Legislatura: 17Seduta di annuncio: 497 del 07/10/2015
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/10/2015
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELLA SALUTE
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/10/2015 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 23/10/2015
NESCI. —
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze
. — Per sapere – premesso che:
in un servizio del giornalista Pablo Petrasso, apparso il 28 settembre 2015 sul portale della testata Il Corriere della Calabria, con titolo «L'Asp di Cosenza e il “vizietto” dei lodi arbitrali», si legge: «L'Asp di Cosenza, per risolvere le proprie controversie, preferisce affidarsi ai lodo arbitrali. Arrivando, così, allo scomodo – per le casse pubbliche – paradosso di sborsare oltre due milioni di euro per un'opera mai realizzata. Si tratta di una struttura sanitaria che sarebbe dovuta sorgere a San Giovanni in Fiore. Una residenza sanitaria per anziani da 60 posti letto la cui storia inizia nel 1997, quando l'allora Asl di Crotone indice una gara d'appalto per affidare la costruzione della struttura. Se la aggiudica la Costruzioni Procopio srl per 2,7 miliardi di lire. Quella rsa non vedrà mai la luce. Dopo quasi 18 anni, però, nelle casse dell'azienda entrano 2 milioni e 10 mila euro»;
nel medesimo articolo, si dà notizia che «il lodo arbitrale, però, non riscuote un grosso successo nelle stanze del dipartimento Salute. La prova è una lettera che il dg Riccardo Fatarella ha inviato al commissario straordinario dell'Asp Gianfranco Filippelli»;
in particolare, nel suddetto servizio l'autore Petrasso spiega che «si tratta di una dura reprimenda, nella quale il manager della Regione ricorda che, in una recente riunione, aveva invitato tutti i commissari a non adottare atti che potessero pregiudicare la piena operatività dei nuovi direttori generali (quelli che la giunta, dovrebbe nominare)»;
nel servizio il giornalista Petrasso specifica: «Il lodo arbitrale concluso il 7 settembre crea problemi all'assetto finanziario della sanità cosentina. E, oltretutto, secondo il direttore generale, la documentazione arrivata dalla città dei Bruzi non consente di risalire ai nomi dei dirigenti che hanno causato un danno così rilevante. Il guaio (oltre ai due milioni che bisognerà versare all'azienda) è che di questo potenziale debito non c'era traccia nel bilancio dell'Asp. Che ora dovrà inventarsi qualcosa per far quadrare i conti»;
lo stesso giornalista di Il Corriere della Calabria racconta: «L'arbitrato si “consuma“ in poco più di un anno. La domanda della Procopio costruzioni arriva il 28 aprile 2014: la ditta formula una richiesta risarcitoria di 5,7 milioni e sceglie come proprio arbitro l'avvocato Vincenzo Fedele. L'Asp nomina Giovanni Lauricella, responsabile dell'ufficio legale. Il presidente del collegio è un altro dirigente dell'Azienda sanitaria, l'ingegnere Nicola Buoncristiano. Il punto chiave della vicenda è la perizia di un consulente tecnico d'ufficio, Francesco Gatto, che riconosce come dovuto alla Procopio l'importo di 2,5 milioni di euro. La ditta, pur di “ottenere una immediata liquidità di somme“, rinuncia a una parte della cifra e si “accontenta“ di 2 milioni e 10 mila euro, da corrispondere in due tranche nel giro di un mese. E, in più, si fa carico delle spese di funzionamento del lodo: pagherà gli arbitri, ai quali, di solito, vanno diverse decine di migliaia di euro (ma negli atti inviati dall'Asp alla Regione queste cifre non ci sono)»;
Petrasso riassume: «Finisce così una storia lunghissima. Nella quale alle partenze (firma dei contratti, aggiudicazioni delle gare) seguono stop repentini e contestazioni. Quella decisiva arriva in occasione della firma del contratto – il secondo –, il 4 giugno 1999. È la ditta a notificare l'atto. Incassando una sentenza del Tribunale di Crotone che scioglie il contratto e condanna l'Asl a risarcire la Procopio Costruzioni. Passano gli anni e nella sanità calabrese le cose cambiano, San Giovanni in Fiore diventa competenza dell'Asp bruzia. L'Azienda si costituisce e si torna davanti al Tribunale civile. Che, questa volta, dichiara «l'improponibilità della domanda proposta dalla Costruzioni Procopio srl». È a questo punto che la ditta chiede e ottiene l'arbitrato. E spunta un accordo da due milioni»;
alla fine del servizio giornalistico, Petrasso riporta: «Questo arbitrato non è l'unico che si può reperire negli uffici dell'Asp. E non è neanche il più costoso. Dal passato (e dalla vecchia gestione) riemerge un accordo da 5 milioni di euro che la sanità bruzia ha sottoscritto con una clinica che all'epoca era addirittura chiusa. Si tratta della “Madonna delle Grazie“. Struttura sanitaria diventata ricchissima solo dopo la sua chiusura. La causa ? Una scissione societaria che ha lasciato al timone della società un gruppetto di persone con una certa esperienza imprenditoriale e radici ben piantate nella politica»;
la regione Calabria è sottoposta a piano di rientro dal disavanzo sanitario, la cui attuazione è stata affidata all'ingegner Massimo Scura e al dottor Andrea Urbani, il 12 marzo 2015 nominati dal governo commissario e sub-commissario ad acta; con lo specifico compito, si legge nell'atto di nomina al punto n. 13 di procedere alla «rimozione, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 2 comma 80 della legge n. 91 del 2009, dei provvedimenti, anche legislativi, adottati dagli organi regionali e i provvedimenti aziendali che siano di ostacolo alla piena attuazione del piano di rientro e dei successivi Programmi operativi, nonché in contrasto con la normativa vigente e con i pareri e le valutazioni espressi dai Tavoli tecnici di verifica e dai Ministeri affiancanti»;
il richiamato servizio giornalistico riporta espressamente di un corrispondente danno per le casse dell'Asp di Cosenza, di una procedura nel complesso alquanto dubbia e di una richiesta del direttore generale del preposto dipartimento regionale ai commissari delle aziende sanitarie di non adottare atti tali da pregiudicare la piena operatività dei nuovi direttori generali, che la giunta della Calabria dovrebbe nominare –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti;
se per il tramite del suddetto commissario ad acta, i Ministri interrogati non intendano verificare quali azioni siano state poste in essere con riferimento alla vicenda descritta in premessa che risulta incidere sulle spese sanitarie complessive della regione Calabria. (4-10644)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):contratto
spese sanitarie
spese di funzionamento