ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10370

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 483 del 16/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: TERZONI PATRIZIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/09/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/09/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 30/09/2015
Stato iter:
19/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/07/2016

CONCLUSO IL 19/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10370
presentato da
TERZONI Patrizia
testo di
Mercoledì 16 settembre 2015, seduta n. 483

   TERZONI, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, ZOLEZZI, VIGNAROLI, DE LORENZIS, VACCA, LIUZZI, COZZOLINO, COLLETTI, CRIPPA, SARTI, SPESSOTTO, BRESCIA, BUSINAROLO, PARENTELA, CECCONI, AGOSTINELLI e BENEDETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   recenti studi olandesi hanno evidenziato la possibile correlazione tra le attività di trivellazioni per l'estrazione del gas e il verificarsi di terremoti legati al fenomeno della subsidenza (abbassamento del piano di campagna) a sua volta dovuto alla compattazione della roccia serbatoio in seguito all'estrazione del metano;
   nonostante l'Olanda sia un Paese a bassissimo rischio sismico, nell'area di Groningen, sede di un grande giacimento, sono stati registrati danni a centinaia di edifici; una commissione ha stimato che 152 mila abitazioni dovranno essere ristrutturate a causa del rischio causato dai terremoti indotti dall'estrazione per un danno stimato in circa 30 miliardi;
   in un lavoro di Koster e Van Ommeren del Timbergen Institute «Natural Gas Extraction, Earthquakes and House Prices» (2015) i due ricercatori concludono che «Questi terremoti indotti hanno effetti negativi sull'ambiente costruito sotto forma di costi monetari, come i danni, e costi non-monetari, come la riduzione del comfort, rischi di danni alla salute»; esiste, cioè, anche un impatto sulla vita quotidiana delle persone sottoposte a continui tremori del terreno;
   l'incremento del numero e dell'intensità dei terremoti nel 2012 e 2013 ha indotto il Governo olandese ad ammettere in una prima lettera del Ministro dell'economia Kamp al Parlamento la gravità della situazione. Nella lettera si legge, tra l'altro:
    «durante l'ultimo decennio il numero di tremori per anno e, inoltre, il numero di forti terremoti nel campo di Groningen è aumentato in proporzione all'incremento della produzione»;
    «era già nota la relazione tra estrazione del gas e i terremoti. Il KNMI ha valutato, sulla base di uno studio statistico riguardante tutti i giacimenti olandesi, che la magnitudo massima di un sisma collegato alle estrazioni sarebbe stata di 3,9 della scala Richter. Oggi il KNMI ha evidenziato che per il campo di Groningen non può essere stimata la magnitudo massima sulla base dei dati storici disponibili. Pertanto la magnitudo potrebbe essere anche maggiore.»;
   lo stesso Governo olandese ha dovuto ammettere che la riduzione del volume di gas estratto non necessariamente porterà alla riduzione/interruzione dei fenomeni sismici che, anzi, con ogni probabilità continueranno; questa valutazione confligge con i decreti autorizzativi rilasciati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare su vari stoccaggi di gas in cui si prevede la prescrizione per il proponente di ridurre l'iniezione al fine di riportare l'entità dei sismi a valori più bassi;
   ad aprile 2015 alcuni cittadini hanno ottenuto dal Consiglio di Stato olandese una sentenza che ha obbligato lo Stato a vietare lo sfruttamento nell'area di Loppersum, quella più provata dai terremoti costringendo il Governo a ridurre la produzione per il 2016 portandola a un terzo di quella originale;
   il Governo olandese si è scusato per i terremoti causati dal prelievo di gas naturale nella provincia di Groningen e i giganti del petrolio Shell e Exxon, responsabili di quelle operazioni, si sono dichiarati colpevoli stanziando per ora 1,2 miliardi di euro per risarcire i proprietari di 30 mila edifici danneggiati nella provincia dai terremoti più recenti (dopo il 2008);
   nello Stato dell'Oklahoma è stato riconosciuto che i terremoti che continuano ad affliggere lo Stato sono indotti dalla reiniezione di materiale di scarto dalle operazioni petrolifere nel sottosuolo;
   qui il dipartimento dell'energia e dell'ambiente dello Stato dell'Oklahoma ha aperto un sito web in cui si illustrano le connessioni fra l'attività estrattiva e la sismicità. Nel sito c’è pure una mappa interattiva che mostra gli epicentri dei terremoti e i pozzi di reiniezione e di estrazione;
   nel 2011 ci sono stati diversi terremoti di magnitudo superiore a 5.0, presso Prague, eventi del tutto straordinari nella storia dell'Oklahoma, secondo i geologi;
   Sergio Chiesa, geologo del Cnr, spiega così l'impatto che l'estrazione di metano può avere sul suolo. «Il gas sottoterra ha una certa pressione» dice lo scienziato, «perciò estrarne grandi quantità modifica l'equilibrio del terreno. Se il giacimento è profondo, in superficie si avvertiranno solo piccole scosse. Ma se il deposito di metano è vicino alla superficie, le cose cambiano e i rischi sono maggiori»;
   in Italia l'approvazione del decreto «Sblocca Italia» (decreto-legge 12 settembre 2014, n. 13) ha dato il via a una intensa attività di richiesta di nuove autorizzazioni per la realizzazione di progetti di perforazione per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e di gas metano. Nonostante l'Italia sia un Paese caratterizzato da un territorio a forte rischio sismico negli studi di impatto ambientale di questi progetti non sono presenti o, se sono presenti, sono del tutto superficiali e senza gli approfondimenti necessari, sugli eventuali effetti dell'estrazione sulla sismicità e gli eventuali impatti della sismicità indotta/innescata; tali studi, inoltre, non tengono conto del cosiddetto «effetto cumulo»;
   lo stesso Ministero dello sviluppo economico ha organizzato il 12 giugno 2015 un workshop tecnico sull'argomento ammettendo finalmente l'esistenza del problema nonostante sia noto da decenni anni (la prima pubblicazione scientifica sul rischio di terremoti indotti connessi alla reiniezione di fluidi nel sottosuolo risale al 1968 e fu pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature; altre pubblicazioni che collegano l'aumento del rischio sismico con le estrazioni sono state pubblicate negli anni ’90 e nel decennio scorso);
   i numerosissimi decreti autorizzativi dei singoli procedimenti, anche per il rilascio dei titoli minerari che riguardano aree vastissime, sono stati rilasciati in assenza della valutazione ambientale strategica di cui alla direttiva 42/2001/CE, che avrebbe evidenziato la coincidenza di molti di questi territori con aree a fortissimo rischio sismico;
   nonostante queste risultanze scientifiche il Ministero dello sviluppo economico ha per ora messo in atto esclusivamente una strategia volta ad assicurare piani di monitoraggio dei fenomeni più approfonditi e solo per alcuni dei giacimenti, mentre il monitoraggio nel caso dei terremoti avviene a valle del processo e, cioè, al momento della registrazione del sisma; il solo monitoraggio della pressione di poro, come sta accadendo in Olanda, non permette di prevenire il fenomeno;
   il caso di Groningen e il caso dello stoccaggio gas Castor evidenziano, d'altro lato, che anche la diminuzione o addirittura l'interruzione improvvisa delle attività che interessano il sottosuolo non determinano l'interruzione del fenomeno; anzi, nel caso del progetto Castor le principali scosse sono avvenute ad una settimana dall'interruzione delle attività richiesta da parte del Governo spagnolo;
   il decreto legislativo n. 152 del 2006, all'articolo 3-ter, richiama gli enti e il Governo al rispetto sia del principio di precauzione sia del principio di prevenzione –:
   se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
   se non ritengano necessario assumere iniziative per prevedere che lo studio di impatto ambientale in caso di progetti che prevedono perforazioni, estrazioni di gas metano e petrolio nonché reiniezione di fluidi nel sottosuolo considerino obbligatoriamente gli effetti sull'attività sismica, sia per l'attivazione della subsidenza sia per altri fenomeni connessi alle sollecitazioni di faglie;
   se non ritengano necessario assumere iniziative per introdurre nei procedimenti valutativi l'obbligo per i proponenti di accertare lo stato del patrimonio edilizio esistente nelle aree interessate per verificarne la capacità di sopportare sismi indotti/innescati;
   se non ritengano di sottoporre a profonda revisione le norme relative al riconoscimento delle capacità tecnico/finanziarie dei proponenti in considerazione dei costi che la sismicità indotta/innescata potrebbe comportare per i risarcimenti dei danni a cose e/o persone;
   se non ritengano, comunque, necessaria una moratoria sul rilascio di nuovi titoli minerari e di nuove autorizzazioni alle attività che possono comportare un aggravio del già pesante rischio sismico del Paese;
   se non ritengano opportuno formare ed avvisare ufficialmente tutti i funzionari coinvolti nei procedimenti autorizzativi sui casi sopra riportati e delle conseguenze potenziali di progetti che possono comportare l'aggravio del rischio sismico in assenza, ad oggi, di efficaci metodologie per prevenire esattamente e controllare il fenomeno sismico innescato/indotto dalle estrazione e/o dalle reiniezioni di fluidi. (4-10370)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 19 luglio 2016
nell'allegato B della seduta n. 657
4-10370
presentata da
TERZONI Patrizia

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame relativa alle problematiche attinenti i possibili effetti sull'attività sismica derivanti dallo svolgimento delle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi in Italia, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  In relazione alla possibile correlazione tra le attività di trivellazioni per l'estrazione del gas e il verificarsi di terremoti legati al fenomeno della subsidenza, sia per altri fenomeni connessi alle sollecitazioni di faglie, si premette che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è l'autorità competente a svolgere le procedure di valutazione di impatto ambientale (Via) per tutte le attività inerenti la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a mare e a terra su tutto il territorio nazionale. L'autorizzazione finale all'avvio di tali attività spetta invece al Ministero dello sviluppo economico, preposto appunto alla finale valutazione comparativa dei diversi interessi pubblici incisi o comunque interessati da dette attività, comprese le vocazioni territoriali e i modelli di sviluppo di volta in volta da promuovere.
  In ordine alle possibili criticità segnalate dagli interroganti, si evidenzia che la verifica dell'impatto ambientale analizza tutte le componenti interessate dal progetto: la valutazione deve comprendere gli effetti sulle componenti dell'ambiente potenzialmente soggette ad un impatto del progetto proposto, con particolare riferimento alla popolazione, all'uso del suolo, alla fauna e alla flora, al suolo, all'acqua, all'aria, ai fattori climatici, ai beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico, al paesaggio e all'interazione tra questi vari fattori.
  In particolare, nelle singole istruttorie di valutazione d'impatto ambientale relative a progetti di coltivazione si tiene conto di tutti i possibili impatti ambientali generati dal progetto, tra questi anche gli aspetti sismici.
  Al riguardo, peraltro, si segnala, che la normativa italiana è più restrittiva di quella comunitaria secondo la quale la trivellazione finalizzata ad estrarre gas e petrolio per poter determinare la convenienza commerciale del giacimento, non rientra tra i progetti per i quali è sempre obbligatoria la valutazione d'impatto ambientale. Difatti, come recentemente statuito dalla Corte di giustizia dell'Unione europea (sentenza 11 febbraio 2015 nella causa C-531/13), la decisione sul se le trivellazioni esplorative debbano essere sottoposte o meno a Via spetta ai singoli Stati membri, che possono a tal fine fissare soglie e criteri applicativi oppure decidere di valutare singolarmente i vari progetti.
  L'Italia inoltre, diversamente da altri Paesi, con la Strategia energetica nazionale del 2013 ha vietato il
fracking (idrocarburi a terra) e successivamente con l'articolo 38 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 13 (cosiddetta «Sblocca Italia») ha introdotto il divieto di ricerca e estrazione di shale gas e shale oil e il rilascio dei relativi titoli minerari, perché si è valutato che tali attività non sono compatibili con la politica ambientale del nostro Paese.
  Da ultimo si segnala che la legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) ha ripristinato il limite delle 12 miglia dalla costa per le perforazioni petrolifere in mare. La disposizione stabilisce che i titoli abilitativi già rilasciati siano fatti salvi dall'estensione del limite alle 12 miglia per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli
standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale.
  Ad ogni modo, questo Ministero monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina.
  Quanto riferito testimonia che le problematiche rappresentate dagli interroganti sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero, il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sismologia

sisma

gas naturale