ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11050

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 518 del 10/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: PETRAROLI COSIMO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/11/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11050
presentato da
PETRAROLI Cosimo
testo di
Martedì 10 novembre 2015, seduta n. 518

   PETRAROLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la raffineria Eni di Taranto ha una capacità di raffinazione primaria bilanciata di 120 mila barili/giorno e un indice di conversione del 56 per cento ed è in grado di lavorare un'ampia varietà di greggi e di semilavorati. Lavora la maggior parte del greggio prodotto da Eni nei giacimenti della Vai d'Agri, trasportato a Taranto attraverso l'oleodotto Monte Alpi (nel 2014 ne sono state lavorate 2,91 milioni di tonnellate) e produce carburanti per il segmento automotive e per il riscaldamento domestico in particolar modo per il mercato del Sud Italia. La possibilità di effettuare lavorazioni complesse è garantita dalla presenza di un'unità di conversione di residui (RHU) – integrato con un hydrocracking e da un unità di conversione termica a due stadi (visbreaking/thermal cracking);
   nelle immediate vicinanze sorge lo stabilimento della società Hidrochemical Service srl, nata nel 1972 come azienda di servizi e successivamente specializzata nello smaltimento di rifiuti e bonifiche da amianto;
   da un articolo del giornale on-line «ilfattoquotidiano.it» del 17 luglio 2015 intitolato «Taranto, non solo Ilva. La procura apre un'indagine sulle nubi di gas: "Verificare se provengono da Eni e Hidrochemal" si apprende che il pool di magistrati composto dal procuratore Franco Sebastio, dall'aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti Giovanna Cannarile, Mariano Buccoliero e Lanfranco Marazia hanno avviato un'inchiesta sulle nubi di gas che periodicamente costringono i tarantini a barricarsi in casa;
   la procura, quindi, ha scelto la stessa strada adottata tre anni fa per l'Ilva: chiedere un incidente probatorio al gip che dovrà nominare un collegio di esperti per procedere alla redazione di una maxiperizia che possa rispondere fino in fondo a una serie di interrogativi;
   la procura chiede di «accertare se dallo stabilimento Eni di Taranto (raffineria), nonché dallo stabilimento Hidrochemical di Taranto si diffondano in modo illecito, gas, vapori, sostanze areiformi o altri composti contenenti sostanze pericolose per la salute dei lavoratori operanti all'interno degli impianti e per la popolazione del vicino centro abitato di Taranto ed eventualmente di altri centri vicini, con particolare riferimento alle emissioni odorigene segnalate nelle decine di denunce in atti»;
   il pool di inquirenti vuole, inoltre, accertare le origini e le cause che hanno determinato la diffusione di quelle nubi di gas per valutare eventuali effetti dannosi per la salute di lavoratori e cittadini;
   nel registro degli indagati, con l'accusa formulata di getto pericoloso di cose in concorso e di violazione del testo unico sull'ambiente, sono finiti in otto: si tratta di Gaetano De Santis, Carlo Settimio Guarrata e Luca Amoruso, direttori della raffineria tarantina dal 10 novembre 2004 al 1 ottobre 2013; Mario Betti, Fabio Cincotti e Alessandro Cao, che si sono succeduti nel ruolo di responsabile operativo della raffineria dal 6 dicembre 2004 sino a oggi, Antonio e Francesco Costatino, che hanno ricoperto la amministratore unico della Hidrochemical Service dal 10 giugno 1997 fino al 6 ottobre 2014;
   una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza della Cassazione penale sezione 3. numero 12019 del 10 febbraio 2015) riconduce le molestie provocate dalle emissioni di cattivi odori al «getto pericoloso di cose» e riconosce il valore probatorio delle testimonianze dirette, vista l'impossibilità di accertamenti tecnico-scientifici –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e, anche alla luce della partecipazione azionaria dello Stato in Eni, se sia a conoscenza delle misure adottate per risolvere il problema delle emissioni odorigene nella città di Taranto e quali accorgimenti intenda promuovere per quanto di competenza, per fronteggiare il problema.
(4-11050)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sanita' pubblica

riscaldamento

gas naturale