ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09633

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 451 del 30/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 30/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 30/06/2015
Stato iter:
15/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/09/2015
BARRACCIU FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/09/2015

CONCLUSO IL 15/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09633
presentato da
PILI Mauro
testo di
Martedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

   PILI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   l'interrogante ha denunciato al comando carabinieri tutela patrimonio culturale l'asta di reperti nuragici che si terrà a Londra in data 30 giugno 2015;
   in tale occasione a Londra saranno battuti all'asta diversi reperti della grande civiltà nuragica;
   tali reperti ad avviso dell'interrogante non possono che far parte di beni archeologici sottratti indebitamente alla Sardegna e al suo patrimonio archeologico;
   tali beni risultano provenienti da collezioni private libanesi e i personaggi richiamati come già titolari della collezione risultano essere stati oggetto di indagini e di sequestri da parte della magistratura competente libanese sin dal 1999;
   a mettere in vendita un catalogo di reperti nuragici è la casa d'asta EMAX;
   si tratta di nove reperti valutati decine di migliaia di euro come base d'asta;
   si tratta di straordinari bronzetti raffiguranti personaggi della civiltà nuragica e rappresentazioni esclusive del mondo animale;
   tutti reperti con datazioni intorno a 3000 anni fa;
   si tratta di un patrimonio che secondo quanto dichiarato dalla casa d'asta proverrebbe da collezioni svariate, comprese quelle in Libano Ex Farid Ziade;
   un patrimonio messo in vendita in un'asta dal vivo che si svolgerà il 30 giugno alle 15,30, nel «Pall Mall Gallery» in 5B Pall Mall – 30 Royal Opera Arcade, Londra;
   quell'asta in base alla segnalazione al nucleo dei carabinieri doveva essere bloccata;
   secondo l'interrogante non si tratta di pezzi pregiati da vendere, ma è refurtiva rubata alla Sardegna e ai sardi;
   un Governo autorevole e serio deve intervenire con tutti i poteri a sua disposizione per bloccare questa vergognosa vendita che offende la storia della Sardegna e dei Sardi;
   si tratta di cimeli unici, testimonianze nuragiche che rappresentano una sottrazione ai danni della Sardegna e della sua storia arcaica;
   già nei mesi scorsi l'interrogante aveva denunciato la vendita di straordinari reperti archeologici di epoca nuragica tra Londra e New York;
   nonostante quella denuncia di allora, il Governo consente quella che all'interrogante appare la svendita della civiltà nuragica, senza che nessuno intervenga per contrastare questa gravissima lesione;
   tutto questo è semplicemente inaccettabile e occorre impedire quella vendita;
   l'amministrazione britannica non può consentire questo sfregio alla cultura e alla storia della Sardegna;
   i sardi si attendono una risposta urgente e risolutiva da parte del Regno Unito;
   ci sono convenzioni internazionali che vietano questo tipo di compravendite;
   non si può consentire che tombaroli e ladri per eccellenza la facciano franca;
   in sintesi sono queste le nove figure in vendita all'asta di Londra:
    1 una figura di bronzo sardo di un periodo di Nuragico offerente culto, intorno al nono al sesto secolo a. C.;
    2 una statuetta di bronzo sardo di un periodo di Nuragico culto guerriero, circa nono-sesto secolo a. C.;
    3 una figura di bronzo in Sardegna di un periodo Nuragico – offerta sacerdotessa, circa nono-sesto secolo a. C.;
    4 una figura di bronzo in Sardegna di un periodo Nuragico offerta sacerdotessa, circa nona-sesto secolo a. C.;
    5 un cavallo di periodo Nuragico di bronzo in Sardegna, circa nono-sesto secolo a. C.;
    6 uno stambecco in bronzo sardo periodo Nuragico, circa nono-sesto secolo a. C.;
    7 un bue sardo in bronzo periodo Nuragico, circa nono al sesto secolo a. C.;
    8 un muflone sardo in bronzo periodo Nuragico, intorno al nono al sesto secolo a. C.;
    9 uno stambecco in bronzo sardo periodo Nuragico, circa nono-sesto secolo a. C.;
   la vendita dei bronzetti nuragici a Londra riserva molte complicità e tanti silenzi;
   a giudizio dell'interrogante il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha delle responsabilità: un silenzio assordante di un'istituzione che sarebbe dovuta intervenire con immediatezza per bloccare quell'asta a Londra;
   si tratta di un'asta per la quale esistono tutti i presupposti per un intervento immediato del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo perché appare davvero singolare che questo patrimonio venga venduto a Londra da personaggi italiani, legati ad un ambiente particolare del Ministero e delle forze politiche;
   è tutto davvero gravissimo e qualsiasi Stato degno di questa definizione avrebbe fatto di tutto per bloccare l'operazione;
   si è dinanzi ad uno scandalo tutto italiano, contro la civiltà nuragica della Sardegna;
   ci si aspetta che le persone coinvolte siano inglesi e invece ti ritrovi con tutti personaggi italiani;
   il detentore originario di questi reperti risulta essere un uomo d'affari libanese legato ad un precedente inquietante;
   nel 1999 in Libano ci fu una retata della polizia per rintracciare centinaia di antichità mancanti. Il magistrato libanese Khaled Hammoud guidò le operazioni; dopo aver ispezionato numerose ville in Ghazir, Kesrouan, circa 300 reperti erano stati prelevati dalla casa di un uomo d'affari, Farid Ziade. I pezzi sequestrati – secondo quanto riporta il sito http://www.dailystar.com.lb – risalgono tutti al periodo romano e sono descritti nel rapporto della procura libanese come rari e costosi. La villa Ghazir fu sigillata con cera e tutti i pezzi confiscati e inviati alla Direzione Generale delle Antichità (DGA) –:
   se il Ministro non ritenga di dover intervenire anche a seguito delle pubbliche denunce e alla segnalazione rivolta al comando dei carabinieri;
   se non ritenga di dover porre in essere tutte le iniziative necessarie a fermare tale asta e a recuperare il patrimonio;
   se risulti che i componenti dell'organizzazione dell'asta abbiano rapporti parentali con dirigenti statali e del Ministero;
   se non ritenga di verificare le ragioni della vendita di patrimonio archeologico italiano da parte di società formata complessivamente da soggetti italiani. (4-09633)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 15 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 482
4-09633
presentata da
PILI Mauro

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato in esame, con il quale l'interrogante, premesso che il 30 giugno 2015 si sarebbe tenuta presso una casa d'asta di Londra un'asta di nove bronzetti della civiltà nuragica, appartenenti a collezioni private libanesi, chiedeva di sapere se il Ministero non ritenesse di dover intervenire per un recupero del patrimonio suddetto e una verifica delle ragioni della vendita di tali reperti archeologici.
  Al riguardo, si comunica quanto segue.
  A seguito della segnalazione pubblicata su vari quotidiani in merito alla vendita di reperti archeologici di presunta provenienza dalla Sardegna, programmata presso la Galleria «Pall Mall» di Londra il 30 giugno 2015, il Ministero ha immediatamente attivato il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il quale ha accertato che l'asta si sarebbe svolta presso «Acr Auction» di Londra e che tra i beni vi erano 9 bronzetti, asseritamente sardi del periodo nuragico e con provenienza dichiarata da collezione privata libanese.
  Gli accertamenti, eseguiti anche presso la sede romana della «Acr Auction», non hanno consentito di acquisire elementi tali da implicare la sussistenza di reati (furto, ricettazione, esportazione illecita) e promuovere un'azione penale o di cooperazione internazionale di polizia per il recupero dei beni. Né, per la stessa ragione, è stato possibile interessare gli organi di polizia inglese per acquisire documentazione presso la casa d'aste. Inoltre la legislazione inglese non prevede nel proprio ordinamento giuridico lo scavo clandestino e l'esportazione illecita, tutelando quindi il possessore dei beni e la sua presunta buona fede fino a prova contraria, da accertarsi in ambito processuale civile in Gran Bretagna.
  Nonostante l'assenza di motivi oggettivi a supporto della richiesta, veniva formalmente sollecitata la «Acr Auction» affinché sospendesse in via cautelativa l'asta.
  Quest'ultima, tuttavia, non sussistendo motivi ostativi alla vendita e trattandosi di opere di esiguo valore economico ed artistico, decideva di proporli in asta prevista per il 30 giugno 2015.
  Con un comunicato stampa Ansa dello stesso 30 giugno 2015, riportato successivamente da diversi organi di informazione e diffuso via web, la «Fondazione di partecipazione Nurnet-La rete» e il gruppo facebook «Archeologia della Sardegna» hanno reso noto di aver acquistato quattro (su nove) bronzetti, raffiguranti statuette di ammali, in vendita all'asta «Acr Auction» al fine di riportarli in Sardegna, grazie al contributo di soci e privati cittadini. Si tratta di un cavallo, due stambecchi e un ariete che potrebbero essere attribuiti al periodo compreso fra il IX e il VI sec. a.C..
  La soprintendenza archeologica competente ha potuto verificare che, dalla documentazione fotografica disponibile sul sito web della casa d'aste, non si può escludere l'autenticità e la effettiva pertinenza all'ambito culturale nuragico dei reperti indicati come pertinenti alla civiltà nuragica nelle schede illustrative dell'asta, in particolare per le quattro figurine umane. Per una valutazione tecnico-scientifica attendibile, tuttavia, sarebbe necessario procedere con un'analisi diretta dei reperti e con indagini chimico-fisiche specifiche.
  I reperti in ogni caso non risultano documentati in atti e provvedimenti agli atti della soprintendenza competente relativi a ricerche, scavi, rinvenimenti occasionali e collezioni private. Non risulta inoltre documentata agli stessi atti la collezione «Farid Ziade, Jdeidet Ghazir, Libano», cui i reperti apparterebbero secondo quanto indicato nelle relative schede illustrative dell'asta. Analoghe verifiche sono state avviate anche dalla direzione generale delle antichità del Ministero della cultura del Libano, su richiesta inviata dalla soprintendenza.
  Sulla base degli elementi a disposizione, dunque, non è possibile affermare con certezza che i reperti provengano da contesti archeologici della Sardegna, in quanto è nota la presenza di materiale di ambito culturale nuragico in siti archeologici sia della penisola italiana (in particolare di area etrusca-Toscana, Lazio, Campania) sia di altre regioni del Mediterraneo (Spagna, Tunisia, Creta e Cipro), quale frutto di scambi e commerci tra le popolazioni antiche.
  In assenza di informazioni circa le modalità e l'epoca del rinvenimento e di indicazioni relative alle condizioni che ne hanno determinato l'acquisizione nella collezione indicata, non è possibile stabilire se i reperti siano nella legittima disponibilità del titolare della collezione ai sensi della normativa vigente, o se siano invece esito di scavi archeologici clandestini e traffici illeciti.
  Il Ministero è in attesa di ricevere la documentazione richiesta alla casa d'aste e di notizie sui risultati delle verifiche del Ministero della cultura del Libano; sono comunque ancora in corso ulteriori accertamenti per cercare di risalire all'eventuale sito archeologico di provenienza dei beni ed al relativo periodo in cui sarebbe avvenuto l'eventuale scavo clandestino.
  In tal senso, allo stato attuale, e con riserva di aggiornamenti alla luce di eventuali successive acquisizioni informative, i beni non risultano di provenienza furtiva (gli esiti del controllo nella apposita banca dati sono negativi), non risulta una provenienza da scavo clandestino e non vi sono elementi per supportare l'ipotesi di una ricettazione (articolo 648 del codice penale) o di esportazione illecita (articolo 174 decreto legislativo 42 del 2004).
  In tema di ritrovamenti di bronzetti nuragici, si ritiene importante segnalare l'impegno costante del Ministero nella valorizzazione e salvaguardia del patrimonio nazionale anche attraverso esposizioni e mostre sul territorio. In particolare il 15 luglio 2015 è stata inaugurata a Cagliari la mostra «La Memoria Ritrovata – L'Arma e lo scrigno dei tesori recuperati», esposizione temporanea allestita in Cittadella dei Musei di dipinti e reperti archeologici recuperati grazie all'azione investigativa del Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale, che comprende, tra le altre opere, anche un piccolo tesoro sardo tra i 5500 reperti archeologici recuperati di recente: sono 39 bronzetti nuragici realizzati dai nostri antenati in piena Età del ferro, sottratti illegalmente dagli scavi e destinati al mercato clandestino. I bronzetti, ritrovati nell'ambito di quella che è considerata una delle più importanti operazioni di salvataggio di beni archeologici italiani, alla chiusura dell'esposizione (prevista per il 15 ottobre 2015) resteranno esposti in vari musei della Sardegna.
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoFrancesca Barracciu.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del patrimonio

archeologia

politica culturale