ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11145

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 522 del 16/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: PLACIDO ANTONIO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 16/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 16/11/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11145
presentato da
PLACIDO Antonio
testo di
Lunedì 16 novembre 2015, seduta n. 522

   PLACIDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   l'INAIL ha rilevato che l'aumento del numero dei lavoratori deceduti per infortunio nel periodo gennaio-settembre 2015, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, si attesta al 13,5 per cento, in controtendenza rispetto alla riduzione registratasi dal 2002 al 2014. Tale incremento è stato pari, in termini assoluti, a 102 decessi in più rispetto al 2014. Tali dati sono stati resi noti dalla Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova, rispondendo a una interpellanza il 30 ottobre 2015;
   i numeri forniti dall'INAIL non sono onnicomprensivi, ovvero non comprendono tutti gli infortuni sul lavoro, tanto con riferimento ai decessi, tanto agli incidenti non mortali. Infatti, l'INAIL monitora soltanto i suoi assicurati, da cui restano fuori numerose categorie, come quella delle partite Iva individuali, quella dei vigili del fuoco, dei poliziotti, dei carabinieri, dei «lavoratori in nero» e dei pensionati in agricoltura, solo per citarne alcuni;
   i numeri degli infortuni sui luoghi di lavoro sono pertanto molto più alti. Secondo l'Osservatorio di Bologna, dall'inizio dell'anno al 13 novembre 2015, sono morti sui luoghi di lavoro 621 lavoratori; con le morti sulle strade e in itinere si superano i 1280 morti complessivi (stima minima);
   secondo i dati forniti dall'INAIL, ma confermati sostanzialmente dall'Osservatorio di Bologna, l'incremento degli infortuni mortali nel 2015 è ascrivibile, principalmente, a quelli in itinere, aumentati del 24 per cento rispetto al 2014, mentre l'incremento dei casi di infortunio mortale in occasione del lavoro è pari al 10 per cento;
   la stessa situazione si ha guardando i dati relativi all'anno precedente. L'INAIL ha riconosciuto nel 2014 complessivamente 662 morti sul lavoro; di questi, il 52 per cento sono morti in itinere e sulle strade, sebbene le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Secondo l'Osservatorio di Bologna, che ha documentato 661 vittime del lavoro, nel 2014, il numero delle vittime sale a oltre 1300 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere;
   i dati degli ultimi anni sembrano confermare che la prima causa di morte sul lavoro – in aumento – è data dagli incidenti stradali, siano essi avvenuti durante il lavoro stesso o in itinere (cioè durante gli spostamenti fatti per andare da casa al lavoro e viceversa);
   da una ricerca statistica effettuata da Ornella Pezzotta, sulla base di dati INAIL, si ricava un dato che colpisce molto: mediamente, negli ultimi 5 anni il 45 per cento degli infortuni mortali sul lavoro sono legati ad un incidente stradale: il 20 per cento «in occasione di lavoro» e il 25 per cento «nel tragitto casa-lavoro-casa»;
   mentre per troppi anni si discuteva solo delle «stragi del sabato sera», pochi o nessuno notava che le statistiche collocano il maggior numero di incidenti stradali nelle prime ore del mattino e nella fascia oraria tra le 16 e le 20, proprio in coincidenza con l'inizio e la fine dell'orario di lavoro;
   in questo contesto, è necessario prendere consapevolezza che gli enti e le istituzioni preposte alla promozione della sicurezza e della salute dei lavoratori devono porre una specifica attenzione al tema degli spostamenti su strada dei lavoratori per cercare di invertire il trend negativo;
   è necessario sviluppare interventi e progetti rivolti specificamente alla questione degli spostamenti su strada, soprattutto in collaborazione con i datori di lavoro ed i responsabili aziendali; così come occorre valutare la possibilità di sviluppare veri e propri sistemi di gestione per la riduzione del rischio stradale e integrare e migliorare il sistema dei trasporti pubblici in funzione delle esigenze delle aziende e dei lavoratori;
   sarebbe opportuno indagare anche un dato singolare riferito alla differenza di genere negli infortuni in itinere. Guardando ai dati del 2013, infatti, emerge che tra le lavoratrici, un decesso su due è legato al rischio strada, mentre tra i lavoratori solo un incidente mortale su cinque avviene in itinere;
   in caso di infortunio in itinere, l'ordinamento prevede l'indennizzabilità se ricorrono le ipotesi previste dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 1124 del 1965, come integrato dall'articolo 12 del decreto legislativo 38 del 2000. Tale disciplinata fu introdotta sulla scia di una giurisprudenza trentennale, che aveva ampliato il numero delle situazioni rientranti nella fattispecie concettuale di infortunio «in itinere»; tuttavia, sono ancora molte le tipologie di infortuni in itinere che rimangono non indennizzabili;
   ad esempio la Federazione italiana amici della bicicletta Onlus, fin dal 2007, ha elaborato una bozza di proposta di legge, sulla quale erano state raccolte oltre 10.000 firme, consegnate nel 2010 al gruppo parlamentare «Amici della Bicicletta». La bozza di proposta di legge prevedeva che l'infortunio occorso al lavoratore che si reca in lavoro in bicicletta sia sempre riconosciuto, mentre tutt'oggi lo è solo in alcuni casi –:
   quali specifiche iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, nonché promuovere d'intesa con le regioni, per quanto di competenza, per contrastare il fenomeno delle vittime sul lavoro dovute ad infortuni in itinere;
   se non ritenga opportuna la costituzione di una commissione di studio del fenomeno degli infortuni in itinere, che possa analizzare i dati e avanzare proposte d'intervento, ponendo attenzione anche alla differenza di genere delle vittime;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per la revisione della disciplina dell'indennizzabilità degli infortuni in itinere al fine di ampliare le ipotesi contemplate dalla fattispecie normativa. (4-11145)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

infortunio sul lavoro

mortalita'

sanita' pubblica