ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10038

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 471 del 29/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 29/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 29/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10038
presentato da
SIBILIA Carlo
testo di
Mercoledì 29 luglio 2015, seduta n. 471

   SIBILIA e PETRAROLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   fino al 31 maggio 2002 i cittadini italiani e quelli con doppia nazionalità italiana-elvetica potevano chiedere il trasferimento dei loro contributi AVS all'INPS in favore di una pensione italiana maggiore, come specificato dall'articolo 1, commi 1 e 3, dell'accordo aggiuntivo del 4 luglio 1969 della convenzione italo-svizzera relativa alla sicurezza sociale;
   dal 1o giugno 2002 veniva introdotto il criterio della «riparametrizzazione»: poiché in Svizzera l'aliquota contributiva su cui calcolare la retribuzione pensionabile era nettamente inferiore a quella italiana, non si percepiva la pensione che si sarebbe percepita in Svizzera e su cui erano stati versati i contributi, ma si «parametrava» — ovvero si rendeva proporzionale — all'aliquota contributiva;
   per anni l'INPS e gli altri istituti di previdenza italiani hanno ricalcolato i contributi AVS trasferiti dalla Svizzera, tenendo conto dei contributi AVS nettamente inferiori ai contributi italiani (8,47 per cento in Svizzera, 32 per cento in Italia);
   il criterio di «riparametrizzazione» era diverso da una sede INPS provinciale all'altra. Normalmente l'INPS accreditava i periodi di lavoro svizzero per circa un terzo, talvolta meno;
   nel 2003 il tribunale di Bergamo dava ragione ad un ricorrente obbligando l'INPS a tenere conto, per il calcolo della pensione, della retribuzione effettiva percepita in Svizzera senza «riparametrizzazione»;
   avverso questa sentenza l'INPS faceva ricorso;
   la sentenza n. 4623 della Corte di cassazione civile, sez. lavoro, depositata il 6 marzo 2004, dichiarava illegittima la «riparametrizzazione» e invitava i titolari di quelle pensioni a chiedere il ricalcolo della pensione. Ciò ha spinto molte pensionati a fare domanda all'INPS e, in caso di diniego, a ricorrere in tribunale. In tutte le cause successive l'INPS sosteneva che il caso di Bergamo fosse un caso particolare che non poteva essere motivo di ricorso per gli altri;
   successivamente la Corte di Appello di Brescia ha riformato la sentenza di Bergamo, ritenendo giusta la «riparametrizzazione» operata dall'INPS;
   mentre si attendeva il giudizio da parte della Corte di cassazione, è sopravvenuta la legge finanziaria 2007 (legge 27 dicembre 2006 n. 296) che, all'articolo 1, comma 77, prevedeva la possibilità per l'INPS di riparametrare i contributi esteri, dando un esatto metodo di calcolo che comportava l'aumento del 3,1 della pensione; la Corte europea dei diritti dell'uomo con la sentenza del 31 maggio 2011 (causa Maggio e altri c. Italia) e quella più recente del 15 aprile 2014 (causa Stefanetti e altri c. Italia) ha, invece, condannato lo Stato italiano a risarcire i lavoratori italiani in Svizzera che hanno trasferito i contributi in Italia e che non hanno ricevuto quanto loro spettante in base ad accordi italo-elvetici –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere nel rispetto dell'ultima sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, datata 15 aprile 2014, al fine di porre fine a una palese ingiustizia. (4-10038)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

retribuzione del lavoro

pensionato

Corte europea dei diritti dell'uomo