faccia riferimento la Ministra della difesa, diverse e in contrasto da quelle riportate in premessa dagli interroganti;
   quando e come il Parlamento sarebbe stato informato della vendita di armi all'Arabia Saudita da quando la stessa ha cominciato a bombardare lo Yemen;
   se, nel caso le dichiarazioni pubbliche della Ministra della difesa non avessero, come temono gli interroganti, alcun riscontro con la realtà, la Ministra non ritenga di rassegnare le dimissioni dall'incarico, posto che, ad avviso degli interroganti, è stata lesa la credibilità del Governo stesso. (4-11382)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

commercio di armi

risoluzione

controllo delle esportazioni