ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09666

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 453 del 02/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 02/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 02/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 02/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09666
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Giovedì 2 luglio 2015, seduta n. 453

   PELLEGRINO, ZARATTI, FERRARA, SCOTTO, RICCIATTI, QUARANTA, AIRAUDO, PLACIDO, MARCON, DURANTI, PIRAS, FRATOIANNI, MELILLA, FRANCO BORDO, COSTANTINO, DANIELE FARINA, GIANCARLO GIORDANO, KRONBICHLER, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, ZACCAGNINI e SANNICANDRO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   come si apprende da numerosi articoli di stampa nazionale e locale, nella mattina di lunedì 29 giugno 2015, i carabinieri del nucleo operativo ecologico (Noe) di Udine si sono presentati nello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, nel rione Panzano, per eseguire un'ordinanza del tribunale di Gorizia e sequestrare quattro aree destinate alla cernita e allo stoccaggio di rifiuti, prodotti da scarti di lavorazione;
   l'ex direttore dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, Carlo De Marco, e i titolari di sei aziende che lavorano all'interno del cantiere (e segnatamente i titolari della ditta «Pulitecnica friulana» di Udine, della «Petrol Lavori» di San Dorligo della Valle, della «Marinoni» di Genova, della Carboline Italia, della «Sirn» di Trieste e della Savi di Genova) sono coinvolti nell'indagine che ha portato al sequestro preventivo di alcune aree – e la conseguente sospensione delle attività lavorative di circa 5000 addetti – con l'ipotesi di reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata in violazione dell'articolo 256 del decreto legislativo 3 aprile 2006, 152 (Norme in materia ambientale). In particolare, per quanto risulta agli interroganti, la Procura della Repubblica di Gorizia, nel giugno 2013 si era vista respingere la richiesta di sequestro, prima dal giudice delle indagini preliminari e poi dal tribunale di Gorizia, in quanto non vi sarebbero state urgenze tali da giustificare una situazione di pericolo ambientale. Successivamente la procura della Repubblica di Gorizia ha presentato ricorso presso la terza sezione penale della Corte di Cassazione che ha disposto l'intervento di sequestro preventivo delle aree nello stabilimento Fincantieri a Panzano;
   in particolare, secondo quanto risulta, l'inchiesta riguarda la gestione degli scarti di lavorazione nelle navi prodotti da parte delle ditte subappaltatrici di Fincantieri, che purtuttavia non risultano titolari dell'autorizzazione a gestire i rifiuti e la contestazione riguarda in particolare il deposito temporaneo messo a disposizione da Fincantieri, dove i vari rifiuti vengono ammassati e quindi rimossi da parte di un'altra ditta subappaltatrice;
   la Corte di Cassazione ha accolto la tesi della Procura, per cui tutte le ditte in subappalto, e non solo Fincantieri, sarebbero soggette all'autorizzazione al trattamento rifiuti, anche in caso di semplice stoccaggio, per cui la procedura utilizzata nel cantiere rappresenterebbe quindi un «deposito incontrollato», sanzionato dal citato decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
   per quanto riguarda l'attività lavorativa dei dipendenti, il Nucleo operativo ecologico (Noe) avrebbe lasciato intendere che essa potrà riprendere solo nel momento in cui la situazione sarà regolarizzata e i rifiuti saranno portati fuori dalle aree;
   l'azienda Fincanteri, in una nota, ha specificato che le aree sottoposte al sequestro sono «destinate alla selezione dei residui di lavorazione, strategiche per il regolare svolgimento del ciclo produttivo» e che «ferma restando l'intenzione di assumere con urgenza tutte le opportune iniziative in sede giudiziaria al fine di ottenere la revoca di detta misura, che considera particolarmente gravosa anche in ragione dei danni che il permanere degli effetti della stessa potrebbe provocare, è costretta, in ottemperanza al predetto provvedimento del Tribunale, a disporre a far data da oggi la sospensione dell'attività lavorativa di tutto il personale coinvolto nel ciclo produttivo del cantiere di Monfalcone»;
   su tale vicenda è intervenuto in modo a giudizio degli interroganti particolarmente inopportuno il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha dichiarato come il sequestro di alcune aree dei cantieri di Monfalcone della Fincantieri da parte del nucleo operativo ecologico dei carabinieri è «un altro caso Ilva», un esempio della «manina anti-impresa» che non lascia operare le aziende italiane, senza considerare le gravi implicazioni per la tutela della salute dei lavoratori e della salubrità del territorio interessato –:
   quali elementi il Governo intenda fornire con riferimento alla vicenda descritta in premessa, se sia a conoscenza delle aree dove i rifiuti saranno trasferiti e quali iniziative di competenza saranno adottate per dirimere la situazione di pericolo ambientale in cui versa lo stabilimento Fincantieri di Monfalcone e neutralizzare ogni possibile pregiudizio per la ripresa operativa dell'attività lavorativa dei dipendenti. (4-09666)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica sanitaria

costruzioni navali

sanita' pubblica