ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09567

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 449 del 24/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: TERZONI PATRIZIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 24/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/06/2015
Stato iter:
19/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/07/2016

CONCLUSO IL 19/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09567
presentato da
TERZONI Patrizia
testo di
Mercoledì 24 giugno 2015, seduta n. 449

   TERZONI, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, ZOLEZZI, MASSIMILIANO BERNINI, BENEDETTI, GAGNARLI, GALLINELLA, L'ABBATE, PARENTELA, VIGNAROLI e LUPO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nel 2014 la Commissione Europea, a seguito di numerosi esposti provenienti da cittadini, comitati ed associazioni ha aperto una procedura Pilot 6730/2014/ENVI, sulle modalità di svolgimento della valutazione di incidenza ambientale prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997 e successive modificazioni e integrazioni;
   il 30 marzo 2015 la Presidenza del Consiglio – dipartimento per le politiche europee ha scritto alle regioni allegando una nota tecnica della Commissione europea in cui sono sollevate 21 criticità relativamente alle procedure di valutazione di incidenza ambientale;
   tra le problematiche sollevate vi sono, tra l'altro, quelle relative alla trasparenza dei procedimenti e alla partecipazione del pubblico, alla capacità tecnica dei redattori degli studi e dei valutatori, alla mancanza di una visione d'insieme degli impatti sui siti derivanti dalla sommatoria dei singoli progetti valutati, alla capacità di assicurare un controllo efficace sul rispetto delle prescrizioni, alla incapacità di adempiere agli obblighi di monitoraggio ante e post-operam;
   più specificatamente al punto 5 della lettera la Commissione richiede un maggiore coinvolgimento dei soggetti gestori delle aree Natura2000 nelle procedure di VINCA; si evidenzia che il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 e successive modificazioni e integrazioni, prevede come obbligatorio il coinvolgimento delle aree protette solo nel caso siano di livello nazionale;
   al punto 7 della lettera della Commissione richiede l'attivazione di un archivio informatico nazionale sulla valutazione di incidenza ambientale;
   al punto 13 richiede di prevedere espressamente che la valutazione d'impatto ambientale abbia una durata massima di 5 anni;
   al punto 14 sui controlli in merito all'attuazione delle prescrizioni chiede il rafforzamento del ruolo del Corpo forestale dello Stato;
   al punto 16 la Commissione chiede di rafforzare il coordinamento tra le direzioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (conservazione della natura e valutazione d'impatto ambientale);
   al punto 18 si richiede di modificare il decreto 7 luglio 2011 n. 121 per prevedere la responsabilità degli amministratori competenti e di chi approva le valutazioni d'impatto ambientale nonché di modificare l'articolo 733-bis per precisare meglio i «casi consentiti»;
   al punto 21 la Commissione chiede di rafforzare il ruolo dell'ISPRA e delle agenzie regionali nelle attività di verifica rispetto alla realizzazione delle misure di compensazione e nella valutazione tecnica delle procedure di VINCA;
   per quanto riguarda la trasparenza si ricorda che il decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997 e successive modificazioni e integrazioni in relazione alle procedure di valutazione di incidenza ambientale purtroppo non ha previsto l'obbligo per le regioni di assicurare che i procedimenti amministrativi connessi fossero partecipati e trasparenti, nonostante l'articolo 6, comma 2, della convenzione di Aarhus, ratificata dalla Stato italiano con la legge n. 108 del 16 marzo 2001 stabilisca che tutti i procedimenti di carattere ambientale siano oggetto di pubblicità e debbano prevedere obbligatoriamente una fase di partecipazione pubblica;
   numerosi tentativi, sotto forma di emendamenti a vari provvedimenti, da parte del M5S volti ad integrare le previsioni del decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997 nella direzione indicata dalla Commissione europea e, in particolare, per assicurare la trasparenza e la partecipazione del pubblico ai procedimenti sono stati respinti in questi due anni dalla maggioranza;
   il recente Report State of nature in the EU della Commissione europea sullo stato delle specie e degli habitat in Europa ha evidenziato per l'Italia, che solo il 22,2 per cento delle valutazioni sugli habitat è nella classe «favorevole» mentre ben il 67,4 per cento è nelle classi «sfavorevole/sconosciuto» o «sfavorevole» (Tab.C.5 dell'Allegato al rapporto);
   per quanto riguarda gli habitat in stato «sfavorevole», nella Tabella C.6 si evidenzia che in Italia il 44,4 per cento è ancora in ulteriore declino e solo lo 0,4 per cento in miglioramento;
   il decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997, all'articolo 15, prevede che il controllo sull'applicazione del decreto sia affidato al Corpo forestale dello Stato;
   la stampa nazionale ha riportato con grande enfasi, evidenziando anche casi concreti, l'intervento della Commissione europea dimostrando l'interesse del Paese alla tutela delle aree Natura2000 e, in generale, delle aree protette (a mero titolo di esempio: http://espresso.repubblica.it) –:
   quali iniziative di tipo normativo il Governo intenda attivare al fine di rispondere, almeno per le modifiche richieste a livello di disciplina nazionale, alle criticità sollevate dalla Commissione europea con particolare riferimento:
    a) all'obbligo di coinvolgimento nelle procedure di valutazioni d'incidenza ambientale di tutte le aree protette, anche quelle di carattere non nazionale;
    b) alla durata massima di validità della valutazioni di incidenza ambientale;
    c) alla modifica del decreto 7 luglio 2011, n. 121;
    d) al rafforzamento del ruolo dell'ISPRA e delle agenzie;
   se il Governo non ritenga, alla luce dei dati fortemente preoccupanti sullo stato degli habitat e dell'estensione dei siti Natura2000 in Italia, di rivedere la propria posizione sulla riorganizzazione dei Corpi di polizia che attualmente prevede la soppressione del Corpo forestale dello Stato, visto che la Commissione addirittura richiede un rafforzamento del ruolo del Corpo per la tutela degli habitat e delle specie;
   quali iniziative di tipo organizzativo abbia messo in campo per garantire il coordinamento tra direzione conservazione della natura e direzione VIA, per rafforzare il ruolo di ISPRA e delle agenzie nonché per prevedere un archivio informatico nazionale al fine di rispondere ai precisi rilievi della Commissione europea;
   quali attività siano in via di programmazione e quali fondi siano destinati alle aree Natura2000 interessate da fenomeni di peggioramento degli habitat e, in generale, dalla presenza di vaste zone con habitat classificati in cattivo stato di conservazione. (4-09567)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 19 luglio 2016
nell'allegato B della seduta n. 657
4-09567
presentata da
TERZONI Patrizia

  Risposta. — Con riferimento alle questioni poste dagli interroganti, sulla base delle informazioni acquisite dalla competente direzione generale del Ministero, si rappresenta quanto segue.
  Per quanto concerne gli aspetti relativi al caso EU Pilot (6730/2014/ENVI), è opportuno sottolineare come il 9 luglio 2014 i servizi della Commissione europea hanno richiesto dei chiarimenti all'Italia in merito all'applicazione della direttiva 92/43/CEE « Habitat». Dal luglio 2014 numerose sono state le comunicazioni intercorse tra l'Italia e la Commissione europea, che, per le anomalie riscontrate ha deciso di aprire un'inchiesta sul mancato rispetto delle aree protette. La relativa procedura di indagine EU Pilot 6730/14/ENVI è, infatti, «diretta ad accertare se esista in Italia una prassi di sistematica violazione dell'articolo 6 della direttiva Habitat».
  Sull'argomento il Ministero ha fornito puntuali elementi informativi alla Commissione. In particolare, per quanto riguarda l'attivazione di un archivio informatico nazionale sulla valutazione di incidenza ambientale, si precisa che è stata predisposta la Strategia nazionale per la biodiversità 2011-2020 (di seguito Snb) che ha come scopo generale quello di integrare le esigenze di conservazione della biodiversità a tutti i livelli e l'uso sostenibile delle risorse naturali nelle politiche nazionali di settore. In tale contesto si ritiene che l'Italia abbia correttamente interpretato il raggiungimento degli obiettivi posti dall'articolo 6 paragrafi 2, 3 e 4 della direttiva Habitat, attraverso l'individuazione di specifiche priorità di intervento indirizzate alla efficacia della valutazione di incidenza. Peraltro c’è da evidenziare come, in attuazione della Snb, a partire dal 2011, sono state avviate diverse iniziative sia a livello centrale che regionale. Tra queste si citano a titolo esemplificativo il documento tecnico «Vas-Valutazione di incidenza» elaborato con il Ministero per i beni e le attività culturali nel settembre 2011; l'adozione delle linee guida per le regioni e le province autonome in materia di monitoraggio delle specie e degli Habitat di interesse comunitario, istruite nel gennaio 2014.
  Inoltre per quanto attiene al riferimento, sul maggior coordinamento fra le diverse direzioni di codesto Ministero, si precisa che, tramite l'adozione del Snb, è stato definito l'obiettivo specifico di rafforzare, l'efficacia e l'efficienza della procedura di valutazione di incidenza a livello centrale e periferico, tramite l'attivazione di tavoli tecnici di coordinamento e cooperazione fra Stato e regioni coinvolte.
  In relazione al rafforzamento del ruolo dell'Ispra e delle Arpa, si fa presente che, a seguito della direttiva del Ministro dell'ambiente del 19 settembre 2008 relativa al «Supporto diretto e istruttorio al funzionamento della CTVA-VIA e VAS» l'Ispra fornisce già dal 2008 supporto tecnico-scientifico alle attività istruttorie di competenza della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via e Vas per i progetti/piani di competenza statale, mettendo a disposizione le diverse professionalità aventi specifiche competenze sugli aspetti ambientali interessati dal progetto o dal piano in esame. Peraltro, in merito alle modalità di coordinamento tra le procedure di valutazione ambientale e di valutazione di incidenza ambientale e al rafforzamento del ruolo dell'Ispra e delle Arpa, si evidenzia come la vigente normativa (articolo 10, comma 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006) preveda che le procedure di valutazione ambientale strategica (Vas) e di valutazione di impatto ambientale (Via) comprendono le procedure di valutazione di incidenza di cui all'articolo 5 del decreto n. 357 del 1997 e che la valutazione dell'autorità competente, sia essa nazionale o regionale, si estende alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza o comunque si debba esprimere nel merito. Di tale integrazione procedurale è data specifica evidenza nell'avviso al pubblico predisposto dal proponente per l'avvio della procedura di Via.
  Per il monitoraggio dell'ottemperanza delle prescrizioni associate ai provvedimenti di Via, l'Ispra e le Arpa assumono istituzionalmente (articolo 28 del decreto legislativo n. 152 del 2006) un ruolo chiave in qualità di enti vigilanti o comunque coinvolti nelle necessarie attività di controllo del rispetto degli obblighi posti in capo ai proponenti per garantire la piena compatibilità ambientale delle opere in fase di cantiere e di esercizio.
  Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla riforma del Corpo forestale dello Stato e delle amministrazioni provinciali, si fa presente che ciò comporterà il passaggio del personale attualmente in forza presso altri corpi di polizia o amministrazioni; in questo senso, a seguito del recente assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri è prevista all'interno dell'Arma l'istituzione di una specifica organizzazione per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, cui faranno riferimento anche l'attuale Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, compresi i gruppi e i Nuclei operativi ecologici (Noe) alle dipendenze. Resta comunque inteso che le attività di vigilanza saranno garantite ed attuate dalle amministrazioni cui saranno affidate le competenze in materia di sorveglianza del patrimonio faunistico.
  Ad ogni modo, si evidenzia che questo Ministero monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina.
  Si segnala altresì che è in corso l'analisi di un disegno di legge recante disposizioni sull’«Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale» finalizzato ad armonizzare da un punto di vista qualitativo e quantitativo le attività delle agenzie sul territorio, nonché a realizzare un sistema integrato di controlli coordinati dall'Ispra. Le funzioni di indirizzo e di coordinamento tecnico dell'Ispra sono principalmente volte a rendere omogenee, attraverso norme tecniche vincolanti, le attività del Sistema nazionale e a disciplinare i «livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali» (Lepta). Si tratta di una riforma di cui avvertiamo una assoluta necessità. Non è possibile infatti che in Italia si abbiano tante qualità e modalità di tutela ambientale quante sono le Arpa regionali.
  Alla luce delle considerazione suesposte, per quanto, di competenza, questo Ministero continuerà a tenersi informato anche attraverso il coinvolgimento di tutti gli altri soggetti competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

zona protetta

impatto ambientale