ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10146

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 476 del 05/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: GREGORI MONICA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 05/08/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINA STEFANO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 05/08/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/08/2015
Stato iter:
23/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 09/11/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/11/2016

CONCLUSO IL 23/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10146
presentato da
GREGORI Monica
testo di
Mercoledì 5 agosto 2015, seduta n. 476

   GREGORI e FASSINA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il 13 luglio 2015, Paola, bracciante quarantanovenne di San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto, è deceduta mentre lavorava in un campo d'uva;
   le circostanze del decesso e delle ore successive, presentano una serie di elementi poco chiari sui quali è doveroso fare luce;
   come denunciato dalla Cgil, la morte è avvenuta il 13 luglio 2015, ma se n’è avuto notizia solo in questi giorni. Inoltre, fatto ben più grave, le autorità giudiziarie hanno autorizzato la sepoltura della salma, senza prima aver disposto l'autopsia;
   come previsto dal codice di procedura penale, in caso di decesso l'intervento della procura è finalizzato a verificare che la morte non sia la conseguenza di comportamenti (attivi od omissivi) con rilevanza penale. La procura interviene autorizzando l'autopsia anche in caso di morte in circostanze da accertare (tutti i casi in cui sussistano dubbi circa la causa naturale del decesso, comprese le morti improvvise di minore, nonché i casi di presunta omissione e/o negligenza medica) o comunque in caso di rinvenimento di cadavere in luogo pubblico anche se la causa di morte è naturale;
   la mancata autopsia della bracciante pugliese, dunque, rappresenta secondo gli interroganti una grave negligenza;
   in circostanze analoghe, il 20 luglio 2015, nelle campagne salentine tra Nardò e Avetrana, in località Pittuini, mentre era intento al lavoro nei campi, un bracciante agricolo immigrato di nazionalità sudanese, Abdullah Mohammed, 47 anni, giunto in Salento solo da pochi giorni, si è accasciato al suolo ed è successivamente deceduto, stroncato da un malore, mentre era intento al lavoro nei campi di pomodoro;
   come già emerso negli anni scorsi, grazie al lavoro degli inquirenti, alle denunce sindacali e a numerose inchieste giornalistiche, le campagne pugliesi sono state identificate, in non poche occasioni, come un luogo di lavoro durissimo, sottopagato, privo delle più elementari norme di sicurezza e di tutela del lavoro;
   nonostante l'introduzione nel codice penale, con il decreto-legge del 13 agosto 2011, n. 138, del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (articolo 603-bis), la situazione presenta ancora gravi illeciti e violazioni dei diritti della persona e del lavoro, come denunciano i sindacati e le organizzazioni non governative come Emergency che operano nella zona –:
   se il Ministro interrogato non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di cui in premessa ai fini dell'esercizio di tutti i poteri di competenza. (4-10146)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 708
4-10146
presentata da
GREGORI Monica

  Risposta. — Con l'atto ispettivo in esame, gli interroganti, nel riportare la vicenda relativa al decesso, in data 13 luglio 2015, di una bracciante agricola mentre era impegnata al lavoro nei campi in un luogo imprecisato della regione Puglia, rilevano che l'autorità giudiziaria investita del caso avrebbe autorizzato la sepoltura della salma senza aver prima disposto l'esame autoptico.
  Rilevano, inoltre, che, nel medesimo periodo, è stato registrato un caso analogo di decesso di altro bracciante agricolo in agro salentino e che entrambi i decessi sono avvenuti nelle campagne pugliesi, identificate «in non poche occasioni, come un luogo di lavoro durissimo, sottopagato, privo delle più elementari norme di sicurezza e di tutela dei lavoro».
  Su tali premesse chiedono dunque di conoscere se questo Ministro intenda valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari che hanno seguito la vicenda, ai fini dell'esercizio di tutti i poteri di propria competenza.
  Orbene, dall'istruttoria condotta dalla competente direzione generale dei magistrati, sulla base della relazione trasmessa dal procuratore della Repubblica di Lecce e dal procuratore della Repubblica di Trani, che hanno compiutamente ricostruito entrambe le vicende oggetto dell'atto ispettivo, è stato preliminarmente accertato che l'esame autoptico è stato effettuato in entrambi i casi e le indagini sono state condotte proprio in relazione ai reati segnalati dagli interroganti.
  Con specifico riferimento al decesso di Paola Clemente, dalla relazione trasmessa dal procuratore della Repubblica di Trani, è emerso, in particolare, quanto segue:
   all'epoca del decesso della Clemente, avvenuto in data 13 luglio 2015, è stato iscritto un procedimento a Mod. 45 poiché, sulla base delle informative redatte dalle forze di polizia intervenute nell'immediatezza dei fatti (che provvedevano ad assumere sommarie informazioni) e del referto del medico legale che, in pari data, provvide all'esame esterno della salma, il decesso della donna, avvenuto mentre attendeva alla propria opera di bracciante su di un terreno sito nell'agro del comune di Andria, veniva ricondotto a cause naturali;
   successivamente, solo in data 18 agosto 2015, il marito della Clemente, Stefano Arcuri, sporgeva querela rappresentando che nel determinismo del decesso della coniuge potesse costituire una concausa una possibile intossicazione da anticrittogamici e che le condizioni di lavoro in cui la stessa versava erano particolarmente disagiate avuto riguardo alle elevate temperature cui i braccianti sono notoriamente esposti durante l'espletamento delle loro mansioni. Nella querela si ponevano altresì dubbi anche sulla tempestività dei soccorsi e si chiedeva un approfondimento investigativo circa il ruolo di colui che, in particolare in quella giornata, ma anche in precedenza, aveva provveduto al trasporto delle braccianti, ivi compresa la Clemente, alludendo ad una possibile illecita intermediazione dello stesso nella selezione del personale da dedicare alla mansione di bracciante e cioè ad una possibile attività di caporalato opera di quest'ultimo;
   sulla scorta di tali spunti investigativi, hanno pertanto preso avvio le indagini a partire, nell'immediato, dall'esame autoptico sulla salma della Clemente volto a chiarire più approfonditamente le cause della morte della stessa, e da una complessa attività di acquisizione documentale e di escussione di persone informate sui fatti, volta a verificare l'esistenza di un sistema parallelo a quello legale che abbia come obiettivo l'inserimento lavorativo di braccianti presso le aziende agricole che richiedono manodopera.
  Con specifico riferimento al decesso di Abdullah Muhamed, dalla relazione trasmessa dal procuratore della Repubblica di Lecce, è emerso, in particolare, quanto segue:
    a seguito del decesso, in data 20 luglio 2015, in località Pittuini, in agro Nardo, del predetto bracciante agricolo di nazionalità sudanese, mentre era intento alla raccolta dei pomodori, venivano da subito avviate indagini dalla stazione carabinieri di Porto Cesareo e dal servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro di Lecce. La salma veniva sottoposta ad accertamento autoptico con la nomina di medico legale; venivano iscritti nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo i due titolari del fondo agricolo, nonché un cittadino sudanese che si occupava di contattare la manodopera agricola (procedimento n. 5974 del 2015 Registro generale notizie di reato);
   le indagini venivano successivamente affidate al R.O.S. (raggruppamento operativo speciale carabinieri) sezione anticrimine di Lecce ed alla compagnia carabinieri di Campi Salentina, i quali procedevano ad accurate indagini, tra cui, l'assunzione a sommarie informazioni di una serie di persone, il sequestro dei telefoni cellulari con acquisizione dei tabulati telefonici, acquisizione dei rilievi fotografici e dei dati meteorologici presso gli aeroporti di Galatina e Grottaglie;
   a seguito del deposito della prima informativa nel settembre 2015, due dei soggetti indagati venivano iscritti per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di cui all'articolo 603-
bis c.p.

  Attività istruttoria sulle vicende in esame è stata, altresì, condotta dall'ipettorato generale, che ha acquisito elementi convergenti con quelli della direzione generale magistrati.
  In particolare, l'Ispettorato generale, nel concludere l'istruttoria, ha evidenziato, con riferimento al caso del decesso del bracciante agricolo Abdullah Muhamed, che le indagini condotte dalla procura della Repubblica di Lecce – avvalendosi anche di un reparto dei carabinieri (il R.O.S.), istituzionalmente deputato al contrasto dei delitti di criminalità organizzata e ispirati da finalità di terrorismo – si sono dimostrate tempestive ed approfondite consentendo di raccogliere elementi che hanno consentito l'iscrizione del reato di cui all'articolo 603-
bis c.p.
  Parimenti, in ordine al decesso della bracciante agricola Paola Clemente, la medesima articolazione ministeriale ha rilevato come la situazione prospettatasi all'attenzione della procura della Repubblica di Trani, all'esito delle prime indagini della polizia giudiziaria e degli accertamenti del medico legale, non consentiva di configurare alcun elemento penalmente rilevante, ragione per cui non veniva disposto l'esame autoptico, peraltro in linea con quanto disposto dall'articolo 116 disp. att. c.p.p. laddove prescrive che: «Se per la morte di una persona sorge sospetto di reato, il procuratore della Repubblica accerta la causa della morte e, se lo ravvisa necessario, ordina l'autopsia...». Solo all'esito della denuncia sporta dal congiunto della donna deceduta, si modificava infatti lo scenario, si profilavano circostanziate notizie di reato e, dunque, venivano effettuati i necessari approfondimenti investigativi, tra cui l'autopsia.
  All'esito degli accertamenti così riepilogati, entrambe le competenti articolazioni ministeriali hanno escluso la sussistenza di profili di responsabilità disciplinare a carico dei magistrati degli uffici requirenti di Trani e di Lecce.
  Merita peraltro segnalare che, dagli accertamenti compiuti, è altresì emerso che anche le misure organizzative adottate dagli uffici giudiziari del distretto di Bari confermano la particolare attenzione riservata ai fenomeni di sfruttamento del lavoro. È stata infatti adottato un protocollo relativo alle modalità di indagine nei procedimenti in tema di infortuni sul lavoro, la cui osservanza è oggetto di un costante monitoraggio.
  Tanto rappresentato nel merito delle specifiche vicende oggetto dell'atto ispettivo, in via generale mi preme segnalare che sin dall'inizio del mio mandato ho riservato la massima attenzione al tema dello sfruttamento del lavoro, promuovendo a livello normativo l'introduzione di efficaci strumenti di contrasto a tale odioso fenomeno criminale e proprio di recente è stata definitivamente approvata la legge sul caporalato, che segna un passo decisivo nella tutela dei diritti fondamentali e della dignità della persona.

Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

manodopera agricola

medicina legale

sicurezza del lavoro