ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11017

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 516 del 06/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: COZZOLINO EMANUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 06/11/2015
Stato iter:
22/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/02/2017
ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/02/2017

CONCLUSO IL 22/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11017
presentato da
COZZOLINO Emanuele
testo di
Venerdì 6 novembre 2015, seduta n. 516

   COZZOLINO. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il settimanale Cronaca Vera in data 12 maggio 2015 ha pubblicato l'articolo intitolato «Mi hanno maltrattato in ogni modo» e così ha sintetizzato la vicenda: «Nel corso di un'inchiesta da lui curata, un suo superiore fu indagato per omissioni di atti d'ufficio. È stato forse questo episodio a scatenare nei confronti del maresciallo Antonio Cautillo (vedi Cronaca Vera n. 1961) quella che lo stesso militare definisce una “rappresaglia senza fine”, iniziata nel 1990 e ancora in corso, che ha sottoposto Cautillo a decine di procedimenti disciplinari e penali. Il calvario è iniziato con una graduale emarginazione che si è trasformata ben presto in rapporti sempre più esasperati con superiori e colleghi, fino ad arrivare a boicottaggi, minacce ed altre azioni che Cautillo ha sempre considerato illegali. "Ho sempre denunciato le minacce che, di volta in volta, ho ricevuto", racconta. "Perseguire i reati è sempre stato il mio compito e l'ho svolto senza compromessi. Proprio per non essere rimasto in silenzio di fronte a gravissime situazioni di cui sono stato testimone, ho subito di tutto: procedimenti disciplinari, punizioni, trasferimenti coatti, continue umiliazioni. A tutto questo si sono aggiunte le denunce nei miei confronti per ipotetiche mancanze in servizio: disobbedienza aggravata e continuata, falsità ideologica, diffamazione, abuso d'ufficio, insubordinazione con ingiuria. Nonostante tutto questo, resisto e resto in servizio. Mi sono opposto a qualsiasi tipo di provvedimento emesso dai miei superiori. Recentemente, per aver documentato un'ingiusta punizione subita, al mio curriculum si sono aggiunti altri due giorni di consegna: per me vale più di un encomio». VICENDA ALLUCINANTE. In due esposti inviati al Ministero della difesa, il maresciallo definisce «gerarchi» tre superiori. Basta questo per beccarsi una nuova denuncia per diffamazione, l'ultima di una serie di disavventure nel suo disperato tentativo di difendersi da quello che lui percepisce come un vero e proprio accerchiamento. Un noto generale, oggi in pensione, l'aveva preso proprio di petto. «Dopo essere stato assolto da una delle tante accuse di diffamazione fui punito con 10 giorni di consegna di rigore, poi venni sanzionato “per aver svolto con apprezzabile continuità attività sindacale”. E infine punito con tre mesi di sospensione dal servizio, dopo un'altra sentenza di assoluzione. Tutti dati in possesso del Ministro della Giustizia, che fa finta di niente. Ho subito trattamenti crudeli, inumani, degradanti per mole, ripetitività e durata delle accuse rivolte nei miei confronti. Sono stato costretto a difendermi in 16 processi penali. Tutti questi provvedimenti possono sembrare ineccepibili perché emanati da persone in divisa, ma proprio chi dovrebbe difenderti spesso ti pugnala alle spalle»;
   come se non bastasse, oltre a tutto questo, il maresciallo Cautillo ha dovuto far fronte alle conseguenti cause di pignoramento di beni immobili di cui non era neanche più proprietario e al blocco dello stipendio, sostenendo numerose udienze senza avvocati difensori. «Gli stessi individui da me segnalati mi hanno privato di importanti incentivi concessi a tutti, come il premio di produzione e l'indennità di funzione. Se sei accusato e poi ti assolvono non ti chiedono scusa: ti puniscono, ti bloccano la carriera e, in branco, tentano di licenziarti. Finisci tu stesso sotto accusa». Sul caso Cautillo sono state presentate 15 interrogazioni in Parlamento, una quantità di esposti al Ministero della giustizia e 30 al Ministero della difesa. Senza alcuna risposta esaustiva. Della questione sono state investite anche le istituzioni europee. «Sono un sopravvissuto, nessuno può resistere a tutto questo. Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata nel nome della giustizia e sotto lo scudo della legge da poteri intoccabili. Con la consapevolezza che questa battaglia giudiziaria e disciplinare capovolta possa andare avanti a vita. Anche questo governo, come i precedenti, non difende chi denuncia la corruzione, protegge le caste militari e giudiziarie, si trincera dietro silenzi e omertà. Ho scritto a tutti, anche alla presidenza del Consiglio, segnalando dove andavano i miei superiori utilizzando l'auto di servizio, con chi s'incontravano e quali tipi di scambi avvenivano. Nessuno è mai intervenuto»;
   il maresciallo sulla vicenda ha sinora presentato 44 esposti al Ministro della giustizia, da cui risulterebbero inquietanti profili meritevoli di approfondimento;
   nell'esposto n. 44 inviato al Ministro della giustizia il 25 settembre 2015, atto emblematico e divenuto di dominio pubblico, il carabiniere ha denunciato di essere vittima di ripetuti episodi di malagiustizia;
   sulla vicenda che riguarda il militare, sono stati presentati 3 precedenti atti di sindacato ispettivo (4-02661, 4-01366 e 4-00975) al Senato che ad oggi non hanno ricevuto risposta, così come i numerosi atti di sindacato ispettivo presentati nel corso della XVI legislatura –:
   se il Governo non ritenga opportuna; affinché si faccia piena luce sulla vicenda, attivare le iniziative ispettive di competenza. (4-11017)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 febbraio 2017
nell'allegato B della seduta n. 746
4-11017
presentata da
COZZOLINO Emanuele

  Risposta. — Si risponde congiuntamente alle interrogazioni in esame, in quanto attinenti ad analoga tematica.
  Si rende noto che il militare richiamato dall'interrogante, a seguito della sentenza di condanna divenuta irrevocabile e acquisita dal comando generale dell'arma dei carabinieri in data 1o marzo 2016, è stato destinatario di un procedimento disciplinare di stato, al fine di rilevare la sussistenza di eventuali aspetti passibili di sanzione disciplinare di stato, in relazione alla sentenza passata in giudicato (esame del giudicato penale).
  Il procedimento, instaurato il 12 aprile 2016 e conclusosi lo scorso mese di ottobre, si è svolto nei termini e con le modalità previste dai commi 1 e 3 dell'articolo 1392 del codice dell'ordinamento militare, secondo i quali «il procedimento disciplinare di stato a seguito di giudizio penale... deve essere instaurato... entro 90 giorni dalla data in cui l'amministrazione ha avuto conoscenza della sentenza o del decreto penale irrevocabili, che lo concludono...».
  Si rappresenta, infine, che le vicende penali e disciplinari del militare sono state oggetto di valutazione da parte delle competenti autorità giudiziarie che non hanno riscontrato evidenze riconducibili ad attività vessatorie poste in essere dai superiori gerarchici dell'interessato.

Il Sottosegretario di Stato per la difesaDomenico Rossi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trattamento crudele e degradante

delitto contro la persona

istituzione dell'Unione europea