ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10480

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 489 del 24/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 24/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/09/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10480
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Giovedì 24 settembre 2015, seduta n. 489

   PAGLIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il preannunciato intervento da parte del Presidente del Consiglio sul sistema fiscale immobiliare che dovrebbe prevedere l'abolizione delle due imposte, IMU e Tasi, dovute per le abitazioni principali, ha fatto riemergere il vulnus che un tale tipo di operazione comporterebbe sul piano dell'equità, visto che, stando ai dati diffusi da alcuni organismi di settore, un taglio indiscriminato generalizzato delle imposte sulla casa comporterebbe dannosi effetti redistributivi, andando a tutto vantaggio dei decili di reddito più elevati, che da soli, come risulta da un'elaborazione dei dati sulla distribuzione delle abitazioni di residenza nel nostro Paese svolta dalla Banca d'Italia, concorrono ad oltre il 40 per cento del relativo gettito;
   sempre secondo la stessa fonte, la ricchezza netta media delle famiglie italiane sarebbe pari a circa 373 mila euro, con le attività reali che rappresentano circa il 70 per cento (circa 6,2 mila miliardi di euro), e fra queste la ricchezza in abitazioni è circa 228 mila euro in media per famiglia, il 77 per cento della quale, 4,2 miliardi di euro, è rappresentato da immobili adibiti ad abitazione principale;
   tutti i dibattiti che si sono intrecciati negli ultimi tempi hanno ignorato il ruolo che le suddette imposte hanno svolto fino ad oggi e cioè quello di rappresentare una pragmatica ed immediata risposta seppur non ottimale (per gli economisti la cosiddetta second best), all'esigenza di tassare il patrimonio in un Paese profondamente pervaso dall'evasione fiscale, nel quale il 30 per cento dell'attività economica è sommersa ma anche nel quale, come si è visto, l'80 percento della popolazione vive in una casa di proprietà seppur con un elevato grado di concentrazione; molte famiglie, infatti, come si è visto, detengono livelli modesti o nulli di ricchezza, a fronte di un 10 per cento delle stesse che detiene il 41 per cento della ricchezza totale;
   l'obiettivo di perseguire tout court una riduzione della pressione fiscale complessiva non deve però tradire quello di realizzare contestualmente una maggiore equità, progressività ed efficienza nella distribuzione del prelievo; nel settore immobiliare per aumentare l'equità sarebbe cruciale la riforma del catasto, già prevista nella legge di delega fiscale ma il Governo, accortosi dalle simulazioni sugli effetti dell'algoritmo che avrebbe dovuto rivedere i valori catastali e che le rendite sarebbero cresciute in misura esponenziale, toccando quindi gli interessi dei pochi e facoltosi abbienti, ad avviso dell'interrogante ha preferito congelare;
   la mancata revisione dei valori catastali ha determinato, nel passaggio dell'aliquota standard dal 4 per mille (Imu 2012) all'1 per mille, salvo le variazioni deliberate dai comuni (Tasi 2014), da una parte un forte vantaggio per le abitazioni di maggior valore catastale e, dall'altra, prevedendo anche un prelievo a carico degli affittuari, un peggioramento delle condizioni economiche di questi ultimi, spesso giovani coppie o studenti, a volte in misura anche superiore a quella dei proprietari stessi –:
   se anche i dati in possesso del Ministro rispecchino, confermandola, la suddetta composizione della ricchezza immobiliare italiana, quale sia il valore medio della rendita catastale degli immobili, e, se disponibile, anche quello riferibile alle rilevazioni dell'Osservatorio del mercato immobiliare, relativamente agli immobili detenuti dai contribuenti appartenenti a ciascuna delle cinque fasce di reddito — fino a 10.000 euro, da 10.000 a 26.000 euro, da 26.000 a 55.000 euro, da 55.000 a 75.000 euro ed oltre 75.000 — ed inoltre, quanti nuclei familiari rientrino all'interno delle stesse. (4-10480)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica fiscale

recessione economica

condizione economica