ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09733

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 457 del 08/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: GIORGETTI GIANCARLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 08/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 08/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09733
presentato da
GIORGETTI Giancarlo
testo di
Mercoledì 8 luglio 2015, seduta n. 457

   GIANCARLO GIORGETTI. – Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:
   il piano di riorganizzazione nazionale di Poste italiane presentato lo scorso mese di febbraio prevedeva per la Lombardia la chiusura di 61 uffici postali e l'apertura a giorni alterni di altri 120 uffici, ritenendoli «improduttivi» o «diseconomici» perché ubicati soprattutto nelle realtà montane e svantaggiate, senza considerare che queste zone vivono condizioni generali di servizio già di per sé disagiate;
   in seguito alle numerose proteste e grazie anche alla mozione presentata dal Gruppo della Lega Nord che ha impegnato il Governo a favorire una concertazione fra la società e le amministrazioni locali coinvolte per valutare l'impatto degli interventi sulla popolazione interessata ed individuare soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, 15 dei 61 uffici lombardi, cioè 1 su 4, di cui era prevista la chiusura, rimarranno aperti e attivi;
   la scelta degli uffici da salvaguardare appare però non rispondere alle numerose problematiche presenti anche in altri comuni lombardi, come quello di Caldana (VA), in cui la maggioranza delle persone ha un'età avanzata con conseguenti problemi di mobilità e che da settembre dovrà affrontare lunghi e disagevoli spostamenti per raggiungere il più vicino ufficio postale di Orinzo-Azzio a 2 chilometri di distanza;
   gli uffici postali nelle piccole realtà rappresentano un punto di riferimento e la loro chiusura diventa un problema per tutta la comunità contribuendo al depotenziamento del territorio e allo spopolamento dei piccoli comuni, negando agli abitanti la possibilità di usufruire con la dovuta comodità di servizi essenziali quali il pagamento delle utenze o la riscossione della pensione, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l'invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale;
   questa decisione unilaterale di Poste italiane di chiudere l'ufficio postale di Trevisago si inserisce in un contesto già critico e carente del servizio postale, con strumenti di lavoro inadeguati, organici insufficienti, sistemi informatici obsoleti, con lunghe attese degli utenti presso gli uffici;
   in merito all'interesse economico della società Poste italiane, con sentenza n. 1262 dell'11 marzo il Consiglio di Stato in relazione al progetto di razionalizzazione attivato da Poste italiane ha ribadito che: «Poste non può fare spending review sulle spalle dei piccoli centri, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici». Per questo motivo, concludono i giudici amministrativi, «le chiusure devono tenere conto della dislocazione degli uffici, con particolare riguardo alle aree rurali e montane, e anche delle conseguenze che la presenza ha sull'utilità sociale» –:
   se non ritenga urgente farsi promotore di una momentanea sospensione del processo riorganizzativo di Poste italiane affinché possano essere rivalutate con attenzione le caratteristiche del comune di Caldana (VA), così da scongiurare la chiusura di un presidio tanto importante per la comunità come l'ufficio postale di Trevisago. (4-09733)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

servizio postale