ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10168

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 476 del 05/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI LELLO MARCO
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 05/08/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/08/2015
Stato iter:
24/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/10/2016

CONCLUSO IL 24/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10168
presentato da
DI LELLO Marco
testo di
Mercoledì 5 agosto 2015, seduta n. 476

   DI LELLO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   nelle scorse settimane gli organi di stampa hanno riferito i particolari di un'inchiesta che ha portato all'arresto di quattordici persone in relazione al furto di 15 milioni di euro, avvenuto tre anni fa, ai danni di una filiale del Banco di Napoli di Foggia;
   da un articolo de la Repubblica.it dell'11 marzo 2015, ripreso poi da altri quotidiani, è stata diffusa la notizia di un presunto «interessamento» del deputato Lello Di Gioia, presidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ai fini del recupero di una parte della refurtiva sottratta dalle cassette di sicurezza dell'istituto di credito;
   nello specifico, gli organi di stampa fanno riferimento a un rapporto della squadra mobile secondo il quale il deputato – che comunque non è indagato essendo del tutto estraneo ai fatti criminosi – avrebbe avuto contatti con alcuni indagati esercitando «un ruolo di intermediazione per far recuperare una parte della refurtiva in possesso della banda»;
   l'interessato ha recisamente smentito ogni coinvolgimento nella vicenda;
   tenuto conto che al parlamentare non viene mosso alcun addebito da parte degli inquirenti e che oltretutto l'informativa di polizia non risulterebbe neppure dall'ordinanza con la quale è stato disposto l'arresto degli indagati, ci si chiede in primo luogo in base a quali presupposti il predetto rapporto sia stato redatto ed in secondo luogo come mai il citato rapporto, suscettibile di arrecare un evidente danno di immagine a una personalità che ricopre importanti incarichi politici e istituzionali, sia stato reso noto e diffuso alla stampa –:
   di quali elementi – da acquisire anche, per quanto riguarda il Ministro dell'interno, attraverso una indagine amministrativa – dispongano i Ministri interrogati al riguardo e quali iniziative di competenza intenda adottare. (4-10168)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 697
4-10168
presentata da
DI LELLO Marco

  Risposta. — Il tema della diffusione delle notizie acquisite nel corso delle indagini e, dunque, coperte da segreto investigativo, sollevato dall'interrogante con l'atto ispettivo in esame è, in via generale, particolarmente delicato, posto che detta diffusione è potenzialmente dannosa sia per le persone coinvolte, sia per l'attività investigative condotte dagli organi inquirenti.
  Nel caso segnalato dal deputato Di Lello, le notizie diffuse riguardavano il deputato Raffaele Di Gioia, presidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, il quale – secondo quanto riportato dagli organi di stampa – sarebbe stato interessato dalle indagini relative al recupero di una parte della refurtiva oggetto, quattro anni, fa di un furto nelle cassette di sicurezza presso il caveau della filiale di Foggia del Banco di Napoli.
  Sulla base delle informazioni acquisite dalla competente articolazione ministeriale, la quale ha richiesto chiarimenti alla procura della Repubblica di Foggia, si è appreso che il nome di Raffaele Di Gioia era indicato nella relazione conclusiva trasmessa dalla squadra mobile di Foggia all'esito delle indagini svolte nell'ambito del procedimento n. 8848/12 RGNR.
  In tale informativa, secondo quanto comunicato, si faceva riferimento anche; ai «contatti» intercorsi tra alcuni soggetti implicati nel furto e Raffaele Di Gioia, che, all'epoca dei riferiti contatti, non ricopriva ancora la carica di parlamentare. I contatti, elencati in un'annotazione di servizio ed emersi dalle attività di intercettazione ambientale disposte, sono stati giudicati però non rilevanti dalla procura che, coerentemente, non ha provveduto all'iscrizione nel registro delle notizie di reato del nominativo di Raffaele Di Gioia. Tale circostanza ha indotto i magistrati della procura ad emettere un decreto di apposizione di «omissis» delle parti dell'informativa della squadra mobile relative alla posizione di Raffaele Di Gioia e, conseguentemente, a provvedere allo stralcio di tali atti dal procedimento.
  Gli atti in questione, pertanto, non sono stati allegati alla richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura in data 19 novembre 2014, né, conseguentemente, all'ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari in data 6 marzo 2015.

  Dalle informazioni apprese dalla procura di Foggia è anche emerso che la comunicazione alla stampa dell'avvenuta esecuzione della misura cautelare, nella notte tra il 10 e l'11 marzo 2015, è rimasta affidata in via esclusiva alla squadra mobile di Foggia, nel corso di una conferenza stampa, cui né il procuratore né altri magistrati della procura hanno preso parte.
  Sono state richieste le informazioni sollecitate dall'interrogante anche al Ministero dell'interno, il quale ha comunicato che le indagini relative al furto in questione erano affidate alla Squadra mobile della questura di Foggia ed al servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, coordinati dalla locale Procura della Repubblica. La nota del Ministero dell'interno riferisce, poi, che i risultati delle indagini sono stati compendiati in un'informativa conclusiva di 174 pagine (oltre allegati) depositata presso la procura della Repubblica il 6 agosto 2013, che non è stata mai resa nota agli organi di stampa.
  Sulla scorta delle informazioni acquisite e per i profili di competenza di questo Dicastero, non si delineano comportamenti disciplinarmente rilevanti ascrivibili ai magistrati titolari delle indagini, i quali, nella convinzione dell'irrilevanza processuale della posizione del deputato Di Gioia, hanno correttamente provveduto a cancellare dagli atti il suo nome, trasmettendo al giudice delle indagini preliminari solo gli atti utili e doverosamente mancanti delle indicazioni dei nominativi giudicati non utili.
  Sul punto, merita inoltre di essere sottolineato come l'unico profilo, in astratto, disciplinarmente rilevante riguarderebbe la decisione relativa all'iscrizione o alla non iscrizione operata nel registro delle notizie di reato. Secondo l'assetto ordinamentale vigente, com’è noto, le valutazioni relative ad essa rientrano tra le prerogative discrezionali dei magistrati requirenti, le quali devono trovare fondamento nel compendio delle emergenze acquisite: tale valutazione, dunque, non risultando nessun profilo di abnormità o di violazione di legge, non è suscettibile di censura nel caso di specie.
  Si rassicura, comunque, l'interrogante circa l'estrema attenzione che questo Governo riserva al sensibile profilo della riservatezza dei terzi coinvolti nelle indagini della magistratura. L'importanza riconosciuta dal Governo a tale aspetto si desume, infatti, anche dall'inclusione, tra i criteri di delega previsti nell'A.S. 2067 contenente «Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena» – attualmente all'esame del Senato – di una norma in materia di intercettazioni. L'articolo 35 del citato disegno di legge ha proprio la finalità di tutelare maggiormente la riservatezza e la dignità della persone coinvolte dall'attività di indagine, attribuendo al pubblico ministero il potere si selezionare il materiale ritenuto rilevante ai fini delle indagini.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

arresto