ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10997

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 516 del 06/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: LO MONTE CARMELO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 05/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/11/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/11/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/11/2015
Stato iter:
06/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/10/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/10/2017

CONCLUSO IL 06/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10997
presentato da
LO MONTE Carmelo
testo di
Venerdì 6 novembre 2015, seduta n. 516

   LO MONTE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   da diversi giorni la città di Messina è senza acqua. Una frana ha, infatti, danneggiato la condotta che approvvigiona la città siciliana creando enormi disagi ai cittadini, costretti a rifornirsi alle autobotti;
   la situazione sembrava essere tornata alla normalità quando, l'erogazione dell'acqua è stata interrotta nuovamente per una nuova frana sulla condotta da Fiumefreddo a Calatabiano che porta l'acqua alla città di Messina. La tubazione nei giorni scorsi, dopo che la città era rimasta senz'acqua per oltre una settimana, era stata riparata dai tecnici dell'Amam, ma la frana di Calatabiano è tornata attiva rompendo il tubo dell'acquedotto esattamente dove era stato riparato;
   nella città intanto il rifornimento di acqua potabile avviene con le autobotti e le lunghe code creano non poche difficoltà soprattutto a disabili e anziani, che faticano a trasportare le taniche piene d'acqua. Da giorni, inoltre, le scuole, l'università e gli uffici pubblici, che non hanno un proprio serbatoio idrico, sono chiusi e ci sono stati disagi anche negli ospedali cittadini;
   in questa situazione di drammatica emergenza, da un lato ci sono privati che distribuiscono acqua a pagamento senza averne le autorizzazioni per cui il direttore generale dell'Amam ha invitato i cittadini a segnalare all'azienda queste pratiche «poco ortodosse»; dall'altro lato c’è il prefetto di Messina che viste le difficoltà di coordinamento del comune con una nota fa sapere che: «la Prefettura si è soffermata prioritariamente sulla necessità di una più idonea distribuzione di acqua alla cittadinanza chiedendo alla Protezione Civile Regionale ed al Ministero della Difesa ulteriori dieci autobotti oltre quelle già disponibili .... Sono state ribadite le priorità da tenere presenti nell'ordine della distribuzione, e precisamente: Sicurezza, Sanità, Servizi pubblici essenziali, Carceri, Uffici giudiziari e fasce disagiate della popolazione, senza tralasciare l'esigenza condivisa da tutti di ampliare i punti di distribuzione, coprendo le zone della città meno servite. È stata evidenziata anche la possibilità dell'arrivo di una nave cisterna da Napoli con una portata di acqua pari a circa cinquemila tonnellate da immettere direttamente nelle condotte cittadine»;
   intanto con una nota Ansa, del 29 ottobre, il Presidente del Consiglio definisce «vergognosa» la vicenda. È di ieri poi la decisione di inviare gli uomini della Protezione civile. Così, si legge in una nota di Palazzo Chigi: «Alla luce del verificarsi di nuove criticità nell'erogazione idrica a Messina e del perdurare di pesanti disagi per la cittadinanza, la Presidenza del Consiglio ha disposto l'immediato invio in loco di uomini della Protezione civile nazionale» –:
   quali iniziative urgenti il Governo abbia intenzione di assumere al fine di trovare una soluzione positiva e duratura ai problemi strutturali connessi con il rischio idrogeologico in Sicilia di cui la frana sulla condotta da Fiumefreddo a Calatabiano è solo l'ultima manifestazione in ordine di tempo. (4-10997)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 865
4-10997
presentata da
LO MONTE Carmelo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  La prefettura di Messina ha fatto presente che, sabato 24 ottobre 2015, si apprendeva che un tratto della condotta idrica di Fiumefreddo, sita nel comune di Calatabiano in provincia di Catania, che fornisce l'acquedotto della città di Messina, subiva una lesione a causa di un movimento franoso.
  Tale evento comportava la completa interruzione dell'erogazione dell'acqua in tutto il territorio comunale.
  La prefettura veniva prontamente a conoscenza del guasto e contemporaneamente prendeva atto anche dell'intervento tempestivo avviato dai tecnici dell'Amam, l'azienda che, per conto del comune di Messina, gestisce l'approvvigionamento idrico in città. La circostanza veniva portata a conoscenza anche del comune di Messina e della protezione civile regionale. Atteso che nella serata di domenica 25 ottobre la condotta non risultava ancora funzionante, il prefetto si determinava a convocare una riunione per l'indomani per fare il punto della situazione, accertare le criticità e conoscere quali provvedimenti intendeva attuare l'amministrazione comunale per fronteggiare la carenza idrica.
  Nel corso dell'incontro tenuto il 26 ottobre 2015, alla presenza, tra gli altri, dei rappresentanti dell'Amam, si prendeva atto che i lavori di riparazione della condotta sarebbero stati ultimati nell'arco delle successive 48 ore e che non si erano, fino a quel momento, verificate particolari criticità nell'approvvigionamento idrico.
  Il ripristino della condotta, secondo quanto riferito dall'Amam, veniva completato nella mattinata del 28 ottobre ma, nel pomeriggio, si apprendeva dal comune di Messina che la collina di Calatabiano aveva subito ulteriori smottamenti, tali da rendere necessari altri interventi di ripristino che avrebbero posticipato la ripresa dell'erogazione idrica.
  La mattina del 29 ottobre, in considerazione del protrarsi dell'emergenza, il prefetto si determinava ad imprimere una svolta alla vicenda e, a tal fine, attivava in prefettura un'unità di crisi, anche per supportare le attività del comune che, nel frattempo, aveva attivato il Cioc (Centro operativo comunale).
  Nella stessa mattinata il prefetto convocava una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia, per l'approfondimento degli aspetti di competenza, e, subito dopo, un'ulteriore riunione, nel corso della quale si stabiliva di incrementare i mezzi per la distribuzione idrica, rivelatisi insufficienti per fronteggiare tutte le necessità, con il coinvolgimento, a tal fine, della protezione civile regionale per fornire autobotti in aggiunta a quelle già utilizzate dal comune. Venivano inoltre date indicazioni circa le priorità da tenere presenti nella distribuzione dell'acqua e cioè; sicurezza, sanità, servizi pubblici essenziali, carcere (poi rivelato già approvvigionato) uffici giudiziari e fasce disagiate della popolazione.
  In merito all'approvvigionamento, veniva presa in considerazione la proposta avanzata dall'autorità portuale di richiedere l'intervento di una nave cisterna di proprietà privata della capacità di 5.000 tonnellate. Si individuava infine nell'autoparco municipale.
  Nella serata di domenica 1° novembre il momento critico sembrava superato, risultando che la condotta di Fiumefreddo, opportunamente riparata, aveva raggiunto la portata di circa 800 litri al secondo.
  L'organo cui affidare il compito di gestire e coordinare le operazioni di distribuzione dell'acqua.
  Nel pomeriggio, riscontrate nell'attività del centro operativo comunale, disfunzioni di tipo gestionale-organizzativo che rischiavano di pregiudicare le operazioni di soccorso, il prefetto assumeva le seguenti mirate iniziative:

   a) richiedeva alla protezione civile regionale e all'esercito una congrua disponibilità di autobotti;

   b) chiedeva alla società mercantile Marnavi di Napoli l'invio di una nave cisterna per garantire una sicura disponibilità di acqua da immettere nella rete idrica cittadina i cui costi sono stati presi in carico dalla protezione civile regionale;

   c) incaricava, ad integrazione dell'unità di crisi già costituita in prefettura, il dirigente dell'ispettorato ripartimentale delle foreste di sovrintendere alla redistribuzione delle autobotti e l'ingegnere capo dell'ufficio del genio civile di monitorare i lavori di ripristino della condotta di Fiumefreddo in fase di esecuzione;

   d) convocava i presidenti delle sei circoscrizioni cittadine e li coinvolgeva sia nelle attività di distribuzione dell'acqua che in quelle di indicazione delle necessità emergenti dal territorio.

  Venerdì 30 ottobre il prefetto incaricava il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Messina di monitorare le operazioni di approvvigionamento idrico nella rete cittadina.
  Sabato 31 ottobre giungeva in porto la nave cisterna che svolgeva le proprie operazioni per tutta la giornata del 1° novembre, immettendo nelle condotte cittadine circa 5000 metri cubi di acqua.
  Nel contempo l'Amam comunicava di aver realizzato un
by-pass che, all'occorrenza, avrebbe potuto raccordare l'acquedotto del Fiumefreddo a quello, limitrofo, dell'Alcantara, assicurando così un'ulteriore fonte di approvvigionamento.
  Nella mattinata del 2 novembre 2015 si prendeva atto, secondo quanto riferito dai tecnici della stessa Amam, che non si erano verificati ulteriori smottamenti lungo la collina di Calatabiano, nonostante le piogge battenti del fine settimana, e che l'erogazione dell'acqua stava raggiungendo il massimo della portata.
  L'erogazione idrica poteva considerarsi ripristinata e pertanto l'unità di crisi costituita in prefettura veniva disattivata.
  Veniva comunque ribadita la necessità di procedere in tempi brevi all'ancoraggio della condotta alla roccia ed al risanamento del versante, al fine di evitare il ripetersi dell'inconveniente.
  Nella nottata fra lunedì 2 e martedì 3 novembre, anche a causa di ulteriori movimenti del fronte franoso, si verificava una nuova rottura della condotta nel medesimo punto con conseguente interruzione della fornitura idrica alla città.
  Risultava, pertanto, indefettibile l'attuazione in tempi rapidissimi delle opere di consolidamento della collina e di ancoraggio della condotta stessa.
  Nel corso di una nuova riunione convocata in prefettura nella mattinata di martedì 3 novembre, emergeva la gravità dello smottamento che aveva interessato la condotta idrica.
  Il prefetto ripristinava l'unità di crisi e disponeva la ripresa delle attività di pianificazione della distribuzione dell'acqua alla popolazione a mezzo di autobotti, riproponendo le priorità già stabilite ed aggiungendovi la irrinunciabile necessità di provvedere all'approvvigionamento delle scuole.
  L'Amam comunicava che entro la serata del 3 novembre sarebbe stato collettato il
bypass Fiumefreddo-Alcantara che avrebbe consentito di immettere in condotta circa 300 litri al secondo. Il raccordo veniva posto in funzione intorno le ore 21.00.
  Nel contempo il prefetto disponeva il potenziamento dell'approvvigionamento a mezzo autobotti, anche in considerazione del fatto che le parti alte della città risultavano ancora non rifornite di acqua. Tali zone venivano presto raggiunte da circa 20 autobotti.
  Nella serata si teneva un'altra riunione operativa con la presenza del presidente della regione Siciliana, del sindaco di Messina e dei capi dipartimenti di protezione civile nazionale e regionale.
  Venivano assunte decisioni operative che possono sintetizzarsi nell'attivazione di due gruppi di lavoro, uno con sede al comune di Calatabiano per la problematica della riparazione della condotta e del risanamento del costone e l'altro con sede a Messina per la questione relativa all'approvvigionamento e la distribuzione delle risorse idriche.
  Nella giornata di mercoledì 4 novembre il prefetto presiedeva un'ulteriore riunione tecnica interforze con l'unico argomento all'ordine del giorno «Messina. Emergenza idrica. Pianificazione interventi operativi».
  Nella mattinata del 5 novembre 2015 giungeva un'altra nave cisterna della Marnavi, richiesta dalla prefettura il giorno precedente, della capacità di 5.450 metri cubi.
  Nel corso di un'ulteriore riunione tenuta in Prefettura nel pomeriggio, si assumevano le seguenti decisioni:

   chiedere alla Marina Militare l'arrivo di una ulteriore nave cisterna proveniente dal porto di Augusta (Siracusa), della capacità di 1200 tonnellate;

   aderire all'offerta pervenuta da due società di inviare gratuitamente due serbatoi di acqua non potabile della capacità di circa 29 mila litri ciascuno;

   aderire all'offerta di tre società di inviare gratuitamente un rilevante quantitativo di acqua minerale;

   acquistare dieci cisterne con rubinetti multipli da posizionare in punti strategici, adeguatamente protetti, della città per un più agevole approvvigionamento idrico della popolazione.

  Proseguivano, nel contempo, le riunioni tecniche per vagliare le soluzioni al danno della condotta, ormai strettamente in rapporto con il consolidamento della collina di Calatabiano.
  Intervenivano, su disposizione del Ministro per la difesa, anche il IV reggimento del genio guastatori di Palermo e del VI reggimento del genio militare di Roma allo scopo di eseguire, tra l'altro, lavori di consolidamento delle vie di accesso alla collina interessata dalla frana, propedeutici ai necessari interventi di messa in sicurezza del costone.
  In merito alle attività sulla collina di Calatabiano, infatti, emergevano alcune serie criticità inerenti il ripristino della condotta danneggiata atteso che il fronte franoso continua a muoversi.
  Ciò rendeva difficoltosa anche l'esecuzione degli interventi, proposti dall'Amam, di realizzazione di un ulteriore
by-pass alla condotta danneggiata del Fiumefreddo, utilizzando materiale duttile resistente alla pressione della frana.
  Tale nuovo raccordo avrebbe potuto consentire il ripristino di oltre il 50 per cento della portata della condotta.
  Il prefetto, in proposito, dava incarico all'Amam di predispone un progetto per la realizzazione di tale
by-pass, al fine di fornire al tavolo tecnico che si sarebbe tenuto il giorno 8, notizie certe sui tempi di realizzazione. Si stabiliva inoltre di effettuare quotidiane verifiche sugli avanzamenti di tale attività progettuale.
  Veniva, nel contempo, formalizzata dalla prefettura precisa richiesta al comando II Fod di San Giorgio a Cremano (Napoli) per l'impiego delle risorse del genio militare per la realizzazione dei lavori di consolidamento delle vie d'accesso alla collina interessata dalla frana.
  Per supportare i tecnici dell'Amam, il prefetto si determinava, altresì, a chiedere al Rettore dell'Università di Messina di individuare, tra il corpo docente, figure professionali idonee.
  Ciò anche in considerazione della riscontrata carenza da parte dell'azienda erogatrice delle progettualità necessarie al ripristino della condotta danneggiata e data la riscontrata mancanza della necessaria mappatura della rete idrica cittadina, indispensabile ai fini di una più razionale ed equa distribuzione dell'acqua. Infatti, interi quartieri posti nelle zone collinari, continuavano, dall'inizio della crisi, a subire l'assoluta mancanza di fornitura idrica.
  Nella mattinata del 6 novembre, il prefetto, preso atto di talune distonie emergenti in sede di Coc, in ragione delle quali si configurava un'esigenza di maggiore raccordo tra le varie componenti al fine di una più incisiva efficacia delle attività poste in essere, disponeva per la presenza, fino a cessate esigenze, di un viceprefetto presso il citato Coc cui avrebbero dovuto far capo le varie componenti operative, anche in considerazione delle esigenze connesse all'ordine ed alla sicurezza pubblica.
  Arrivava nella mattinata il primo serbatoio da 29 mila litri, che veniva posizionato nella zona nord della città, ove non arrivava ancora l'acqua corrente; l'altro sarebbe giunto in serata.
  L'erogazione idrica a mezzo di autobotti avveniva con regolarità secondo le priorità concordate in seno all'unità di crisi, raggiungendo ospedali, case di cura e/o di riposo, uffici pubblici e scuole e attenzionando anche richieste pervenute dai singoli cittadini in particolare sofferenza.
  La distribuzione idrica alla popolazione avveniva, invece, mediante undici punti di approvvigionamento, mentre per i cittadini disabili l'acqua ad uso potabile veniva fornita mediante un servizio porta a porta con l'ausilio di autobotte.
  Permanevano, in ogni caso, diverse criticità, soprattutto nelle zone alte della città che, solo in parte, erano alimentate dall'acqua proveniente dalla sorgente denominata «Santissima» con un flusso idrico di 200 litri al secondo.
  Per incrementare la fornitura, il dipartimento regionale di protezione civile attivava ulteriori sei autobotti e reperiva venti serbatoi da 400 litri ciascuno da ripartire nelle circoscrizioni comunali.
  Nel corso di una riunione ristretta tenuta nel pomeriggio dello stesso 6 novembre, alla presenza del presidente della regione Siciliana, il capo del dipartimento nazionale di protezione civile riferiva che il Consiglio dei ministri in pari data aveva approvato la dichiarazione dello stato di emergenza per contrastare i danni causati dal grave movimento franoso che si era verificato nel comune di Calatabiano il 24 ottobre ed il conseguente danneggiamento dell'acquedotto Fiumefreddo, demandando al citato dipartimento la gestione dell'emergenza.
  Lo stesso capo dipartimento, nel contempo, anticipava di aver individuato nel capo del dipartimento regionale di protezione civile la figura del commissario dotato di poteri straordinari per gestire l'emergenza e che la struttura commissariale avrebbe avuto sede presso l'ufficio messinese del dipartimento regionale.
  Ancora nella mattinata del 7 novembre, su richiesta del dipartimento nazionale di protezione civile si è tenuta in prefettura una riunione cui hanno partecipato, oltre al funzionario del citato dipartimento, anche rappresentanti della Marina militare e della locale capitaneria di porto, al fine di pianificare e razionalizzare il contributo delle navi-cisterna alla crisi idrica.
  Con decorrenza 8 novembre, il prefetto, con l'entrata a regime della struttura commissariale, ha ripreso le ordinarie funzioni di coordinamento e raccordo, anche in relazione allo stato di emergenza, ed ha disattivato la struttura straordinaria denominata «unità di crisi», facendo altresì venir meno, conseguentemente, la vigenza dei provvedimenti straordinari adottati nella prima fase dell'emergenza.
  A quanto fin qui esposto si aggiunga che, in attuazione della legge di stabilità 2015 (articolo 1) comma 703, legge n. 190 del 23 dicembre 2014), che ha definito le nuove procedure di programmazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020 e della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (articolo 1, comma 6), la quale prevede che il complesso delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2014-2020 sia destinato a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, anche di natura ambientale, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha sottoscritto, il 22 ottobre 2016, con la città metropolitana di Messina il «patto per lo sviluppo della città metropolitana di Messina».
  Il patto, sopra menzionato, è finalizzato all'attuazione degli interventi prioritari e all'individuazione delle aree di intervento strategiche per il territorio della città metropolitana di Messina.
  Negli allegati al patto risultano individuate n. 6 aree d'intervento strategico per un costo complessivo euro 777.889.686,80, in particolare per «l'area d'intervento ambiente» il costo totale interventi è pari a euro 114.601.443,47 (articolo 3, comma 2, del patto).
  Nella scheda allegata al patto, tra gli interventi strategici riportati «nel settore prioritario ambiente» è presente anche il seguente intervento: «mitigazione delle vulnerabilità dell'acquedotto Fiumefreddo – interventi sui versanti», nel comune, di Messina, per un importo pari a euro 2.890.000,00, che sarà finanziato a valere sui fondi Por Fesr Sicilia 2014-2020, così come indicato nella scheda.
  Per quanto riguarda le competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, risulta finanziato, con accordo di programma firmato il 30 marzo 2010, un intervento di «opere di regimazione idraulica e consolidamento versanti Lapide - Pasteria», ricadente nel comune di Calatabiano, per un importo pari a euro 250.000,00. Tale intervento, dalle informazioni presenti su ReNDiS, risulta ultimato.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà comunque, per quanto di competenza, a tenersi informato ed a svolgere la propria attività di monitoraggio, mantenendo alta l'attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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