ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10759

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 503 del 15/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/10/2015
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 15/10/2015
Stato iter:
21/10/2015
Fasi iter:

RITIRATO IL 21/10/2015

CONCLUSO IL 21/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10759
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Giovedì 15 ottobre 2015, seduta n. 503

   PELLEGRINO, ZARATTI e COSTANTINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 28 marzo 2014, n. 73, prevedeva l'emanazione, entro quattro mesi dalla sua entrata in vigore, di un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, d'intesa con la Conferenza Unificata, per l'individuazione dei criteri per la formulazione di un programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei comuni e degli istituti autonomi per le case popolari;
   il suddetto decreto attuativo, che avrebbe dovuto essere emanato entro il luglio 2014, in realtà è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solamente il 21 maggio 2015, quasi un anno dopo quanto previsto dalla legge;
   anche a causa del forte ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi, sono ben lontani dal partire gli interventi di recupero degli alloggi di edilizia popolare da rendere disponibili a una piccola parte delle 650 mila famiglie in graduatoria da anni per una casa;
   come ricorda un articolo de Il Fatto Quotidiano del 4 ottobre 2015, al programma di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica, il cosiddetto «decreto di Lupi» ha destinato 467,9 milioni di euro. Di questi 67,9 milioni di euro dovrebbero finanziare piccoli interventi, fino a 15 mila euro, per rendere disponibili il prima possibile una parte dei 16 mila appartamenti al momento non utilizzati, mentre 400 milioni di euro spalmati su 10 anni servirebbero a manutenzioni straordinarie più consistenti. Ma la somma sinora impiegata è pari a zero euro. Il decreto attuativo infatti è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo a maggio, più di un anno dopo l'approvazione del piano casa da parte del Consiglio dei ministri. E dava tempo fino al 18 settembre 2015 perché le singole regioni inviassero al Ministero competente la lista degli interventi programmati. Hanno risposto tutte, tranne la Campania che ha chiesto ancora più tempo. Mentre i lavori non sono ancora iniziati da nessuna parte, con i primi interventi che ormai potranno essere portati a termine solo dopo i primi mesi dell'anno prossimo;
   finora si sta assistendo a un insuccesso del «decreto Lupi», a meno che non si voglia, come ricorda il suddetto articolo di stampa, considerare un successo i 204 contratti rinnovati in tutta Italia a chi senza colpa non è riuscito a pagare l'affitto, quando nel 2014 gli sfratti per morosità, colpevole e non, sono stati 69 mila. Le norme che avrebbero dovuto risolvere l'emergenza abitativa, a un anno e mezzo, dall'approvazione da parte del Governo del decreto voluto dall'ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono ancora prive di attuazione. Restano in gran parte inutilizzati i fondi stanziati per aiutare le persone disagiate, che hanno perso il lavoro o si sono ammalate all'improvviso, ed evitare loro lo sfratto;
   il piano casa ha rifinanziato il Fondo nazionale per l'accesso alle abitazioni in locazione, portando a 100 milioni di euro la disponibilità sia per il 2014 che per il 2015. Il Governo ha successivamente deciso di riservare il 25 per cento della quota 2015, ovvero 25 milioni di euro, alle famiglie disagiate sottoposte a procedure esecutive di sfratto per finita locazione. Con risultati però assai deludenti, come risulta dai dati dello stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Su una disponibilità complessiva per il biennio 2014-2015 che, con i finanziamenti degli enti locali, arriva a oltre 324 milioni di euro, al 30 giugno 2015 le risorse assegnate dalle regioni ai comuni sono state di appena 93,7 milioni di euro, di cui solo 88 milioni di euro effettivamente trasferite. Va ancora peggio se l'analisi si limita alla riserva del 25 per cento, con trasferimenti ai comuni di appena 3,5 milioni di euro su 25;
   il 2 luglio 2015 il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, rispondendo in Commissione ambiente della Camera a una interrogazione sull'emergenza abitativa, faceva una serie di affermazioni di questo tenore: esiste il problema di «un utilizzo non soddisfacente delle risorse impegnate»; vi è la necessità «di dare risposte più incisive e immediate alle categorie sociali deboli sottoposte a procedure esecutive di rilascio»; «si tratta di studiare o rafforzare strumenti a livello locale che favoriscano il passaggio “da casa a casa” utilizzando le risorse già disponibili sia con il Fondo inquilini morosi incolpevoli che con la riserva del 25 per cento sulla disponibilità di 100 milioni del 2015 relativa al Fondo nazionale per l'accesso alle abitazioni in locazione»; «occorre indirizzare le risorse che si renderanno disponibili più verso una logica di “prevenzione” e affiancamento dei soggetti che possono divenire morosi incolpevoli piuttosto che intervenire a posteriori con tutte le difficoltà che possono insorgere nel ristabilire un corretto equilibrio nel rapporto tra inquilino e proprietario»;
   quanto detto conferma la necessità di rivedere la normativa vigente che attualmente non è in grado di dare risposte soddisfacenti all'emergenza abitativa;
   va peraltro ricordato che il fondo di sostegno all'affitto è rifinanziato solo fino al 2015, e la cedolare secca ridotta per i contratti concordati è valida solo fino al 2017 e, senza le certezze del mantenimento della misura anche dopo il 2017, ciò porterà progressivamente la proprietà a non utilizzare questo strumento –:
   quali iniziative concrete e realmente efficaci si intendano avviare con urgenza, già dal prossimo disegno di legge di stabilità, in grado di dare certezze ai cittadini in situazioni di maggiore disagio abitativo, anche alla luce delle forti ed evidenti criticità esposte in premessa circa l'attuazione, delle norme contenute nel decreto-legge n. 47 del 2014. (4-10759)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

locazione

conservazione del posto di lavoro

protezione dell'ambiente