ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 492 del 29/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: PLACIDO ANTONIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 29/09/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10535
presentato da
PLACIDO Antonio
testo di
Martedì 29 settembre 2015, seduta n. 492

   PLACIDO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   in data 28 luglio 2015 il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato con 8 voti favorevoli e 6 contrari (la maggioranza assoluta in consiglio è di 11 voti) la mozione consiliare «Ruolo della famiglia e teoria gender»;
   i presupposti della mozione che impegna la giunta regionale ad intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della regione Basilicata, sono oltremodo discutibili, sia riguardo alla veridicità di quanto scritto, sia per la visione a giudizio dell'interrogante alquanto mistificatoria e retrograda in merito all'educazione, all'affettività che da anni ispira i programmi della scuole della Repubblica. Nel testo della mozione si legge che: «Non venga introdotta la teoria “gender” e che venga rispettato il ruolo della famiglia nella educazione alla affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario; sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all'articolo 29, privilegi la “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, della quale “riconosce” gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione; si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. In questo modo gli studenti impareranno anche che la madre e il padre, nella famiglia, ancor più che nel mondo del lavoro o in altri contesti, apportano la loro propria e insostituibile ricchezza specifica; si educhi al rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva. Questo implica che si tenga conto delle specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione alla affettività e alla sessualità, concordati con i genitori e non imposti senza alcuna informazione a riguardo e senza consenso esplicito e consapevole»;
   oltre alla contrarietà allo svolgimento nelle scuole di educazione alla affettività secondo criteri di parità e di correttezza educativa riconosciute da tutte le Democrazie occidentali, la mozione dedica una ampia parte alla fantomatica «teoria del gender», invenzione creata dalle componenti religiose più conservatrici e retrograde. Una strategia comunicativa di reazione all'autodeterminazione delle donne e recentemente utilizzata come strumento di reazione negativa all'equiparazione dei diritti e all'accettazione sociale delle persone LGBT, creando paura e terrore nei genitori per far credere che i programmi educativi che contrastano le discriminazioni e gli stereotipi di genere mirano all'omosessaulizzazione dei bambini o all'annullamento delle differenze biologiche fra maschi e femmine;
   l'evidente intento di conservazione dei pregiudizi e delle discriminazioni della mozione è reso in modo plastico da questo passaggio: «la “teoria del gender” vuole, come imposizione dall'alto, che tutti noi, compresi i bambini, non diciamo più “io sono maschio” o “io sono femmina”, ma “io sono come mi sento”; (...)tali teorie non sono solamente contrarie al diritto naturale, ma sono anche antiscientifiche. L'umanità è sempre stata caratterizzata da un chiaro dimorfismo sessuale (differenza morfologica tra individui appartenenti alla medesima specie ma di sesso differente), maschio/femmina, il cui determinante biologico è rappresentato dal cromosoma Y: la sua presenza costruisce il maschio, la sua assenza realizza la femmina; la promozione della “teoria del gender” nelle scuole potrebbe essere attuata mediante progetti chiamati educativi, che vorrebbero promuovere codeste pretese per renderle invece “norma”; le famiglie ordinariamente non hanno neanche idea di cosa sia questa “teoria del gender” e di cosa si vuole insegnare, oggi ed in futuro, ai propri bambini, così sottoponendo, di fatto, genitori e figli ad un vero inganno voluto dalla disinformazione sull'argomento; in alcune scuole vengono proposte, e si vorrebbero imporre per legge, fiabe come “Perché hai due mamme”, “Perché hai due papà” o altre che promuovono apertamente la transessualità come “Nei panni di Zaff” o “Il bell'anatroccolo” che indirettamente invitano i bambini e gli studenti a “scegliere il proprio genere”, ignorando le proprie origini biologiche; questo tipo di insegnamento oggettivamente confonde e ferisce la crescita e l'innocenza dei bambini; il sesso rimanda a criteri biologici, ovvero tutte quelle caratteristiche anatomiche e fisiologiche che indicano se si è maschi o se si è femmine, mentre il “genere” sarebbe un costrutto psicologico che cambierebbe e si modificherebbe a seconda delle epoche e dei contesti culturali»;
   la mozione contiene numerosi riferimenti alla prerogativa delle famiglie di decidere e sovrintendere all'educazione dei propri figli in ambito scolastico;
   il diritto delle famiglie all'educazione dei propri figli e alla trasmissione dei propri valori è un diritto riconosciuto e legittimo, ma non può essere utilizzato per la trasmissione di pregiudizi o di preconcetti;
   nella formazione della persona umana è compito riconosciuto e conclamato della scuola dare ai ragazzi tutti gli strumenti per comprendere la società e relazionarsi con gli altri, senza pregiudizi o comportamenti discriminatori;
   la vicenda in questione appare assai discutibile anche sotto il profilo del rispetto dell'assetto delle competenze, definito a livello costituzionale, relativo ai rapporti Stato-regioni, considerata oltretutto l'estrema delicatezza della materia –:
   quali iniziative di competenza si intendano adottare per impedire che le regioni esulino dalle proprie attribuzioni con riferimento ai programmi scolastici relativi all'educazione all'affettività e al contrasto alle discriminazioni;
   quali azioni il Ministro interrogato intenda adottare per tutelare gli insegnanti e i dirigenti scolastici che non vorranno tener conto di interventi — quale quello segnalato in premessa — a giudizio dell'interrogante di natura propagandistica e basati su discriminazione, pregiudizio e omofobia. (4-10535)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la discriminazione

autodeterminazione

istituto di istruzione