ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10065

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 472 del 30/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: NICOLETTI MICHELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 30/07/2015
FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 30/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 30/07/2015
Stato iter:
07/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/10/2015
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/10/2015

CONCLUSO IL 07/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10065
presentato da
NICOLETTI Michele
testo di
Giovedì 30 luglio 2015, seduta n. 472

   NICOLETTI, QUARTAPELLE PROCOPIO e CINZIA MARIA FONTANA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   secondo fonti attendibili della cooperazione italiana, nei giorni scorsi l'esercito libanese ha sgomberato 41 campi profughi siriani che ospitavano circa 5300 persone e altri 13 sgomberi, per un totale di oltre 800 persone, sono previsti in questi giorni;
   dai primi mesi dell'anno, su richiesta del Governo libanese, l'UNHCR ha sospeso la registrazione dei profughi siriani rifugiatisi in Libano che fino ad allora contavano 1.172.753 persone;
   è del tutto verosimile che negli ultimi mesi la situazione sia progressivamente sfuggita al controllo, tanto che ormai si parla di stime di più di 1,2 milioni di profughi siriani su una popolazione libanese di poco meno di 4,5 milioni di abitanti;
   i campi profughi sgomberati dall'esercito, insistendo lungo le principali vie di comunicazione, avevano quindi un carattere provvisorio;
   lo sgombero dei campi pone le persone evacuate sulla strada, sotto il sole cocente e senza alcuna protezione. È di tutta evidenza che senza una supervisione e un coordinamento delle Nazioni Unite la situazione dei profughi in Libano possa degenerare sia in termini di sicurezza che per conseguenze di carattere igienico sanitario;
   rebus sic stantibus, l'emergenza umanitaria in Libano non potrà che crescere esponenzialmente con il prosieguo dei mesi estivi e questi interventi di ordine pubblico dell'esercito libanese ne rappresentano un campanello di allarme;
   è d'altra parte parimenti evidente che i profughi siriani in questo momento non hanno alcuna possibilità di rientrare nel loro Paese;
   questo stato di cose pone i nuovi profughi di fronte all'opzione di emigrare per mare con tutto quello che, come dimostrano gli esodi dalla costa libica, questo comporta in termini di incolumità fisica;
   lo Stato libanese fino ad ora ha dimostrato una grande disponibilità accogliendo e ospitando un grandissimo numero di profughi in proporzione alla popolazione;
   tra Italia e Libano intercorrono rapporti di amicizia di lunga data, rafforzati anche dal pluriennale comando italiano della missione UNIFIL che ha dato al nostro Paese una credibilità speciale presso i libanesi;
   a tutt'oggi l'Italia è il primo partner commerciale della Repubblica del Libano –:
   quali iniziative il Governo intraprenderà sia in sede di Unione europea sia in sede di Nazioni Unite, nonché attraverso il contributo della cooperazione allo sviluppo al fine di garantire il rispetto dei diritti umani dei profughi della guerra civile in Siria e al fine di sostenere lo Stato libanese nello sforzo di accoglienza e protezione. (4-10065)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 ottobre 2015
nell'allegato B della seduta n. 497
4-10065
presentata da
NICOLETTI Michele

  Risposta. — Sulla delicata problematica relativa all'accoglimento di ulteriori rifugiati dalla Siria, allo status degli stessi e più in generale alla protezione dei rifugiati nel Paese, si segnala che il Governo italiano ha sempre mantenuto, in stretto coordinamento con i partner europei, un'attenzione elevata. Una posizione ribadita dallo stesso Ministro Gentiloni durante la sua recente visita in Libano del 13 e 14 luglio 2015 e di fronte alle Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato (nell'ambito dell'informativa quadrimestrale sullo stato delle missioni internazionali), in cui si è confermato l'impegno dell'Italia al fine di preservare una prospettiva di convivenza pacifica e democratica nel Paese, da tempo alle prese con una forte pressione economica e sociale causata dalla presenza massiccia dei rifugiati.
  Il conflitto siriano ha ormai assunto i tratti di una crisi di lungo periodo, con una dimensione regionale sempre più ampia e grave e di natura non più solo umanitaria. Restano sul campo le dolorose conseguenze per la popolazione civile, con molteplici violazioni del diritto internazionale umanitario in tema di accesso degli aiuti, sicurezza degli operatori, tutela della popolazione civile e dei diritti umani, in particolare delle donne e dei minori.
  L'emergenza della condizione dei minori, in particolare, è stata sottolineata nel mese di giugno del 2015 dal Ministro Gentiloni di fronte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in occasione del dibattito sui minori nei conflitti armati, in cui si è ribadito il forte impegno del Governo italiano a sostegno dei bambini influenzati dai conflitti nell'area, anche attraverso progetti realizzati in Libia, Giordania e Libano, che includono attività sociali, educative, con la creazione e gestione di strutture di protezione per i bambini e le famiglie.
  All'inizio del quinto anno di scontri, il numero delle persone bisognose di assistenza in Siria ammonta ormai a più di 12,2 milioni, di cui circa la metà proprio minori. Si tratta, secondo le Nazioni Unite, della più grande crisi protratta a livello globale, che conta quasi 8 milioni di profughi sfollati internamente alla Siria ed oltre 4 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi. La grande maggioranza dei profughi è oggi concentrata in Turchia (1.805.000), seguita dal Libano (1.172.000), Giordania (629.000), Iraq (250.000) ed Egitto (132.000). Per quel che riguarda il Libano, si stima vi siano alcune centinaia di migliaia di siriani a vario titolo presenti sul territorio, che non sono stati censiti. Le vittime accertate avrebbero superato la soglia di 220.000, anche se al riguardo mancano dati ufficiali.
  Con particolare attenzione al Libano e alle iniziative intraprese in sede multilaterale (Unione Europea e Nazioni Unite) sulla delicata problematica relativa all'accoglimento di ulteriori rifugiati dalla Siria, l'Italia ha inoltre adottato, insieme al gruppo ISG (international support group for Lebanon) la dichiarazione del 25 maggio 2015 con la quale si è da un lato espresso apprezzamento per lo straordinario sforzo di accoglienza profuso dal Libano; dall'altro, si è esortato il Paese dei Cedri a collaborare strettamente con l'UNHCR e le altre agenzie dell'ONU per promuovere una gestione efficace della presenza dei rifugiati siriani in Libano, in linea con le obbligazioni internazionali in campo umanitario e del diritto internazionale. Sempre con riferimento alle problematiche emerse di recente, e descritte nell'interrogazione, l'Italia ha parimenti sostenuto l'adozione delle conclusioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Libano dello scorso 22 giugno, con le quali si è espressamente «sottolineata l'importanza di rispettare i diritti umani e i principi umanitari, incluso il principio del non respingimento», in linea con i richiami in tal senso contenuti nel comunicato della conferenza di Berlino dedicata ai rifugiati siriani nei Paesi limitrofi (28 ottobre 2014).
  A livello tecnico, la questione è seguita con particolare attenzione dal gruppo di lavoro del Consiglio dell'Unione europea competente per le questioni umanitarie, nel cui ambito sono in via di elaborazione specifici messaggi rivolti a ciascuno dei maggiori Paesi che ospitano i rifugiati siriani. Relativamente al Libano, il Consiglio dell'Unione europea chiederà a Beirut di definire in maniera chiara i criteri applicati alle frontiere per l'ammissione umanitaria dei rifugiati dalla Siria, sollecitando una revisione e semplificazione degli stessi, nonché un abbassamento dei costi amministrativi applicati ai siriani per il rinnovo dei permessi di residenza. Si segnala inoltre la recente decisione del Governo del Libano di permettere all'UNHCR di procedere alla registrazione dei 5.600 rifugiati siriani, procedura che era stata sospesa, dopo l'entrata in vigore della nuova, più stringente normativa.
  Questo sviluppo è da ascrivere anche alle pressioni in tal senso esercitate dall'Italia e, più in generale, dall'Unione europea nel quadro di un dialogo proficuo con Beirut, di concerto con gli altri partner della comunità internazionale.
  Sin dall'inizio l'Italia è stata in prima linea sul fronte della risposta all'emergenza umanitaria; sono stati devoluti complessivamente quasi 70 milioni di euro a favore della popolazione sfollata all'interno della Siria e per sostenere gli sforzi dei Paesi di accoglienza dei rifugiati. Nel caso del Libano, sono stati impegnati oltre 23 milioni di euro dal 2012 ad oggi, pari al 34 per cento del totale. In subordine, il Governo italiano ha allocato fondi a favore della Giordania, mentre una quota minore è stata destinata ai rifugiati in Iraq e in Turchia, anche attraverso operazioni transfrontaliere al valico con la Siria. La nostra assistenza è stata indirizzata per più della metà sul canale multilaterale, il restante su quello bilaterale o multi-bilaterale (circa il 30 per cento) e per la realizzazione di distribuzioni umanitarie originate dalla base logistica delle Nazioni Unite a Brindisi (4 per cento).
  Nell'ampio ventaglio di attività finanziate dal nostro Paese, si evidenziano: 1) il sostegno assicurato al «Regional Response Pian» delle Nazioni Unite, con specifici contributi a UNICEF (1.900.000 euro), a UNHCR (1,7 milione di euro), al PAM (un milione di euro), al Comitato Internazionale della Croce Rossa (500.000 euro) e all'ILO (400.000 Euro); 2) un sostanzioso impegno finanziario, pari a 2,5 milioni di euro, alle attività dell'UNDP, volte a rafforzare la resilienza delle comunità ospitanti e le capacità di erogazione dei servizi di base da parte delle amministrazioni locali; 3) ulteriori finanziamenti al comitato internazionale della Croce Rossa (500.000 euro) e all'UNHCR (1 milione), al momento in via di approvazione, per interventi a favore dei rifugiati siriani ospitati in Libano, nel quadro delle risorse annunciate alla terza conferenza donatori di Kuwait City lo scorso marzo; 4) il ruolo di capofila del settore «Agricoltura e sicurezza alimentare» nell'ambito del gruppo degli amici della Siria, dove sono state avviate attività di fornitura di input agricoli e di assistenza tecnica al Ministero dell'agricoltura del Governo siriano, attraverso l'istituto agronomico del Mediterraneo di Bari (Euro 2.250.000); 6) il sostegno alla società civile libanese e le comunità maggiormente esposte al flusso di profughi, attraverso l'approvazione di un finanziamento di 1,2 milioni di euro a favore di tre programmi bilaterali italo-libanesi in partenariato con il Ministero degli affari sociali e il Ministero degli interni e delle municipalità; 7) la partecipazione dell'Italia, con 3,4 milioni di euro al fondo fiduciario tedesco-emiratino (SRTF), per interventi di ricostruzione di infrastrutture di base in Siria; 8) un contributo italiano, pari a 3 milioni di euro, al fondo fiduciario regionale dell'Unione europea (EUTF), di cui siamo membro fondatore, per la realizzazione di iniziative di early recovery e stabilizzazione in Siria e nei Paesi limitrofi; 9) con particolare riferimento al canale bilaterale, alcune iniziative, in corso o in fase di avvio, per un valore di 5,3 milioni di euro in favore dei rifugiati siriani in Libano e delle comunità ospitanti per la realizzazione di progetti nei settori socio-sanitario, materno-infantile, educativo e con interventi finalizzati al rafforzamento dei servizi di base e ambientali e la creazione di attività generatrici di reddito.
  Dopo ormai quattro anni di conflitto, è chiaro che a nessuno sfugge la drammaticità della situazione, che colpisce in particolare la popolazione civile sfollata in Siria e rifugiata da ormai troppo tempo nei Paesi limitrofi, a partire dai bambini. Il compito del Governo è senza dubbio quello di moltiplicare gli sforzi, dei fori multilaterali, a partire dalle Nazioni Unite e dall'Unione europea. Sul piano umanitario, si continuerà a garantire la massima assistenza sul piano finanziario, anche al fine di cercare di arginare quelle tensioni sociali che investono le varie comunità sottoposte a pressioni sempre crescenti.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

diritto degli stranieri

ONU