ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09589

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 449 del 24/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 24/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 24/06/2015
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 24/06/2015
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 24/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09589
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Mercoledì 24 giugno 2015, seduta n. 449

   SCOTTO, PELLEGRINO, ZARATTI e GIANCARLO GIORDANO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il 10 giugno 2015 hanno avuto inizio attività di scavo ispettive nella zona di Calvi Risorta, in provincia di Caserta, sotto l'impulso della procura di Santa Maria Capua Vetere, a seguito di denunce provenienti da comitati locali e, soprattutto, da alcuni giornalisti, che hanno sorvolato la zona con l'ausilio di un drone rilevando numerose «collinette anomale»;
   gli scavi hanno fatto emergere la presenza di una quantità impressionante di materiali tossici con i quali, come ipotizzato dalla procura stessa, l'area è stata pesantemente contaminata nel corso degli ultimi decenni;
   la zona, ex area industriale Pozzi Iplave dove, prima del fallimento dell'impresa, venivano prodotti vernici, sanitari e Pvc, è stata definita dal generale Sergio Costa, comandante regionale del Corpo forestale, come «la più grande discarica europea di rifiuti industriali»;
   sin dai primi scavi, infatti, sono emersi fusti di vernici e fissanti, solventi, resine, fanghi, idrocarburi, plastiche industriali, cocci sanitari e vari altri rifiuti industriali stratificati, oltre all'amianto presente nei capannoni aziendali;
   i tecnici, in base a quanto emerso finora dalle attività di scavo, ipotizzano che possano essere stati interrati nell'area più di due milioni di metri cubi di rifiuti speciali;
   la zona sequestrata ha, attualmente, un'area di circa 25 ettari: sin dalle prime ricerche, il suolo è apparso estremamente alterato, presentando terre esauste che mutano colore al contatto con l'aria divenendo azzurre, grigie, ardesia, nere, rosso carminio, rosa;
   le strumentazioni dell'Arpa, della Guardia forestale e dei vigili del fuoco hanno tutte dimostrato la contaminazione del suolo e la presenza di alte concentrazioni di inquinanti nell'aria, nonché di anomalie magnetiche rilevate con i geomagnetrometri, che dimostrerebbero l'interramento di metalli;
   gli accumuli di rifiuti raggiungono una profondità di circa nove metri, al di sotto dei quali si trova uno strato di tufo che impedisce di proseguire nelle rilevazioni;
   tuttavia, a valle dell'area è presente un torrente, il Rio Lanzi, di cui fino al 2011 si sono serviti gli agricoltori della zona, interdetto all'utilizzo dal 2011 a causa dell'elevato grado di inquinamento;
   nonostante le prime denunce circa i livelli di contaminazione dell'area partano dal 1978, quando il luogotenente dei carabinieri Giuseppe Clemente avviò la prima indagine ottenendo una condanna per la Pozzi Ginori per violazione dell'articolo 674 del codice penale, e nonostante l'interdizione inerente all'utilizzo del Rio Lanzi sia di circa quattro anni fa, gli scavi sono iniziati solamente ora, facendo emergere una realtà inquietante e tragica per tutti i cittadini del casertano;
   l'area, inoltre, già due anni fa risultava inserita nel piano regionale di bonifica come sito in attesa di indagini, che, tuttavia, sono partite solo negli ultimi giorni, nonostante le pressioni dei comitati, dei giornalisti e di alcuni amministratori locali;
   la zona, dopo il fallimento della Pozzi Ginori, è passata sotto il controllo di diversi imprenditori, per essere venduta e riacquistata in più occasioni; attualmente, come riportato dal quotidiano Il Mattino nell'articolo «Veleni industriali, spunta una megadiscarica» del 16 giugno 2015, sarebbero iscritti nel registro degli indagati i nomi dei dieci proprietari dell'area;
   se si escludono alcuni articoli pubblicati sui quotidiani La Stampa («Due milioni di metri cubi di rifiuti tossici interrati», 16 giugno 2015), Avvenire («Due milioni di metri cubi di rifiuti sepolti sotto le campagne di Caserta», 16 giugno 2015; «Tutti i veleni della discarica di Calvi», 17 giugno 2015; «Si allarga la Terra dei fuochi», 18 giugno 2015) e il succitato articolo de Il Mattino, la questione non sembra aver suscitato l'interesse e la preoccupazione che dovrebbero derivarne;
   nell'area, inoltre, dovrebbe sorgere una centrale a biomasse, impianto fortemente osteggiato da cittadini e comitati locali; in tal senso, si ricorda come l'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, classifichi tra le biomasse anche «la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani»;
   la minaccia per la salute dei cittadini e la salubrità dell'ambiente che rileva dalle prime indagini sembra configurare un pericolo di estrema entità per tutta l'area, e richiede dunque interventi di massima urgenza ed efficacia;
   in tal senso le dichiarazioni del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Gianluca Galletti e l'accordo tra i Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali, della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare circa l'inserimento della zona di Calvi Risorta nei siti riconosciuti dal decreto-legge del 10 dicembre 2013, n. 136, noto come decreto «Terra dei fuochi», non forniscono rassicurazioni adeguate sulle azioni in programma, data la vocazione del provvedimento volta soprattutto a tutelare le produzioni agricole;
   la zona, per lo stato in cui versa, andrebbe probabilmente, invece, inserita tra i siti di interesse nazionale ai sensi dell'articolo 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e andrebbe avviato immediatamente un piano di bonifica dell'area, unico strumento in grado di garantire la salute dei cittadini e il ripristino dello stato dell'ambiente, ove possibile –:
   quali siano le iniziative urgenti che il Governo intende avviare al riguardo e se, in particolare, intenda inserire l'area nei siti da bonificare di interesse nazionale per tutelare la salubrità dell'ambiente e della salute dei cittadini dal disastro ambientale emerso nell'area medesima attraverso l'avvio immediato delle attività di bonifica e monitoraggio, garantendo altresì la piena informazione dei cittadini circa i risultati delle analisi sui livelli di contaminazione del suolo e delle altre matrici ambientali. (4-09589)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tasso di inquinamento

protezione dell'ambiente

inquinamento del suolo