ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10722

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 501 del 13/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PANNARALE ANNALISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 13/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 13/10/2015
Stato iter:
19/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/02/2016
BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/02/2016

CONCLUSO IL 19/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10722
presentato da
PANNARALE Annalisa
testo di
Martedì 13 ottobre 2015, seduta n. 501

   PANNARALE e GIANCARLO GIORDANO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   giovedì 8 ottobre 2015, ultimo episodio soltanto in ordine di tempo, a Torino un prestigioso monumento nazionale del diciassettesimo secolo e una delle residenze sabaude la «Villa della Regina», riconosciuta patrimonio dell'umanità dall'anno 1997 come sito UNESCO, è rimasta completamente chiusa al pubblico e ai turisti per un'intera giornata;
   la villa e il parco già residenza delle regine sabaude risulta, infatti, «affittata» e messa a disposizione di un istituto bancario;
   un cartello all'ingresso informava i malcapitati visitatori che la struttura sarebbe rimasta chiusa perché ospitava «i giovani manager del programma di formazione Uniquest di Unicredit»;
   tra le attività previste per i futuri e giovanili «capitani del capitale» sembra sia stata inserita anche la collaborazione «alla semina di un prato fiorito... in un'ideale restituzione di risorse non solo economiche dalla banca al territorio»;
   ciò potrebbe significare che alla banca è stato consentito l'uso e il godimento in esclusiva di un monumento nazionale, chiudendolo al pubblico per un'intera giornata, senza sborsare un euro;
   il 3 ottobre 2015, inoltre, la reggia di Venaria risulta essere stata chiusa con tre ore di anticipo per la terza edizione – dopo il grandissimo successo delle precedenti – della «Nuite Royale»: festa in costume settecentesco con 1.500 partecipanti per «vivere la magia di un Ballo di Corte presso una splendida reggia (...) trasformare il sogno in realtà e attraversare il ponte tra presente e passato... per tornare al tempo delle corti, degli sfarzi e della stupefacente maestosità dell'epoca settecentesca.»; con tanto di «cena e rinfresco esclusivo, a buffet (finger food, primo e dolce) o royal dinner, dancefloor nella Galleria Grande con dj set, cocktail experienceRed Sixties” by Rosso Antico», ecc. ecc.;
   ancora un anno or sono la sala di lettura della Biblioteca nazionale di Firenze — per l'occasione definita «una location fiorentina ricca di storia e di atmosfera» — è rimasta chiusa per accogliere una sfilata di moda, con gli studenti che issavano cartelli con scritto: «Vogliamo studiare !», mentre pochi mesi prima la Biblioteca stessa aveva ospitato partite di golf;
   in queste, come in altre occasioni, non si sono registrate da parte di alcuna sede istituzionale, né da palazzo Chigi, né dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, moti di indignazione, denunce contro la violazione dei diritti dei turisti paganti né ipotesi e/o annunci di interventi normativi per l'introduzione di «reati in senso lato» nel codice penale come avvenuto in occasione dello svolgimento di una legittima assemblea sindacale convocata a norma di legge, con il previsto preavviso e della durata di (ben) due ore e mezzo, a Roma presso il Colosseo;
   quest'ultimo episodio romano ha, invece, prodotto un unico intervento e, cioè, un provvedimento del Governo, utilizzato per i casi straordinari di necessità e urgenza ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione, teso a colmare una presunta lacuna nella disciplina dell'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati;
   ad avviso degli interroganti non può non rilevarsi, in relazione ai fatti sopracitati, un'involontaria ironia nell'intervento del Governo nell'intenzione dichiarata  di prevenire o contrastare fenomeni lesivi della tutela e della fruizione dei beni culturali perché non può esserci effettiva tutela di un museo senza la sua apertura al pubblico, in quanto il patrimonio culturale è conservato proprio per essere fruito;
   dalla stampa si apprende, inoltre, che nel nostro paese pranzare o cenare, magari in gruppo è possibile oltre che al ristorante persino nei luoghi più belli e famosi del mondo, anche se tale opportunità non è certamente alla portata di tutte le tasche:
    a Firenze: noleggiare gli Uffizi per una cena di cento persone costa 15.000 euro e mangiare ai piedi del David di Michelangelo, all'Accademia, ne costa 20.000;
    a Napoli, il Salone delle Feste di Capodimonte costa 25.000 euro, mentre «le manifestazioni che prevedono il lancio commerciale di un prodotto nel museo sono soggette a trattativa riservata»... E per una cena a Castel Sant'Elmo possono bastare 1.000 euro;
    a Bologna per il cortile del Museo Civico Medievale sono sufficienti 2.000 euro per l'intera giornata;
    in Sicilia per il Tempio di Segesta non si arriva a 5.000 euro;
    a Milano anche la Pinacoteca di Brera ci vogliono sui 5.000 euro;
    a Pompei per cenare nell'Anfiteatro servono, invece, 15.000 euro;
    a Roma per il Salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini sono richieste al massimo 20.000 euro;
    di recente il Ponte Vecchio è stato «chiuso» e concesso alla Ferrari dall'allora sindaco Matteo Renzi per una cifra ridicola rispetto al valore simbolico e al disagio di cittadini e turisti (60.000 euro) e il suo successore Dario Nardella ha permesso alla banca d'affari Morgan Stanley di cenare in una chiesa medievale (il Cappellone degli Spagnoli di Santa Maria Novella) per 20.000 euro, poi elevati a 40.000 nel fuoco delle polemiche;
   il Codice dei Beni culturali non prevede il divieto, di «affitto» dei siti pubblici, ma ne dispone tuttavia l'utilizzo «per finalità compatibili con la loro destinazione culturale»;
   ciò significa, a parere degli interroganti, non soltanto vietarne la chiusura e garantire la fruizione ma anche ostacolarne gli usi singolari, di natura esclusivamente commerciale e di consumismo sfacciato o, comunque, incompatibili con le destinazioni educative, formative e didattiche riferite al patrimonio artistico e culturale che custodiscono e rappresentano;
   non è possibile altrimenti definire le autorizzazioni e gli utilizzi già citati o le «sessioni di step coreografico, zumba e totalbody» sotto gli affreschi medievali del complesso di Santa Maria della Scala a Siena (è successo l'anno scorso), «un corso di pilates nella bellissima atmosfera del Museo Diocesano di Milano» (un'offerta tuttora in corso) o, appunto, un banchetto di banchieri internazionali sotto le volte di una chiesa di un ordine mendicante –:
   se il Ministro interrogato non ritenga un serio errore culturale da parte delle istituzioni e del Governo avvalorare l'idea che con il denaro si possa comunque disporre l'uso privato di un monumento pubblico o, nell'insufficienza e assenza degli investimenti necessari da parte dello Stato, ricercare e favorire finanziamenti a favore del patrimonio artistico che ne snaturino la funzione e in tal modo favorire la mercificazione senza alcun limite anche della cultura;
   quali iniziative urgenti intenda adottare, anche di natura normativa, affinché sia regolamentato in maniera uniforme l'utilizzo per i privati del patrimonio storico e artistico della nazione secondo i principi con cui la Costituzione ha inteso connettere la tutela pubblica del patrimonio (articolo 9) e la costruzione dell'uguaglianza per il pieno sviluppo della persona umana (articolo 3). (4-10722)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 febbraio 2016
nell'allegato B della seduta n. 573
4-10722
presentata da
PANNARALE Annalisa

  Risposta. — Nell'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante, fatto riferimento ad alcuni episodi di concessione di beni culturali in uso a privati, avvenuti in alcuni casi anche con limitazioni alla fruizione del bene da parte della generalità dei visitatori, chiede, in primo luogo, se non si ritenga un errore avvalorare l'idea che, pagando, si possa disporre dei monumenti pubblici per uso privato, seppure per ricavarne risorse finanziarie che suppliscano alla carenza di quelle pubbliche e, in secondo luogo, quali iniziative si intenda adottare affinché l'utilizzo del patrimonio storico e artistico da parte dei privati sia regolamentato in maniera uniforme e secondo i principi degli articoli 9 e 3 della Costituzione.
  Come ricordato anche dall'interrogante il
codice dei beni culturali e del paesaggio (emanato con il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) contiene già disposizioni normative che regolano l'uso individuale e l'uso strumentale e precario dei beni culturali, da parte di soggetti privati.
  In particolare, l'articolo 106 prevede la possibilità per lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali di concedere l'uso dei beni culturali, che abbiano in consegna, a singoli richiedenti, per finalità compatibili con la loro destinazione culturale.
  Secondo l'articolo 107, il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono, inoltre, consentire la riproduzione nonché l'uso strumentale e precario dei beni culturali che abbiano in consegna, nei limiti fissati dalla stessa norma e nel rispetto delle disposizioni in materia di diritto d'autore.
  Il successivo articolo 108 indica i parametri per la determinazione dei canoni di concessione d'uso (carattere delle attività, tipo e tempo di utilizzazione degli spazi) e stabilisce il pagamento anticipato dei canoni e la determinazione di una cauzione in caso di possibile pregiudizio ai beni culturali.
  L'utilizzo degli spazi da parte di singoli richiedenti dei cosiddetti «luoghi della cultura», quindi, è ammesso come forma di fruizione del patrimonio culturale, nonché di valorizzazione in quanto ne favorisce la diffusione della conoscenza.
  Il riferimento, fatto dall'articolo 106, alle finalità compatibili con la destinazione culturale dei beni concessi in uso, non può intendersi come un divieto assoluto di utilizzo degli spazi museali per eventi non aventi carattere culturale quanto, piuttosto, solo come fattore che condiziona la concessione nella durata e nelle modalità di svolgimento degli eventi.
  Non appare, quindi, necessario alcun intervento normativo, restando la valutazione delle richieste di concessione, sia dal punto di vista dell'opportunità che delle condizioni, affidata alla responsabilità dell'ufficio concedente.
  Con particolare riferimento, infine, ai due episodi indicati nell'interrogazione si ritiene opportuno fornire alcune precisazioni.
  La Biblioteca nazionale centrale di Firenze (BNCF) ha concesso in uso la sala lettura, in occasione della sfilata di moda dello stilista Alessandro Dell'Acqua curata da Pitti immagine, in data 9 gennaio 2014, senza precludere la possibilità agli studiosi di utilizzare, come di consueto, la biblioteca: gli studiosi hanno potuto utilizzare le numerose altre sale di consultazione esistenti nell'istituto.
  L'evento di moda è consistito nella presentazione di modelli fermi su una passerella accompagnati, sullo sfondo, da proiezioni su monitor posizionati sui tavoli, che mostravano le fasi di lavoro dello stilista nella progettazione dei capi della sua collezione. Tale attività non è sicuramente estranea alla missione istituzionale della Biblioteca nazionale centrale di Firenze e di questa Amministrazione se si rammentano l'importanza della tradizione della storia del costume e della moda per la città di Firenze e la partecipazione della biblioteca fiorentina all'importante progetto
archivi della moda del ’900, realizzato dal Ministero (http://www.moda.san.beniculturali.it/wordpress/).
  La biblioteca aveva provveduto, nei giorni precedenti l'evento, alle corrette e dovute informazioni sia agli utenti che alle organizzazioni sindacali, comunicando le altre sale aperte alla fruizione del pubblico degli studiosi.
  Il canone ricavato dalla concessione in uso degli spazi ha permesso il restauro dello storico lucernario della Rotonda Magliabechiana, consentendo così il completamento dei lavori di ripristino dell'Ala museale della biblioteca. Gli organizzatori dell'evento hanno provveduto, anche, alla sostituzione di lampade
led per i punti illuminati della Sala lettura e alla riparazione delle serrature delle vetrine da esposizione.
  È opportuno ricordare che l'edificio della Biblioteca nazionale centrale di Firenze risale agli anni trenta del Novecento e conserva ancora arredi e strutture originali che richiedono sovente interventi di ripristino, troppo onerosi per le dotazioni dell'istituto, ridotte negli ultimi anni a seguito dei provvedimenti di
spending review.
  Analogamente, le altre biblioteche pubbliche statali concedono in uso a soggetti privati spazi e locali, dietro corresponsione dei previsti canoni, per attività compatibili con la loro destinazione, garantendo in ogni caso i propri servizi alla generalità degli utenti.
  Riguardo, invece, all'episodio riferito alla Villa della regina, avvenuto giovedì 1o ottobre scorso, si precisa che non si è trattato di una concessione in uso esclusivo del sito, ma di una iniziativa rientrante nella più generale attività di valorizzazione operata dal polo museale del Piemonte negli istituti e nei luoghi della cultura a esso assegnati.
  Trattandosi di una attività di valorizzazione del sito, con indubbi vantaggi per il sito stesso, non è stato richiesto alcun canone.
  L'attività, consistente in un programma di formazione di giovani europei, nasce in stretta collaborazione con l'associazione Amici di Villa della Regina (che da sempre sostiene economicamente la manutenzione del verde della villa) e, nell'ottica del museo, era rivolta a migliorarne la fruizione.
  Stante la carenza di fondi per la manutenzione dei giardini della villa, l'attività offerta dall'istituto di credito Unicredit ha consentito l'impianto di una nuova siepe di alloro, di circa ottanta piante, e la semina di un prato fiorito di una superficie di 2240 metri quadrati. Il risultato sarà visibile in primavera e consentirà un miglioramento del decoro dei giardini della villa e del complesso monumentale in genere, con un risparmio sulle manutenzioni future, in considerazione della riduzione dei tagli annui previsti, da quattro a uno.
  L'iniziativa ha avuto, anche, una componente di collaborazione all'elaborazione di attività didattiche per il museo.
  L'attività, riguardando l'area dei giardini più vicina all'edificio e avvalendosi del necessario uso di mezzi meccanici, ha forzatamente impedito la normale apertura della sede museale, in considerazione dei relativi problemi di sicurezza e del fatto che l'area interessata alla semina e ai lavori è parte integrante del percorso di visita.
  Il numero delle persone complessivamente presenti nel complesso museale (partecipanti,
tutor, volontari, giardinieri e personale della villa) è stato di oltre centodieci persone, molto vicino alla capienza massima consentita dal piano di sicurezza della sede. Anche per questo motivo è stato impossibile prevedere un'apertura con percorso ridotto, o alternativo, della villa che, si ricorda, è aperta gratuitamente al pubblico.
  A seguito dell'entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171 (Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione e dell'organismo indipendente di valutazione) la struttura competente alla valutazione e al rilascio delle concessioni in uso dei luoghi di cultura di pertinenza di questa amministrazione è stata individuata, in ciascuna regione, nella commissione regionale per il patrimonio culturale (articolo 39 del regolamento citato).
  La commissione, costituita in ogni regione, è organo collegiale a competenza intersettoriale, presieduto dal segretario regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo; è composta dai soprintendenti di settore degli istituti periferici operanti in ambito regionale e dal direttore del polo museale regionale, integrata con i responsabili degli altri uffici periferici operanti in ambito regionale, quando siano trattate questioni riguardanti i medesimi uffici.
  In questa loro attività le commissioni opereranno nel rispetto delle disposizioni contenute nel
codice dei beni culturali, contribuendo, anche, a coordinare e armonizzare l'azione dei singoli istituti.
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoIlaria Carla Anna Borletti dell'Acqua.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

opera d'arte

formazione professionale

lancio di un prodotto