ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09385

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 437 del 08/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 08/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09385
presentato da
BERNINI Paolo
testo di
Lunedì 8 giugno 2015, seduta n. 437

   PAOLO BERNINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   due ampi e dettagliati recenti servizi giornalistici – Report Rai tre del giorno 17 maggio 2015 dal titolo «I peccati della carne» e Announo La 7 del giorno 21 maggio 2015 – hanno evidenziato, fornendo adeguate informazioni, elementi ed inequivocabili immagini circa le condizioni di allevamento e detenzione dei suini in alcuni allevamenti italiani, la mancata tracciabilità del prodotto e i danni causati dagli allevamenti stessi: sia ambientali che per il mancato rispetto dei precetti basilari previsti dalle normative vigenti sul benessere animale (Direttiva 2008/120/Ce e decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 122, attuazione della direttiva 2008/120/CE che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini);
   in particolare, nel servizio di Anno uno di La 7, andato in onda il 21 maggio 2015, e come da numerosi report realizzati, sì è riscontrata la presenza di maiali feriti con orecchie e code mangiate quale sintomo evidente di stress e di cannibalismo a causa delle condizioni di gestione e di sovraffollamento degli allevamenti, cadaveri lasciati nei corridoi degli allevamenti, suini morti in mezzo ai box in presenza di altri animali, scrofe affette da gravi infezioni all'apparato riproduttore causate anche dai parti continui e dalle condizioni di gestione delle stesse, piccoli suinetti incapaci di camminare, di cui alcuni con le zampe incastrate nelle grate del pavimento, piccoli schiacciati dalle madri a causa delle «gabbie parto» che non consentono loro di muoversi, presenza di
numerose patologie tumorali, evidenti infezioni oculari non curate, maiali malati lasciati in disparte nei corridoi o in box separati, isolati e «scartati» e lasciati agonizzare senza alcuna assistenza veterinaria;
   nell'anno 2010 in Italia sono stati uccisi e macellati 13.760.401 maiali (elaborazione su da Istat). Il Nord Italia rappresenta il maggior luogo di allevamento di maiali d'Italia, con oltre l'80 per cento degli allevamenti concentrati tra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto;
   in Italia, secondo i dati (all'aprile 2015) desunti dall'Anagrafe nazionale zootecnica – Statistiche izs (http://statistiche.izs.it) si citano tre regioni in cui si conta la presenza di:
   a) Piemonte: 516.619 suini con 2690 allevamenti;
   b) Lombardia: 3.239.549 suini con 8.838 allevamenti;
   c) Emilia Romagna: 1.120.311 suini con 4413 allevamenti;
   sempre secondo la stessa fonte risultano essere stati censiti in Piemonte ben 2.734 allevamenti su 2.960 in Lombardia solo 2.544 allevamenti su 8.838,e in Emilia Romagna 935 su 4.413, ciò a significare che i controlli se sono stati effettuati lo sono stati in modo inadeguato e superficiale poiché le immagini di strutture prese a campione mostrano tutt'altra evidenza, e in alcune regioni i controlli sono decisamente scarsi, come per esempio in Emilia Romagna;
   dal 1o gennaio 2013, inoltre, in tutti gli Stati membri dell'Unione europea è vietato allevare le scrofe in gabbie individuali, ad eccezione delle prime quattro settimane di gravidanza e della settimana prima del parto, mentre nelle immagini del servizio di Announo nelle le gabbie individuali erano presenti animali che non erano in gravidanza;
   dal 1993 il CRPA (Centro ricerche produzioni animali www.crpa.it) «oltre all'attività di monitoraggio dei costi di produzione ha creato una banca dati degli indici tecnici degli allevamenti suinicoli, per fornire ai produttori uno strumento di confronto e valutazione del livello di efficienza della suinicoltura italiana. Migliorare la produttività della scrofaia è elemento indispensabile per un allevamento che voglia rimanere sul mercato con costi di produzione competitivi e in grado di permettere redditi positivi all'allevatore. Il campione 2013 conta circa 50.000 scrofe» (www.crpa.it);
   come evince chiaramente è quindi elemento ed obiettivo fondamentale per i produttori cercare di ridurre i costi di produzione ed eludere i dovuti parametri di gestione e allevamento che la norma prevede a tutela del «benessere animale»;
   il decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 122, attuazione della direttiva 2008/120/CE stabilisce le norme minime per la protezione dei suini con criteri chiari e specifici sulla modalità di detenzione e allevamento della specie che non sono stati riscontrati né nelle ispezioni effettuate durante le due indagini giornalistiche né da alcune ispezioni eseguite dall'interrogante, né in quelle eseguite da associazioni non governative quali Eital, Animal Equality;
   in attuazione del decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 122, è stato stabilito il piano nazionale benessere animale con nota del Ministero della salute prot. 0013029 – P – 13 luglio 2010 che risulta evidentemente disatteso;
   relativamente agli allevamenti sono previsti campionamenti dal piano nazionale residui: PNR 2013 in applicazione del decreto legislativo 16 marzo 2006, n. 158, e s.m., nota DGISAN prot. n. 1567-P del 17 gennaio 2013;
   relativamente alle ispezioni sull'alimentazione animale queste sono previste in applicazione del Reg. (CE) 183/2005 – piano nazionale alimentazione animale: nota DGSAF prot. 0021822-P del 28 maggio 2013;
   relativamente alle ispezioni per il controllo sulla farmacosorveglianza, queste sono previste per quanto stabilito dal decreto legislativo, 6 aprile 2006 n. 193 – nota DGSAF prot. 01466- P- 26 gennaio 2012;
   relativamente ai campionamenti previsti dal piano nazionale alimenti animali: PNAA 2012, 13, 14 e Addendum 1/2013, nota DGSAF prot. 10873-P del 28 maggio 2013;
   sono previsti campionamenti ed ispezioni extra piano (su segnalazione o sospetto) con o senza preavviso, e con prelievo di mangimi, acqua di abbeverata o altra matrice in funzione delle norme specifiche di settore, con rilascio alla parte di aliquote campionarie ove previsto e di copia del verbale di campionamento;
   per quanto previsto dalla direttiva 2006/778/CE relativa alla «Decisione della Commissione, del 14 novembre 2006, relativa 4i requisiti minimi applicabili alla raccolta di informazioni durante le ispezioni effettuate nei luoghi di produzione in cui sono allevate alcune specie di animali» [notificata con il numero C(2006) 5384] (Testo rilevante ai fini del SEE) è necessario procedere con una idonea e puntuale raccolta di informazioni;
   le gabbie utilizzate negli allevamenti oggetto del servizio giornalistico di Announo, nonostante i divieti, sono realizzate affinché gli animali non possano muoversi, girarsi o compiere altri movimenti fatta eccezione per due passi in avanti e due indietro causando quindi un evidente maltrattamento perseguito dal codice penale;
   le immagini registrate e andate in onda – sia da Report che da Announo – hanno mostrato l'inequivocabile condizione di sovraffollamento degli allevamenti presi a campione e a seguito di un appello all'interrogante sono pervenute molte segnalazioni di allevamenti in cui le condizioni sono similari a quelle mostrate: condizioni del tutto insalubri, somministrazione di cibo agli animali dove sono raccolte le deiezioni, presenza di ratti, assenza di controllo veterinario e altro. Strutture dove vige la logica dei grandi numeri e viene a mancare del tutto il benché minimo rispetto dei criteri previsti per il benessere gli animali che la scienza riconosce come fonte di estremo disagio psicofisico per gli animali e quindi causa di maltrattamento (Environmental enrichment induces optimistic cognitive biases in pigs Catherine Douglasa, Melissa Batesonb, Clare Walsha Anaïs Béduéc, Sandra A. Edwardsa);
   i maiali sono animali che la scienza etologica e la medicina veterinaria riconoscono, in una infinita quantità di pubblicazioni (tra cui: Cognitive testing of pig (Sus scrofa) in translational biobehavioral research Birgitte R. Kornum, Gitte M. Knudsen; Are Pigs as Smart as Dogs and Does It Really Matter? Intelligence is a slippery concept and should not be used to assess suffering, Marc Bekoff) come animali dalle elevate capacità cognitive e con esigenze proprie della specie esigenze che in tali allevamenti, vengono costantemente negate causando gravi sofferenze fisiche e psicologiche;
   nell'anno 2010 in Italia sono stati uccisi e macellati 13.760.401 maiali (elaborazione su dati Istat). Il Nord Italia rappresenta il maggior luogo di allevamento di maiali d'Italia, con oltre l'89 per cento) degli allevamenti concentrati tra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. La sola Lombardia, con l'impressionante cifra di 3.239.549 suini con 8.838 allevamenti, rappresenta quasi il 50 per cento del comparto suinicolo nazionale. Basti pensare che le sole province di Brescia e Mantova contano ben 2,8 milioni di maiali nei loro allevamenti intensivi;
   i danni ambientali sono enormi e in alcuni comuni quali Cadelbosco Sopra, Bagnolo, Gualtieri e Novellara – solo citati ad esempio – l'Arpa conferma l'inquinamento causato dagli allevamenti di suini e la conseguente contaminazione delle falde acquifere, tanto che in alcuni di questi comuni non si è nelle condizioni di poter usare l'acqua corrente per via dell'inquinamento causato dagli allevamenti presenti localmente;
   in uno studio dell'Arpa Piemonte si descrive con evidente chiarezza il danno causato dagli allevamenti: «il settore zootecnico ha significativi impatti su diverse matrici ambientali: aria, acqua e suolo. Per quanto riguarda le acque riveste un ruolo molto importante l'inquinamento da nitrati causato dal rilascio di sostanze azotate negli acquiferi superficiali. Gli impatti ambientali derivati dalla lisciviazione delle sostanze azotate applicate ai terreni verso gli acquiferi sottesi sono ben inquadrati dall'individuazione delle aree vulnerabili da nitrati operata dal decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2007 n. 12R che riguardano gran parte della sezione della Provincia di Cuneo. Nel caso dell'atmosfera gli impatti maggiori si hanno dalle emissioni di ammoniaca, metano e protossido di azoto. Le emissioni di ammoniaca sono derivate principalmente dall'agricoltura intensiva e dagli allevamenti. L'ISPRA indica che l'ammoniaca prodotta dal settore agricolo rappresenta il 95 per cento delle emissioni nazionali di questo gas, di cui il 59 per cento deriva dal settore zootecnico. Il metano di origine agricola rappresenta il 40 per cento delle emissioni totali a livello nazionale, le quali derivano principalmente dalla zootecnia»;
   le stesse associazioni veterinarie evidenziano tale situazione, in particolar modo la SIVEMP (Sindacato italiano veterinari medicina pubblica), che in un articolo denuncia: «Benessere suini: molti gli allevatori non in regola con le nuove norme, ma mancano i soldi per adeguamenti strutturali. Molti allevamenti non sono in regola con le nuove norme sul benessere. Ma mancano i soldi per investire nell'aggiornamento delle strutture. Ma mentre nella Ue già 18 paesi membri hanno adeguato i loro allevamenti alle nuove norme ed altri 5 sono ormai prossimi a completare l'aggiornamento dei reparti di riproduzione, in Italia si stima che circa la metà degli allevamenti non abbia ancora provveduto a mettersi in regola...» (www.sivempveneto.it);
   se prevedono che:
    1. Il Ministero della salute, le regioni e le province autonome e le aziende sanitarie locali effettuano ispezioni nell'ambito delle rispettive competenze per accertare l'osservanza delle disposizioni del presente decreto e del suo allegato I. Tali ispezioni riguardano ogni anno un campione statisticamente rappresentativo dei vari sistemi di allevamento nel territorio nazionale e possono essere effettuate in concomitanza di controlli attuati per altri fini.
    2. Entro il 30 giugno di ogni anno, il Ministero della salute presenta alla Commissione una relazione su supporto elettronico contenente le informazioni raccolte e registrate, conformemente alla decisione 2006/778/CE, nel corso delle ispezioni effettuate durante il precedente anno solare.
    3. Il Ministero della salute fornisce l'assistenza necessaria agli esperti della Commissione che effettuano ispezioni secondo le procedure comunitarie ed adotta le misure necessarie per tener conto dei risultati di tali ispezioni. Gli esperti osservano particolari misure di igiene, al fine di escludere qualsiasi rischio di trasmissione di malattie –:
   se siano a conoscenza del livello di inquinamento ambientale causato dagli allevamenti suinicoli e che, per esempio, solo per citarne alcuni di Cadelbosco Sopra, Bagnolo, Gualtieri e Novellara, costringe la popolazione a non utilizzare l'acqua corrente per il consumo umano a causa degli elevati tassi di contaminazione riscontrati;
   in che modo, rispetto al decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 122, recante attuazione della direttiva 2008/120/CE che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini, sia garantita la corretta applicazione dello stesso e con quali risultati soprattutto relativamente all'articolo 6 del decreto legislativo n. 122 del 2011 (ispezioni);
   se i Ministri non ritengano necessario fornire informazioni corrette ed adeguate ai consumatori relativamente alla presenza di nitrato di potassio – che si trasforma in nitrosammine, dalla spiccata azione cancerogena – nei prodotti derivati dai suini, in particolare nel prosciutto, posto che queste sostanze largamente diffuse e contenute in molti prodotti in vendita nel territorio italiano, come risulta dal dossier diffuso dalla trasmissione Report sopracitata;
   in che modo i Ministri possano spiegare la persistente presenza di allevamenti che non rispondono in alcun modo alle normative vigenti in tema di benessere animale e riduzione dell'impatto ambientale e come intendano agire immediatamente per porre fine a questa condizione che reca danni ai consumatori, ai cittadini, all'ambiente e soprattutto agli animali;
   quali iniziative intendano intraprendere immediatamente i Ministri, alla luce delle denunce giornalistiche e quelle delle associazioni non governative, tenuto conto che tali informazioni saranno oggetto di una nota informativa dell'interrogante ai commissari Ue ambiente ed agricoltura, nonché alla all'FVO (Food and Veterinary Office european Commission) e alla Dg per la sanità e la sicurezza alimentare dell'Ue, con la richiesta di invio di osservatori dell'Ue. (4-09385)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

allevamento

suino

benessere degli animali