ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09810

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 460 del 13/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 13/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 13/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09810
presentato da
PILI Mauro
testo di
Lunedì 13 luglio 2015, seduta n. 460

   PILI. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   con la giustificazione che l'interrogante giudica surreale e priva di ogni fondamento giuridico di una cartella di Equitalia da 5.000 euro l'aeronautica militare ha di fatto cacciato via dal poligono di Capo Frasca (Sardegna) gli allevatori che da 40 anni coltivavano una porzione di quell'immensa area;
   entro il 7 agosto lo sfratto esecutivo prevede fuori dai terreni 300 bovini, 1000 ovini e 20 cavalli, oltre che gli stessi allevatori;
   dopo le spiagge si tolgono ai sardi anche i pascoli;
   il 7 agosto prossimo, dopo 40 anni, gli allevatori di S. Antonio di Santadi dovranno lasciare i terreni dentro la base di Capo Frasca che da sempre hanno coltivato, curato e pagato;
   si tratta di una transumanza forzosa e obbligata per una meta indefinita visto che nessuno sa dove potrà andare a finire una quantità di bestiame così rilevante;
   un dato è certo, l'aeronautica militare ha fatto di tutto per cacciarli, a partire da veri e propri ordigni burocratici di ogni genere;
   alla base dell'esclusione dalla gara di affidamento dell'area di pascolo ci sarebbe una cartella esattoriale di Equitalia, contestata e poi prontamente saldata di appena 5.600 euro;
   quella cartella esattoriale per l'amministrazione della difesa costituiva motivo grave per l'esclusione degli allevatori dall'area;
   un fatto gravissimo in violazione di tutte le norme ma soprattutto del buon senso considerato che la società cooperativa aveva pagato i canoni per 40 anni e soprattutto aveva sviluppato in quell'area un'azienda che dava lavoro a tanti giovani della zona;
   si tratta dell'ennesimo sopruso di Stato che prima nega le spiagge e ora anche i pascoli;
   l'Aeronautica militare e il Ministero della difesa hanno agito con un'arroganza senza precedenti cacciando via un'azienda agropastorale che negli anni aveva garantito la buona gestione dell'intera pascolo della base;
   ancora una volta il Ministero della difesa non perde occasione per mettere in ginocchio attività produttive che hanno convissuto, seppur con grandi difficoltà e problematicità, nelle aree militari di fatto sequestrate e vietate al popolo sardo;
   la decisione di cacciare gli allevatori è l'ennesima dimostrazione di come la difesa si rapporti con il territorio, incurante del danno economico che provocherà all'azienda zootecnica;
   la società cooperativa è stata cacciata per una cartella di Equitalia, il braccio armato dello Stato, in contenzioso. Nonostante il Tar Sardegna non si sia ancora pronunciato lo sfratto è esecutivo;
   il 7 agosto 2015, secondo gli ordini militari, una carovana di bestiame dovrà lasciare l'area;
   tutto questo è semplicemente inaccettabile, considerato che la dimensione del patrimonio zootecnico avrebbe meritato ben altra attenzione, insieme a quello di allevatori che da 40 anni lavorano giorno e notte in quell'area;
   l'esclusione dalla licitazione privata per la concessione in affidamento, poliennale (durata anni 6) dei terreni demaniali per sfalcio erba e pascolo limitato con oneri di manutenzione sui terreni del poligono di Capo Frasca, nonostante il diritto di prelazione della società cooperativa preesistente è di fatto una vera e propria azione di cacciata dal poligono;
   dopo aver aggiudicato provvisoriamente alla società cooperativa la gestione è stata di fatto avviata una vera e propria caccia al cavillo per far fuori gli allevatori;
   cavilli molto spesso aleatori e destituiti di ogni fondamento giuridico, funzionali solo all'esclusione della società cooperativa;
   si tratta di un atto di esclusione che non ha minimamente tenuto conto dell'incidenza del modesto debito tributario sulla complessiva affidabilità patrimoniale della società cooperativa Allevatori S. Antonio di Santadi, così come invece prevede la legge e la giurisprudenza in materia;
   si tratta di un'operazione di uno Stato che ignora il territorio, schiaccia i piccoli per riaffermare la propria preminenza –:
   se non ritenga di dover intervenire per sanare in sede di autotutela gli atti che hanno proditoriamente escluso i concorrenti dall'evidenza pubblica;
   se non ritenga di dover valutare l'opportunità di scongiurare lo sfratto esecutivo dell'azienda previsto per il 7 agosto 2015 proprio per quel principio di buon senso e per evitare ulteriori tensioni sulla vicenda;
   se non ritenga di dover assumere iniziative per richiedere un riesame della procedura seguita anche per la totale assenza di un motivo grave per l'esclusione della società cooperativa di allevatori di S.Antonio di Santadi. (4-09810)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

allevamento

gruppo di produttori

terreno erboso