ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 516 del 06/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: NACCARATO ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 06/11/2015
Stato iter:
22/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2017

CONCLUSO IL 22/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11022
presentato da
NACCARATO Alessandro
testo di
Venerdì 6 novembre 2015, seduta n. 516

   NACCARATO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   la casa di reclusione «Due Palazzi» di Padova è stata teatro negli scorsi mesi di gravi episodi che hanno generato un'inchiesta giudiziaria dalla quale è emerso un traffico di stupefacenti e di schede Sim per telefonia cellulare all'interno del carcere con il coinvolgimento di detenuti e di alcuni addetti alla sorveglianza;
   di fronte a questi eventi il Ministro della giustizia ha tempestivamente disposto un intervento di controllo del penitenziario per far luce sull'accaduto e per ripristinare le normali condizioni all'interno del carcere;
   all'esito dell'intervento, nel mese di ottobre 2015, è stato disposto l'avvicendamento delle figure apicali della dirigenza dell'istituto;
   nonostante l'intervento del Ministero, in questi giorni si sono verificati alcuni fatti che destano preoccupazione e che meritano ulteriore attenzione;
   nei primi giorni del mese di novembre 2015, nel corso di una perquisizione, sono stati rinvenuti 8 telefoni cellulari nella disponibilità dei detenuti, dei quali rimane ancora sconosciuta la provenienza;
   inoltre, da qualche tempo la casa di reclusione compare in un profilo facebook dal quale si diffondono messaggi distorti e poco consoni ad un ufficio pubblico dai compiti così delicati;
   in particolare, nel profilo casa reclusione N.C. Di Padova «due Palazzi» appaiono immagini che inneggiano al regime fascista e scritte che negano il valore rieducativo della pena –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
   quali iniziative di competenza intenda adottare per far luce sui recenti episodi citati e per rafforzare i controlli sull'amministrazione del carcere Due Palazzi di Padova. (4-11022)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 819
4-11022
presentata da
NACCARATO Alessandro

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante – pur prendendo atto delle iniziative intraprese da questo ministero nel mese di ottobre 2015, a fronte degli incresciosi episodi che hanno interessato la casa di reclusione di Padova «Due Palazzi» e che hanno dato luogo ad un'inchiesta giudiziaria per traffico di stupefacenti e introduzione illecita di telefoni cellulari all'interno dell'istituto – rappresenta che, ciononostante, nel mese di novembre 2015, nel corso di una perquisizione, sono stati nuovamente rinvenuti 8 telefoni cellulari nella disponibilità di alcuni detenuti; rileva, inoltre, che l'istituto compare in un profilo Facebook da cui verrebbero diffusi messaggi inneggianti al fascismo e che negano il valore rieducativo della pena.
  Su tali premesse, chiede di conoscere quali iniziative si intendano adottare per far piena luce sui fatti in parola e per rafforzare i controlli sull'amministrazione del carcere di Padova.
  In relazione alle questioni prospettate, come riferito dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, all'indomani dei gravi fatti accaduti presso il predetto istituto veniva svolta apposita visita ispettiva – precisamente dal 29 giugno al 1o luglio 2015 – all'esito della quale venivano impartite al direttore dell'istituto di Padova una serie di prescrizioni volte ad intensificare e programmare, in modo sistematico, le attività di controllo e perquisizione delle celle, dei locali e dei detenuti, unitamente al rafforzamento delle misure di prevenzione di illecite forme di introduzione.
  E proprio grazie all'intensificazione dei controlli disposti dal nuovo direttore dell'istituto, in ottemperanza alle prescrizioni dell'ufficio ispettivo e alle disposizioni impartite dal direttore generale del personale e della formazione, già nel mese del suo insediamento (ottobre 2015) e nel mese successivo è stato possibile rinvenire, all'interno del carcere, ulteriori telefoni cellulari (8 nel mese di ottobre e 5 nel mese di novembre dell'anno 2015).
  Le operazioni di controllo, proseguite sistematicamente anche nell'anno 2016, hanno consentito il rinvenimento di ulteriori 12 telefoni cellulari ed altri 5 sono stati rinvenuti nell'anno in corso.
  Al fine di identificare gli autori di ogni forma di illecita introduzione, preme evidenziare come anche l'autorità giudiziaria è stata notiziata del traffico illecito di stupefacenti e di schede sim all'interno dell'istituto di Padova, cui l'interrogazione si riferisce.
  La procura della Repubblica di Padova, interpellata sui fatti, ha comunicato che per tale vicenda sono state svolte indagini preliminari negli anni 2013-2014, nell'ambito del procedimento penale n. 10201 del 2013 R.G.N.R.
  In particolare, ha riferito che le attività illecite risultavano poste in essere anche con la complicità di alcuni agenti della polizia penitenziaria: tra giugno e dicembre 2014, sono state, infatti, eseguite numerose ordinanze cautelari, 8 delle quali a carico di agenti di polizia penitenziaria. Il processo è attualmente in fase dibattimentale, ma numerose posizioni sono già state definite con patteggiamento e altri riti alternativi.
  La procura della Repubblica di Padova ha, inoltre, comunicato che, nell'ambito di ulteriori indagini ancora in corso, sono stati eseguiti numerosi sequestri di telefoni cellulari, schede sim e sostanze stupefacenti.
  Ha precisato, infine, che nulla è mai emerso nel corso delle indagini sin qui svolte relativamente a fatti di apologia del regime fascista o a messaggi di critica o disprezzo circa la funzione riabilitativa della pena, che sarebbero stati diffusi tramite il profilo Facebook della casa di reclusione di Padova; né che l'ufficio sia stato notiziato dalla direzione dell'istituto dell'esistenza di un profilo Facebook, riferibile all'istituto medesimo.
  Rispetto a tale ultima questione, anch'essa oggetto dell'atto di sindacato ispettivo, l'amministrazione penitenziaria ha assicurato l'assoluta estraneità ai fatti.
  Sulla base degli elementi forniti, emerge che sono state prontamente adottate tutte le iniziative necessarie a reprimere il fenomeno e i responsabili dei fatti accertati sono stati adeguatamente e tempestivamente perseguiti.
  Più in generale, si rassicura l'interrogante che l'amministrazione penitenziaria presta la massima attenzione alla questione, purtroppo non limitata all'istituto di Padova, nella piena consapevolezza della delicatezza della medesima, provvedendo, con iniziative a livello centrale, a monitorare i casi di ingresso illecito negli istituti dei telefoni cellulari ed impartendo direttive volte a rafforzare i controlli da parte del personale di polizia penitenziaria.
  Con specifico riguardo alla questione relativa al profilo Facebook riconducibile alla casa di reclusione di Padova, mi preme rappresentare che, più in generale, il tema del contrasto alte diffusione on line di messaggi di odio riveste carattere prioritario per il Ministero che rappresento, nella piena consapevolezza che il compito dello Stato è proteggere le vittime dell'odio, ma anche aiutare i soggetti a reagire e a difendersi, utilizzando la potenza stessa del web.
  In questa prospettiva, ho presentato, il 3 novembre scorso, insieme ai rappresentanti di Facebook, le linee guida «Pensa prima di condividere», per l'utilizzo consapevole dei social media e per la sicurezza online, e ancora, recentemente, ho incontrato molte delle associazioni della società civile per individuare un percorso condiviso per costruire un'alleanza, una roadmap contro la propaganda d'odio veicolata sulla rete.
  Ho, inoltre, avviato un monitoraggio, d'intesa anche con il Ministero dell'interno e l'UNAR presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, sui provvedimenti giudiziari relativi ai reati d'odio ed è in corso di elaborazione un disegno di legge che prevede ulteriori meccanismi inibitori e di rimozione dei contenuti lesivi dalle piattaforme internet.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

traffico di stupefacenti

detenuto

stabilimento penitenziario