ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10084

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 473 del 31/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: COCCIA LAURA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 31/07/2015
Stato iter:
22/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2017

CONCLUSO IL 22/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10084
presentato da
COCCIA Laura
testo di
Venerdì 31 luglio 2015, seduta n. 473

   COCCIA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   negli ultimi giorni abbiamo assistito all'interno del carcere Regina Coeli di Roma a casi di suicidio di due detenuti;
   tali episodi vanno inseriti in un contesto assai complesso per la vita dei detenuti nelle nostre carceri: il numero degli agenti penitenziari sotto organico, la presenza insufficiente di psicologi per l'assistenza dei detenuti, il perdurare dell’«emergenza caldo» che ha fatto aumentare in modo significativo le segnalazioni di sofferenza e preoccupazione da parte dei detenuti, dei loro familiari e dei legali;
   le cifre e le carenze del sistema carcerario italiano emergono dal nono rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione «Senza Dignità» stilato dall'associazione Antigone: l'Italia è il Paese con le carceri più sovraffollate dell'Unione europea. Ci sono 140 detenuti ogni cento posti, mentre il tasso d'affollamento medio in Europa è del 99,6 per cento. In totale i detenuti negli istituti italiani sono 66.685. Ben 1.894 in più rispetto al gennaio 2010, quando fu decretato lo stato d'emergenza per il sovraffollamento carcerario;
   nei primi mesi del 2014 sono tornati ad aumentare i casi di suicidio nelle nostre carceri: il 40 per cento dei decessi avvenuti nelle celle è rappresentato da suicidi. Un dato che torna a crescere dopo una leggera flessione registrata nel 2013, quando i detenuti che si suicidarono furono il 30 per cento dei detenuti complessivamente deceduti;
   la Società italiana di psichiatria riporta un altro dato emblematico per capire la grave condizione vissuta negli istituti di pena: sono circa diecimila, infatti, le persone che soffrono di una patologia psichiatrica, su un totale di sessantaquattromila detenuti (circa il 16 per cento);
   appare evidente la necessità di adottare misure tempestive in grado di fronteggiare le numerose criticità che investono le strutture penitenziarie italiane nelle quali molti detenuti vivono in una condizione di gravissimo disagio –:
   quali iniziative urgenti si intendano intraprendere al fine di introdurre misure volte a facilitare le condizioni di vita dei detenuti e come intenda estendere tali interventi a tutte le strutture penitenziarie del Paese. (4-10084)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 819
4-10084
presentata da
COCCIA Laura

  Risposta. — Con l'atto di sindacato indicato in esame, l'interrogante, richiamando il suicidio di due persone detenute verificatisi, nel mese di luglio 2015, all'interno dell'istituto penitenziario Regina Coeli di Roma, chiede quali iniziative si intendano intraprendere per scongiurare analoghi, drammatici eventi, e per migliorare le condizioni di vita dei detenuti.
  L'argomento investe, evidentemente, un tema di estrema delicatezza, su cui è concentrato il massimo impegno da parte del ministero.
  Il fenomeno, di cui i casi di Roma sono manifestazione, è alla mia costante attenzione, e mi vede direttamente impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Finalità alla cui attuazione certamente concorre l'istituzione e la nomina, con decreto del Presidente della Repubblica 1o febbraio 2016 e decreto del Presidente della Repubblica 3 marzo 2016, del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
  Nella consapevolezza della drammaticità di ogni atto di autolesionismo, occorre osservare, sotto il profilo statistico, che a partire dal 2013 il numero di suicidi all'interno degli istituti penitenziari ha avuto un sensibile decremento.
  Tra il 2009 e il 2012 infatti, il numero di casi è stato sempre annualmente superiore a 55, con un picco di 63 nel 2011, mentre pari a 45 e 46 sono stati gli eventi degli anni 2007 e 2008.
  Grazie al miglioramento della situazione nei nostri penitenziari, il numero si è ridotto in maniera significativa, registrandosi 42 casi di suicidio nel 2013, 43 nel 2014, 39 nel 2015, 39 nel 2016 e 10 sino al 28 febbraio 2017.
  Il dato relativo agli ultimi due anni risulta essere il migliore dal 1992.
  Sul piano comparativo, poi, l'Italia, secondo le statistiche ufficiali del Consiglio d'Europa, registra uno dei tassi più bassi di casi di suicidio. Nell'ultima rilevazione del 2013, si registra un tasso di 6,5 su 10.000 in Italia, 12,4 in Francia, 7,4 in Germania, 8,9 nel Regno Unito.
  I dati restano, in ogni caso, allarmanti e impongono un eccezionale sforzo dell'amministrazione penitenziaria, cui è demandata l'attuazione dei modelli di trattamento necessari alla prevenzione di ogni pericolo.
  Alla luce delle analisi e delle riflessioni degli stati generali dell'esecuzione della pena, il 3 maggio 2016 ho adottato una specifica «Direttiva sulla prevenzione dei suicidi», indirizzata al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, prescrivendo la predisposizione di un organico piano d'intervento per la prevenzione del rischio di suicidio delle persone detenute o internate, il puntuale monitoraggio delle iniziative assunte per darvi attuazione e la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi al fenomeno.
  In attuazione della direttiva, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha predisposto un «Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie in ambito penitenziario», cui hanno fatto seguito circolari attuative trasmesse ai provveditorati regionali.
  Le misure adottate dall'amministrazione penitenziaria attengono alla formazione specifica del personale, alla raccolta ed elaborazione dei dati ed all'aggiornamento progressivo dei piani di prevenzione.
  Sono state, inoltre, impartite istruzioni ai provveditorati regionali ed alle direzioni penitenziarie per la conclusione di intese con regioni e servizi sanitari locali, al fine di intensificare gli interventi di diagnosi e cura, nonché l'attuazione di misure di osservazione e rilevazione del rischio.
  L'amministrazione ha anche operato sul piano dell'organizzazione degli spazi e della vita penitenziaria, con incentivazione di forme di controllo dinamico volte a limitare alle ore notturne la permanenza nelle celle, in modo da rendere agevole l'osservazione della persona in ambiente comune e ridurre le condizioni di isolamento.
  Allo stesso scopo, sono state adottate misure volte a facilitare, anche attraverso l'accesso protetto ad Internet, i contatti con i familiari.
  Lo scorso 3 marzo, inoltre, si è svolta presso il Ministero della giustizia una riunione nel corso della quale ho incontrato, con il capo di gabinetto, tutti i referenti centrali e periferici dell'amministrazione penitenziaria, al fine di fare il punto sulle modalità di esecuzione, al livello locale prossimo agli istituti penitenziari, delle disposizioni contenute nella direttiva sulla prevenzione dei suicidi e sollecitarne, ove necessario, la completa e rapida attuazione.
  Sono state, inoltre, programmate attività di monitoraggio e verifica periodica degli interventi di prevenzione delineati, attività che saranno svolte istituto per istituto.
  Con la riunione del 3 marzo si è dato l'avvio ad un tavolo in convocazione permanente che esaminerà costantemente i dati relativi allo stato di attuazione della direttiva che ogni referente è tenuto a raccogliere ed a trasmettere attraverso apposito monitoraggio. Le successive riunioni del tavolo, a partire dalla prima, si svolgono con stringente cadenza periodica.
  La prevenzione dei suicidi rappresenta uno degli obiettivi prioritari del complesso di iniziative volte al miglioramento in generale delle condizioni di vita dei detenuti, i cui risultati hanno trovato, anche a livello europeo, significativi riconoscimenti.
  In questo quadro vanno ricordati, nella consapevolezza dell'importanza dell'efficienza delle strutture penitenziare per il benessere di quanti sono ivi ristretti e vi lavorano, gli investimenti per la realizzazione delle nuove opere finanziate attraverso il piano carceri, nonché gli interventi di recupero e ammodernamento delle strutture esistenti.
  La realizzazione delle nuove opere di edilizia penitenziaria, secondo le stime della competente articolazione ministeriale, porterà nel corso dell'anno corrente ad un aumento di 1.497 nuovi posti mentre gli interventi di ammodernamento consentiranno il recupero di complessivi 1.800 posti detentivi ulteriori.
  Sempre al miglioramento della condizioni di vita all'interno degli istituti penitenziari tendono, inoltre, le iniziative per l'assunzione di nuovo personale appartenente alla polizia penitenziaria, tra le quali si colloca, con la recente conversione del decreto milleproroghe, l'ingresso in ruolo di un numero pari a 887 unità di personale.
  L'azione sin qui intrapresa risulterà ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario, appena approvata dal Senato, che permetterà di introdurre strumenti adeguati per garantire una funzione davvero recuperatoria e risocializzante, in chiave costituzionalmente orientata, all'esecuzione penale.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

carcerazione

stabilimento penitenziario