ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11358

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 535 del 03/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/12/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/12/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11358
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Giovedì 3 dicembre 2015, seduta n. 535

   PARENTELA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in Italia, il contributo delle rinnovabili, arrivato al 40 per cento circa dei consumi elettrici, ha garantito in questi anni la riduzione delle importazioni di fonti fossili, del prezzo dell'energia elettrica, delle emissioni di gas serra;
   i vantaggi legati alle energie rinnovabili sono principalmente:
    la riduzione della produzione da termoelettrico, ossia quella degli impianti più inquinanti e dannosi per il clima oltre che dipendenti da importazioni, che in un quadro di consumi in calo vede ogni anno diminuire il proprio spazio proprio per il contributo crescente delle rinnovabili. In 10 anni, la riduzione è stata di 86 TWh, ossia il 28,3 per cento;
    la diminuzione delle importazioni dall'estero di fonti fossili (petrolio, gas, carbone) usate nelle centrali elettriche e quindi di consumi di questo tipo e di emissioni di CO2. La fattura energetica italiana (ossia il costo di acquisto delle materie prime) nel 2014 è stata pari a 45 miliardi di euro contro i 64,8 miliardi del 2012;
    la riduzione del costo dell'energia nel mercato elettrico grazie alla produzione di solare ed eolico che permette di tagliare fuori l'offerta delle centrali più costose (in particolare all'ora di picco della domanda). Uno studio realizzato da Assorinnovabili sottolinea che, grazie all'effetto di eolico e fotovoltaico sulla borsa elettrica – e, dunque, sulla formazione del PUN (il prezzo dell'energia elettrica acquistata in borsa) – in 3 anni, in Italia, si sono risparmiati 7,3 miliardi di euro. Questo è dovuto al fatto che più offerta da eolico e fotovoltaico è presente sul mercato più si abbassano i prezzi zonali e, di conseguenza, il prezzo unico nazionale dell'energia;
    l'aumento dell'occupazione nel settore energetico. Tutte le analisi dimostrano che l'occupazione nelle rinnovabili è fortemente cresciuta: oggi sono circa 100 mila gli occupati nelle diverse filiere tra diretti e indiretti. Diversi studi hanno evidenziato come una prospettiva duratura di innovazione energetica potrebbe portare gli occupati nelle rinnovabili a 200 mila unità e quelli nel comparto dell'efficienza e riqualificazione in edilizia a oltre 600 mila;
   con lo «stop» agli incentivi le installazioni sono crollate del 92 per cento. Se si guardano le installazioni di solare fotovoltaico e eolico, si passa da un dato di 10.663 Megawatt nel 2011 a 733 nel 2014;
   nel dossier di Legambiente dal titolo «Stop alle rinnovabili in Italia» si afferma che:
    «negli ultimi anni con impressionante sistematicità, i Governi Monti, Letta e Renzi sono intervenuti per ridurre drasticamente le possibilità di investimento nelle fonti rinnovabili. Per il solare fotovoltaico sono stati cancellati nel 2013 gli incentivi in conto energia, il sistema di incentivi per il solare fotovoltaico (che in Germania invece sono ancora in vigore) togliendoli perfino per le famiglie e per la sostituzione dei tetti in amianto. Per le altre fonti rinnovabili i tagli sono cominciati nel 2012 e si può sostenere, con difficoltà di smentita, che da allora non vi sia stato un solo provvedimento da parte dei Governi italiani che ne abbia aiutato lo sviluppo»;
   dall'insediamento del Governo Renzi si è assistito, ad avviso dell'interrogante, ad un accanimento ancora più accentuato dei suoi predecessori nei confronti delle energie pulite. A titolo esemplificativo l'interrogante segnala che:
    il decreto «spalma incentivi» è intervenuto in maniera retroattiva sugli incentivi; sono state introdotte nuove tasse per l'autoproduzione da fonti rinnovabili e regole penalizzanti per gli oneri di dispacciamento, giustificate con la non programmabilità delle energie pulite;
    per le biomasse bruciate nei vecchi zuccherifici sono previsti generosi incentivi con tariffe garantite per 20 anni e una spesa complessiva di 1,2 miliardi di euro da pagare in bolletta per impianti che nulla hanno di sostenibile. Proprio nel momento in cui diventa evidente che il futuro delle rinnovabili è nella generazione distribuita, il decreto penalizza proprio gli impianti di piccola taglia a vantaggio dei mega impianti a biomasse;
    la riforma delle tariffe elettriche proposta dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico prevede una forte penalizzazione delle rinnovabili a danno di larga parte delle famiglie. La proposta prevede l'eliminazione della progressività della tassazione, che oggi favorisce i consumi bassi. Apparentemente sembra una soluzione affascinante perché dovrebbe spingere il vettore elettrico, e quindi investimenti nella mobilità e negli usi civili, peccato che dai calcoli della stessa Authority per una famiglia media gli aumenti varierebbero tra il 5 e il 30 per cento. È vero, qualche grande consumatore avrà dei vantaggi, ma la stragrande maggioranza delle famiglie avrà costi più alti;
   l'Italia dovrà presentare un piano per ridurre le emissioni di CO2 del 40 per cento al 2030, ma all'interrogante non risulta che il Governo abbia intenzione di cancellare gli oltre 13 miliardi di euro di sussidi alle fonti fossili, come stimato dal Fondo monetario internazionale per il 2015 –:
   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per eliminare tutti i sussidi diretti e indiretti per le fonti fossili che secondo il Fondo monetario internazionale valgono oltre 13 miliardi di euro e orientarsi verso l'introduzione di una più trasparente quanto lungimirante tassazione sulla base delle emissioni di CO2 che permetta di spingere innovazione e concorrenza nell'offerta elettrica;
   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per ridurre la tassazione per lo scambio di energia con la rete per impianti da fonti rinnovabili aprendo, altresì, alla produzione e alla vendita di energia rinnovabile da parte di cooperative e imprese ad utenze poste nello stesso ambito comunale. (4-11358)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

energia rinnovabile

prezzo dell'energia

energia dolce