ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09614

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 451 del 30/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: PORTA FABIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2015
FARINA GIANNI PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2015
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2015
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2015
TACCONI ALESSIO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 30/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09614
presentato da
PORTA Fabio
testo di
Martedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

   PORTA, FEDI, GIANNI FARINA, GARAVINI, LA MARCA e TACCONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   dall'analisi dell'osservatorio delle pensioni Inps vigenti al 1o gennaio 2015 e liquidate nel 2014 emerge che l'Istituto previdenziale italiano ha erogato 18.044.221 pensioni e che l'importo medio mensile risulta in costante crescita, passando da 780,14 euro nel 2012 a 825,06 euro nel 2015;
   l'importo complessivo annuo risulta pari a 192,6 miliardi di euro;
   l'importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.098 euro, con un valore più elevato al nord, pari a 1.174,25 euro;
   per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli importi erogati, si osserva che il 55 per cento delle somme stanziate a inizio anno sono destinate all'Italia settentrionale, il 24,7 per cento all'Italia meridionale e isole, il 19,7 per cento all'Italia centrale e solo lo 0,6 per cento ai soggetti residenti all'estero;
   l'INPS infatti eroga all'estero poco più di 400.000 pensioni, di cui la maggioranza in convenzione internazionale e cioè tramite l'attivazione di un accordo bilaterale o multilaterale di sicurezza sociale;
   la spesa annua complessiva per le pensioni erogate all'estero è pari a 1 miliardo di euro rispetto ai 192 miliardi di euro di spesa per le pensioni erogate in Italia;
   l'importo medio delle pensioni erogate all'estero è di 215 euro al mese rispetto ai circa 800 euro di quelle erogate in Italia;
   se l'importo medio delle pensioni erogate all'estero è di 215 euro al mese, sono decine di migliaia le pensioni di importo molto più basso, spesso irrisorio;
   è di questi giorni la denuncia da parte dei connazionali pensionati residenti in Venezuela di una improvvisa riduzione della loro pensione italiana (il cosiddetto pro-rata) a causa di un meccanismo perverso: l'aumento al cambio ufficiale della moneta locale che ha azzerato le prestazioni assistenziali italiane legate al reddito – integrazione al minimo, maggiorazioni sociali ma anche assegni al nucleo familiare. In pratica l'Inps calcola l'importo del pro-rata sulla esclusiva base dei contributi accreditati in Italia che di norma sono pochi e remoti nel tempo;
   quello degli importi pensionistici italiani irrisori è un fenomeno che non è limitato al Venezuela ovviamente, ma è ancora molto diffuso nel mondo dei pensionati emigrati ed interessa soprattutto l'emigrazione italiana degli anni ’60 e ’70, composta oramai da persone ultrasettantenni;
   si tratta di importi pensionistici obiettivamente insufficienti a garantire un tasso di congrua remunerazione dei contributi versati nei casi in cui, (non sono pochi), la pensione «a calcolo» — cioè basata sui contributi effettivamente versati e non maggiorata dalla integrazione al minimo, dalle maggiorazioni sociali o dalle prestazioni familiari — sia di importo irrisorio a causa della remota collocazione nel tempo e del numero dei contributi versati in Italia e dell'inadeguatezza dell'attuale sistema di rivalutazione di tali contributi;
   il grave e diffuso problema delle pensioni irrisorie si potrebbe ovviare in parte con l'aumento dell'importo minimale mensile delle pensioni in convenzione stabilito attualmente dalla legge n. 335 del 1995;
   in base alla legge n. 335 del 1995 e con effetto dal 1o settembre 1995 fu istituito per le pensioni italiane in regime internazionale un minimale di pagamento pari a un quarantesimo del trattamento minimo per ciascun anno di contribuzione (da lavoro, figurativa e volontaria) fatto valere in Italia. Tale minimale prescinde dal reddito del pensionato e da una sua eventuale titolarità di una pensione estera, e trova applicazione quale che sia il regime di calcolo (retributivo, misto o contributivo) delle prestazioni;
   in sostanza i connazionali futuri pensionati o già titolari di pensione in convenzione bilaterale (con i Paesi extracomunitari) o multilaterale (con i Paesi comunitari) in virtù della vigente normativa hanno diritto per ogni anno di contribuzione accreditato in Italia ad un importo minimo pari a 12,56 euro (cioè a un quarantesimo di 502,38 euro che è l'importo del trattamento minimo per il 2015). Ciò significa, per esempio, che chi ha versato 5 anni di contribuzione in Italia e acquisito il diritto a un pro-rata in regime internazionale, ha diritto ad un importo minimale mensile di appena 63 euro;
   se tale minimale poteva avere un senso economico 20 anni fa (e comunque anche allora non l'aveva), oggigiorno rappresenta meno di una elemosina. Lo Stato italiano quindi deve sentirsi responsabile di aumentare e quindi di dare dignità all'importo minimale mensile delle pensioni degli emigrati che è attualmente risibile –:
   se i Ministri interrogati non ritengano giusto, opportuno e indilazionabile assumere iniziative per l'elevazione dell'importo minimale garantito alle pensioni in convenzione in modo che tale importo corrisponda più equamente allo spirito della legge che voleva introdurre una garanzia minima di salvaguardia economica per i pensionati in convenzione le cui pensioni erano (sono) solitamente di importo irrisorio anche a fronte di numerosi anni di contribuzione accreditati in Italia;
   se i Ministri, alla luce delle considerazioni suesposte, non ritengano giusto, opportuno e indilazionabile assumere iniziative per modificare la legge n. 335 del 1995 per portare l'importo minimale mensile garantito alle pensioni in convenzione da un quarantesimo ad un ventesimo del trattamento minimo per ogni anno di contribuzione versato in Italia, in modo che tale importo diventi, per l'anno in corso, pari a 25 euro al netto delle eventuali prestazioni sociali e familiari.
(4-09614)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pensionato

accordo bilaterale

prestazione familiare