ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10788

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 505 del 19/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PLACIDO ANTONIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 19/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 19/10/2015
Stato iter:
19/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/01/2016
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/01/2016

CONCLUSO IL 19/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10788
presentato da
PLACIDO Antonio
testo di
Lunedì 19 ottobre 2015, seduta n. 505

   PLACIDO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   negli ultimi giorni la stampa nazionale ha diffuso la notizia di brutali assassini di bambini in Brasile ad opera della polizia brasiliana;
   «negli stessi primi nove mesi del 2015, che ha la sorte di precedere la kermesse delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, nella capitale brasiliana sono «spariti» almeno 371 ragazzini di strada tra i 4 e i 15 anni», così il quotidiano Avvenire in un articolo di Elena Molinari del 13 ottobre 2015;
   secondo quanto è possibile evincere dalle informazioni diffuse negli ultimi giorni dalla stampa, le Nazioni Unite e la Conferenza episcopale brasiliana avrebbero denunciato che tutti i bambini «spariti» sarebbero stati uccisi dalla polizia nel corso di una macabra operazione di «pulizia» delle strade di Rio;
   «L'Onu ha accusato la polizia brasiliana di uccidere bambini per «ripulire» le città, e soprattutto Rio de Janeiro, in vista delle Olimpiadi dell'anno prossimo. L'accusa viene mossa dal Comitato Onu sui diritti dell'infanzia citato da media brasiliani, tra cui il sito del quotidiano Estadao. Secondo il Comitato Onu, le forze dell'ordine sono direttamente coinvolte nell’«elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini» nel Paese, accompagnate da impunità «generalizzata», compiute per «ripulire il paese». Per il comitato delle Nazioni unite, la violenza nei confronti dei minorenni è ancor più visibile a Rio de Janeiro, dove ci sarebbe il tentativo di «Pulire» la metropoli in vista dei Giochi Olimpici del 2016»;
   il numero di 371 «scomparsi» dall'inizio dell'anno riguarderebbe soltanto i casi confermati. Infatti, «L'Onu ne sospetta almeno duemila, il Consiglio federale di medicina brasiliano 250 mila in tutto il Paese negli ultimi anni. Padre Renato Chiera, fondatore della «Casa do Menor», parla di «400 alla settimana», eliminati nel corso del «genocidio sociale» in atto. Bambini svaniti, raramente cercati, mai ritrovati» http://www.avvenire.it;
   nel rapporto dell'Onu è detto a chiare lettere «“L'aumento del numero di adolescenti vittime della polizia è una sfida. Le vittime sono soprattutto ragazzi poveri dalla pelle nera che vivono alla periferia delle aree metropolitane delle grandi città. La loro probabilità di essere uccisi dalla polizia è quattro volte maggiore quella di un adolescente bianco”. L'organismo propone al governo brasiliano la soluzione radicale di eliminare il reato di autos de resisténcia, la “resistenza all'arresto” come «grande passo verso la protezione dei diritti dei bambini» (http://www.avvenire.it) e ancora, il Comitato ONU per i diritti dell'infanzia denuncia come «E accaduto con i Mondiali e ora il dramma si sta ripetendo – con forse maggiore intensità – con le Olimpiadi 2016. Abbiamo ricevuto informazioni concrete sul fatto che ora si tratta di un modo di “migliorare l'aspetto” del proprio territori, hanno dichiarato i ricercatori delle Nazioni Unite che, pertanto, hanno chiesto una svolta. Con leggi ad hoc che proibiscano la detenzione arbitraria di minori”»;
   le dichiarazioni di alcuni membri del Comitato ONU per i diritti dell'infanzia riportate da Il Fatto Quotidiano, infatti, «per l'organo delle Nazioni unite, le forze dell'ordine sono direttamente coinvolte nell’“elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini”, spesso accompagnate dall'impunità dei responsabili. La violenza nei confronti dei minorenni sarebbe ancor più visibile a Rio de Janeiro, dove “esiste un'ondata di ‘pulizia’ che mira alle Olimpiadi per presentare al mondo una città senza questi problemi”, ha dichiarato la vice-presidente del Comitato, Renate Winter. Denunce di questo tipo – viene sostenuto – si sono moltiplicate in occasione dei mega-eventi sportivi organizzati nel Paese. “Abbiamo già visto episodi simili durante i Mondiali del 2014 e ora chiediamo che il fenomeno venga subito corretto per evitare che si ripeta”, ha affermato il perito Onu, Gehad Madi. Sulla stessa lunghezza d'onda anche la consulente ecuadoregna Sara Oviedo, secondo cui le stragi di bambini in Brasile non sono una novità. “Ma abbiamo ricevuto informazioni concrete sul fatto che ora si tratta di un modo di migliorare l'aspetto del proprio territorio per poter ricevere manifestazioni internazionali”, ha aggiunto l'esperta. Per l'Onu esiste una ”violenza generalizzata” da parte della polizia, specialmente contro i “meninos de rua” e quelli che vivono nelle “favelas”. “Siamo seriamente preoccupati”, hanno dichiarato i membri del Comitato, che chiedono anche al governo brasiliano l'approvazione immediata di leggi che proibiscano la detenzione arbitraria dei bambini di strada» (http://www.ilfattoquotidiano.it);
   si tenga inoltre presente che «l'ultimo studio Unicef, diffuso a luglio, però, parla di 10.500 bambini e adolescenti assassinati all'anno, il doppio rispetto al 1990. In media, dunque, ogni ora viene ammazzato almeno un minore, uno stillicidio quotidiano da 28 vittime. Certo, non tutti sono bersaglio della polizia o degli squadroni della morte, ma soprattutto degli episodi di criminalità. Con un indice di impunità tra il 92 e il 95 per cento, però, le responsabilità sono difficili da valutare. Il che favorisce, a sua volta, il dilagare della violenza» (http://www.avvenire.it);
   le notizie riportate dalla stampa rappresentano un vero e proprio abominio, un'aberrazione per l'intera umanità che rischia di passare nel silenzio o nell'indifferenza delle istituzioni o comunque senza prese di posizioni e provvedimenti tangibili ed efficaci –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda promuovere, anche nell'ambito della comunità internazionale, per garantire i diritti umani e i diritti dell'infanzia, al fine di tutelare bambini, soprattutto neri e che vivono in una disarmante condizione di povertà, in Brasile;
   se non intenda promuovere incontri multilaterali, con il coinvolgimento e la partecipazione attiva dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, affinché tutti i bambini possano avere diritto alla esistenza prima ancora che a una esistenza libera e dignitosa oltre che alla felicità, anche attraverso attività diplomatiche che presuppongano il ricorso a sanzioni internazionali affinché ai bambini brasiliani siano riconosciuti tutti i diritti degli altri bambini, senza discriminazioni;
   se il Governo non intenda attivarsi per perseguire a qualsiasi livello quello che, per come è descritto, appare un crimine contro l'umanità, considerate soprattutto le aberrazioni che sarebbero perpetrate dalla polizia brasiliana nei confronti dei bambini delle favelas e dei meninos da rua brasiliani;
   se il Governo intenda in ogni caso – verificata la fondatezza delle informazioni riportate dalla stampa così come denunciate dagli organismi internazionali – valutare se prospettare al Governo brasiliano, alla comunità internazionale e al Comitato olimpico internazionale la mancata partecipazione alle prossime Olimpiadi in assenza di misure, provvedimenti e sanzioni concrete. (4-10788)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 19 gennaio 2016
nell'allegato B della seduta n. 550
4-10788
presentata da
PLACIDO Antonio

  Risposta. — I minori sono una categoria particolarmente vulnerabile, soprattutto in situazioni caratterizzate da sottosviluppo, povertà e tensioni sociali di vario genere. La comunità internazionale assicura una crescente attenzione alla tutela dei diritti del fanciullo e l'Italia è tradizionalmente impegnata in tale ambito sia a livello multilaterale (in particolare Nazioni unite, Unione europea, Consiglio d'Europa) sia a livello bilaterale, in particolare attraverso programmi di cooperazione allo sviluppo. Lo scorso mese di giugno, a New York, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Gentiloni, ha evidenziato nel corso del dibattito aperto del Consiglio di sicurezza su «Bambini e Conflitti Armati» la centralità di un'adeguata tutela dei diritti del fanciullo anche nel quadro del diritto internazionale umanitario.
  Il nostro Paese è parte della convenzione per i diritti del fanciullo e dei suoi primi due protocolli opzionali, riguardanti rispettivamente: a) la vendita di minori, la prostituzione minorile e la pornografia; b) il reclutamento di bambini soldato. Per quanto concerne il terzo protocollo opzionale (che istituisce un meccanismo para-giurisdizionale di reclamo a disposizione dei minori per denunciare violazioni dei diritti loro riconosciuti dalla convenzione e dagli altri due protocolli), l'Italia è stata tra i primi Paesi a procedere alla sua firma, e il protocollo è stato approvato in via definitiva dalla Camera dei deputati all'unanimità il 4 novembre 2015.
  Oltre alle diverse iniziative che ci vedono coinvolti sul fronte della tutela dei diritti del fanciullo nelle situazioni di conflitto e post-conflitto, si ricordano le nostre campagne di sensibilizzazione contro le pratiche delle mutilazioni genitali femminili e contro i matrimoni precoci e forzati. Si tratta di fenomeni ancora molto diffusi in numerosi Paesi, che non trovano giustificazione in culture e tradizioni, ma sono fortemente lesivi dei diritti dei minori e hanno gravi conseguenze sulla salute degli individui che ne sono colpiti, oltre a ovvi contraccolpi sul piano sociale. La nostra azione politica si concretizza in particolare nel forte impegno negoziale in ambito ONU per l'adozione di risoluzioni a tutela dei diritti dei fanciulli, sia in generale, sia rispetto a tematiche specifiche. Si tratta di atti che contengono raccomandazioni non vincolanti ma importanti sul piano politico e morale, riaffermando i diritti dei minori e dei gruppi più vulnerabili senza alcuna discriminazione. L'Italia figura, in ambito ONU, tra gli sponsor delle risoluzioni annuali «omnibus» dell'Assemblea generale (proposte dall'Unione europea insieme al gruppo latino-americano) in materia di diritti del fanciullo o delle risoluzioni biennali concernenti le «Politiche e Programmi riguardanti i giovani».
  Nell'ambito del Consiglio per i diritti umani (CDU) delle Nazioni unite a Ginevra, l'Italia ha co-sponsorizzato: la risoluzione sui diritti del fanciullo (Risoluzione 28/19) presentata congiuntamente dall'Unione europea e dal gruppo regionale latino-americano nel corso della 28a sessione del marzo scorso; la risoluzione sui diritti umani nell'amministrazione della giustizia, inclusa la giustizia giovanile (Risoluzione 30/07) nel corso della 30a sessione di settembre/ottobre 2015.
  L'Italia monitora la situazione relativa ai diritti del fanciullo nei Paesi terzi e non manca – qualora siano presenti particolari criticità – di sollevare il tema nel corso delle varie occasioni di confronto. Un foro privilegiato è dato dalla Revisione periodica universale, meccanismo onusiano stabilito nell'ambito del Consiglio diritti umani e per mezzo del quale viene scrutinata, su base paritaria e con cadenza regolare, la situazione dei diritti umani in tutti gli Stati membri delle Nazioni unite. Uno dei principali temi su cui l'Italia formula quesiti e raccomandazioni ai Paesi via via sotto esame è, per l'appunto, quello dei «diritti dei minori».
  La situazione descritta dall'interrogante è ben nota alla comunità internazionale. Il 2 ottobre 2015, il comitato delle Nazioni unite sui diritti del fanciullo (organo che monitora l'applicazione della convenzione sui diritti del fanciullo e dei suoi protocolli aggiuntivi) ha esaminato il secondo, il terzo e il quarto dei rapporti periodici presentati dalle autorità brasiliane e ha adottato delle «Osservazioni Conclusive» che fanno stato della drammatica situazione in cui versano i minori brasiliani. Il comitato ha approvato l'adozione da parte del Brasile nel 2013 di un piano nazionale per combattere il traffico di esseri umani e di un piano nazionale per l'assistenza socio-educativa; ha inoltre preso nota della definizione di un piano d'azione decennale per la promozione dei diritti del fanciullo (2011-2020), raccomandando l'attuazione dello stesso ad ogni livello di Governo, sia centrale che federale, e la destinazione al piano in parola di adeguati mezzi economici, risorse umane e tecniche. Il comitato raccomanda, in particolare, al Brasile di vigilare e reprimere il fenomeno della violenza da parte delle forze di polizia nei confronti dei bambini di strada, che conduce a numerose esecuzioni extragiudiziali, a torture e a sparizioni forzate i cui autori godono di fatto di un'ampia impunità. A tal fine richiede di attuare rapide ed approfondite indagini anche nei casi dei cosiddetti «atti di resistenza», di prevedere un aumento delle pene per gli autori, di allontanare dal servizio attivo i responsabili di tali atti e di organizzare corsi per sensibilizzare le forze di polizia su tali tematiche.
  L'Italia segue con attenzione gli sviluppi della situazione dei minori in Brasile anche in ambito Unione europea. Il 17 settembre 2015 si è svolto a Brasilia il 5o Dialogo sui diritti umani UE-Brasile, nel corso del quale è stato ampiamente discusso il tema di diritti dei bambini. In particolare è stata affrontata la questione dell'alto numero di decessi di giovani brasiliani in connessione con le politiche di pubblica sicurezza del Paese. Il rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, Lambrinidis, ha espresso la preoccupazione dell'Unione europea per i mancati progressi nell'approvazione di un progetto di legge, all'esame del Parlamento brasiliano, che permetterebbe di limitare la possibilità delle forze dell'ordine di ricorrere all'uso della forza in caso di resistenza. Da parte dell'Unione europea è stata avanzata l'ipotesi di organizzare eventi congiunti con il Brasile di sensibilizzazione sulle tematiche giovanili.
  Sul piano bilaterale, la cooperazione allo sviluppo ha finanziato in oltre venti anni (sino al 2008, dunque fino a che il Brasile non ha raggiunto l'attuale livello di sviluppo economico) oltre venti progetti per la tutela dei diritti dei bambini e dei giovani brasiliani in situazioni di disagio, con un impegno di spesa pari a circa 11 milioni di euro. Molti di tali progetti sono stati attuati da ONG italiane. I progetti hanno riguardato il potenziamento delle infrastrutture educative e assistenziali locali, il miglioramento dell'istruzione, la formazione e l'inserimento nel mercato del lavoro dei giovani, il recupero familiare e l'inserimento sociale dei bambini di strada e in conflitto con la legge. Particolare attenzione è stata dedicata negli anni alla cooperazione decentrata, attraverso programmi che hanno stimolato la definizione di partenariati territoriali a supporto di attività di governance, di sviluppo agricolo e turistico, nonché di stimolo al settore privato sul modello del cooperativismo. Anche in tale ambito è stato affrontato il tema dei diritti dei minori ed in particolare dei bambini di strada, ivi incluse attività di formazione a loro favore.
  Io stesso, nel corso della missione effettuata lo scorso anno, ho incontrato il segretario alla sicurezza dello stato di Rio de Janeiro, José Beltrame, il quale dal 2009 promuove il programma di «pacificazione delle favelas». Una delle componenti fondamentali di tale programma è la sensibilizzazione delle forze di polizia, con l'obiettivo di renderle più consapevoli dell'importanza del rispetto dei diritti umani nel loro lavoro. Circa la prospettiva della nostra partecipazione alle prossime olimpiadi, si ritiene che lo sport costituisca momento e strumento di dialogo a livello globale: un viatico complementare ma al contempo distinto dal dialogo politico nel quale affrontare temi delicati ed importanti, quali quelli in parola. Ciò non ci esime, in ogni caso, dal continuare a rappresentare ai nostri partner brasiliani la forte preoccupazione per la grave questione evidenziata nell'interrogazione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti del bambino

ONU

delitto contro la persona