ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10950

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 514 del 03/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2015
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 13/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 03/11/2015
Stato iter:
24/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/05/2016
DELRIO GRAZIANO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 13/11/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/05/2016

CONCLUSO IL 24/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10950
presentato da
SIBILIA Carlo
testo presentato
Martedì 3 novembre 2015
modificato
Venerdì 13 novembre 2015, seduta n. 521

   SIBILIA, COLONNESE, TOFALO, MICILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
la città e la provincia di Benevento sono state duramente colpite dall'alluvione del 15 ottobre 2015, riportando ingenti danni alle abitazioni civili, alle aziende private, alle strutture pubbliche e facendo registrare due morti;
mentre è ancora in atto la conta dei danni, sull'edizione del quotidiano «Corriere del Mezzogiorno» del 21 ottobre 2015 è stato pubblicato un articolo dal titolo: «Ora s'indaga sul funzionamento di una diga» in cui si fa riferimento alla «documentazione relativa alla diga di Campolattaro, in provincia di Benevento, tra il materiale acquisito dal consulente della Procura della Repubblica di Benevento al quale la stessa Procura avrebbe conferito un ampio mandato. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo d'indagine ipotizzando il reato di inondazione colposa. (...) Si vuole accertare, tra le altre cose, se le manovre di alleggerimento della pressione dell'acqua effettuate sulla diga di Campolattaro possano aver peggiorato gli effetti dell'alluvione a Benevento» –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza del fatto esposto in premessa e se intendano valutare l'opportunità di intraprendere iniziative, per quanto di competenza, al fine di accertare se la diga di Campolattaro fu fatta funzionare secondo criteri di sicurezza e, in caso negativo, individuare le responsabilità tecniche.
(4-10950)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 24 maggio 2016
nell'allegato B della seduta n. 630
4-10950
presentata da
SIBILIA Carlo

  Risposta. — In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame si forniscono i seguenti elementi di risposta.
  Si premette che per tutte le dighe le manovre degli organi di scarico nel corso degli eventi di piena rientrano tra le funzioni di gestione dell'invaso, che sono in capo al concessionario/gestore dello sbarramento. Lo stesso è tenuto a rispettare le disposizioni previste dal documento di protezione civile: in particolare è tenuto a non rilasciare, nella fase crescente della piena, portate superiori a quelle entranti. Detta disposizione ha valenza generale, per tutti i casi per i quali non sia stato diversamente disposto dalla regione tramite un piano di laminazione adottato ai sensi della direttiva Presidenza dei Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, ed è volta proprio ad assicurare che non si verifichino effetti di aggravamento della piena naturale che sarebbe defluita in assenza della diga.
  Nel caso in esame, la diga di Campolattaro è ubicata nel comune omonimo in provincia di Benevento e sbarra il fiume Tammaro, affluente del Calore, nel bacino del Volturno. L'opera è in concessione per la derivazione alla provincia di Benevento ed è attualmente gestita dalla società ASEA (Agenzia sannita per l'energia e l'ambiente) per conto della provincia stessa.
  Come tutte le «grandi dighe» è soggetta alla vigilanza dello Stato, tramite gli uffici competenti di questo ministero e ufficio tecnico per le dighe di Napoli, per gli aspetti di tutela della sicurezza della diga.
  Lo sbarramento (del tipo di materiali sciolti con nucleo impermeabile) ha altezza pari a circa 50 metri e volume di invaso di 125 milioni di metri cubi; l'opera è allo stato in esercizio sperimentale, propedeutico al collaudo tecnico-funzionale ai sensi dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 1363 del 1959. L'invaso è tuttavia ancora privo di utilizzazione per l'incompletezza delle opere da derivazione non ancora realizzate dall'ente concessionario.
  L'attuale quota, autorizzata ai sensi dell'articolo 13 del citato decreto del Presidente della Repubblica 1363 del 1959, è di poco inferiore a quella massima di regolazione ed è pari a 374,00 metri sul livello del mare con possibilità di raggiungimento della quota pari a 375,00 metri sul livello del mare in caso di eventi di piena eccezionali, a fronte di una quota di massima regolazione pari a 377,25 metri sul livello del mare e di una quota di massimo invaso di progetto pari a 381,45 metri sul livello del mare.
  Ciò premesso, alla luce delle informazioni acquisite dall'ente gestore nell'ambito dell'attività istituzionale di vigilanza di competenza di questo dicastero, si comunica quanto segue.
  Riguardo a quanto riportato dall'articolo di stampa citato dagli interroganti circa il fatto che le manovre di alleggerimento effettuate sulla diga di Campolattaro potrebbero aver peggiorato gli effetti dell'alluvione a Benevento, gli uffici competenti evidenziano quanto segue sulla base della relazione del 29 ottobre 2015 dell'ingegnere designato responsabile della sicurezza delle opere e dell'esercizio dell'impianto ai sensi dell'articolo 4, comma 7, del decreto legge n. 507 del 1994.
  Per quanto riguarda il 14-15 ottobre, la situazione ante evento era la seguente: la quota di invaso presso la diga di Campolattaro era pari a 370,97 metri sul livello del mare e quindi inferiore alla quota massima autorizzata di 374,00 metri sul livello del mare con un volume disponibile di circa 20 millimetri cubi rispetto alla quota autorizzata; tra le ore 20,00 del giorno 14 e le ore 8,00 del giorno 15 ottobre, in relazione alle ingenti precipitazioni occorse, il livello di invaso è risalito sino alla quota di 371,86 metri sul livello del mare, con un incremento pertanto di 0,89 metri.
  Durante l'evento non c’è stato di fatto scarico di portate a valle diga, essendo in quel momento attivo solamente un non significativo rilascio dallo scarico di fondo di circa 1,5 metri cubi per secondo, prossimo a quello necessario per garantire il deflusso minimo vitale nel tratto del fiume Tammaro a valle dello sbarramento.
  In definitiva, l'intero volume affluito durante la piena del 14-15 ottobre (circa 5 millimetri cubi) è stato invasato nel serbatoio, mantenendo peraltro un adeguato margine rispetto alla quota autorizzata (374,00 metri sul livello del mare).
  Invece, l'evento di piena del 19-20 ottobre è risultato, alla sezione della diga, molto più importante del precedente in termini di volume affluito e quindi di maggiore celerità di risalita del livello di invaso.
  L'incremento dei livelli è stato rapido: tra le ore 15,30 (372,25 metri sul livello del mare) e le ore 23,00 del giorno 19 ottobre (374,25 metri sul livello del mare) è stato pari a 2 metri. È stata infatti superata la quota autorizzata in via sperimentale (pari a 374,00 metri sul livello del mare), ma non è stata superata la quota di 375,00 metri sul livello del mare), raggiungibile in caso di eventi di piena straordinari ai fini dell'attivazione delle corrispondenti fasi di allerta del documento di protezione civile della diga.
  Durante l'evento di piena il gestore risulta aver operato una contenuta restituzione a valle della diga, con il solo scarico di fondo sinistro, con una portata rilasciata tra 2,5 e 20 metri cubi per secondo, tra le ore 15,30 e le ore 21,30 del giorno 19, con un ulteriore incremento a 25 metri cubi per secondo dalle ore 11,00 del giorno 20, a fronte di una portata massima scaricabile in base alla potenzialità dei soli scarichi profondi pari a 600 metri cubi per secondo (la portata massima scaricabile al massimo invaso è superiore a 1.500 metri cubi per secondo).
  Dalla ricostruzione dell'idrogramma di piena resa disponibile in base ai dati di livello di invaso e di portata scaricata, la portata massima entrante al serbatoio (al colmo dell'evento di piena) è risultata pari a circa 1.100 metri cubi per secondo, valore di tipo estremo per il fiume Tammaro nella sezione di sbarramento.
  L'effetto di riduzione della piena conseguito grazie alla diga di Campolattaro e stato notevolissimo, dell'ordine del 90 per cento in termini di rapporto tra volume invasato (oltre 10 millimetri cubi) rispetto a quello totale affluito durante l'evento.
  La gestione degli scarichi ha consentito la riduzione della portata al colmo da oltre 1.100 metri cubi per secondo a 25 metri cubi per secondo. Risulta ampiamente rispettata la prescrizione del documento di protezione civile della diga di non scaricare portate superiori a quelle entranti nella fase crescente della piena, in aderenza alla circolare Presidenza del Consiglio dei ministri n. DSTN/2/7019 del 19 marzo 1996 e alla direttiva Presidenza del Consiglio dei ministri dell'8 novembre 2014 recanti disposizioni di protezione civile nei bacini in cui sono presenti dighe.
  In definitiva, non risulta alcun nesso causale tra la gestione della diga di Campolattaro ed i pur ingenti danni occorsi sul territorio beneventano durante gli eventi di piena in questione, anzi l'invaso di Campolattaro ha permesso di moderare i deflussi del fiume Tammaro, riducendo drasticamente le portate provenienti dal bacino di monte ed evitando ben più gravi disastri a valle. Le portate defluenti nell'affluente Tammarecchia, che confluisce nel Tammaro più a valle, risultano invece avere causato danni significativi lungo il loro percorso, non essendo esse state ridotte per l'assenza di invasi artificiali nel relativo bacino.
  Ferme restando le verifiche in corso da parte dell'autorità giudiziaria, cui questo Dicastero ha già fornito tutti gli elementi in proprio possesso, appaiono, allo stato, non necessari ulteriori accertamenti tecnici oltre a quelli ordinariamente e sistematicamente svolti dagli uffici competenti in applicazione della normativa in materia di dighe. L'ultimo sopralluogo ispettivo effettuato da questa Amministrazione in data 6 novembre 2015, ai sensi del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 1363 del 1959, e le asseverazioni semestrali dell'ingegnere designato responsabile della sicurezza dell'impianto confermano le buone condizioni di sicurezza e manutenzione dello sbarramento, dell'invaso e degli organi di scarico.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasportiGraziano Delrio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impresa privata

inondazione